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Autore: Dark_Squall    13/08/2006    0 recensioni
Dopo la sconfitta di Artemisia nel mondo sta tornando la pace. La vita nel Garden di Balamb trascorre serenamente, sino all'arrivo di un nuovo SeeD dalla dubbia identità...
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quistis Trepe, Rinoa Heartilly, Squall Leonheart
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 02: Incontri

 

Volkov stava camminando per il dormitorio, sapeva dove si trovava la sua stanza sebbene non vi mettesse piede da molto tempo.

Si fermò di fronte ad una porta che, a differenza di tutte le altre, si apriva tramite un tastierino numerico la cui combinazione era conosciuta solo da Cid, Edea, Kadowaki e lui. Digitò il codice e la porta si aprì automaticamente.

Entrando nella stanza accese le luci e si guardò attorno: era tutto come l’aveva lasciato, nulla era fuori posto.

Posò il borsone sul letto e lo aprì, conoscendone già il contenuto: vi erano diverse chiavi, schede e codici che gli permettevano di accedere a qualunque zona del Garden; la sua nuova divisa SeeD, visto che l’ultima era stata fatta a pezzi durante un combattimento; alcuni oggetti di cura; un anticipo sul suo stipendio ed una lettera di Edea.

Si tolse la giacca dell’uniforme restando con una maglietta nera, aprì la busta che conteneva la lettera e si sdraiò sul letto iniziando a leggerla.

 

Caro Volkov, è da molto che non ti fai vedere.

Mi ero molto preoccupata non ricevendo tue notizie dopo la sconfitta di Artemisia, credevo ti fosse successo qualcosa durante il bombardamento di Trabia.

Cid mi ha detto che saresti tornato, e credo che avremmo molto di cui parlare. Sempre che tu abbia il tempo di farlo.

I miei ragazzi si sono mostrati all’altezza della situazione e spero che riuscirai a diventare loro amico, specialmente per te! Non ho mai sopportato il fatto che ovunque andassi fossi perennemente solo.

Forse non li riconoscerai nemmeno, sono talmente cresciuti! Credi che si ricordino di te?

La tua stanza è rimasta inviolata, e nessuno a parte noi quattro conosce il codice di accesso, nemmeno Squall.

Al momento sono molto occupata, il compito di vicepreside è molto più impegnativo di quanto ricordassi!

Devo ammettere che la tua puntualità ha dell’incredibile! Domani pomeriggio Squall e parecchi altri SeeD ritorneranno da una missione ad Esthar. Sai, i mostri del pianto lunare stanno creando non pochi problemi.

Non penso che abbia ancora trovato il coraggio di parlare a Laguna, almeno in questo si somigliano!

Comunque per il loro ritorno Selphie ha voluto organizzare una festa, spero che parteciperai anche tu questa volta, così avremmo modo di parlare un po’.

P.S. Come mai ti sei deciso solo ora a tornare?

P.P.S. Cerca di parlare alla piccola Fujin.

Edea

 

Il ragazzo posò la lettera e si mise a fissare il soffitto con lo sguardo perso nel vuoto.

“Cosa mi ha spinto a ritornare qui?” si chiese posandosi una mano sulla fronte, ma non riuscendo a darsi una risposta si addormentò.

 

Un continuo bussare e chiamare svegliò il ragazzo dal sonno, era Selphie.

“Hey! Volkoooov! Mi apri o no?” urlava la ragazza continuando a bussare alla porta chiusa.

Lui si alzo, spense la luce ed aprì la porta.

“Cosa vuoi?” chiese lui con aria assonnata, la ragazza lo osservò per alcuni secondi.

“E’ davvero un bel ragazzo!” pensò sorridendo.

“Allora?” chiese Volkov appoggiandosi alla porta.

“Ah si! Ero venuta per accompagnarti in mensa!”

Lui la guardò stupito ed alzò il braccio per guardare il suo orologio, rendendosi conto che aveva dormito per tutta la mattinata.

