Anime & Manga > City Hunter/Angel Heart
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Autore: Titinina    29/12/2011    4 recensioni
Salve a tutti! Questa è la prima shot che pubblico su EFP! Io adoro Janis Joplin. Ascoltavo "Piece of my heart" una delle mie preferite. E lì è scattata la folgorazione e la shot si è scritta da sé! Primo esperimento di una shot molto molto scottante... Spero che vi piaccia! Vi auguro una buona lettura e buon anno a tutti! ^___^
Titinina
Genere: Avventura, Erotico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaori/Greta, Ryo Saeba/Hunter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Piccola premessa: ho scritto la shot ascoltando la canzone che ne dà il titolo, se volete potete leggere ascoltando la canzone di cui vi lascio il link ^____^ 
 
 
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Sento il rumore della tua pistola riecheggiare al poligono, sei lì a sfogare il tuo nervosismo, sono fissa a guardarti mentre spari, dai sempre il meglio di te soprattutto nella tua One Hole Shot. Stupefacente, ti ho vista farla molte volte ma rimango sempre affascinata.
Ma non devo perdere tempo a guardarti, non ora. Non sono disposta a subire le tue critiche e il tuo mutismo questa volta, sono stata messa di nuovo da parte, ma la fasciatura sul braccio è la prova tangibile che anche io sono City Hunter e che sono al tuo fianco.
 
- Hai intenzione di parlarmi o vuoi continuare a sparare inutilmente su quelle sagome? 
- Nessuno ti ha detto di venire qui. 
- Mr. Saeba è arrabbiato, mi tremano le gambe dalla paura. 
- Se la tua intenzione è quella di farmi incazzare sei sulla buona strada. 
- Almeno avresti una reazione una volta ogni tanto anziché chiuderti nel tuo solito mutismo. 
- .... 
- Vuoi parlarmi Ryo accidenti! anziché far andare quella pistola fai azionare la bocca! Discuti con me!
- Dannazione Kaori cosa vuoi sentirti dire? 
- Qualsiasi cosa! Basta che tu tiri giù questo maledetto muro che metti davanti a noi ogni volta che accade qualcosa che non funzioni. 
 
Ecco anziché rispondermi spara un altro colpo. 
 
- Ryo maledizione dobbiamo chiarire questa situazione, qui non stiamo parlando dei nostri sentimenti, ma stiamo parlando del nostro lavoro, quello in cui ci potremmo rimettere la pelle e stasera ne è stata l'ennesima prova. 
- Appunto l'ennesima prova che tu non sia adatta 
- Eh no a questo giro non ti attacchi a questa scusa.
 
Mi avvicino a lui con il dito puntato. 
 
- Ogni volta è sempre la solita storia Ryo. Ma in fondo la colpa non è la mia, sei tu che non mi hai mai voluto insegnare a sparare, se non fosse stato per Mick e Miki che mi hanno dato qualche lezione non sarei in grado neanche di avvicinarmi ad una pistola. 
- Cos'è vuoi fare il killer che ti serve prendere tutte queste lezioni?!
- Evita il sarcasmo Ryo, sai benissimo che non intendo questo, però almeno se tu ti degnassi di darmi qualche lezione forse riuscirei a salvarmi la pelle e magari aiutare anche te. Forse questa ferita al braccio me la sarei procurata lo stesso ma almeno avrei tentato di coprirti le spalle. 
- E' una lezione di tiro che vuoi? Bene ti accontento, vieni qui.
 
Non stacco gli occhi dai suoi, è sfida aperta. E' inutile che mi tiri quell'occhiataccia da “sono lo sweeper numero uno e tu ragazzina devi stare al mio volere”, no. Non mi fai paura, io non cedo, puoi continuare a guardarmi in questo modo, ma io non cedo e continuerò a sostenere il tuo sguardo.
 
- Allora la vuoi questa lezione. 
- Non aspettavo altro 
- Girati
 
Mi giro verso le sagome e gli do le spalle, ma sento i suoi occhi addosso, riesco a sentire perfino dove mi sta guardando, prima il collo, poi la schiena, ora scende sulle gambe ed infine i piedi. 
 
- E' meglio che togli le infradito. 
 
Senza degnarlo di uno sguardo faccio di nuovo quello che lui mi dice, tolgo le infradito e le lancio 
dietro di me colpendolo "involontariamente". 
 
- Oh scusa non volevo
 
Gli rispondo sarcasticamente. Alcune volte ho proprio la lingua biforcuta. 
 
