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Autore: Rilletta_    29/12/2011    4 recensioni
I just wanna love you like a friend would do.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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To Be Loved

“Hey! Dove stai andando?!”, chiese Louis vedendo il suo amico che si avvicinava alla porta.

“Vado da Caroline, dormo da lei.”

Harry lo guardò negli occhi, Louis sapeva cosa voleva dire quello sguardo.

Avrebbe dovuto coprirlo nel caso in cui Anne avesse chiamato a casa.

“Hazza, sai che se chiama Anne dovrò mentirle e non mi piace la cosa. Per favore. Avvertila tu, almeno starà tranquilla.”

“Si, come no. E magari le chiedo anche se domani mattina ci porta la colazione a letto. Louis, ma per favore. Ti chiedo solo questa piccola cortesia.”

“Sai che non è solo questo.”

I due ragazzi rimasero a fissarsi per una manciata di secondi e il più grande tornò a parlare.

“Harry, tua madre ha ragione. Caroline non va bene per te. È troppo più grande e tr…troppo diversa da te.”

Sul viso del riccio si dipinse una smorfia rabbiosa.

“Cosa stavi per dire?!”, disse avvicinandosi in modo minaccioso.

“Lo sai benissimo cosa stavo per dire, e ne sei convinto anche tu. Mi dispiace dirlo, Harry, ma quella donna ti sta usando. Tu ti stai comportando nel migliore dei modi e lei non fa altro che giocare con i tuoi sentimenti e sfruttarti per farsi pubblicità. Ora che X-Factor è finito credi che la cercherebbe qualcuno se non fosse per la vostra  -relazione- , se così la vogliamo definire?”.

Il piccolo Styles sentì la rabbia coprirgli gli occhi e alzò un pugno davanti alla faccia dell’amico.

“Louis, non farmi fare gesti di cui poi mi pentirei. Chiedi scusa. Adesso!”.

Tomlinson rimase stupito. Mai avrebbe creduto di poter arrivare a quel punto con il suo migliore amico.

 

Erano inseparabili. Si raccontavano sempre tutto, vivevano praticamente in simbiosi.

Ma da quando Caroline Flack, l’avvenente presentatrice di Extra Factor, era entrata nella vita del giovane riccio, le cose erano andate sempre peggio.

Harry passava molto tempo con lei, trascurando Niall, Zayn e Liam, ma soprattutto Louis.

Il ragazzo di Doncaster stava malissimo.

Odiava il fatto di dover stare lontano da quello che per lui era molto più di un semplice amico.

Da quando erano stati messi insieme come gruppo, i due, avevano capito che tra loro c’era un legame speciale, difficile da definire.

Tanto che avevano deciso di andare a vivere insieme.

Ultimamente però, pur stando sotto lo stesso tetto, quei due ragazzi si erano allontanati, e parecchio.

Durante le interviste fingevano di avere ancora quel rapporto fantastico. Ma la verità era che, a poco a poco, si stava creando una spaccatura profonda.

Uno era sempre più preso da quella donna più grande, troppo più grande.

L’altro era preoccupato per i sentimenti dell’amico. Sapeva che si sarebbe fatto male, che l’avrebbe ferito e odiava il solo pensiero.

Per questo aveva deciso di agire in quel modo.

 

“Non chiederò scusa per il fatto di aver detto quello che penso. E visto il tuo atteggiamento, la conversazione può anche finire qui.”, si girò per salire le scale prima che Harry lo vedesse con gli occhi lucidi.

“Si, hai ragione. Meglio così. Ho di meglio da fare!”, e si diresse verso la porta riuscendo a captare l’ultima frase di Louis.

“Almeno usa delle precauzioni, altrimenti le toccherà fare da nonna a suo figlio!”

 

 

Styles tirò fuori il cellulare dalla tasca destra dei suoi pantaloni.

“Caroline?! Sono io, apri il portone.”

“Io chi?!”, rispose la castana.