“Mi dispiace, ma non era necessario. Vai pure, i tuoi amici ti staranno aspettando.”

“Avanti vieni con me! Ti presenterò il mio gruppo.” insistette la ragazza saltellando allegramente, ma lui la guardò facendole capire che l’idea non lo interessava minimamente.

Selphie incrociò la braccia e lo guardò seriamente sporgendosi verso di lui “Non mi muoverò di qui finché non verrai con me!”

“Fai pure.” così dicendo tornò dentro e chiuse la porta in faccia alla ragazza.

“Continuerò a bussare e chiamarti fino a quando non ti verrà un esaurimento nervoso!” esclamò lei cominciando a picchiare sulla porta chiusa. Volkov si rassegnò e riaprì la porta con l’espressione di chi è costretto a fare qualcosa che non ha la minima intenzione di fare.

“…dammi cinque minuti per cambiarmi.” disse richiudendo la porta in faccia a Selphie.

Qualche minuto più tardi era uscito dalla sua stanza con indosso l’uniforme SeeD di Balamb, Selphie fece qualche apprezzamento ma lui non vi fece caso. A quell’ora tutti gli studenti erano in mensa o vi erano diretti, e Volkov pensò che se nulla era cambiato molto difficilmente avrebbe trovato ancora uno degli ottimi panini di cui tutti gli studenti andavano ghiotti.

Selphie continuava a parlargli di quanto gli sarebbero piaciuti i suoi amici, ma lui non la stava nemmeno ad ascoltare, si stava guardando intorno per vedere se riusciva a riconoscere qualcuno.

Arrivati in mensa, la prima cosa che il ragazzo notò fu la lunga fila di fronte al bancone. Accorgendosi che non sarebbe mai riuscito a mangiare qualcosa prima che la maggior parte degli studenti avesse lasciato la mensa, si rassegnò a cercare almeno un posto a sedere.

La ragazza che aveva accanto iniziò a strattonarlo e lui la seguì per la sala, si udì una voce femminile chiamare Selphie e subito dopo una ragazza vestita di azzurro si avvicinò ai due.

“Come mai ci hai messo tanto?” chiese la nuova arrivata, poi notò Volkov “Tu sei quel ragazzo trasferito da Trabia! Volkov giusto?”

Lui annuì e  la guardò attentamente “…Rinoa Heartilly?”

“Si, come fai a saperlo?” chiese lei sorridendo.

“Ho… s-sentito molto parlare di te”

Le due ragazze si guardarono non capendo l’agitazione improvvisa del ragazzo. Dopo alcuni secondi di silenzio i tre si avvicinarono ad un tavolo che Volkov non aveva mai visto, al quale era seduto il gruppo di Selphie e Rinoa.

“Sono tutti qui!” penso tra se il ragazzo.

Selphie si diede da fare con le presentazioni “Allora! Lui è Zell, lei Quistis, lui Irvine e lei…”

“Ci siamo già incontrati stamattina!” disse Shu guardando il ragazzo “Ti dona di più l’uniforme di Balamb!”

“Però manca il mio tesoro! E’ ancora in missione.” disse Rinoa sedendosi vicino alla ragazza bionda.

“Ti riferisci al comandante Leonhart?” a quelle parole tutti si misero a ridere, lui non capì il perché.

“Ho sentito chiamarlo comandante, caposquadra… ma mai con tutta questa autorità!” esclamò Quistis ridendo.

Volkov osservava le persone sedute a quel tavolo, ed il suo sguardo incrociò quello di Irvine: lo stava fissando in un modo strano, come se la sua presenza lo infastidisse enormemente.

Rimase un po’ ad osservare il gruppo: non facevano altro che scherzare e prendersi in giro, il ragazzo pensò che dovevano essere molto affiatati, tanto da essere riusciti a sopravvivere alla compressione temporale.

“Cosa fai lì in piedi? Avanti siediti con noi!” esclamò Selphie indicando un posto libero vicino a Rinoa.

