Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: ErinMalfoy    28/12/2011    3 recensioni
Sono sempre stata una ragazza alternativa, cioè, ho sempre voluto fare cose diverse da tutti gli altri.
Quindi, ho pensato di creare una Draco/Hermione diversa da tutte le altre.
Andiamo, ci sono così tanti cliché che ruotano intorno alla coppia, che è molto difficile trovarne una seria.
Non ho la presunzione di dire che la mia lo sia, ma spero possiate scorgere un qualcosa di diverso in questa mia storia.
Qual è la mia idea? Se siete arrivati a leggere fino a qui, è perché probabilmente la cosa vi interessa.
E' da un paio di notti, quando sto per addormentarmi, che mi balza sempre in mente un'idea un po' malsana.
E se i nostri maghi preferiti cantassero?
Dopo questo silenzio tombale, posso facilmente supporre che mi stiate mentalmente dando della pazza scriteriata che andrebbe subito rinchiusa al manicomio, ma vi chiedo solo di fidarvi di me. Se resterete delusi, le recensioni esistono per questo. Se la fic vi piacerà, le recensioni esistono soprattutto per questo.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Prologo




Sono sempre stata una ragazza alternativa, cioè, ho sempre voluto fare cose diverse da tutti gli altri.
Quindi, ho pensato di creare una Draco/Hermione diversa da tutte le altre.
Andiamo, ci sono così tanti cliché che ruotano intorno alla coppia, che è molto difficile trovarne una seria.
Non ho la presunzione di dire che la mia lo sia, ma spero possiate scorgere un qualcosa di diverso in questa mia storia.
Qual è la mia idea? Se siete arrivati a leggere fino a qui, è perché probabilmente la cosa vi interessa.
E' da un paio di notti, quando sto per addormentarmi, che mi balza sempre in mente un'idea un po' malsana.

E se i nostri maghi preferiti cantassero?

Dopo questo silenzio tombale, posso facilmente supporre che mi stiate mentalmente dando della pazza scriteriata che andrebbe subito rinchiusa al manicomio, ma vi chiedo solo di fidarvi di me. Se resterete delusi, le recensioni esistono per questo. Se la fic vi piacerà, le recensioni esistono soprattutto per questo.

Prima di iniziare, precisiamo alcuni punti.

  • Il favoloso professor Piton, è l'unico di quanti citati nel libro ad essere morto. Ergo, tormenterà ancora i suoi ''alunni'' nella sua solita maniera spietata.
  •  Le canzoni sono tutte prese da Glee, difatti ogni personaggio di questa fanfiction possiederà una sola voce (o quasi - perché potrebbero esserci eccezioni)
  • Cercherò di non rendere i personaggi troppo OOC, ovvero, la mia storia (e in particolare l'amore tra Draco ed Hermione) si svilupperà pian piano.
  • Ho deciso di effettuare un cambiamento radicale in Hermione, tuttavia. L'avvertimento OOC è riserbato in particolare a lei.
  • Quando le strofe delle canzoni saranno scritte in grasseto corsivo, stanno cantando.
  • Se avete dei suggerimenti, o delle canzoni che vi piacerebbe in particolar modo che venissero cantate, dite pure, anche se non prometto nulla.
  • So che ho detto di essere un'alternativa, ma il settimo anno (dopo la Guerra) mi tocca inserirlo per sviluppare il mio progetto. E sì, un cliché l'ho usato pure io,
    Blaise ci sta come migliore amico di Draco (dai, come può uno parlare con Tiger e Goyle?), ma resta come descritto dalla Row.
  • Il titolo è lo stesso - tradotto in italiano, visto che siamo in Italia - di un episodio di Glee della seconda stagione.
  • Come vedrete, mi piace dare spazio anche agli altri personaggi. 
  • Questo primo capitolo è corto, me ne rendo conto, ma d'altronde è un semplice prologo.

Per quanto riguarda l'aggiornamento della mia fiction Potrò mai sorridere di nuovo? temo che dovrete pazientare un bel po', visto che sono a corto di idee - cioè un qualcosa di indefinito mi ronza in testa - e non voglio fare pasticci mostruosi.

Disclaimer: i personaggi, i luoghi, gli elementi e quant'altro sono proprietà di J.K. Rowling. Questo scritto non ha alcun scopro di lucro.