“Io, Harry, Styles.”

“Uh si, scusami tesoro, ma ti ho salvato come HARRY e ne ho altri 2000. Perdonami! Entra!”.

 

Il giovane diciassettenne non se la prese.

Sapeva che quella donna conosceva molta gente, sapeva che aveva avuto altri uomini.

-Ok, molti altri uomini.-, pensò Harry.

Ma  che poteva farci?!

La riteneva bella, affascinante.

E poi era più grande, e la cosa lo intrigava molto.

Sua madre non approvava, per niente.

-Si preoccupa troppo per niente, come quello stupido di Louis. So cavarmela da solo.-

Non appena il suo pensiero tornò sul suo amico, si rattristò.

 

Anche lui si era reso conto che le cose stavano andando per il verso sbagliato. Gli mancava il suo migliore amico. Gli mancava tutto di lui.

-Dovrebbe fidarsi un po’ di più della mia intelligenza, però. So badare a me stesso.-

E con quest’ultimo pensiero, entrò.

 

“Ti va di andare a farci una passeggiata, dolcezza?!”, gli chiese Caroline.

“Possiamo restare qui, sul divano, a guardare un film!? Non mi sento molto bene.”

“Harry, che palle! Voglio uscire, non voglio restare a casa. Facciamo tutto di nascosto. Facciamoci vedere così quelle 4 bambinette che ti vengono dietro si rendono conto che sei roba mia.”, disse Caroline, passandogli un dito dal petto all’ombelico, provocandogli un piccolo brivido.

“Caroline, te lo chiedo per piacere. Non è stata una bella giornata. A dire il vero non è un gran bel periodo. Non faccio altro che discutere con Lou.”, sentì il cuore stringersi in maniera innaturale.

Si, gli mancava il suo migliore amico.

“Cioè, fammi capire, noi restiamo in casa perché hai discusso con Tomlinson?! Dio Harry, vedi di crescere. È solo un componente della tua band. Componente che non fa altro che sfruttare il tuo bel visino. Non hai notato come ti guarda, ti parla, ti abbraccia nelle interviste?! Sa che i riflettori sono puntati su di te e quindi cerca di cavalcare l’onda.”.

Ad Harry sembrò una storia già vista.

In quel momento gli squillò il telefono.

Si scusò con Caroline e si mise fuori dal portone.

 

“Mamma?!”

“Harold, dove sei?”, chiese Anne con fare sospettoso.

“A casa, perché?”, il tono di sua madre non gli piaceva affatto.

“Sapresti dirmi perché Louis mi ha risposto con un filo di voce dicendomi che stavi dormendo?”.

Ops. Beccato.

“Ehm, ecco, io mi sono appena alzato per andare in bagno.”

-Sono arrivato al punto di dover mentire a mia madre. Ne vale la pena?!-

“Harry, Louis aveva la voce rotta dal pianto. La tua, invece, mi sembra un po’ troppo squillante per essere quella di uno che si è appena svegliato. Spiegami cosa sta succedendo. Ora!”

“Mamma, non succede niente. Sono semplicemente venuto a trovare Caroline. Gli ho chiesto di coprirmi anche se era contrario perché sapevo che ti avrebbe dato fastidio e abbiamo avuto una piccola discussione.”

 

In quel momento Harry sentì Caroline parlare al telefono con qualcuno ma non capì nulla di quello che stava dicendo. Sua madre aveva iniziato ad urlargli contro.

Riuscì solo a capire “Smettila di comportarti da idiota e vai a risolvere la situazione con Lou.”, quando vide dei flash abbattersi su di lui.

 

Si voltò per rientrare ma appena si girò, ritrovò le labbra di Caroline sulle sue.

Si staccò da lei, un po’ frastornato.

“Caroline! Che cazzo fai?”

E la trentaduenne pensò bene di tirarlo dentro, prendendolo per il bavero con fare molto sensuale.

