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Autore: juls_hy    29/12/2011    9 recensioni
"Si può sapere perché non vuoi darmi quella pillola? Questa è una situazione critica, maledizione!" esclamò Conan esasperato.
"Da quando il compleanno della tua bella è annoverato nella lista dei momenti topici?" replicò Haibara.
"Da quando sono costretto a vederla si e no una volta ogni millennio per colpa di due dannati corvi che mi hanno combinato così!"
"Ti ricordo che sono nella tua stessa situazione, ma non faccio tutte queste storie"
"Perché tu non hai una campionessa di karate alle calcagna!"
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La distanza di un respiro
Dedicata a Kuruccha. Thanks to Jen, Velenia.





Capitolo 1
Bentornato






« Scordatelo »
Era stata una bambinetta dai capelli castani a parlare. La sua espressione era irremovibile, non sembrava disposta a cedere.
« Avanti, Ai, solo per questa volta. Ne ho bisogno! » supplicò Conan avvicinandosi a lei per rendere la sua figura minuta più visibile.
Ai non lo guardò, concentrata sullo schermo del computer del professor Agasa. A dire il vero non si prese neppure la briga di rispondere.
« Se non mi faccio vedere è la volta buona che si arrabbia sul serio » incalzò il bambinetto, disperato.
« Hai paura che non ti rivolga più la parola o di uno dei suoi famosi calci, Kudo? Dì la verità »
Conan la guardò truce lasciando cadere le braccia lungo i fianchi.
« Non è divertente, Haibara. » sibilò.
« Non sto ridendo infatti »
Ed era vero. Veder ridere Ai era una rarità. Aveva sempre quell'espressione malinconica e pensierosa che la faceva sembrare molto più adulta di quanto avrebbe dovuto essere una bambina di sei anni.
« Si può sapere perché non vuoi darmi quella pillola? » esclamò Conan esasperato. Ai si prese tutto il tempo per girare sulla sedia e voltarsi verso di lui.
« Te l'ho già spiegato. Il tuo corpo sta iniziando ad abituarsi al farmaco e più lo prendi meno fa effetto. Devi tenerlo per le situazioni critiche o non potrai più tornare te stesso se non per pochi secondi. E' chiaro adesso? » descrisse con calma piatta.
« Ma questa E' una situazione critica, maledizione! » incalzò Conan.
"Da quando il compleanno della tua bella è annoverato nella lista dei momenti topici?"
"Da quando sono costretto a vederla si e no una volta ogni millennio per colpa di due dannati corvi che mi hanno combinato così! »
Ai alzò un sopracciglio lievemente sorpresa. Era raro vedere Conan così agitato quando non si trattava di un caso da risolvere. D'altronde avrebbe dovuto esserci abituata. Si stava parlando di Ran.
« Ti ricordo che sono nella tua stessa situazione, ma non faccio tutte queste storie »
« Perché tu non hai una campionessa di karate alle calcagna! »
Ai non rispose. Si, era vero. Non era braccata da una fidanzatina di cui sentiva la mancanza, doveva accontentarsi degli uomini in nero. Ma superata la loro ombra per lei c'era il nulla. Nessuno ad aspettarla, nessuno a chiedersi dove fosse o come stesse, se non le medesime persone che la volevano morta. Forse davvero non avrebbe mai potuto capire. Indecisa su come rispondere, venne salvata dal rientro del professore che spalancò la porta di botto precipitandosi dentro bagnato fradicio. Fuori doveva aver ripreso a piovere. Ne approfittò per avvicinarsi a lui offrendosi di stendere il cappotto e scrollare l'ombrello. Conan la guardò darsi da fare impotente con un sentore di amaro in bocca che minacciava di manifestarsi da un momento all'altro.
« Allora Shinichi, hai parlato con Ai? »
La voce del professore gli giunse da molto lontano. Si era avvicinato a lui sedendosi davanti al computer dove prima aveva preso posto Ai, mentre la bambina era sparita nel laboratorio. Annuì in silenzio.
« E allora? »
« Allora niente »rispose il bambino con una nota di stizza nella voce.
Agasa sospirò scoccando uno sguardo alla porta del laboratorio. Sembrò indeciso sul da farsi, ma infine riprese la parola.
« Io credo sia un po' gelosa »
Conan si voltò si scatto, sorpreso.
« Gelosa? Che vuoi dire? »
« Beh, hai dichiarato di voler rischiare l'unica cosa in grado di farti tornare te stesso solo per festeggiare il suo compleanno. Io non credo sia una cosa da niente. E Ai è pur sempre una ragazza... »
Per quanto avesse cercato di spiegarlo chiaramente, Conan guardava ancora il professore con un'espressione ebete da manuale. L'uomo sospirò.
« Lasciamo stare. Che intendi fare adesso? »
Conan si esibì in un'alzata di spalle.
« Non ne ho idea. Devo pensarci. »
Il professore annuì.
« Fammi sapere se posso aiutarti. Le mie invenzioni sono a tua disposizione »
"Mi servirebbe un miracolo, altro che invenzione » sospirò il ragazzino recuperando cartella e ombrello e dirigendosi verso la porta.
« Torno da Ran. Ci vediamo stasera »
« D'accordo »


