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Autore: Zoraya    27/12/2011    2 recensioni
Due lettere, una per un fratello, una per un figlio. In entrambi i casi, per un morto. E' la prima volta che pubblico una storia e la voglio dedicare a Musiek e a Dramy96123.
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: George, e, Fred, Weasley, Molly, Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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E un bel giorno ti accorgi che esisti,
che sei parte del mondo anche tu,
non per tua volontà e ti chiedi chissà,
siamo qui per volere di chi?

Caro Fred, in una lettera normale ora avrei scritto “come stai?”, ma questa non è una lettera normale, e sicuramente stai meglio di me. In questo momento tutti stanno meglio di me. Non so con chi parlare, quindi ho deciso di prendere in mano carta e penna e di scrivere una lettera per te, ben sapendo che non la leggerai mai. Ti ricordi quando eravamo piccoli? I nostri scherzi, le nostre risate, le urla della mamma… E poi siamo cresciuti e siamo andati ad Hogwarts. Ti ricordi il nostro primo anno? La seconda settimana eravamo già andati per la terza volta da Minnie e abbiamo avuto la nostra terza o quarta punizione. Ti ricordi ciò che avevamo fatto? Io si: abbiamo riempito la stanza di Gazza di cacca bombe che sono esplose quando lui è entrato. Mi ricordo ancora la sua faccia! E’ stato troppo divertente! E ti ricordi quando siamo entrati in possesso della mappa? Si trovava nell’ufficio di Gazza e, nel momento esatto in cui è uscito per un solo secondo, noi abbiamo frugato tra i vecchi oggetti e siamo stati attirati da quella carta completamente bianca. Abbiamo usato quella mappa per sgattaiolare da Mielandia o da Zonko, adoravamo quella mappa, ma darla a Harry è stata la cosa più giusta da fare, ho scoperto che gli apparteneva di diritto, era stata creata da suo padre. E poi abbiamo trovato il coraggio di fare quello che avremmo dovuto fare molto tempo prima: ce ne siamo andati e abbiamo aperto il nostro negozio di scherzi, era il nostro sogno e lo abbiamo realizzato insieme. Noi siamo sempre stati insieme, solo la morte poteva dividerci e la morte lo ha fatto, anche se non ne sono sicuro. Non sono più sicuro di niente, Fred, da quando sei morto io sono solo. Ho troncato i rapporti con la nostra famiglia: non riuscivano neanche a guardarmi in faccia e la mamma piangeva tanto, troppo, non ho mai sopportato vederla piangere, e tu lo sai. Vorrei che fossi qui, Percy ora passa davvero tanto tempo in famiglia, ma io non riesco neanche a sorridergli, non gliene voglio fare una colpa, ma lui era li con te, ed io no. Quando sei morto lui ti ha visto, ti ha anche strappato un sorriso, nel momento del bisogno io non c’ero, e questo fa male. Harry e Ginny stanno finalmente insieme, lei lo ama da una vita e sono felice per loro, il nostro piccolo Ronnie sta crescendo, si è messo con Hermione, stanno davvero bene quei due. Addirittura quello sfigato del nostro Prefetto e Caposcuola ha trovato una donna, è una cosa incredibile! Ma so che qualsiasi cosa succederà, qualsiasi persona entrerà nella nostra vita, continueremo a soffrire, soffrire per le cose che abbiamo visto e per i nostri morti. La guerra ci ha segnato nel profondo, ogni notte mi svegliò per un incubo, è sempre diverso ma parla della guerra e l’ultima cosa che vedo è il tuo volto, il tuo volto che sorride per qualcosa, e, in qualche modo, so che non sorride per merito mio. Sto male, Fred, mi manchi e non riesco ad andare avanti, non riesco a staccarmi dai ricordi, perché sono l’unica cosa che mi resta, forse sto diventando un sentimentale, se tu fossi qui mi prenderesti in giro, ma è proprio questo il punto, tu non sei qui. Mi hai lasciato da solo a combattere contro tutto il mondo. Ho paura di non farcela, forse chiuderò il negozio di