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Autore: lotti_    29/12/2011    3 recensioni
Hermione alle prese con un indagine al Manor, e in testa solo Malfoy. In pratica un binomio perfetto se non fosse che lui è scomparso dopo quell'incontro/scontro nel corridoio senza lasciare tracce. Ma si sa, a casa malfoy nascondere segreti è sempre stata un abitudine dura a morire.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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ovviamente i personaggi appartengono a JKR, in un ideale continuo dopo il settimo libro.




- One Step Closer -





I have died everyday waiting for you

Darling don’t be afraid
I have loved you
 for a thousand years,
 I’ll love you for a thousand more.





Si struggeva dal desiderio di sapere cosa si agitasse in quel momento nell'animo di lui, in che modo egli pensasse a lei e se, ad onta di tutto, gli fosse ancora cara. Forse era stato gentile perché si sentiva a suo agio, eppure c'era stato quel non so che nella sua voce che non somigliava a un senso di agio. Non avrebbe saputo dire se, vedendola, egli avesse provato più gioia o più dolore, ma quel ch'era certo era che non l'aveva veduta con animo indifferente.
L’unica cosa certa è che non riusciva a smettere di pensarci.
Il Manor era incredibilmente silenzioso, ma non cupo come si era immaginata.
“Miss Granger, da dove vuole cominciare?”
La voce ovattata del responsabile del Ministero la distolse dai suoi pensieri, riportandola ad uno stato di semicoscienza, ancora non del tutto libera dai suoi tumultuosi ricordi.
“Credo sia opportuno andare con ordine, io seguirei il corridoio centrale, stanza per stanza”.
L’uomo, leggermente brizzolato ma con un’aria pacifica, nonostante l’enorme competenza annuì seguendo le sue indicazioni, poi fece cenno alla sua squadra di seguirlo lasciandola sola al centro del salone.
Lo aveva scelto volutamente, era rinomato per la sua bontà d’animo e la sua ligia fede nel dovere, e quindi, forse, non avrebbe infierito inutilmente su quella proprietà, appartenuta a maghi un tempo considerati oscuri ma non per questo da punire.
Ma cosa stava pensando? Perché continuava ad avere quell’illogico ed innato senso di pietà per i coniugi Malfoy?
Aveva saputo dai giornali la notizia della tragica scomparsa del figlio, forse tra le vittime probabili della battaglia il cui corpo non era stato ritrovato, il che la fece pendere a favore di Draco, che probabilmente era stato fatto fuori da qualche seguace di Voldemort, non essendo “I buoni” capaci di una tale mostruosità, anche se in guerra.
Eppure...
Non poteva non ripensare a quello che era successo, in effetti non aveva mai smesso. Per questo motivo aveva seguito da vicino il caso Malfoy, e le successive incarcerazioni di entrambi i coniugi, fino a che Harry, inaspettatamente, aveva posto il suo veto su Lady Malfoy, alla quale sarebbe stato permesso di ritirarsi nella sua dimora, mantenendo un decoro sociale e i suoi beni grazie ad un gesto materno.
Forse in quella casa qualcuno aveva del sangue non contaminato nelle vene. Forse più di uno.
Fece un profondo sospiro guardandosi attorno, quel salone, probabilmente secondario, non doveva essere molto utilizzato, ma manteneva un’idea di calore completamente inaspettata per quella casa. Si avvicinò alla finestra, sfiorando appena le tende di broccato in perfetto stile francese come il resto dei mobili della stanza.
Come avrebbe fatto a valutare se niente di oscuro permaneva in quella casa? Solo l’atmosfera che si celava lo era. Per non parlare dei libri, ogni stanza ne era illogicamente invasa, come se non avessero resistito dal leggere in continuazione.
Chissà di chi era quel vizio, così suo.
Potevano essere realmente così simili?
L’odore della carta la attrasse e cominciò a far scorrere le dita sulle copertine rifinite ed eleganti contenute nella libreria a muro che circondava un lato della stanza.
I suoi occhi caddero improvvisamente su un piccolo libro dalla copertina sbiadita e consunta, lasciato abbandonato tra altisonanti titoli finemente decorati.
Trascinò la scala a parete poco distante lì davanti, poi salendo il primo scalino si allungò per afferrarlo. Reclamare un libro con la magia era sempre l’estremo aiuto, il gesto spontaneo di afferrare con le mani, così babbano ma così da lei, la lasciò completamente stupita: la parete di libri, favolosa architettura magicamente celata, rivelava adesso una porta nascosta.