- Ora allarga le gambe e poggia i piedi bene a terra, cerca di predisporre il peso in modo equilibrato sulle gambe.
 
Allora allargo le gambe come dice, sono ben tese, appoggio anche i piedi per bene al suolo, sento la frescura sotto di essi; piego il collo prima a destra e poi a sinistra per distendere i nervi e lui continua a fissarmi, sento un respiro più profondo da parte sua.
 
- Prendi la python davanti a te.
 
Allungo le mani e prendo la sua pistola tra le mani. La sua pistola tra le mie mani. La compagna che ci ha salvato il culo tante volte. Che effetto gli farò io con in mano la sua pistola? Lo ammetto, un brivido percorre la schiena, il fatto di avere tra le mie mani la sua pistola mi eccita e anche molto. Il mio proibito, perché lui me lo ha sempre impedito, tra le mie mani.
 
- Ora distendi bene entrambe le braccia impugnando la pistola, sentine il peso, cerca di abituare il peso della pistola sulle tue braccia.
 
Distendo le braccia, sento il metallo freddo sotto le dita, la pistola è pesante, ma non mi arrendo alla prima difficoltà, allora rimango immobile aspettando una sua parola.
Sarà trascorso un minuto, ma sembra un'eternità. Ryo ricomincia a parlare e si posiziona alle mie spalle.
 
- Ora prendi bene la mira. Sgombra la mente, sei solo tu e il tuo obiettivo, quando ti sento pronta spara.
 
Sparo il primo colpo, mi sembra di vivere al rallentatore, il colpo riecheggia per tutto il poligono, il contraccolpo è forte, talmente tanto che sto per cadere, maledizione. Ma la mia caduta si frena, Ryo mi fa da appoggio con il suo petto.
 
- Rimettiti in posizione Kaori. 
 
Il suo tono non ammette repliche. Sono indolenzita, ma non me la faccio ripetere. Allargo le gambe e distendo di nuovo le braccia. 
 
- La posizione è sbagliata per questo hai perso l'equilibrio.
 
Ryo mi prende per i fianchi, sento le sue dita su di me, si muovono in maniera impercettibile su di me, ma lo sento. Avvampo. Il mio stomaco mi sembra invaso da farfalle. Poi il ginocchio di Ryo si mette in mezzo alle mie gambe, oddio, siamo così vicini, credo che le gambe mi cedano. E sento il suo respiro sul mio collo, chiudo gli occhi e respiro più profondamente per calmarmi. 
Mette una mano sul mio ventre e allunga il braccio sul mio, è una lunga carezza a partire dalla spalla, le sue dita sfiorano il mio braccio, l'aria si carica di tensione, ma non è più sfida è... una tensione erotica. Erotica. Siamo sempre più vicini, la sua mano è sulla mia, il suo braccio incollato al mio, le sue dita sulle mie, la mia schiena sul suo petto. Estasi. 
 
- Quando sei pronta spara.
 
Non è un ordine, ma è detta dalla sua voce roca e profonda soffiata sul mio collo. E' una vertigine.
Premo il grilletto, la corrente è altissima, in questo sparo c'è passione, sentimento, euforia. Faccio un centro perfetto. Respiro a fondo come se avessi fatto una corsa.
 
- Non fermarti, spara ancora, non abbassare le braccia perché rischi di perdere la mira. 
 
Non sposta le sua braccia da me e continua ad accarezzarmi.
 
Sono in preda ad una smania febbrile, sposto il punto in cui voglio fare centro, partono altri due colpi, colpisco a destra della sagoma. 
Abbasso l'arma. Ma non mi stacco dalla sua presa.
 
- Io non voglio che tu mi insegni a sparare perché voglio uccidere qualcuno Ryo, io voglio imparare a difendermi, ho colpito la spalla della sagoma per dimostrartelo, se sarò brava a mirare e a sparare allora sarò sicura di non mirare ai punti vitali di chi mi è di fronte ma piuttosto ad una spalla o ad un braccio per disarmarlo. Hai capito quello che ti voglio dire?
 
Dico queste parole con tono basso chiudendo gli occhi, sempre appoggiata al suo petto e stringo la sua mano, che mi stringe la vita, in maniera possessiva. Sono sua. Lo sento.
 
