Please, don’t leave.
 
«Damon, ti prego, non andare!»
«Elena, devo portare il culo di mio fratello qui al più presto, la sua vacanza è durata fin troppo.»
Le rispose Damon, versando un po’ di liquido giallastro nel bicchiere.
«Puoi smettere di scherzare soltanto per un secondo?» Ribadì Elena, quasi furiosa.
«E’ impossibile!» Continuò Damon, con un sorriso sul volto, apparentemente calmo.
Elena andava su e giù per l’enorme salone del pensionato dei Salvatore, respirando affannosamente.
Guardava Damon, che sorseggiava il suo bourbon, tranquillo.
«Lasciami almeno venire con te! Se Stefan sarà laggiù, la tua sola presenza non basterà. Tu puoi distrarre Klaus e io poss-»
«Ci abbiamo già provato, ricordi?» La interruppe Damon, finendo di bere dal suo bicchiere. E sai bene com’è andata a finire.
Elena sospirò, passando una mano tra i suoi capelli.
«Stai continuando a prendere decisioni al posto mio, lo hai sempre fatto!» Sputò Elena, arrabbiata.
«Vai, sfogati pure, rinfacciami tutto. Prima o poi ti passerà.» Continuò lui, con una punta di sarcasmo nella voce.
«Ti prego, Damon, lasciami venire con te!»
«Oh, no no no. Non se ne parla. Tu te ne stai qui, seduta sul divano, a leggere Via Col Vento.
Scommetto che non sapevi esistesse anche il libro.» Scherzò Damon, infilando qualche sacca di sangue dentro un grosso zaino da viaggio.
«Puoi smettere di cambiare discorso?!?»  Sbraitò Elena urlando, avvicinandosi a lui.
Damon la guardò, rispondendo, irritato. «Non voglio che tu sia in pericolo. Quale di queste parole non riesci a comprendere?!»
«Quindi dovrei starmene qui, ad aspettarvi, mentre Klaus ti fa fuori? Non puoi salvarlo da solo...»
«Mi stai sottovalutando di brutto, Elena. Potrei anche offendermi..»
«Damon, è di Stefan che si parla! Non puoi bloccarmi qui!» Urlò Elena, quasi prepotentemente.
«Elena, non posso rischiare che tu ti faccia male, Okay?» sbottò Damon, ormai incapace di trattenersi.
«E io non posso rischiare di perderti!» Urlò improvvisamente Elena, trattenendolo per un braccio.
Il cuore di Damon, che era fermo già da un po’, sembrò perdere un battito.
Damon si avvicinò pericolosamente al suo viso, fissandola intensamente. La sua mano andò ad accarezzarle una guancia.
«Non vedo un sorriso sul tuo viso da mesi. Stefan, è Stefan che ti rende felice. E io voglio solo che tu sia felice. Lo sai che ti amo.
Per questo devo andare a riprenderlo. Perché voglio che tu sia felice di nuovo, anche se non con me.»
Si fermò un attimo, e alzò anche l’altra mano, portandola al suo viso.
«Mi dispiace, ma devo farlo.»
Elena aggrottò le sopracciglia, incapace di capire. Gli occhi di Damon intrappolarono i suoi e fu incapace di distogliere lo sguardo.
«Non ricorderai niente di questa conversazione. Ricorderai che sono andato via con Andie per un po’.
Che sono uno stronzo per averti lasciato da sola qui..»
Elena strizzò gli occhi e si ritrovò da sola, in piedi, al centro del grande salotto dei Salvatore, con una lacrima che le solcava il viso e il suo ciondolo di verbena tra le mani.