Emma stringe al proprio petto il mazzo di rose che lei avrebbe voluto ricevere un giorno,da Graham. Certo,quando si sarebbe decisa a permettergli di abbattere il muro che la separa dal resto degli esseri viventi. Cosi Mary Margaret ha chiamato il suo modo di retrocedere quando i sentimenti rischiano di prendere il sopravvento. E avrebbe tanto voluto che fosse più spesso ed alto,quel muro.
Muro che l'ha accompagnata in tutta la sua vita.
Muro che mentre poggia le rose accanto alla lapide dello sceriffo-Ex sceriffo.,si corregge mentalmente Emma-sembra crollare come se fosse fatto di carta,anche se il dolore che provoca nella caduta è simile a quello di rocce che ti trapassano da parte a parte,ti riferiscono e ti fanno sanguinare fino a quando non ti ritrovi completamente coperto sotto le loro macerie dove è impossibile respirare o chiedere aiuto.
E la sensazione che Emma sta provando dal momento in cui ha visto Graham perdere la luce negli occhi che ha sempre trovato dolci e affascinanti insieme al suo sorriso mentre le diceva qualcosa che ora vorrebbe tanto capire-Mi ricordo,grazie-è esattamente questa,se non peggio.
Ha paura adesso,ne ha tanta. E sente già la sua mancanza.
Lui aveva scoperto qualcosa. Aveva ricordato qualcosa.
E lei,che all'inizio non gli ha creduto come meritava,ha bisogno di sapere cos'era.
E,soprattutto,ha bisogno di ricostruire il suo muro. Forse più di uno questa volta.
-Sai...ho mentito la mattina scorsa,credevo mi avessi mandati dei fiori e...avrebbero funzionato,in realtà.-
Emma sorride,consapevole che le sue nuove mura saranno ricoperte dai fiori mai ricevuti da parte di Graham.