Una lieve vertigine la scosse, ritrovandosi a scivolare per colpa di un pavimento dissestato, venne letteralmente catapultata ad un piano sotterraneo.
Estrasse dalla tasca posteriore una cartina, precisamente la planimetria della casa che le era stata consegnata al Ministero e che aveva studiato dettagliatamente.
Quella parte della casa, in effetti, non esisteva.
Con un incantesimo si fece luce, notando che davanti a lei continuava un piccolo corridoio percorso da cornici deserte, eccetto che per un anchilosato vecchietto che dormiva su una poltrona in un salotto. Si avvicinò al quadro per avere ulteriori informazioni ma questo al tocco si trasformo in un passaggio, spalancandosi senza indugio probabilmente a causa della guardia sopita.
Le venne da ridere pensando alle tiritere che la signora grassa le aveva fatto negli anni nonostante sapesse benissimo chi appartenesse alla casa dei Grifondoro.
La risata spontanea le si bloccò sul volto alla vista dell’interno della stanza: Draco Malfoy, elegantemente seduto su un divanetto davanti ad un camino, stava sfogliando svogliatamente un libro.
“Ok, sono ufficialmente morta e questo deve essere il mio inferno personale.”
Il tonfo sordo del libro, adesso abbandonato sul tappeto le fece alzare lo sguardo, incontrando gli occhi di lui, stupiti ed espressivi più che mai.
Era vivo. Ed era senza parole.
Quello non poteva essere Draco Malfoy.
“Granger, qui l’unico che deve lamentarsi sono io, mi hai fastidiosamente interrotto e hai persino violato la mia privacy”.
In effetti, poteva esserci una certa somiglianza con Malfoy.
“Noto con dispiacere che gli anni passano, ma le tue maniere stentato a migliorare, vuoi abbassare quella bacchetta o hai intenzione di minacciarmi in casa mia senza neanche esserti fatta annunciare?”
Quello era decisamente Draco Malfoy.
Indispettita abbassò la bacchetta, che aveva mantenuto saldamente tra le dita come ultimo appiglio alla realtà. Mille domande a cui non era riuscita a dare risposta le urlavano del cervello.
“Malfoy, mi spieghi dove diamine siamo? E dove sei sparito in tutti questi anni? Ma ti sembra questo il modo...” due dita gelide, appena premute sulle sue labbra la zittirono all’istante.
“Granger posso chiaramente vedere le rotelline di quel tuo cervello ingegnoso arrovellarsi e sfregolare tra di loro, ora, se finalmente vuoi dare libero sfogo alle tue, spero non desuete, buone abitudini, se esistono s’intende” - e l’afferrò per il polso strattonandola verso di lui premendo l’altra mano sulla sua bocca a coprire l’incessante fiume di ribattute che stava per partire, - “cosa di cui dubito fortemente viste le tue maniere, ti pregerei di sederti e di darti una calmata in modo da poter fare una civile conversazione”.
Così dicendo l’aveva gentilmente, alla maniera Malfoy, fatta accomodare sul divanetto dove era poc’anzi sdraiato, sedendosi poco distante.
Delle lacrime, copiosamente, avevano iniziato a scendere sulle guance di lei.
Con un gesto istintivo lui si era avvicinato e le aveva raccolte tra le dita, ingentilendo lo sguardo.
“E’ possibile che quando finalmente riesco ad averti tra le mie braccia devi sempre scoppiare a piangere?”
Una risata, tra i singhiozzi silenziosamente soffocati contagiò anche lui, poi con uno slancio improvviso lei lo strinse a se.
Draco non si mosse, quasi come se temesse che fosse tutto così surreale da poter svanire nel nulla, come in un sogno.
Si sentì afferrare per le spalle provando quasi dolore, e fece un profondo respiro annusando il profumo dei suoi capelli, sfiorandoli appena con le dita di una mano.
“Anche tu mi sei mancata”
I singhiozzi aumentarono e lei si sentì afferrare a sua volta, per essere allontanata.
La paura di vederlo svanire, come era successo anni prima, le fece istintivamente artigliare quei polsi che gentilmente la stavano allontanando, quasi per imporsi.
“Non lasciarmi, non ancora”
Lui allungò nuovamente una mano, le dita adesso calde sfiorarono la guancia arrossata dal pianto per poi adagiarsi completamente su di essa.
“Non è assolutamente mia intenzione”
Il fremito di paura della sua bocca venne trattenuto da due labbra calde, adesso adagiate sulle sue.
Se aveva spalancato realmente le porte per l’aldilà quello evidentemente doveva essere il Paradiso.




All along I believed I will find you

time has brought your heart to me,
 I have loved you
 for a thousand years,
  I’ll love you for a thousand more







con la scusa dei "casi e destini" sono tornata su una vecchia storia,questo è un ideale "parecchi anni dopo" rispetto a un altra one shot che ho scritto (che sarebbe Niente è come sembra) , mi piace pensare che le cose tra loro in qualche modo finiscano per risolversi.(probabilmente è il mio solito desiderio dell'happy ending che pressa)

L'inizio in corsivo è nientedimenochè  miss Jane Austen, ed era la traccia da seguire come da richiesto per le  disgraziate trascinatrici delle Blue Ladies (non c'è da aspettarsi niente di meno!)

in ogni caso dramione per la fine dell'anno, dramione tutto l'anno? ma speriamo!xD

  
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