La Nostra Canzone


- Prologo -








Severus Piton tamburellava le lunghe dita su un bracciolo della confortevole poltrona dell'aula processi del Wizengamot. Con un'occhiata scocciata, passò in rassegna i visi di tutti i presenti. Vi erano alcuni ex alunni, alti funzionari del Ministero e poi, coloro che l'avrebbero scagionato. Se in passato gli avessero detto che la sua arma vincente in un processo - colui disposto a testimoniare in suo favore, sarebbe stato Potter, avrebbe riso in faccia al malcapitato. Il tutto, prima di chiamare d'urgenza il reparto malattie mentali del San Mungo. Invece, si trovava nuovamente tra quelle catene, in attesa che il sopracitato ragazzo contribuisse alla sua scarcerazione. Concesse un sorriso al trio di diciassettenni che lo fissava - con sguardi privi dell'antico astio - e dopo aver raddrizzato la schiena sullo scomodo sedile, guardo dritto negli occhi il capo del Wizengamot: Kingsley Shakebolt. Per sua enorme fortuna, egli conosceva tutta la storia e non sarebbe stato difficile provare la sua innocenza al resto della corte. D'altronde era anche merito suo se il Signore Oscuro era passato a miglior vita. « Dichiaro aperto il processo » esordì il Ministro, battendo un colpo con il martelletto di legno finemente intagliato. « Come si dichiara davanti a questa corte e all'intero mondo magico? » chiese quindi, scoccandogli una rapida occhiata d'intesa. « Innocente » dichiarò, suscitando malcelati sussuri di sconcerto e indignazione. La sua avvocatessa, una maga piuttosto bassa di circa quarant'anni di nome Melinda, fece il suo ingresso sulla scena ed esordì con un « Chiamo a testimoniare il signor Harry Potter » La voce chiara e sicura di chi la sa lunga, riempì la stanza del suo eco. Il testimone si fece avanti, e dopo essersi sistemato gli occhiali sul viso, racconto chiaramente quando accaduto durante la Seconda Guerra magica, con ampiezza di dettagli ed estrema chiarezza. I brusii si fermarono di colpo. Dopo il Bambino Sopravvissuto, vennero chiamati anche i suoi migliori amici ed alcuni suoi colleghi. Chi lo colpì di più, fu Minerva - l'algida professoressa di Trasfigurazione. « Non posso certo affermare di conoscere gli avvenimenti come il signor Potter, la signorina Granger o il signor Weasley, ma posso affermare con sicurezza che il professor Piton è innocente. L'anno scorso, nell'apogeo del suo doppio gioco con Voldemort - tutti strabuzzarono gli occhi, non era ancora usuale dire il nome di Colui che non deve essere nominato - l'imputato ha cercato con ogni mezzo a sua disposizione di frenare le aggressioni agli studenti mezzosangue o nati babbani, ed è stato una parte importantissima durante l'ultima battaglia » disse. Dopo venti minuti presi dal Wizengamot per deliberare, il verdetto fu unanime. Innocente. Per la prima volta da tantissimo tempo, Severus Piton si concesse una calda e sincera risata. Era libero.






Hermione Granger era giunta presto al binario nove e tre quarti, trovandolo vuoto. Lì, cullata dal vento, si concesse di piangere. Proprio in quel posto era iniziato tutto, era iniziato quel ciclo di avventure che le aveva brutalmente strappato la sua famiglia. Per grazia divina, erano ancora sani e salvi. Chissà dove. Ed anche quel lui che si era sforzata di odiare con ogni fibra di sé - ma che non riusciva a togliersi dalla mente, era ancora vivo da qualche parte. Ed era stata proprio lei a salvarlo. Tra le lacrime, si concesse un sorriso. Probabilmente non l'avrebbe più rivisto, così come non avrebbe rivisto i suoi genitori, ma forse una ''rottura'' netta sarebbe stata la più salutare. Ma come se invocati, due occhi enigmatici fecero capolino nella sua mente, facendole versare nuove e più amare lacrime. Le asciugò tutte con un braccio, prima di prendere le sue valigie e andarsi a sedere su una panchina esattamente davanti a dove, di lì a poco, sarebbe arrivato il treno che l'avrebbe ricondotta a casa. In poco la stazione si gremì di volti felici e spensierati e in tutta quella confusione ne riconobbe uno troppo familiare. Nascose il volto tra i ricci ribelli - ringraziando per una volta il cielo che esistessero - e abbassò la testa, sconfitta. Dal suo cuore, scatto matto. Lui, sarebbe stato tornato a scuola. Senza perdere tempo in inutili supplizi mentali, andò alla ricerca dei suoi amici. 
« Hermione! » la voce squillante di Harry le scaldò il cuore. « Ciao tesoro » esordì, abbracciandolo calorosamente, per poi passare in rassegna anche i due fratelli Weasley. « Non ti abbiamo più visto dal giorno del processo » sussurrò Ginny. « Eravamo preoccupati » aggiunse Ron. « Avevo bisogno di un po' di tempo per riprendermi » tagliò corto lei, regalando ai suoi amici un sorriso sincero. « Stai meglio? » chiese Ginny, prendendola sottobraccio e scostandosi un po' dal resto del gruppo. « Si, Gin. Ho pensato molto a loro quest'estate, e sono giunta alla conclusione che loro vorrebbero che io sia felice. Ogni tanto perdo ancora delle ore nel ricordarli, ma ora sto meglio. Davvero » ed era vero, nonostante avesse omesso un piccolo particolare. Ma d'altronde, nessuno avrebbe potuto capire.