“Quello è il posto di Squall!” intervenne Irvine, sembrava arrabbiato e ciò convinse ancora di più Volkov che non doveva andare molto a genio al ragazzo con il cappello da cowboy.

“Non importa, preferisco rimanere da solo.” disse il ragazzo allontanandosi con un cenno di saluto, pensando al perché dello strano comportamento di Irvine.

 

“Che ti prende? Perché l’hai trattato così?” chiese Selphie piuttosto alterata, lui non rispose.

“Anche se non ti sta simpatico avresti potuto trattarlo meglio!”

“Se volete me ne posso andare per far posto a lui!” esclamò il ragazzo facendo per alzarsi.

Zell lo fermò “Hey! Che cos’hai?”

“Cosa ti ha fatto di male?” chiese Selphie sporgendosi verso di lui.

“Se preferisci lui a me nessuno ti vieta di seguirlo!” a quelle parole tutti capirono: era geloso.

Tutti quanti sapevano che Irvine era innamorato di Selphie e lei lo ricambiava, ma i due continuavano ad aspettare che l’altro facesse il primo passo, cosa che non accadeva mai.

“Sei geloso?” chiese Selphie cercando di farsi dire ciò che aspettava da tempo.

“Geloso?” chiese lui distogliendo lo sguardo “E perché dovrei? Per quel che mi riguarda puoi anche mettertici insieme!”

“Forse è quello che farò!” disse lei incrociando le braccia e guardando altrove.

Gli altri rimanevano in silenzio ad osservare la scena, “Avanti, adesso smettetela.” disse con calma Shu, cercando di far calmare i due.

 

Nel frattempo Volkov stava cercando un posto dove potersi sedere e star tranquillo, ma non ne trovava.

“Non lo ricordavo così affollato il Garden!” pensò guardandosi intorno, non vedendo la ragazza che gli stava venendo incontro, anche lei soprappensiero.

Volkov scosse la testa per il colpo e si avvicinò alla ragazza che era finita a terra e le porse la mano.

“Scusami. Non ti ho vista. Stai bene?”

“AFFERMATIVO!” disse la ragazza con uno strano tono di voce, prendendo la mano che il ragazzo le offriva ed alzandosi.

I loro sguardi si incrociarono ed i due restarono immobili a guardarsi per un tempo che sembrò infinito.

La ragazza lo esaminò dall’alto in basso, sentendo qualcosa di familiare in lui che non seppe però descrivere.

Le sembrava di conoscerlo ma non l’aveva mai visto prima d’ora.

Notò per prima cosa i suoi capelli dal colore identico al suo, a parte quella ciocca rossa, e successivamente si accorse della benda sull’occhio sinistro, come la sua.

“NOME?” chiese la ragazza come se si fosse ripresa da quello sguardo.

“Mi chiamo Volkov. E tu?”

“FUJIN.” rispose guardandolo dritto in volto.

I due si esaminarono ancora alcuni secondi, come due avversari che si stessero studiando, ma non avevano la benché minima intenzione di affrontarsi, anzi…

“Hey Fujin! Quanto ci metti?” esclamò un ragazzo avvicinandosi, aveva dei capelli biondi pettinati all’indietro ed indossava un lungo giubbotto grigio piuttosto logoro, si voltò verso Volkov “Ci conosciamo?”

“No, sono nuovo del Garden.”

“Io sono Seifer.” disse il ragazzo porgendogli la mano.

Volkov lo guardò in volto e guardò la mano che il ragazzo gli stava porgendo. Lo colpì al volto con un pugno facendolo cadere a terra.

Quasi tutti i presenti nella sala si voltarono a guardare cosa stesse accadendo, pochi avrebbero avuto il coraggio di tirare un pugno a Seifer. Per evitare che finisse a botte Shu e Quistis si alzarono dal loro tavolo e corsero verso i due.

“Che cazzo fai?” esclamò Seifer toccandosi la mandibola dolorante.

