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Autore: Eikochan    29/12/2011    9 recensioni
Si chiama Misaki.
Ti supplico, prenditene cura
noi non possiamo.
Ti voglio bene, Sakura.
PS: Il suo cognome è Uchiha.

E per poco l’Hokage non sveniva sull’uscio,
dopo cinque anni senza notizie.

Misaki Uchiha-Uzumaki, la figlia del traditore e della sua amante. Che viene odiata e che si odia, che è frutto di un passato che non le appartiene e vittima di un futuro deciso da altri.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
- Questa storia fa parte della serie 'Il frutto del peccato.'
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NOTE: Vi è la presenza di parole forti e in alcuni casi volgari. 

IL FRUTTO DEL PECCATO.


Grandi occhi verde acqua, verde speranza, verde primavera, come solo un paio se ne erano visiti da quelle parti. Così particolari, così inconfondibili.
La sua dannazione.
E quando cammina per le vie di Konoha li sente i bisbigli della gente, che leggeri come il vento venivano trasportati fino alle sue orecchie: “Debole come la madre”, “Sgualdrina..puttana”, “Infame”.

 

 
E poi c’era lui, quel biondino tutto pepe,
che l’aveva cresciuta come un padre.
“Hai gli occhi più belli di tutta Konoha”
continuava a ripeterle con dolcezza
“hai gli occhi di tua madre, vanne fiera.”

 

 

Capelli lunghi, lisci come seta e neri come il carbone, come il buio. Capelli così belli non se ne vedevano da anni, ormai. Sottili come il limite tra bene e male, giusto e sbagliato; neri come l’oscurità che prima ti avvolge e poi ti risucchia; particolari come l’amore, perfetti come l’odio.
Il suo tormento.
E li sentiva i commenti che, come freddo ghiaccio invernale, si espandevano a macchia d’olio sulla città. “Il suo stesso colore, il suo stesso ego.”; “Non porterà altro che guai.”; “I capelli di una stronza… i capelli di un traditore.

 

 

 E la sera c’era lui, quell’Hokage così inusuale,
che l’aveva cullata quando piangeva disperata.
“Hai i capelli del più bel colore di Konoha.”
le ripeteva, in una cantilenante nenia
“hai i capelli di tuo padre, vanne fiera.”

 

 

E ancora quel rosso che le scorreva nelle vene e che a volte trasbordava e scorreva fino alle mani, tremanti di rabbia, e scivolava fino allo stomaco, chiuso in una morsa, e saliva fino al cervello, annebbiandolo, e finiva negli occhi, che prendevano quella colorazione del tutto inusuale: il rosso; il rosso del fuoco, il rosso della passione, il rosso della rabbia.. il rosso del sangue che sgorga dalle ferite.
Il suo marchio d’infamia.
E i commenti della gente la seguivano sempre, l’additavano, la rincorrevano.
Guardale gli occhi.. solo sangue.” “Gli occhi di un clan assassinio.” “Il marchio dei nemici di Konoha.” “Gli occhi di un’infame.”

 

 

E quando stava per cedere, c’era il suo abbraccio,
le braccia della protezione, dell’affetto, di un padre
“Hai gli occhi più potenti di tutti.”
le assicurava, con la voce della convinzione
“Hai gli occhi del clan Uchiha, vanne fiera.”

 
 

Era una bambina abbandonata, non aveva mai visto i suoi genitori ma li aveva conosciuti attraverso le storie, le leggende, i commenti degli abitanti.
Era figlia del traditore della foglia, di quel bambino che senza indugi aveva abbandonato la sua casa e si era alleato con il peggior nemico di Konoha; era sangue del corpo di Sasuke Uchiha che aveva ucciso il fratello, aveva sterminatò metà abitanti della Foglia, aveva tentato di ammazzare il suo migliore amico.

 

“Quel bastardo di un’Uchiha
ha ucciso mia madre.
E tu sei la sua copia,
non avvicinarti a mia figlia.”
Porte sbattute in faccia, amicizie negate,

un passato che non le appartiene.

