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Autore: Anniza    29/12/2011    4 recensioni
1998. Adam, 17 anni, rinchiuso in un Istituto e sfruttato come cavia per esperimenti. Fuggire, vivere, lasciarsi tutto alle spalle e dimenticare è l'unica cosa che desidera. Poi, durante il suo viaggio, incontra Mia... Ah, approposito: Ciao. Io sono M. E quello che state per leggere è il diario di Adam.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao. Io sono M.
Se stai leggendo queste righe, complimenti, sei già sulla buona strada perché, che tu lo voglia o no, ci sei dentro, credimi.
Mi chiamo M e non posso dirvi nulla di più su di me. Primo, perché potrei correre grossi rischi, secondo, perché in effetti non sono io la protagonista di questa storia.
Se dovessi narrare i fatti dal principio probabilmente chiudereste questa pagina prima di arrivare a leggere la parte più importante, perciò partiamo da due giorni fa, quando il “postino” mi consegnò una busta con il mio nome sopra, senza francobollo e indirizzo di provenienza, dileguandosi velocemente con un sorriso. All’interno c’erano: un diario, una cassetta registrata, una rosa e un biglietto con il nome di questo blog, fornito di mail e password.
Il diario - datato 1998 - è di certo l’oggetto più prezioso, perché racchiude un segreto che perdura da anni e sul quale ho fatto molte domande circa il proprietario e ciò che gli accadde dal giorno della sua fuga dall’Istituto ad oggi, domande che a quanto pare sono arrivate fino al solo che poteva fornirmi le risposte (ringrazio H, R e in particolare A per il passaparola), ovvero lo stesso Adam, che ha deciso di “spedirmi” la sua storia e di rendere partecipi anche voi.
So che molto di ciò che ho scritto vi risulterà incomprensibile al momento, perciò ora vi lascio al primo pensiero di Adam.
Sicuramente lui saprà spiegarvi meglio di me.
Se ci sei fai un fischio. A riscriverci, M.

22 febbraio 1998
Non so cosa mi abbiano fatto questa volta. Cosa comporterà. Ho dormito per ben 32 ore dopo l’intervento, e quando due ore fa ho tolto le bende dagli occhi tutto ciò che vedevo era scuro e sfocato. Sono crollato sul letto dopo cinque secondi, tenendomi la testa fra le mani per il dolore. Non sono uno che si lamenta - i medici quì lo sanno bene - ma è stato come sentirsi conficcare degli spilli negli occhi… il che, pensandoci, è letteralmente capitato in passato.
Vedo ancora come attraverso un vetro appannato, ma da quel poco che ho intravisto dallo specchio del bagno non sono messo bene: la pelle attorno agli occhi è molto arrossata, una ramificazione di segni rossi e gonfi che parte dagli occhi e arriva alla tempie, come dei graffi. Brucia.
Non so perché io abbia deciso di iniziare a scrivere proprio sta sera, nelle condizioni in cui sono. Ho sempre avuto quaderni a portata di mano, ma non ho mai scritto di me. A quello ci pensano i medici: mi monitorizzano quasi tutto il tempo.
In effetti, tutto ciò non ha senso. Perché dovrei scrivere di me? Io esisto, e basta. Non ho niente da dire, e nessuno comunque mi ascolterebbe.
Adam
----- Blog di M: http://iosonom.blogspot.com/
  
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