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Autore: C_Lamperouge    27/12/2011    3 recensioni
Quello stupido ricordo. Quello stupido ricordo di Liam che mi sbatte il giornale sul tavolo con la notizia che “Niall Horan si è messo l’apparecchio”,con tanto di foto di me in primo piano nella polo rossa intento a cantare col microfono in mano,e per cui lui ha sbollentato così tanto. La causa di tutto questo è …. il mio apparecchio.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Liam Payne, Niall Horan, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Bussano alla porta. Non rispondo,non voglio rispondere. Non mi interessa chi è,non voglio parlare e vedere nessuno,voglio stare solo. Qui,sotto le coperte,come faccio da due giorni. Stranamente qui sotto tutto sembra più accogliente,si,credo sia il termine giusto. Più intimo,al calduccio,rannicchiato ad ascoltare musica. Sarebbe bello vivere per sempre così,escluso da tutto e tutti,dove niente può ferirmi. Come sono arrivato a questo? Bella domanda. Un nome: Liam Payne,è lui la causa di tutto. Il mio migliore amico non mi ha parlato per una settimana. Capite? Un’intera settimana. E no,non perché era dai suoi genitori. Viviamo tutti insieme,abbiamo avuto un concerto a sera o quasi,più i signing la mattina. E lui,lui non mi ha mai parlato. Sto pure iniziando a dimenticare il suono della sua voce,ma so che non accadrà. L’ho sentita per così tanto tempo negli ultimi mesi,che è impossibile,è impressa nella mia memoria in modo indelebile,come quella degli altri quattro. Bussano di nuovo. Non risponderò,è inutile. Non è nemmeno chiusa a chiave,quindi se ci fosse qualcosa di veramente urgente la aprirebbero e mi avviserebbero. Ma in due giorni nessuno è entrato,quindi non c’è niente di così urgente o grave. Harry ha provato a parlarmi ieri,per più di un’ora,ma non ho emesso segni di vita,se non il mio respiro,e quindi è finita che parlava solo lui,e quasi non mi addormentavo mentre lo faceva. Dopo hanno anche provato Zayn e Louis,e l’unica cosa che hanno ottenuto è stato parlare al nulla. Ringrazio il cielo che siamo sotto natale,e almeno posso stare nel mio letto senza dover venir meno agli impegni della band,che l’unica cosa che conta per me. Allungo la mano,per prendere un'altra manciata di patatine,ma il pacchetto è finito. Anche questo,bene. Cerco alla cieca nel comodino,nella speranza di trovare qualche pacchetto con ancora qualcosa dentro,ma niente tutti vuoti. Sono costretto ad alzarmi,bene. Andare in cucina? No,un bel sandwich mi andrebbe,ma non voglio uscire. Apro il cassetto,e con felicità vedo che ho ancora un po’ di scorte. Prendo un altro pacchetto rosso e lo apro,iniziando a sgranocchiare. La luce filtra dalla finestra,non mi ero nemmeno accorto fosse mattina inoltrata. Mi giro intorno,e sembra la camera di una casa abbandonata. No,non perché è in disordine,ma perché è….non so come dirlo. Bene o male tutto è in ordine,apparte il paio di scarpe sul tappeto,la pila di vestiti sulla sedia della scrivania,la tastiera ricoperta di fogli,la chitarra dentro l’armadio con l’anta aperta,i pacchetti di patatine attorno al letto….no,non è poi così in ordine. Mi fisso nello specchio,sono uno straccio. I capelli sono per i fatti loro,sono più bianco del normale in viso,e ho le labbra impastate del sale delle patatine. Per non parlare della barba- oddio,barba ….. quei peli sulla faccia che mi illudo siano barba- che mi danno quel tocco da trasandato che mancava per farmi sembrare un barbone che ha dormito sotto un ponte. Ok,direi che una pausa da quel posto così meraviglioso che è il letto me lo posso concedere per una doccia no? Poso il pacchetto quasi finito sulla scrivania,e apro l’altra anta dell’armadio,in cerca di qualcosa di comodo da mettere dopo essermi lavato. Ma si,la OnePiece con la bandiera americana può