 

“Oh no, ci hanno visti! Chissà ora come soffrirà il povero Tomlinson!”.

A quel punto, tutti i tasselli del puzzle tornarono al loro posto.

 

“Ma…Ci hanno appena visti!”, disse Harry.

“Lo so! Li ho chiamati io!”, gli rispose la donna.

Il giovane cantante era sempre più spiazzato dalla situazione.

“Come dici, scusa?!”

“Dico che li ho chiamati io. Domani quelle foto saranno su tutti i giornali. Così avremo modo di liberarci di po’ di cretinette che ti vengono dietro e di quell’essere del tuo amico!”, commentò Caroline.

 

Harry sentì la rabbia invadere ogni millimetro del suo corpo.

 

“Quelle che tu chiami cretinette, sono le mie fans. E soprattutto, quell’essere del mio amico si chiama Louis, e a quanto pare non sbagliava a dirmi che uscivi con me solo per pubblicità.”

“Ma come, non era questo quello che volevi anche tu?!”, gli chiese la Flack, fingendo ingenuità.

 

“No, Caroline. Non volevo questo. Volevo essere compreso da te e, soprattutto, volevo continuare a vivere la mia amicizia con Louis. Cancella il mio numero. Sei solo un’attempata a cui non è rimasto altro che mettersi sotto a ragazzi più giovani per farsi pubblicità. Mi fai schifo.”.

Detto questo, Harry uscì.

Non voleva tornare a casa.

La notte era lunga e aveva bisogno di pensare.

 

 

La Mattina Dopo…

 

Louis se ne stava seduto sul divano che avevano posizionato davanti alla finestra del salotto. Gli tornò in mente la frase che aveva detto Harry a riguardo.

 

“Lo mettiamo qui, così tutti quelli che guarderanno dentro ci vedranno abbracciati e ci invidieranno come pochi!”

 

Non riuscì a cacciare indietro le lacrime che lo avevano accompagnato tutta la notte.

Gli mancava Harry. Gli mancava ogni sua piccola cosa. Ogni suo piccolo gesto.

Gli mancavano i suoi ricci, il vederlo girare nudo per casa, le sue fossette, i suoi occhi illuminati da un sorriso.

Tutto.

La cosa più triste era che tutte queste cose gli mancavano già da un po’ di tempo.

 

Iniziò a canticchiare una canzone che ascoltava ripetutamente in quei giorni.

 

Finally met Virginia on a slow summer night,
thought I should forgive ya so I came back.
You’re a sight for sore eyes,
right for those lies…

 

Si bloccò e tirò su con il naso.


They saved me after all.

 

Right from the beginning, we were wrong I found.
But no one did it better baby, pound for pound.
Those heavyweight fights were right for me
to learn how to see the light clearly.

 

Sentì la porta aprirsi ma fece finta di niente.


And it’s the light I see in you!

No, don’t go.
I’ll show you what it’s like to be loved!
No, don’t go.
I’ll show you what it’s like to be loved!
What it’s like to be loved!

 

Vide Harry bloccarsi. Lo stava fissando.


Now that things are better for me
I can laugh at all your other lovers.
When you do the math
does it make you feel sad,
make you feel small?
Thank God it ain’t about me anymore!

 

Arrivato a quel punto della canzone, decise che era arrivato il momento di guardarlo.


I’m not coming back for round two,
I just wanna love you like a friend would do.
You were wrong for the feelings you had
but the man that I was isn’t coming back.

 

Lo trafisse con lo sguardo.


So stay, it’s OK!

No, don’t go.
I’ll show you what it’s like to be loved!
No, don’t go.
I’ll show you what it’s like to be loved!
What it’s like to be loved!

 

Harry si avvicinò al divano ma Louis si alzò quasi senza riflettere.

 

“Aspettavo che tornassi perché ieri sera mi ha richiamato Anne dicendo che le avevi riattacato il telefono in faccia. Mi sono preoccupato. Ma visto che sei vivo, posso anche andare a preparare le valigie.”