Il ragazzo lo guardò con il suo sguardo di ghiaccio ma non gli rispose e si allontanò in direzione di un tavolo libero piuttosto isolato. Seifer si rialzò e fece per saltare addosso a Volkov, ma Quistis lo bloccò prendendolo alle spalle.

“Lascialo andare!” esclamò la ragazza trattenendolo a stento.

“Mi ha colpito lui! Non dovreste trattenere me!”

“Sai perché ti ha colpito?” gli chiese Shu incrociando le braccia, Seifer fece cenno di no e si liberò dalla presa di Quistis “Si è trasferito qui da Trabia.” a quelle parole il ragazzo abbassò la testa.

“Non credo ti darà fastidio in futuro, ma lascialo stare ok?” si raccomandò la ragazza mettendogli una mano sulla spalla, lui fece cenno di si con il capo.

“Dai Fujin, adesso andiamo!” disse infine ritornando sui suoi passi, la ragazza si voltò a guardare Volkov seduto al suo tavolo con il capo abbassato.

 

Dopo più di mezz’ora Volkov non era ancora riuscito a mangiare niente, sebbene molti studenti avessero lasciato la mensa la fila davanti al bancone era pressoché invariata e così decise di alzarsi ed andare a fare un giro per il Garden.

Aveva voglia di allenarsi ma preferì rimandare a più tardi, nel primo pomeriggio le matricole riempivano il centro addestramento mentre la sera preferivano restare in mensa o comunque fare altro.

Decise di fare un salto in infermeria per fare due chiacchiere con la dottoressa Kadowaki.

Una volta arrivato alla porta di ingresso dell’edificio sentì due voci provenire dall’interno.

“Ecco fatto! Ma dovrai fare attenzione la prossima volta!” si raccomandò la dottoressa.

“Non si ripeterà, la prossima volta mi guarderò bene le spalle!” esclamò una voce femminile.

“Hai un metabolismo decisamente forte, il taglio è già rimarginato.”

Volkov entrò in infermeria e vide che la seconda voce apparteneva a Rinoa.

“Ciao!” lo salutò la ragazza sorridendo.

Il ragazzo notò che Rinoa aveva una fasciatura sull’avambraccio destro.

“Mi ha colpita un Archeosaurus alle spalle!” disse vedendo che la stava osservando “Ero un po’ distratta!”

“Sei ferito anche tu?” chiese la donna posando delle fasce sterili.

“Sono venuto per parlare con lei.”

“Allora vi lascio soli!” esclamò Rinoa salutando i due mentre usciva dalla stanza.

La donna si voltò verso il ragazzo con uno sguardo interrogativo “Da quando mi dai del lei?”

“Davanti alla ragazza…”

“Si è vero, non ci pensavo! Sai, non ti aspettavo così presto.” disse la dottoressa andando a sedersi dietro alla sua scrivania.

“Non avevo niente di meglio da fare…”

“Allora, di cosa vuoi parlare?”

“Volevo solo chiederti una cosa.” disse il ragazzo sedendosi sulla scrivania “Cosa avete detto a Fujin? E cosa ne pensa?”

“Non sa assolutamente niente. Edea, Cid ed io abbiamo preferito che fossi tu a dirgli come stanno le cose.”

“Avete fatto bene.”

“Non avevamo altra scelta! Non credo ci avrebbe creduto.” così dicendo scosse la testa.

L’interfono dell’infermeria suonò e la donna rispose “Si?”, il ragazzo si guardò intorno: l’infermeria si era ingrandita ed

ammodernata rispetto a come la ricordava lui.

“Va bene, arrivo subito!”

“Cos’è successo?”

Kadowaki sospirò “Uno studente si è ferito utilizzando una magia durante una lezione!”

“Hyne ci scampi dalle nuove generazioni!”

La dottoressa si mise a ridere ed insieme uscirono dall’infermeria, e mentre una si dirigeva verso l’ascensore l’altro s’incamminava verso il dormitorio.


  
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