andare. La prendo e la butto nel letto,poi entro in bagno. Faccio per chiudere la porta a chiave,ma ci ripenso subito dopo,e la lascio aperta,non la accosto nemmeno. Non entrerà nessuno in camera,e in caso farmi vedere nudo non è tutto questo gran dilemma,ci siamo già visti appena usciti dalle docce centinaia di volte. Entro nel box della doccia,e il getto d’acqua calda si scontra col mio corpo,rilassandomi. Nel giro di pochi minuti il bagno è pieno di vapore,ma non mi importa,a dire il vero mi è sempre piaciuto non so il motivo. Mi faccio una bella doccia di venti minuti,canticchiando di tanto in tanto. Appena esco mi avvolgo subito nell’accappatoio,per non prendere freddo,e inizio ad asciugarmi i capelli col fono. Pulisco con la mano lo specchio del bagno pieno di condensa,e poi cerco il rasoio chinandomi sotto il lavello,e una volta trovato mi rado. Finito tutto mi sciacquo la faccia e pulisco la lametta,la lascerò asciugare sul lavandino. Mentre controllo di non essermi tagliato niente,conoscendo la mia imbranataggine,mi ricordo una cosa fondamentale: gli elastici! Oggi è venerdì, devo rimettere gli elastici all’apparecchio per altre 24 ore. Prendo al volo la scatolina bianca,e cerco di aprirla nervosamente,e finalmente ci riesco. Faccio per mettere il primo,quello tra incisivo e molare,ma qualcosa mi ferma. Quello stupido ricordo. Quello stupido ricordo di Liam che mi sbatte il giornale sul tavolo con la notizia che “Niall Horan si è messo l’apparecchio”,con tanto di foto di me in primo piano nella polo rossa intento a cantare col microfono in mano,e per cui lui ha sbollentato così tanto. La causa di tutto questo è …. il mio apparecchio. Gli ho urlato contro varie volte che lo facevo per me,non per quegli stupidi che criticavano i miei denti. È per sentirmi meglio io,non per far sentire meglio loro. Ho sempre odiato i miei denti storti,in confronto a tutti quelli dei miei amici,che erano così …. perfetti. Non ho mai potuto metterlo,per questione di soldi o altro,e ora finalmente che posso,voglio farlo. Ma no,deve esserci lui a ostacolarmi,a farmi venire le crisi esistenziali per uno stupido apparecchio. Ricaccio tutto dentro,e metto i due elastici nell’arcata di sopra. Esco dal bagno,per andare a prendere la mia OnePiece sul letto,e tornare sotto le coperte a deprimermi con la musica e a mangiare patatine come se non ci fosse un domani. Prima però,sarà meglio che prenda la biancheria nel cassetto dell’armadio. Cerco velocemente,e prendo il primo paio di mutande e calzini che mi capita. Faccio per levarmi l’accappatoio per mettermi le mutande,quando qualcuno si schiarisce la voce. Mi giro di scatto,e trovo qualcuno seduto nel mio letto. E chi poteva essere,se non lui? Liam. Uao,dopo nove giorni,si è schiarito la voce con me. Quindi per arrivare al “ciao” direi che devo aspettare Pasqua,o addirittura l’estate. Non dico una parola,metto le mutande con l’accappatoio ancora sopra,poi lo levo e mi siedo sul letto,alle sue spalle,e metto i calzini,quindi indosso la tuta e mi alzo nuovamente. Vado verso la porta,e la apro. Spero abbia capito cosa voglio che faccia,ma dopo trenta secondi che lo fisso e lui sta immobile,direi che è idiota o non so cosa.
Esci Liam”-dico,con voce fredda,e nella mia testa mi stupisco di scoprirmi capace di saper usare toni del genere. Lui si alza,e mi sento sollevato che finalmente se ne stia andando. Ma invece,accosta la porta,e la chiude a chiave,e torna nel letto. Bene,non vuole andarsene,chiedergli di nuovo di uscire sarebbe inutile,e il mio corpo del tutto privo di muscoli non mi permetterebbe mai di trascinarlo via di peso. Sbuffo,alzando gli occhi al cielo. Prendo di nuovo il pacco di patatine di prima,e lo fisso,in attesa che parli. Sono passati almeno due minuti,ma lui continua a fissare la moquette verde bottiglia della mia camera.
