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Autore: Gondola89    27/12/2011    1 recensioni
[Le Relazioni Pericolose]. Scambio di lettere tra la Marchesa e il Visconte.
1° CLASSIFICATO al Contest di DarkAeris - Storie d'Ammore -
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Il Visconte di Valmont alla Marchesa di Merteuil


Mia Signora, la penna mi trema tra le dita mentre scrivo.

L'immagine vostra mi tuona nella mente con potenza irresistibile. Forse non ricordate la prima volta che vi vidi; ve ne stavate in disparte, sorseggiando non so quale liquore. Mi lasciai colpire immediatamente dai vostri riflessi splendenti, dallo sguardo. E pensieri sconvenienti mi annebbiarono la mente; vi avrei afferrato il collo, posato le labbra sulle labbra, cercato gli occhi risoluti, sfiorate le guance morbide, aspirato il profumo di rosa che sempre vi ha reso travolgente. Avrei sussurrato alle vostre orecchie incantevoli deliziosi nomignoli d'amore: piccina, rosa profumatissima, cuore d'albicocca, dolce sogno, dolce silenzio, dolce amore.

E poi vi avrei cinto la vita con le mani possenti, palpato la schiena, stretta sempre più forte al mio corpo fervente, alle gambe tremanti, sussurrandovi “Non lasciatemi mai”.

Non feci nulla, restai a guardarvi. Troppo puro era il vostro sguardo, troppo luminosa la vostra bellezza. Già allora capii che vi avrei amata per sempre, che ovunque fossi andato, qualunque pensiero maligno si fosse infiltrato nella mia testa, sempre sarei tornato a cercare i vostri occhi, a stringere le vostre mani, a ricordare ogni ruga sulla fronte, ogni piegamento delle labbra, ogni schiocco di lingua, ogni capello mosso dal vento, a confessarvi, teneramente, privo di orgoglio, privo anche di dignità, se un uomo innamorato è un uomo che ha perso la sua dignità, che v'amo e che non desidero altro che possedervi, abbracciarvi, carezzarvi la schiena, leccare le labbra, rinnovare ogni giorno, ogni istante, questo mio immutabile, scandaloso, irreprimibile sentimento.


Vostro, sempre vostro

Visconte di Valmont


La Marchesa di Merteuil al Visocnte di Valmont


Amico mio, amore.

Troppo dolci e troppo felici sono i pensieri che germogliano nel mio cuore.

Per anni, troppi anni, abbiamo inseguito sogni vani e fabbricato mete stupide, che svilivano, massacravano i nostri sentimenti. Abbiamo rincorso prede da niente in una caccia ossessiva e miserabile, sempre con la schiuma alla bocca, col sangue sui denti.

Con quale gioia, con quanta autentica meraviglia, lascio crollare ogni barriera e mi abbandono a voi, finalmente.

Per quanto cercassi di proteggermi, di schermirmi, di innalzare voluttuose sfide in cui coinvolgere il vostro ardore, ogni fibra del mio essere sperava che un giorno, un giorno non troppo lontano, avreste smesso di correre e vi sareste accorto di me; di me che sola, senza difese, per la prima volta con le guance arrossate, vi guardavo a occhi bassi.

V'amo. Vi amo con tutto il cuore. E le parole sono poche per descrivere con quanta passione, quanto gioioso stupore, con che fuoco ardente, con quale amore ve lo grido. Vi amo



Il Visconte di Valmont alla Marchesa di Merteuil


Amica mia, che sintonia tra noi.

Sapevo avreste indovinato ogni parola, voi e il vostro splendido intuito, la vostra fine conoscenza dell'animo umano.

Ho fatto avere la lettera alla Presidentessa Tourvel, così come ve l'avevo inviata: avrete capito immediatamente che la lettera non era per voi.

Si è sciolta come un tenero animaletto, un cucciolo bisognoso d'amore, la nostra difficile preda. Quanto ardimento e con che dura sopportazione ho dovuto corteggiarla, blandirla, dimostrarle che l'amavo, farle capire quanto pure, quanto nobili fossero le mie intenzioni. Ma finalmente è mia, l'ho posseduta.

Abbiamo vinto, amica mia. Abbiamo vinto, una volta ancora.

Non esiste donna capace di resistermi; di resistere a me e alle vostre splendide, delittuose strategie.

Vi bacio sulla bocca, ancora inebriato dalla nostra vittoria.


A voi che, sola, siete senza cuore,

In attesa di nuove sfide

Visconte di Valmont



La Signora Volanges alla Signora Rosemonde


Che pena, amica mia, che pena. Avrete di certo già saputo.

La mia stima e la mia fiducia nella Marchesa di Merteuil erano già da tempo basse e irrimediabilmente compromesse, ma una fine del genere, una morte così dolorosa, come potrebbe augurarla una donna a un'altra donna?

Pensate allo stupore e al terrore di chi, non vedendola da giorni, l'ha cercata e trovata al suo scrittoio, con le pagine bianche ancora strette tra le dita, il sangue che sgorgava ovunque e aveva bagnato ogni cosa. E quel tagliacarte conficcato nel petto.

Amica mia, quale solitudine, quale tristezza, inconsolabile e profonda, quale male oscuro può averla spinta a quel martirio?

Ne parla tutta la città. Chissà se Valmont è stato già informato: erano amici e a questo mondo, lo dico proprio a voi, mia tenera Signora Rosemonde, non c'è niente di più importante e puro dell'amicizia. Più importante anche dell'amore.


Con incredula contrizione

la Signora Volanges









  
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