Aperta la porta trovò Ran ad aspettarlo ai fornelli, come al solito. Stava preparando le sue fettine di carne preferite. La osservò per un po', mentre la sua mente cercava febbrilmente una soluzione al problema.
« Bentornato Conan! »
Il ragazzino trasalì, ma si riprese subito.
« Che succede? Qualcosa non va? » chiese Ran.
« No... No, tutto bene. Fa un po' freddo fuori »
« Ma guarda, hai il cappotto tutto bagnato. Levatelo e dammelo che lo stendiamo dai. E vai a metterti qualcosa di asciutto che è quasi pronto »
Sembrava allegra. In realtà era d'umore solito, ma a lui, che si sentiva tremendamente in colpa, le cose apparivano amplificate.
Quando tornò in cucina, cambiato di tutto punto, si sedette sul suo solito cuscino e poggiò un gomito sul tavolo.
« Kogoro? »
« E' a casa di un ex-compagno di università. Solita serata mah jong »
« Capisco »
Ran posò un piatto di carne davanti a lui, guardinga. Probabilmente aveva fiutato qualcosa così si affrettò ad alimentare il discorso.
« Cucinerai la torta di fragole anche quest'anno? »
Era una tradizione. Al suo compleanno aveva sempre preparato quel dolce con cura aggiungendo ogni anno un numero diverso di fragole. Ognuna di esse corrispondeva a un desiderio. Perso nei suoi pensieri si rese conto troppo tardi di aver detto una frase di troppo.
« Come fai a conoscere la mia torta, Conan? »
Il bambinetto si fece piccolo piccolo e accampò una scusa veloce sul momento.
« Ecco... me ne ha parlato Shinichi, è ovvio. L'ho sentito proprio questa mattina e mi ha chiesto se la stavi preparando » disse tutto d'un fiato con l'espressione più angelica che riuscì a racimolare.
Ran sembrò convinta e le rughe createsi sulla fronte si spianarono.
« Hai sentito Shinichi? » chiese incerta.
« Si, voleva sapere come andavano le cose »
« E perché non ha chiamato me? »
« Beh, ci ha provato, ma non ha risposto nessuno. »
« Strano, sono stata qui tutto il giorno »
« Forse ha chiamato mentre facevi la doccia »
Ran ci pensò su qualche istante.
« Si, hai ragione »
Conan tentò di sorridere, ma gli uscì talmente male che dovette affogare quella specie di ghigno forzato nel piatto, trangugiando un pezzo troppo grosso di carne. Tossendo guardò di soppiatto Ran. Se ne stava seduta al suo posto pensierosa.
« Speriamo che riesca a venire... » la sentì sussurrare, ma preferì distogliere lo sguardo da lei e concentrarsi sulla televisione.
In quel momento sentì uno strano groppo in gola togliergli l'appetito.