“Devi dirmi qualcosa o staremo così tutto il giorno?”-chiedo,spazientito,mentre lascio il pacchetto ormai vuoto sul tavolo,e inizio a camminare per la camera mettendo ordine. Dio,non ho mai messo in ordine la mia camera in 18 anni,e lo sto facendo adesso,pur di non guardarlo. Già,deve soffrire almeno quanto l’ho fatto io,non mi interessa, Inizio a raccogliere i pacchetti di patatine attorno al letto,e li butto nel cestino,poi esco la chitarra dall’armadio,e la metto nel suo treppiedi. Chiudo l’anta dell’armadio,non prima di aver posato le scarpe dentro. Poi cerco di raccogliere i fogli sulla tastiera,mettendoli in ordine. Per la pila di vestiti,beh,mi servirebbe il letto per piegarli. Ma questo vorrebbe dire avvicinarsi a lui,e non voglio. Mi giro intorno,alla disperata ricerca di qualcosa da fare,ma non trovo niente. Bene,siamo al capolinea,eh Horan?
“Allora Liam?”-chiedo,di nuovo. Sorride. Che cazzo ti ridi Payne? Io sono a dir poco incazzato con te,e tu ridi?
“Liam,se non dici qualcosa giuro su Dio che ti picchio finchè non parli”-dico,in preda alla rabbia e alla disperazione.
“Fallo allora”
“Credi che non ne sia-”-mi blocco. Ha parlato. Oh Payne,allora ti ricordi ancora come si fa. Sorride,deve aver capito che l’ho notato. Ignoro tutto-“Credi che non ne sia capace?”
“Fallo,me lo merito per come mi sono comportato.”-bravo Liam,sai anche dire una frase che abbia più di due parole,facciamo progressi vedo. Vuoi essere picchiato? Bene. Non so con quale forza,e soprattutto con quale coraggio,ma mi avvento su di lui e gli do un pugno dritto sullo zigomo. Cade di lato dal letto,ma mi sono fatto più male io,già la mano mi pulsa. Lui si alza quasi subito,si tocca appena lo zigomo,sorridendo. Smetti di ridere Payne,non c’è assolutamente niente da ridere.
Ne vuoi un altro?”-chiedo,più alterato di prima.
“Se stavolta riesci a farmi male”-mi provoca. Scatto verso di lui,e lo spingo verso il muro. Carico un altro pugno,ma mi fermo a meno di un centimetro dal suo viso. Lo fisso negli occhi,con i miei carichi di rabbia,mentre i suoi sono ….calmi,calmissimi. Diamine Liam,stai venendo picchiato dal tuo migliore amico,e sei calmo e sorridente? Che ti prende? Non so come,ma tutta la rabbia nei miei scompare,come inghiottita da quella calma. Ma non mi farò vedere debole,no. Mantengo l’espressione di prima,quella arrabbiata e che si sforza di trattenere il pugno.
“Allora Niall? Riesci a darmi questo pugno?”-maledetto,sei un maledetto bastardo. Mi stai guadando negli occhi,e sai perfettamente che non ne sarei mai capace. Mi abbassa un pugno con la sua mano,lentamente,e poi mi abbraccia. Si,mi abbraccia. Non so cosa fare,sono stato colto di sorpresa,ma decido di non rispondere all’abbraccio. Come ho detto prima,devi soffrire per quello che mi hai fatto Payne. Si stacca,e mi stavolta mantiene lo sguardo basso.
“Non sono molto bravo con le parole”-inizia.
“Davvero? In questi nove giorni non l’avevo notato molto”-dico,beffardo. Quando sono arrabbiato riesco a dare il meglio di me,cavolo.
“Già”-dice sorridendo-“ beh…”
“…beh?”
“….Mi dispiace. Forse ho un poco esagerato per la storia dell’apparecchio.”
Un pochino?”-ora mi incazzo per  bene-“ Un pochino?! Liam non mi hai parlato per più di una settimana! Sono il tuo migliore amico,e non mi hai parlato per nove giorni di seguito!”-urlo,allargando le braccia e allontanandomi da lui.
“Lo so e…mi dispiace
Non basterà questo. Non basterà un ‘mi dispiace’ e tutto risolto”
“Lo so che non basterà.”