“Le valigie?! Ma cosa stai dicendo?! Dove vai?”, lo prese per un braccio.

“Prima di tutto lasciami. E poi, torno a Doncaster, dove vuoi che vada?! Non ha senso rimanere qui, non ha nemmeno senso continuare a discutere.”

Finito di parlare, il castano si trascinò su per le scale.

Arrivato in cima, sentì Harry continuare a cantare la canzone che lui aveva lasciato a metà.

 

When you said it’s over
I lost my head!
And now that we’re older
I’m giving up on being right.
So I can see the other side of you!
No, don’t go.
I’ll show you what it’s like to be loved!
No, don’t go
I’ll show you what it’s like to be loved!
You said it’s over.
What is like to be loved!
I lost my head!
What it’s like to be loved!
And now that we’re older.
What it’s like, what it’s like to be loved…

 

Dai suoi occhi ricominciarono a scendere quelle lacrime amare che avevano accompagnato le ultime notti.

Erano arrivati ad un punto di non ritorno.

Era questo che pensò Louis.

 

Iniziò a mettere i suoi vestiti nella valigia ma il suo telefono squillò.

 

“Ehy Tomlegendson! Che fate tu e Styles stasera?”, chiese Niall.

“Ciao Niall. Io sto tornando a Doncaster.”

“Cosa?! E perché? I tuoi stanno bene?!”, l’Irlandese si stava preoccupando.

“Si. Si, stanno tutti bene. Ho solo bisogno di un po’ di tempo per conto mio. Tutto qui.”, spiegò Louis con tono rassegnato.

In quel momento sentì che il telefono gli veniva strappato dalle mani.

“Niall?! Sono Harry, ti richiamiamo più tardi. Stai tranquillo, va tutto bene.”

Il biondo non ebbe tempo di rispondere.

 

“Stavo parlando al telefono se non te ne fossi accorto!”, urlò Louis mentre continuava a mettere vestiti nella valigia.

Il più piccolo lo abbracciò da dietro, poggiandogli la testa tra le scapole.

“Lou, ti prego! Smettila!”, iniziò a piangere.

A quel punto, Louis si voltò.

“Smettere di fare cosa?!”, gli chiese con tono arrogante.

“ Di volerti bene?! Di preoccuparmi per te?! Di coprirti ogni volta che hai da fare con qualche donna?! Beh, ecco. Ti sto accontentando, Styles. Era questo che volevi, no?!”.

“Lou, non voglio che tu te ne vada. Per favore, resta qui. Ti prego. Rimani a casa. Parliamone. Urlami contro, lanciami addosso qualsiasi cosa ma ti supplico, non te ne andare!!!”, urlò Harry.

Urlò talmente forte che sentì le sue stesse parole rimbombargli dentro.

 

A quel punto successe qualcosa che nessuno dei due si sarebbe mai aspettato.

Harry prese tra le mani il viso di Louis e lo baciò.

 

Non fu respinto.

 

Louis riprese a piangere continuando a baciare Harry.

Il bacio, iniziato come uno scontro di labbra e denti, si stava pian piano trasformando.

 

Harry aveva fatto scorrere le mani dal viso al collo di Louis che, nel frattempo, aveva iniziato a mordergli il labbro inferiore e a sbottonargli i pantaloni.

Si stavano pericolosamente avvicinando al letto quando Harry decise di staccarsi.

 

Louis sorrise amaramente.

“Wow! Styles che si rifiuta di fare sesso! Sei cambiato anche su questo quindi, non solo sul volermi bene.”

“Con te non sarebbe solo sesso, Tomlinson.”

“Non puoi farmi questo, Harry. Non puoi. Non devi. Non me lo merito.”

 “Neanche tu puoi fare questo a me.”, gli disse sorridendo e portandosi una mano sul cuore. “Lo senti come batte?! Lo senti, Lou?! Nessuno ci era mai riuscito”

 

Si sedettero, guardandosi negli occhi.