La mattina dopo aveva deciso il da farsi. Se Ai non voleva dargli il farmaco se lo sarebbe procurato da solo in un modo o nell'altro. Aveva chiesto al professore di portarla a fare un giro in modo da lasciare la casa libera e così aveva fatto. Quando arrivò sul posto era completamente deserto. Conan non perse tempo e scese nel laboratorio avvicinandosi ai cassetti. Sapeva dove Ai teneva le pillole, ma la parte più difficile sarebbe stata trovare le chiavi. Di scassinarlo non se ne parlava, un po' perché non poteva lasciare tracce, un po' perché non era sicuro ci sarebbe riuscito trattandosi di un'invenzione del professore. Sospirò guardandosi intorno e pregando che Ai non avesse le chiavi con sè. Ci ragionò su incrociando le braccia al petto e continuando a camminare su e giù per la stanza. Poi ebbe l'illuminazione. Si diresse sicuro alla sedia davanti il computer, quella con le rotelle, e la capovolse. Smontò la parte posteriore removibile della seduta e sorrise: eccola lì. Le cose che usava di più Ai erano il computer, quella sedia e un altro paio di oggetti che, tuttavia, non avevano scomparti nascosti. Non era stato difficile individuarla. Certo, se era stato così semplice per lui era ovvio che lo sarebbe stato anche per gli uomini in nero, ma se fossero arrivati lì avrebbe significato morte certa per tutti comunque per cui era inutile preoccuparsi di quelle pillole. Soddisfatto staccò lo scotch e tirò via la chiavetta avvicinandosi al cassetto. Lo aprì ed individuò subito il cilindro bianco contenente il farmaco. Lo aprì e rimase sorpreso: all'interno c'era una sola pillola. La prese interdetto e la osservò. Non c'erano dubbi era proprio lei, ma dov'erano finite le sue compagne? Strano, trattandosi di Ai tutto era possibile. Magari stava facendo qualche strano esperimento. Richiuse con cura scatola e cassetto, conscio del fatto che presto avrebbe dovuto incorrere nelle ire della bambinetta, ripose la chiave e aggiustò tutto nei minimi particolari. Almeno ci avrebbe messo un po' ad accorgersene e a lui serviva un solo pomeriggio. Uscì trafelato, guardandosi intorno come un ladro e quando constatò che la casa era ancora vuota tirò un sospiro di sollievo. Era fatta!


Comprare un regalo a Ran fu il compito più semplice. Aveva notato in una vetrina sulla strada di casa, un braccialetto che di sicuro le sarebbe piaciuto. Un piccolo cuore d'oro pendeva lungo la circonferenza, da un gancetto, e il laccio era di un rosso vivo. Quando uscì dal negozio con il pacchetto aveva un sorriso a 32 denti stampato in volto e aveva praticamente rinchiuso in un cantuccio l'immagine della faccia irata di Ai che l'aveva tormentato per tutto il tragitto. Tornato trovò Kogoro addormentato sulla scrivania, molto probabilmente ubriaco. Ran era ancora agli allenamenti di karate e non sarebbe tornata prima delle sei. Aveva tutto il tempo di sistemare le sue cose e lasciare un biglietto avvertendola che avrebbe fatto una gitarella di due o tre giorni con il professore. Era ora di mettere da parte Conan Edogawa e lasciare spazio a Shinichi Kudo, il detective dell'est, o, in quel caso, l'amico d'infanzia.