scherzi, d’altronde era il NOSTRO sogno, non il mio, non il tuo, ma il nostro, e se tu non ci sei non ha più senso. Non ho più la forza di andare avanti, tu eri la mia forza, tu eri la mia roccia, e io senza di te semplicemente mi perdo. Vedo i ragazzi entrare nel negozio sorridendo felici e spensierati, e ricordo quando anche noi eravamo così, senza problemi, pieni di sogni e di speranze. Ricordo i tuoi sorrisi, identici ai miei, le tue parole, le tue paure. Ora non sorrido più, non parlo più con nessuno all’infuori dei clienti, non ho più paura, perché la mia paura più grande era perderti. Forse è così per tutti i gemelli, non lo so, ma so che noi eravamo speciali, eravamo una cosa sola. Quando sei morto tu, sono morto anche io. Ricordo ancora il giorno del tuo funerale, lo sai? Piangevano tutti, e nessuno osava guardarmi. In cielo c’era un sole che poteva spaccare le pietre, cosa molto strana in effetti, e tutto era uguale a se stesso, tutto era rimasto così come era, eppure tutto era diverso. Mi sono chiesto più volte perché il mondo non soffrisse con me, insomma, tu eri morto, non dovevano più esistere i colori e la bellezza. Tu eri morto e tutto doveva morire con te. Quel giorno per me era tutto grigio e freddo, anche il sole, niente riusciva a riscaldare il gelo che avevo dentro. Gli altri non capiscono, nemmeno la mamma, loro hanno perso solo un figlio o un fratello, io ho perso tutto, soprattutto me stesso. Quel giorno, dicevo, non facevano altro che ripetermi che tu avresti voluto vedermi felice, non ti conoscevano davvero, tu eri come me: talmente egocentrico da volere che tutti piangessero la tua morte per molto tempo. L’altro giorno ho trovato una foto, ti ricordi quella che scattammo il giorno dell’apertura? C’era il negozio sullo sfondo e noi due che sorridevamo, ignari di ciò che ci sarebbe accaduto. Mi mancano le tue prese in giro, pagherei oro per sentire una tua battuta sul mio orecchio, anche se, obbiettivamente, sono molto più figo di te, voglio dire, ero. Ora cosa sono? Una cosa da buttare, sono come una candela che non fa più luce, sono qualcosa lasciato a metà. Sei tu la mia metà, Fred. So che vorresti vedermi con il resto della famiglia davanti alla tua tomba a piangere, solo non riesco più a stare in quella famiglia dove nessuno capisce ciò che sto passando. Però io non ho nemmeno provato a spiegare ciò che provavo. Forse dovrei provare ad tornare a casa, dovrei provare a perdonare tutti, dovrei tornare anche solo per la mamma. Ho ricevuto il suo regalo, mi avrà fatto l’ennesimo maglione, ma stavolta non ci sarà la mia iniziale ricamata sopra, semplicemente perché non c’è nessun altro da cui distinguermi. Ti ricordi quel Natale del terzo anno in cui ci siamo scambiati i maglioni? E’ stato troppo divertente vedere la faccia di Harry quando abbiamo detto di essere Gred e Forge. Quanto ci siamo divertiti insieme! L’altro giorno stavo ripensando al matrimonio di Bill e Fleur e a tutto ciò che hai detto sui vestiti scomodi e sulla mamma, e a come avresti fatto tutto in modo diverso al tuo. Volevo esserci al tuo matrimonio, volevo che tu fossi al mio. Volevo che vedesti i miei figli, volevo vedere i tuoi. Volevo passare tutta la mia vita con te, volevo vivere tutti i momenti più importanti con te. Invece l’unica cosa che mi resta sono i ricordi e le foto, le foto che abbiamo fatto insieme, le foto in cui ci divertiamo. Non so se c’è qualcosa dopo la morte, forse si, perché non riesco a sopportare che persone come te o come Remus o come i genitori di Harry, non abbiano una seconda possibilità. Per me tutti devono avere la possibilità di essere felici. Bene è ufficialmente Natale, è appena scattata la mezzanotte, quindi Buon Natale, Fred, a te e ai Malandrini con i quali ti starai divertendo. Voglio che tu sia la prima persona che vedrò quando morirò. Arrivederci, Fred.