 

Entrambe ritrovarono quello che gli era mancato l’uno dell’altro: loro.

Harry e Louis.

Gli abbracci, gli sguardi, i loro sorrisi, lo svegliarsi insieme la mattina e dirsi BUONGIORNO contemporaneamente. Louis che coccolava Harry sul divano e Harry che preparava la colazione a Louis.

 

“Avevi ragione tu. Caroline è un’approfittatrice. Ieri sera ha chiamato i paparazzi e mi ha baciato davanti al portone per farsi fotografare. È per questo che ho riattaccato a mamma. Mi dispiace non averti dato retta, avrei dovuto ascoltarti. Mi dispiace di averti trascurato, sono stato un cretino. Ma avevo iniziato a vederti in modo diverso , Lou e la cosa mi spaventava, mi spaventava a morte. Non ho mai provato niente di simile per nessuno prima d’ora e sono quello che conquista ragazze su ragazze e poi da un giorno all’altro mi ritrovo col cuore che mi schizza fuori dal petto per il mio migliore amico, migliore amico che si preoccupa per me come se fosse mia madre e allora ho iniziato a frequentare Caroline per provare un’emozione nuova ma niente era come prima, niente e nessuno era come te e poi vedevo il dispiacere nei tuoi occhi ma volevo cambiare le cose…”.

Louis lo bloccò, poggiandogli un dito sulle labbra.

“Harry, respira. Respira e con molta calma, saltando la parte di Caroline, cerca di spiegarmi quello che provi per me.”, sorrise, incoraggiandolo.

 

“Louis, mi sa che mi sono innamorato di te.”

 

E a Louis questo bastò.

Tutto era scomparso.

Il dolore che aveva provato in quegli ultimi tempi, Eleanor, Caroline, la mancanza degli abbracci del suo Harry.

Erano nulla in confronto a quello che stava provando in quel preciso istante.

Non aveva bisogno di ulteriori spiegazioni.

I sentimenti non si spiegano, si vivono.

E avrebbe dato qualsiasi cosa per vivere quella sensazione per sempre: gli occhi lucidi e sorridenti, le labbra ancora calde per aver assaggiato quelle di Harry, le mani tremanti su quelle del suo migliore amico.

Ma soprattutto, il sangue che correva veloce nelle sue vene, spinto dalle pulsazioni, sempre più veloci, del suo cuore.

 

Solo Harry era riuscito a far battere il suo cuore in quella maniera, ed ora sapeva che anche per l’altro era la stessa identica cosa.

No, decisamente non aveva bisogno di altre parole.

Aveva bisogno di vivere.

 

Avevano bisogno di viversi.

 

 

 

 

Prima di tutto grazie a chi ha perso tempo a leggere questa cosina e grazie a chi avrà il buon cuore di recensirla!

La canzone si chiama TO BE LOVED ed è dei Train. L’ho sentita alla radio e mi sono venuti in mente quella Carota di Tomlinson e quel Ricciolo vivente di Styles (Li shippo troppo ç__ç)

Eeeeeeeeeeh, niente…Che altro c’è da dire?! Ah, si, che sono sia su facebook https://www.facebook.com/profile.php?id=100000018733565 che su Twitter http://twitter.com/#!/LiveLoveLarry1D quindi aggiungetemi se vi va!

E si, ho 21 anni, sono una Directioner convintissima, amatemi anche se sono vecchia (Mai quanto la Flack, che avrete capito, la odio!) ç__ç

Ah, altra cosa! Povera piccola Eleanor! In realtà la adoro! Ma se uscisse fuori che Lou e Hazza stanno insieme…Beh…Mega Party a casa mia!!! Puahahahahahahhahahahahah!!! #Fangirling

Vabbè, saluti a tutti quanti!

Sciao Beli!!!

  
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