Passò la notte in casa sua, nella camera perfettamente linda che Ran aveva pulito pochi giorni prima in attesa del suo ritorno. Era davvero premurosa. Sorrise tirando via le coperte e scendendo dal letto. Erano le otto del mattino di una domenica di Ottobre. Si stiracchiò e si diresse in bagno, accendendo la luce. Nonostante fosse mattina il sole non filtrava abbastanza dalle imposte così doveva far ricorso all'energia elettrica. Si fece una doccia veloce, cercò di pettinarsi alla meglio i capelli arruffati e indossò un abito adatto a quel giorno. Aveva preso il farmaco solo poche ore prima per cui aveva tutta la giornata davanti a sè. Che meraviglia riavere il proprio corpo! Sorridente si diresse in cucina per fare colazione, ma il campanello lo fermò. Chi poteva sapere che era in casa? Si avvicinò di soppiatto alla porta e spiò dall'occhiolino.
« Ran! » esclamò aprendo la porta di scatto.
Come sempre il giorno di un'occasione speciale veniva a suonare il campanello sperando fosse in casa.
« Sei tornato... » sussurrò Ran spalancando gli occhi.
« Sei tornato davvero »
« Si, beh, sono arrivato ieri sera tardi, non ho avuto il tempo di avvertirti »
« Non importa »
Il sorriso felice della ragazza lo lasciò quasi senza fiato e dovette tossicchiare per riprendere il dominio sulle sue emozioni.
« Beh, entra » la invitò scostandosi per farle spazio.
Ran, dal canto suo, non se lo fece ripetere due volte e accolse l'invito. Quante volte era entrata in quella casa da bambina e quante serate giocando vi aveva passato. Era durante quei momenti che aveva imparato ad apprezzare Shinichi, era in uno di quei momenti che per lei era scoccata la scintilla. La ragazza si diresse istintivamente in cucina e quello che vide la fece sorridere.
« Cos'è questa? » chiese ridacchiando.
« La mia colazione »
« Un toast rinsecchito e un succo? »
Shinichi fece spallucce: non aveva nient'altro a casa, doveva accontentarsi. Ran sospirò e posò la sua borsa sul tavolo tirando fuori un sacchettino chiuso da un fiocco.
« Avrei dovuto portarla a Sonoko, ma farò un'eccezione » sorrise scoprendo un porta pranzo pieno di piccoli cornetti, marmellata, toast imburrati e miele. Scavando ancora nella borsa tirò fuori persino una bottiglia di latte.
« Cos'è, hanno buttato Suzuki fuori di casa? » chiese Shinichi divertito dalla mole di roba.
Ran portò le mani ai fianchi e subito dopo lo puntò con l'indice.
« Fai poco lo spiritoso, signorino. A quest'ora saresti ancora qui a sgranocchiare pane secco »
« Toast prego »
« Toast secco »
Si guardarono per qualche secondo e subito dopo scoppiarono a ridere all'unisono. Appena l'ilarità si fu consumata, però, cadde un silenzio imbarazzato. Ran sembrava voler dire qualcosa.
« Beh, Shinichi, a dire la verità io... volevo... »
« Verrò » rispose lui senza farla finire.
« Davvero? » si illuminò Ran.
« Promesso » le fece un occhiolino e azzannò un cornetto con voracità.
Ran lo guardò per qualche secondo e ringraziò il cielo per quel piccolo frammento di normalità. Per un attimo le era sembrato tutto come un tempo, quando lui la accompagnava ancora a scuola, quando poteva vederlo ogni giorno, quando perdevano pomeriggi a litigare per poi riappacificarsi. Sospirò chiudendo gli occhi e riprese la borsa, allegra.
« A più tardi allora »
Shinichi bofonchiò qualcosa con la bocca piena e la salutò con un gesto della mano. Soltanto quando fu uscita si permise un sorriso soddisfatto. Stava andando tutto secondo i suoi piani. Ai esagerava a preoccuparsi in quel modo. Sarebbe andato tutto alla perfezione, ne era sicuro.

Ma si sbagliava. Si sbagliava di grosso.


PAIRING: Ran/Shinichi FANDOM: Detective Conan PERSONAGGI: Gosho Aoyama







_________l'angolo della juls ★

la prima ff nel mio nuovo profilo, sono emozionata *w* Per questa idea devo ringraziare Kuruccha e la sua magnifica FF che vi consiglio di leggere. Grazie a lei ho avuto il lampo di genio - si fa per dire XD - di questa storiella molto lovelove con una delle mie coppie preferite in assoluto. Grazie anche a Vero che mi ha consigliato di farne una storia a capitoli invece di una one-shot - Ero così indecisa ! - e a Jen che ci ha dato la prima letta. Ebbene si, saranno per l'esattezza 3 capitoli. Non tirerò in ballo molti altri personaggi, perché ho deciso di concentrarmi più sui protagonisti. Ho cercato di caratterizzarli sulle orme del nostro caro Gosho e spero vivamente di esserci riuscita senza sfociare nell'OOC. Sicuramente il personaggio più difficile da tenere a bada è stato proprio Shinichi. E' difficile renderlo in tutte le sue sfaccettature, soprattutto se sei abituata a figurartelo nel manga. Già tremo al pensiero di dover scrivere come si deve la parte finale. I finali mi spaventano sempre un po' XD
Bene, con questo è tutto.
Passo e chiudo.
juls
   
 
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