“Almeno di questo ne sei cosciente”-dico,spazientito
“Ascoltami”-dice,avvicinandosi-“non puoi immaginare nemmeno lontanamente …. come questi nove giorni siano stati un inferno per me. Non poterti parlare,solo per un mio stupido capriccio. Solo perché credevo che l’avessi fatto per gli altri. Non so cosa mi sia preso. Ho solo visto che tu eri diventato … un altro,ecco.”
“Come?”-chiedo incredulo
“Non eri più il Niall sicuro di se,che se ne sbatte altamente di quello che pensano gli altri,che convive con le sue debolezze e anzi,non ha paura di mostrarle. Ho visto un Niall che ha paura dei giudizi altrui,un Niall che non mi piaceva,un Niall che … era troppo simile a me.
“A te? Tu avresti paura dei giudizi altrui?”
“Da morire Niall,da morire. Ogni notte ho paura che l’indomani mi svegli,e che sia stato tutto un sogno sai? Ho paura di tornare alla vita che facevo prima,dove venivo giudicato e deriso da tutto e tutti ….”-già,me ne aveva parlato. Era stato la vittima di bulletti per molti anni. Ecco,basta una frase e subito mi intenerisco.
“Niall,ti prego …. dimmi solo una cosa.”-fa una pausa, io faccio un cenno con la testa per incitarlo a continuare-“ dimmi,seriamente,se l’hai fatto per te o per gli altri. Devo saperlo.”
“Perché vuoi saperlo?”
“Perché voglio sapere se ho davanti una persona che può proteggermi,o che devo proteggere”-risponde con tutta la naturalezza di questo mondo,fissandomi negli occhi. Diavolo Payne,perché ci riesci solo tu? Perché riesci a farmi capire cose che nemmeno sapevo di poter pensare? Sei peggio di un siero della verità,dovrebbero prenderti nei servizi segreti.
“Se ti dicessi …. che l’ho fatto in parte per me … e in parte perché ero stanco di tutti gli altri?”-sussurro,con lo sguardo basso.
“Ti direi che non ne hai bisogno,ti direi che sei perfetto per come sei,e che se qualcuno pensa che non vai bene così,non ha idea di cosa si perde. Il tuo sorriso è perfetto così come è.”
Non è vero”-dico,allontanandomi,come se bastasse a farlo smettere di parlare.
“Si invece. Non hai i denti perfettamente dritti…e allora? Hai mille altre qualità che mettono questa cosa che tanto ti infastidisce in secondo piano. Spesso lo noti solo tu,sai? Ogni volta che guardo una tua foto dove sorridi,non sono i denti che risaltano,ma il tuo sorriso.”-lo guardo interrogativo,e lui si spiega meglio-“in ogni foto,il tuo sorriso viene dal cuore”-si tocca il petto-“e gli occhi riflettono quello stato d’animo. Non hai bisogno di quella stupida ferraglia nella bocca per renderlo migliore,perché non si può rendere migliore qualcosa che è già perfetto così come è.”
Sta sorridendo,cercando il mio sguardo. I nostri sguardi entrano in contatto,e capisco immediatamente che è sincero,che non sta dicendo tutte queste cose solo perché vuole fare pace.
“Ti prego Niall….puoi perdonarmi per tutto questo casino inutile che ho fatto?”-mi chiede sorridente. Posso farlo? Posso perdonarlo per avermi fatto morire dentro negli ultimi nove giorni? Lo fisso di nuovo negli occhi,e la risposta viene fuori da sola.
“Certo che posso,stupido”-dico,abbracciandolo forte. Lui ricambia,e dopo più di una settimana mi sento di nuovo bene. Diavolo,quanto mi era mancato abbracciarlo. Stiamo così per qualche minuto,poi sono io a staccarmi.
“Domani puoi accompagnarmi in un posto,Lì?”-chiedo contento,mentre apro la porta.
“Dove dobbiamo andare?”-chiede curioso.
“Dal dentista a ‘levarmi questa ferraglia dalla bocca’ ”-dico imitando il tono che lui aveva usato prima,e uscendo dalla camera. Lui sorride,e mi segue,e troviamo subito dietro l’angolo Harry Louis e Zayn sorridenti,colti in fragrante che origliavano la nostra discussione. Si,direi che è tornato tutto alla normalità.
  
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