Libri > La ragazza con l'orecchino di perla
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Autore: eleonora isabelle    28/12/2011    2 recensioni
Ho finito da poco di leggere questo romanzo meraviglioso che mi è entrato nel cuore. Non ho potuto fare a meno di descrivere uno dei tanti momenti che l'autrice ha lasciato alla nostra immaginazione perchè li svelassimo...
Ho scelto di rappresentare la mia versione della morte del pittore Johannes Vermeer, di cui mi sono inevitabilmente innamorata...
spero vi piaccia, buona lettura! :)
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                          UNA VOLTA PER SEMPRE
 
 
Johannes aprì lentamente gli occhi.
Nella stanza aleggiava una mite brezza invernale, insinuatasi insieme alla pallida luce mattutina dalla finestra socchiusa.
Non riusciva a muovere le membra stanche e intorpidite dal sonno e dalla malattia che lo consumava ogni giorno di più; si costrinse a sollevarsi ed appoggiare la schiena esausta al bordo del letto.
Le dita inerti stringevano ancora il quadro adagiato pesantemente sulle ginocchia:
sollevò con fatica anche quest’ultimo.
Chinò il capo indietro sospirando per lo sforzo; ora era faccia a faccia con Griet.
Gli occhi grigi ed esausti incontrarono quelli del dipinto, illuminandosi di rimpianto e desiderio; scesero al naso minuto, alle guance rosee, alla bocca dalle labbra sottili ma delicatamente carnose, dischiusa in un abbozzo stupefatto di sorriso, come se stesse aspettando qualcosa che non sarebbe mai accaduta.
Scesero ancora di lato, catturati dall’orecchino. La morbida opalescenza della perla intrappolava ineluttabilmente lo sguardo: il risultato del suo genio artistico.
Il volto inespressivo ebbe un lieve sussulto, gli occhi assenti, lontani, contemplavano
ricordi remoti di dieci anni prima:
aveva la perla tra le dita, e la stava infilando delicatamente sul lobo dell’orecchio di Griet, spaventata e ansimante; ma la sua mano non si era fermata, aveva continuato ad accarezzarle il viso fino alla guancia, asciugandole le lacrime, per poi indugiare sul labbro inferiore…
ricordava ancora il colore languido, la morbidezza della carne, il cocente desiderio di assaggiarne il sapore…
Tornò alla realtà, come riscosso da un richiamo attutito e misterioso, nel cuore il colore dei prati in autunno, il profumo dei capelli di Griet che non ebbe mai la possibilità di assaporare.
Ora, calde lacrime rigavano il volto invecchiato, scorrendo amare e inesorabili:
caddero involontariamente sul ritratto, sulla guancia di Griet.
Johannes allungò il pollice tremante, ed asciugò una lacrima come aveva fatto tanto tempo prima, passando poi alle labbra…
Fremiti e singhiozzi irrefrenabili lo colsero inaspettatamente, e fu costretto ad allontanare il viso dal quadro.
Quando ebbe sfogato tutto il dolore, il rimpianto e la nostalgia che l’avevano tormentato in questi ultimi dieci anni, incollò per l’ultima volta lo sguardo sul volto di Griet.
Era fisso sugli occhi grandi e umidi, deciso a penetrarne l’essenza, tentando disperatamente di entrarvi dentro, di svelarne il mistero una volta per sempre…un sussurro impercettibile uscì dalle labbra contratte, colme di parole non dette
Griet…
Improvvisamente, tutto si fece buio.
  
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