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Autore: Cleo    12/08/2006    4 recensioni
Un tempo avrebbe pianto e urlato per quello. Per lei. Ma in quel momento…oh, che importanza aveva? Vedeva la morte continuamente. Se anche gli si presentava davanti sotto forma diversa, sotto forma sua, lui la riconosceva ugualmente. E non urlava e piangeva più. Anche se era lei.
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un tempo avrebbe pianto e urlato per quello. Per lei. Ma in quel momento…oh, che importanza aveva? Vedeva la morte continuamente. Se anche gli si presentava davanti sotto forma diversa, sotto forma sua, lui la riconosceva ugualmente. E non urlava e piangeva più. Anche se era lei.
Le facce erano sempre le stesse. Cambiate, cresciute, in qualche modo sempre uguali. C’era anche qualcuno che non si aspettava sarebbe stato lì. Poche persone, in ogni modo. Nessun parente tranne sua madre, per quel che riusciva a vedere. Il suo ragazzo del liceo, una sua amica, la direttrice della banda in cui suonava…nessun parente. E solo per un bambino. Un bel bambino, fra l’altro. Biondo, con grandi occhioni blu e un bel sorriso. Era cresciuto. Doveva avere quasi undici anni, ormai…Greg gli sorrise e lo salutò con un gesto della mano. Matthew non lo riconobbe. Dopotutto, quanto tempo era passato?
Marta Laine gli si avvicinò e si sedette di fianco a lui. I suoi capelli rossi erano dritti, adesso. Gli occhi verdi…quelli, sempre gli stessi. Era cresciuta, anche lei, era cambiata. Aveva poco a che vedere con l’adolescente goffa che aveva conosciuto al liceo. Era diventata bella. Mai come Gail, però…
<< Ciao. >>
Solo un sussurro. Non l’aveva neanche guardato negli occhi, e se altre persone fossero state sedute di fianco a loro avrebbe pensato che non stesse parlando con lui.
<< Ciao. >>
<< Ti manca? >>
La guardò, forse un po’ sorpreso. Non ‘Come stai? ‘ o ‘Come va?’. Solo ‘Ti manca?’ Gli mancava, Gail? Gli era mancata, in tutti quegli anni?
<< I-io non so…non l’ho vista per tanto tempo…>>
<< Ti manca? >>
Greg abbassò il capo, sconfitto, sotto lo sguardo penetrante ed impassibile di Marta.
<< Sì. Mi manca. >>
<< A me no. Per me è ancora qui. C’è Matthew, vedi? Finchè c’è lui, per me lei è ancora qui…>>
Gli occhi verdi, chiarissimi e profondi, guardavano lontano, forse persi in un bel ricordo, velati di lacrime.
Il prete, grassottello e un po’ pelato, aprì la Bibbia e si schiarì la voce per attirare l’attenzione della gente. Se fossero stati in un’altra situazione, Greg e Marta avrebbero riso di lui…
<< Cari fratelli, siamo qui riuniti per celebrare la scomparsa di Abigail Hooper…>>


<< Sono incinta. >>
Due paroline semplici semplici. Almeno in apparenza. Perché quelle due paroline, dette a diciassette anni, fanno paura. A Greg facevano paura, pronunciate da lei. Marta aveva pianto. Gail era stata zitta, mordendosi il labbro, rodendosi nella sua colpa.
Gail era incinta. Ci aveva messo qualche secondo a realizzarlo. Poi l’aveva abbracciata e le aveva sussurrato all’orecchio la sua promessa. << I’ll always be there…for you. >>
Sarò sempre lì...per te.


La funzione era durata poco. Justin, l’amico che completava il quartetto costituito da Greg, Marta e Gail non era venuto, perché effettivamente la California era un po’ lontana dal Canada, dove lavorava. La madre di Gail e suo figlio avevano pianto, tenendosi per mano. Marta non aveva detto una parola, limitandosi a fissare la bara. Greg l’aveva guardata, mentre il prete recitava la funzione. Non aveva versato una sola lacrima. Forse perché in passato aveva già pianto troppo per Gail…
<< Perché sei venuto? Las Vegas non è esattamente dietro l’angolo… >>
<< Non lo so. >>
<< Perché volevi bene a Gail? >>
<< Sì. Perché le volevo bene. >>
Marta si sistemò una ciocca di capelli dietro all’orecchio. << Perché succedono queste cose? Voglio dire, è stupido morire perché uno sta guidando contromano…>>
Sì, in effetti era buffo. Gail, una che era sopravvissuta a qualunque cosa era capitata nella sua vita, era morta per un banale incidente stradale. Greg si strinse tristemente nelle spalle.
<< Col mio lavoro ho visto morti ancora più stupide…>>
<< Ti rendi conto che sono ormai sei anni che non ci vediamo? >>
Greg sorrise amaramente dando un calcetto ad un sassolino, continuando a camminare per il cimitero con Marta.
<< Sì…sì, effettivamente è tanto tempo…>>
<< Forse troppo…>>
Strinse la mano alla signora Hooper, che ancora si asciugava il naso con un fazzolettino, e poi Marta lo prese a braccetto, trascinandolo fuori dal cimitero.
<< Abbiamo già avuto troppa tristezza e lacrime per una giornata sola…Abigail non vorrebbe questo, non credi? >>
<< Probabilmente adesso Gail ci porterebbe fuori a bere qualcosa…Ti va un caffè? >>
Marta lo guardò e gli sorrise, mentre i suoi occhi verdi si illuminavano. << Cosa direbbe Gail? >>
<< Beh, direbbe sì…>>
Da lontano, Greg vide il ‘St. Gabriel IceCream’, la gelateria preferita del quartetto quando ancora erano al liceo. Sorrise a Marta e prese a camminare più velocemente verso il bar.
<< Chi arriva ultimo è un uovo marcio! >>
Sì, forse si poteva ricominciare.






Nota dell’autrice: salve a tutti! E’ un sacco di tempo che non pubblico qui, e sono ritornata con questa one-shottina estremamente corta ed estremamente triste, che non è esattamente nel mio stile…e vabbè. Volevo solo dare un mio personale tributo al personaggio di Greg, perché sento che ancora non abbiamo scoperto niente su di lui…
Volevo solo ringraziare tutti gli amici del ‘William Petersen&Eric Szmanda forum’, perché mi fanno continuamente morire dal ridere e mi regalano un sacco di ispirazione…Grassie di cuore!! ^^’ V.V.T.B.
Cleo alias Pedra
  
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