Poi un raggio di sole ti abbraccia,
e i tuoi occhi si tingon di blu,
e ti basta così,
ogni dubbio va via,
e i perché non esistono più.


Caro figlio mio, caro il mio Fred, Spero vivamente e con tutto il cuore che tu abbia trovato la pace. Ma il mio cuore è distrutto, ora, distrutto dalla perdita di due figli. Tu sei stato il primo, e, subito dopo di te, anche George se ne è andato. E’ andato lontano da noi. E chi può biasimarlo? Chi vorrebbe come madre una persona che non riesce neanche a guardarlo in faccia senza scoppiare a piangere perché in lui rivede il suo gemello morto? Chi vorrebbe essere guardato con pietà e compassione? Di certo non George, il mio orgoglioso Gryffindor.Mi mancate entrambi, è Natale e ho fatto un maglione in meno, mi manca quel maglione e la persona che lo portava, quella stessa persona che fin dalla nascita mi faceva urlare come una matta per tutti gli scherzi che inventava insieme al fratello. Mi manca urlarvi contro, mai manca la vostra faccia ingenua come se voi non aveste fatto nulla. E, strano a dirsi vero?, mi mancano i vostri scherzi. In qualche modo mi facevano passare le giornate e mi risollevavano il morale quando ero triste. E’ Natale e voi due non state architettando nulla ai mostri danni, l’albero che abbiamo preparato è freddo, senza lo gnomo che troneggia sulla sua punta vestito da angelo (si, mi sono accorta che era uno gnomo, mi credete davvero così stupida?!). sono parole che si ripetono spesso, Fred, ma una madre non deve mai sopravvivere al figlio, è lacerante e ti distrugge dentro. L’unica cosa che mi fa andare avanti è la famiglia, il resto della famiglia ha bisogno di me,soprattutto tuo padre che cerca di dimenticare in tutti i modi, ma so che non ci riesce, non ci riusciremo mai. Il tempo non guarisce tutte le ferite, ti aiuta, ma non le guarisce. I tuoi fratelli fanno come niente fosse, ma, stasera, o dovrei dire ieri sera, visto che è mezzanotte passata, quando hanno visto che mancavano due posti, Ginny, la tua forte e cara sorellina, se ne è andata a piangere in un luogo isolato, dove nessuno poteva vederla. Sai bene quanto me quanto odia sentirsi debole. La paura è sempre presente nel nostro cuore, anche se abbiamo tolto tutte le difese magiche che circondavano la casa. Non so perché ho deciso di descriverti queste cose, forse per quello che ha detto Harry a cena, quando, prima di mangiare ha ringraziato tutte le persone che sono morte per un mondo pacifico, in cui l’uomo non cerca di abbattere l’uomo, in cui tutti si rispettano. Ma so che non durerà in eterno: l’odio è troppo radicato nell’essere umano. Spero di sbagliarmi o di non esserci quando e se si dovesse ripresentare tale situazione. Può sembrarti egoistico da parte mia, ma non sopporterei di veder morire altre persone per qualcosa di così stupido ed insensato, per qualcosa che dovrebbe esistere. Vorrei poterti parlare in modo allegro, ma non ci sono mai riuscita, eravate voi due quelli bravi a sdrammatizzare in famiglia, non io. Non capisco come faccia Harry, dopo tutto quello che ha passato, ha sopportare ancora altro dolore, si sente in colpa, dice che la colpa è solo sua, che se si fosse consegnato in tempo, nessuno sarebbe morto. Hermione gli ordina di stare zitto, in queste circostanze, ricordandogli, che se non avesse distrutto i due Horcrux di Voldemort, a morire non sarebbero state solo quelle persone, ma moltissime altre. Ha ragione, naturalmente, ma Harry non lo capisce, e si fa carico di questa inesistente colpa. So che il vostro negozio va più che bene. Io all’inizio ne ero contraria, ma devo riconoscere che è la cosa migliore che potevate fare. Sto passando da un argomento all’altro senza alcun filo logico, ma i pensieri sono più veloci della penna e sono molto confusi. Ma sono sicura di una cosa, ti voglio bene, Fred. Non te l’ho detto spesso quando eri in vita, e me ne pento, ma l’ho sempre pensato. Oh, Fred, ci sono così tante cose che vorrei tu sapessi, ma non posso parlartene, non ora, non così. Ti dirò tutto quando ci incontreremo, perché noi ci rivedremo, nessuno può impedire ad una madre di rivedere suo figlio, e sono pronta ad uccidere chiunque ci ostacolerà. Aspettami figlio mio, perché io arriverò, e sarò pronta, che sia ora o tra altri cento anni, e aspetterò impazientemente il momento in cui ti abbraccerò di nuovo, mio coraggioso e orgoglioso figliolo.
                                                                                                                                                                                                      Tua madre.

George prese la candela e l’avvicinò al pezzo di carta che bruciò immediatamente. Aveva riletto tutto e aveva pianto, ma non si era liberato del peso che gravava sulle sue spalle. Si alzò in piedi e spense il fuoco, ora sapeva cosa fare.

Molly fece Evanescere la lettera, non voleva che la trovassero. Appoggiò la testa sulle braccia incrociate ed iniziò a piangere. Un piccolo POP la fece trasalire. Ma, esattamente di fronte a lei, c’era suo figlio, George. Le lacrime iniziarono a scendere copiose sul suo volte, ma erano lacrime di gioia stavolta. Si alzò in piedi ed allargò le braccia, suo figlio, ormai uomo si lasciò avvolgere dal calore e dal profumo della madre, come quando era bambino. Profumo di dolci e di casa. La donna si asciugò gli occhi, fingendo di non vedere le lacrime del figlio, e si diresse verso i fornelli, ritrovando il suo spirito pratico. Immediatamente un intenso odore di cioccolata fece sorridere George. Molly la versò in due tazze e, madre e figlio si sedettero, l’una di fronte all’altro. Parlarono tutta la notte, di tutto e di niente, ma George avrebbe sempre ricordato ciò che sua madre gli disse quella sera: la vita è un cerchio, per ogni persona morta, ce ne sarà sempre un’altra a prenderne il posto e nessuno morirà davvero, perché continuiamo a vivere nel ricordo di chi ci ama.*


E’ una giostra che va,
questa vita che gira insieme a noi,
e non si ferma mai,
e ogni vita lo sa,
che rinascerà,
in un fiore, e ancora
vivrà.



*cit.: Carlos Ruiz Zafon.
  
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