Questa fanfiction necessita di recensioni, perché non scrivo
da tempi immemori ed il mio animo necessita di pareri umani.
Sì, sto pregando per una recensione che metta a nudo ogni
angolo di questo respiro scritto; e potrei sembrare molto
arrogante.
Suite bergamasque.
Descrizioni di attimi nascosti.
Matt
guarda con attenzione la
porta a soffietto di vetro che gli si staglia di fronte e nota sorpreso
che è
rotta da un lato; una stretta visuale gli lascia intravedere
un’ombra, ed un
odore delicato lo stuzzica. Le possibilità del destino gli
si dispiegano davanti
sottoforma di carte: come quelle delle veggenti. E le vede, Matt, con
chiarezza. Ha l’assoluta certezza di trovarsi in uno di quei momenti
della vita per cui o stai fermo o ti muovi, e – sapete
– a lui la staticità non è mai
piaciuta. Il giovane cammina , trascinando i
piedi nudi sulla moquette beige, con il suo solito atteggiamento
semi-scoliotico che lo rende quasi aggobbito, accartocciato su se
stesso. E sbircia,
Matt, dal lembo di visuale che gli si presenta agli occhi spalancati
azzurri
ammoniaca. Sotto gli occhi azzurri ammoniaca del giovane Matthew il
tempo si
ferma, come in una fotografia di Cartier-Bresson; come in bianco e
nero, nella
mente si cuce con grazia un’immagine. Sente d’un
tratto la leggerezza della
staticità, e distrugge le convinzioni del momento prima
– com’è possibile? Bella,
l’immobilità.
Matthew,
odore di croissant
caldo di sfoglia croccante delle nove e mezza, avvolge con gli occhi la
schiena
bianca che dispettosa gli nasconde il volto della figura che si staglia
al di
là di quella porta.
Quella
schiena tirannica, ricoperta da piccoli minuscoli puntini rossi come
ribes – pelli delicate, i biondi –, diventa
bersaglio dell’odio del giovane
Matt. Nella vasca da bagno dorata e laccata, con i piedi di leone,
nella quale
galleggia quel corpo bianco, ciondola anche una testa, riccioletti
biondi
ancora asciutti e nuca puntellata di spumoso bagnoschiuma odoroso;
odore d’ibisco,
da quella vasca.
Le
mani di Matt, ferme sulle
rifiniture lignee della porta, tremano, anche se grandi e sinuose,
tremano come
foglie freddolose e sudano, sì, sudano e scivolano sulla
porta. Gli occhi vispi,
nascosti tra le ciglia arruffate d’emozione, sbirciano tra il
vapore e guidano
la mente più vicino alla figura. Più vicino,
più vicino. Un movimento di mani
del ragazzo immerso è un rumore amplificato, nel religioso
silenzio del bagno. È
un’inondazione che colpisce l’orecchio pronto di
Matt. E quando una mano
naufraga spunta dal quel mare, Matt lo sente: sente dentro
sé il calore di
mille bagni bollenti, e mille mille caldi sospiri. Dalle guancie il
calore gli
imporpora anche il cuore. Vergognoso voyeur, Matthew nota il lembo di
pelle
estremamente chiaro di una clavicola, e il caldo fuoco dal cuore
pellegrina più
giù, nel limbo dello stomaco, dove rimane per un
po’, sciabattando sulla sua
anima con veemenza. Le gambe del giovane Matt fremono, stanche, e la
mente
viaggia nei sentieri ignoti che quella schiena gli propone;
circumnaviga un neo
che sosta sul lato sinistro del collo, fino ad arrivare a quella che
sembra una
lussatura sulla spalla destra. L’immaginazione tratteggia
quella presenza, che
ora potrebbe essere un dio, tanta eleganza sembra possedere. Il tepore
della
libido abbandona lo stomaco, ed è lì, finalmente,
più giù. Ad irradiare di
piacere il giovane Matt, che ha lasciato in terra i suoi spartiti
sporchi d’inchiostro
nero, che s’allenta il fiocco all’anarchico che ha
in gola, che respira con
forza contro la porta. Gli spiragli azzurri dei suoi occhi si chiudono,
e la
vedono ancora, quella schiena ribes…la vedono mentre
s’alza, voluttuosa, e
mentre i capelli miele non più asciutti non gli lasciano
vedere il volto di
quel ragazzo. Matt percorre nella mente i particolari che la visione di
quel
petto gli offre, l’ombelico rigonfio su se stesso come quello
degli angeli
botticelliani, i peli che si dirigono sempre più
giù, lì dove l’acqua ancora
copre. Le labbra! Le labbra un po’ più scure e
semiaperte, le labbra che quando
respirano giocano con l’aria, e sono incurvate in un
sorrisetto da satiro. Ed è
mentre la lingua del ragazzo si mostra, tra un gocciolina
d’acqua che cade con
lentezza raggelante, leccando le labbra perfette, che Matt ansima.
È un soffio,
ma basta a far riaprire gli occhi del giovane Matthew che, spaventato
alza le
mani e stacca la fronte dalla porta lignea sulla quale
l’aveva inconsciamente
poggiata, a spiare quel momento dolce come siero. È un
soffio, eppure in quel
tipo di silenzio cattivo che avvolge tutti i tesori ben nascosti, si
sente con
chiarezza. Il ragazzo nella vasca è ancora di spalle: Matt
sorride quando s’accorge
che la sua mano penzola dal bordo di ceramica della vasca. Dorme,
avvolto nella
schiuma, e il suo respiro si sente, come quello di Matt, che oramai
ridacchia.