Narcissa e Lucius Malfoy - scagionato per mancanza di prove, ma più probabilmente per una qualche bustarella sotto banco - sorrisero nel vedere il loro adorato figlio che scendeva le scale della villa di famiglia, nuovamente tirata a lucido, pronto per rimettere insieme i cocci delle loro vite. Tutto si poteva dire di Lucius Malfoy, ma non che non avesse compreso i suoi sbagli. Certo, non avrebbe mai trattato un mezzosangue da suo pari - o almeno, non era nei suoi progetti per l'immediato futuro - ma aveva compreso che la sacrosanta legge babbana del Vivi e lascia vivere era di certo la via meno impervia. E lui, di combattere non aveva più voglia. Troppi sorrisi, troppo amore e troppo calore erano stati trascurati da quando il Signore Oscuro era risorto. E se anche lui in persona avesse suonato alla sua porta - sopravvisuto chissà come - era deciso a chiudergli la porta in faccia. Niente, valeva quanto la sua famiglia. Aveva impiegato troppo per capirlo, ma giorno dopo giorno cercava di rimediare ai suoi sbagli. Sorrise di cuore al figlio, prima di coinvolgerlo in un abbraccio breve ma colmo di parole taciute. Con quel gesto - così poco da lui - gli stava chiedendo definitivamente scusa. Una volta per tutte. E dalla risposta, capì di essere stato perdonato. Tornò a prendere posto a tavola, mentre sua moglie si alzava - con le lacrime agli occhi - e ripeteva, forse con più calore, il gesto da lui compiuto poco prima. A Villa Malfoy, vi era di nuovo - per quanto possibile, un clima sereno. Lucius, dopo gli ultimi saluti, entrò nel camino e scomparì in una folata di fuoco verde. Entrato al Ministero, salutò con più cordialità di quanto tutti si aspettassero i suoi colleghi e strinse persino la mano ad Arthur Weasley, il quale rispose imbarazzato e sorpreso.






Un ragazzo moro, dalla pelle scura e due profondi occhi neri, superò la barriera del binario nove e tre quarti con un sorriso sulle labbra. Guardandosi intorno vide molti suoi vecchi compagni, ma rivolse loro un semplice cenno di saluto. L'unico che voleva vedere, anche se solo per un'istante, era colui che anni prima - al tempo del Tremaghi - aveva rubato il suo cuore. Blaise Zabini, era cotto proprio di lui: il salvatore del mondo magico. E colui che popolava i suoi sogni più infuocati, stringeva una ragazza minuta con rossi capelli. Sentì una morse infernale all'altezza del cuore, ma con rispolverata indifferenza continuò a camminare verso il luogo dove avrebbe incontrato i suoi amici, sorridendo compiaciuto ad ogni sospiro malcelato delle ragazzine più piccole. Blaise Zabini non era uno che si potesse catalogare, era sempre stato un soggetto singolare. Fermamente convinto della purezza del sangue, non aveva mai chiamato qualcuno mezzosangue o sanguesporco. Innamorato di un ragazzo, non aveva disdegnato le attenzioni che il genere femminile gli riservava. Sebbene non proprio bellissimo, conquistava chiunque con il suo portamento e il suo carisma. E quell'anno, era deciso a dare una svolta alla sua vita. Se Harry non andava da lui, sarebbe andato lui da Harry. Semplice. A qualunque costo, l'avrebbe conquistato.






Neville Paciock stringeva con amore la sua fidanzata, Luna Lovegood, mentre insieme si dirigevano dai loro amici. Tutti li accolsero con calore, e per una delle poche volte fino a quel momento, si sentì parte di qualcosa. Di un gruppo. Non era più solo il grassoccio e stupido Neville, c'era qualcuno che contava su di lui. Quando lo vide strinse forte Seamus, il suo migliore amico, e mentre Luna discuteva animatamente con Hermione riguardo a qualche strambo animaletto di cui nemmeno voleva conoscere il nome, intavolò con la componente maschile più Ginny del gruppo un'accesa discussione sui Cannoni di Chudley.
« Sono i migliori! » continua a ripetere Ron, cercando di convertire al Chudleyismo - culto inventato da lui ai tempi dei pannolini - i suoi amici. Senza successo. Le risate, le urla, gli abbracci. Quella, era normalità per Neville Paciock. Ad un certo punto, però, qualcosa catturò il suo sguardo. Una fin troppo familiare chioma biondo platino. « Che guardi Neville? » domandò la sua ragazza con aria trasognata. « Verme » sibilò lui, trasfigurando il suo volto in una maschera di disgusto puro. Preso com'era dalle sue recriminazioni mentali verso quell'essere, non si fece comunque sfuggire l'espressione di dolore che Hermione aveva stampata in faccia. Tuttavia, non disse niente. Era sua amica, le voleva bene e magari si era immaginato tutto. Non era quel tale ad averle fatto cambiare umore in un nanosecondo.
Non era il caso si sollevare un polverone di disastri per nulla.



  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: ErinMalfoy