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Autore: Kodomo    27/12/2011    4 recensioni
La gente vive per anni ed anni.
Ma in realtà è solo in una piccola parte di quegli anni che vive davvero,
e cioè negli anni in cui riesce a fare ciò per cui è nata.
Il resto del tempo è tempo che passa ad aspettare o a ricordare
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le tue lacrime sono salate perché nei tuoi occhi hai il mare



 

Qual è il momento più bello della tua giornata,Nami?
Il tramonto.Avrebbe risposto.
Sorrise strizzando gli occhi,come era di abitudine fare.
Si stiracchiò per bene portando il braccio dietro la schiena e sollevando a pieno i polmoni,quasi come se fosse l’ultima volta che avrebbe visto quello spettacolo che la natura le aveva gentilmente offerto.
Il profumo del mare si era inebriato sulla sua bianca pelle che a contatto con la bianca sabbia quasi non distingueva.
Riprese a giocare con l’acqua udendo la dolce risata del piccolo medico di bordo che risiedeva alle sue spalle.Girò il volto di profilo e ne scrutò i lineamenti dolci del suo paffuto musetto che tanto dava l’impressione di un animaletto di peluche per la sua incredibile morbidezza,poi,riprese a riguardare quello che si estendeva soavemente dinnanzi a lei.
Il mare era calmo e si udiva solo il suono di un vento leggero che puntualmente le scompigliava i morbidi capelli rossi.
Il tramonto aveva lo stesso colore dei suoi capelli,come adesso il cielo.
Gli stessi capelli con i quali giocava nei pomeriggi delle giornate autunnali a Coconat village.
E il riflesso degli occhi di Rufy nei suoi,quello,aveva fatto sì che il sole si offendesse,quel giorno che tanto le sembrava lontano.
Quegli occhi che mai avrebbe dimenticato nemmeno quando la sua pelle sarebbe diventata rugosa,quegli occhi che le diedero la libertà e la voglia di ritornare a sperare,sognare e vivere.
Un sorriso comparve sulle sue labbra rosate,che fino a quel momento erano state tenute serrate.Sentì i suoi occhi color cioccolato inumidirsi e di scatto,con il dorso della mano evitò la discesa di una solitaria lacrima che presto sarebbe nata.
Istintivamente,portò le dita sottili alle labbra delicate come i petali di un bocciolo di rosa,e le inumidì delle sue stesse lacrime,per sentire il loro sapore.
                              …che poi le sue lacrime erano salate perché nei suoi occhi aveva il mare.
Se ne accorse quando sul tetto di quel vecchio palazzo a Water Seven,la pioggia cadeva su di lei e le  lacrime si confusero con essa.
Quando si portò le mani al collo per chiamare il suo capitano e riferirgli di Nico Robin,perché tanta era la voce che aveva perso per chiamare quello svitato di Usopp,che testardo e ferito,decise di abbandonarli.
Abbassò lo sguardo fino ai suoi piedi che ancora,giocherellavano con l’acqua riscaldata dai delicati raggi di quella sfera che si affrettava a cadere.Quei piedi che tante volte avevano solcato,nudi,il ponte della Going Merry,e che invece adesso,solcavano il manto erboso della Sunny.
-Ehi Sanji!Questo uccello bianco sarà ottimo fatto al forno!-
-idiota è un gabbiano!-
Oggi quei ricordi,quei momenti,vagavano sparsi nella sua testa e aveva paura di dimenticare.
Forse il tempo avrebbe divorato i suoi ricordi e la distanza distrutti.
Però poteva essere un modo per salvaguardarsi da quella storia..quando tutto sarebbe finito.
Perché le cose belle prima o poi finiscono,vero Nami?
-Zoro,che diamine stai facendo?-
-Waaah..mi sto stiracchiando non vedi?-
-Certo che lo vedo!Ma sta attento con quel piede,altrimenti distruggerai la mia scultura-
-scultura?è solo un ammasso di sabbia senza senso..-
Alzò il volto puntando i suoi occhi verso il cielo che tanto azzurro non era.
Immense nuvole del colore della pesca vagavano in quella distesa di varie tonalità e si affrettavano a spargersi per lasciar spazio alle prime stelle della notte.
Si strinse nella spalle,tremando al passar del vento freddo che le scompigliava il leggero vestito verde.
Si chiese come faceva Rufy a starsene in pantaloncini e non soffrire il freddo.Scosse la testa,che andava pensando?Quella testa vuota non soffriva mai per nulla..o almeno,non lo dava a vedere,un po’ come Zoro,forse.
Come tanti piccoli globuli rossi che vagano per le vene di un corpo enorme.S’incontrano,restano insieme per un po’,si sfiorano,si vivono e ripartono per il loro lungo viaggio verso la loro meta.
Così erano loro.Ma questo non toglie che prima o poi si rivedranno,da qualche parte,negli occhi,nelle braccia,nei piedi,nel cuore,testa o stomaco.E piangeranno,vorranno abbracciare quel qualcuno che è mancato,sedersi e riposarsi assieme,amarsi ancora per un po’,ricordare insieme ciò che è stato sorridendo e sentire il vuoto dentro di loro,perché sanno che di lì a poco dovranno dirsi ancora una volta addio.
Perchè gli esseri umani erano fatti così.
Sorrise Nami,no loro non erano esseri umani.
Loro erano persone speciali che il destino le aveva riservato,solo per lei.
-Sta attenta,Nami-san.Prenderai freddo-
Era la persona più fortunata del mondo.
Il bello era che,essendo poche le persone per cui nutriva affetto,le amava davvero,senza ambiguità,senza riserve.
Sobbalzò quando si sentì tirare il vestito da un piccolo zoccolo
-Ehi Nami,andiamo?-
Sospirò prendendo fra le sue mani quella piccola di Chopper.Diede un ultimo sguardo al sole ormai misto fra il rosso e l’arancione.
Un pensiero invase la sua mente,un pensiero stupido.
Regalò uno dei suoi tanti sorrisi al medico di bordo e insieme raggiunsero gli altri che si affrettavano a ritornare sulla Sunny.
-Cos’è?-
-E’ il castello di sabbia del più forte pirata dei quattro mari!-
-Wau è molto bello Usopp,grazie!-
-Già sono un gen..eh?Perchè grazie?-
-Beh,io sono il pirata più forte!-
Avrebbe avuto per sempre i capelli rossi,anche quando la vecchiaia l’avrebbe avvolta.
Era l’unico modo per non dimenticarli.
-Zoro!Hai distrutto il mio castello!-
-Pff,quante lagne.Il prode guerriero sarà all’altezza di costruirne un altro-
-Ah,allora chiederò a Franky di costruirmi un castello grande così-
-Ehi guarda che si riferiva a me!-
 

 

'La gente vive per anni ed anni.
Ma in realtà è solo in una piccola parte di quegli anni che vive davvero,
e cioè negli anni in cui riesce a fare ciò per cui è nata.
Il resto del tempo è tempo che passa ad aspettare o a ricordare'

  
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