 
 

Era la nipote di quel ragazzino che aveva sterminato senza battere ciglio tutto il suo clan, che aveva assassinato senza pietà il suo migliore amico, che nella sete di potere aveva dimenticato ogni morale, che si era alleato all’organizzazione più temuta delle cinque terre, era nipote di Itachi Uchiha, traditore morto per mano del fratello.

 

 “Dopo quello che il tuo clan ha fatto,
non sei nemmeno degna di vivere a Konoha.”
Una storia di cui non è protagonista,

un destino scritto da altri.

 

Era figlia della ninja medico più promettente del paese del Fuoco, della miglior allieva di Tsunade-hime, dell’unica componente femmina del leggendario Team 7, era carne della carne di Sakura Haruno, la donna che aveva voltato le spalle alla propria famiglia, ai propri amici, al proprio villaggio e che nel suo egoismo aveva abbandonato dietro di sé ogni cosa. Quella che aveva deciso di tradire gli amici piuttosto che il cuore e aveva preferito la propria felicità di donna che la sua integrità morale.

 

 “Mi ricordo quel giorno in cui tua madre,
piccola cagna ingrata, è fuggita dal villaggio in fiamme
correndo dietro a quell’infame di un’Uchiha.
Come la più sciocca sgualdrina; e
tu non sarai da meno,
la mela non cade lontana dall’albero.”
Prole di una madre che non ha scelto,

vittima di un amore che non le appartiene.

 
 

E non li aveva conosciuti ma lo sapeva di essere figlia indesiderata di un folle vendicatore senza pietà e di una debole donna senza morale ed era consapevole di essere l’erede del clan più sanguinoso della storia, quello che se non fosse esistito avrebbe reso la storia più semplice.
E si odia per questo; e viene odiata per questo.

 

 
Si chiama Misaki.
Ti supplico, prenditene cura
noi non possiamo.
Ti voglio bene, Sakura.
PS: Il suo cognome è Uchiha.

E per poco l’Hokage non sveniva sull’uscio,
dopo cinque anni senza notizie.

 
 

E Naruto, da quel mattino di primavera, si era sempre preso cura di Misaki Uchiha-Uzumaki. L’unico ricordo dei suoi migliori amici, che uno dietro l’altro l’avevano abbandonato al proprio destino.
E non ce la fa ad odiare quella bambina dai grandi occhi verde acqua e dai lunghi capelli neri, che già a otto anni padroneggiava lo Sharingan, che non piange mai, che mantiene quel contegno e quell’orgoglio che lo contraddistinguono, che è tenace e non si arrende mai, che ha un controllo del chakra fuori dal comune, che non si fa mettere i piedi in testa con quella temperanza che la contraddistingue… che è estremamente testarda come loro.
E in quel frugoletto che gli è capitato fra capo e collo, avvolto in una coperta sporca di sangue e infreddolito come un cucciolo, rivede i suoi due migliori amici e la ama con la forza di un bisogno.

 

 

“E non ci credere quando ti dicono
che la mela non cade tanto lontano dall’albero.

Ognuno è artefice del proprio destino.”
E Naruto lo sa bene questo.

 

E Misaki ci crede, e continua per la sua strada. Anche se odia Sakura Haruno e Sasuke Uchiha – a discapito di quello che le dice Naruto - per averla messa al mondo, per averla abbondata al suo destino, per averla condannata.

 

 
SPAZIO AUTRICE:
Non so. Avevo l’idea di questa figlia di Sasuke e Sakura che viene abbandonata a Naruto, per motivi non specificati in questa one-shot. E l’idea di questa Sakura che tradisce il villaggio per seguire Sasuke e che per questo la figlia viene insultata, oltre che per il tradimento dell’Uchiha.
Che ne pensate? Stavo pensando anche di lavorare su una long per quest’idea, ma penso che vedrò in base al responso dei lettori. Quindi fatemi sapere se come idea vi ha incuriosito.
Baci, Eikochan.
PS: Qua la povera Sakura è tratta un po’ male, ma è da intendere che passa in questa maniera negativa attraverso gli insulti e le storie della gente.

   
 
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