Riprende la sua pistola in mano e la poggia sul bancone, mi fa girare verso di lui. Scruto i suoi occhi neri, forse ha capito il senso della mia frase, ma brilla qualcosa in fondo al suo sguardo, non voglio sbagliarmi ma è... desiderio. Lui mi desidera. Mordo le labbra. Lui si fissa sulle mie labbra. Abbiamo il fiato corto.
Mi prende per i fianchi e mi posa sul bancone, si mette tra le mie gambe senza smettere di guardarmi, la sua mano mi tocca una guancia, chiudo gli occhi e la sua bocca è sulla mia. Un bacio a fior di labbra. Bellissimo. Mi sento inebetita. Mi sento bene.
 
Riapre gli occhi, mi guarda incredulo. Cerco di accarezzargli il viso. Ma si volta e mi da le spalle. Esce. Esce e sbatte la porta. Ma cosa succede? Il mio cuore perde un battito. Dalla felicità passo ad uno stato di sconforto. Perché Ryo? Perché?
 
Maledizione con te è sempre la solita storia. Otto anni, otto lunghi anni in cui ci rincorriamo. In cui io cerco disperatamente di amarti e tu ti richiudi a riccio. Sono stanca di questa situazione. Sono stanca di lottare con te e i tuoi stupidi muri. Ho fatto di tutto. Ti ho ignorato, ti ho fatto ingelosire, ti ho picchiato, ti ho accudito, ti ho rincorso e tu niente. Appena fai un passo avanti ne fai altri mille indietro. Ti ho dato tutto quello che potevo, il mio amore per curare le tue ferite, ogni pezzo del mio cuore per aiutarti a guarire il tuo. Ma accidenti la mia pazienza ha un limite. E questa sera lo hai raggiunto. Come puoi non capire che la tua indifferenza mi fa male più di qualsiasi altra cosa? Mi sento un leone in gabbia dentro in questa stanza. Continuo a camminare su e giù, tra poco farò il solco a furia di pestare i piedi. Sono talmente arrabbiata che farei di tutto. Anzi, ho deciso. Esco da questa casa e non mi importa se non mi trovi. Per una volta posso permettermi di fare quello che mi pare senza che tu lo sappia, alla fine cosa ti importa?
 
Prendo la giacca e esco di casa, l'aria fredda della sera mi investe e cammino per Shinjuku. La via principale è piena di luci abbaglianti, sciami di persone mi sfiorano ridendo e scherzando, ma eccome se non mi vedessero. Vedo donne provocanti agli angoli dei night club in cerca di qualche cliente. Vestiti corti, labbra rosse e invitanti, profumo di donna. Queste donne sanno di essere femminili, sanno provocare, ma saranno contente della propria vita? Cosa le ha spinte ad arrivare qui? E tu, cosa ci troverai in loro? Cristo, eccoti qui di nuovo nei miei pensieri. Penso a cosa provi per spingerti ad andare con queste donne. La solitudine? Il bisogno di sfogarti? O la necessità di un calore umano facilmente scaricabile? Unisci la tua solitudine con loro? No. Non voglio pensarti. Stasera no. Continuo a camminare. Vado in un piccolo bar, lontano dalle luci abbaglianti e da signorine provocanti. Entro, una sensazione di malinconia e di calore mi avvolge. Il bar è piccolo ma ben arredato, le luci sono soffuse e si sente di sottofondo del jazz. Mi siedo al bancone. Ho voglia di un goccio. Non lo faccio spesso, ma ho bisogno di staccare la spina da Kaori Makimura. 
 
- Un martini per favore.
- Subito signorina
 
Mi viene servito sul bancone con del ghiaccio, guardo il bicchiere, passo le dita sul bordo del vetro e poi ne porto un sorso alla bocca. Vorrei che tutto quanto scivolasse via. Mi manchi Ryo. Stasera più che mai. 
 
- Ahi dalla tua faccia i tuoi sono problemi d'amore.
Una ragazza in abito da sera si è avvicinata a me, capelli lunghi e neri, occhi a mandorla. E' bellissima.
 
- Chiamiamoli così. 
- Tesoro gli uomini sono creature monocellulari, molluschi!
- Già sono d'accordo.
- Sai, sei la seconda persona che questa sera che è seduta a questo bancone con quella faccia. 
- Davvero?
- Si, solo che quello di prima era un uomo, a dir la verità un bell'uomo. Viene spesso qui.
- Ah bhè almeno non siamo solo noi donne a soffrire
- Ovviamente, ma lui è un tipo particolare. Fa un mestiere pericoloso e non può amare la sua donna come vuole, anche se non lo ammetterebbe mai.
- E' uno stupido.
- Te lo detto dolcezza, uomini, creature monocellulari... Glielo detto che se c'era una donna che lo amava e che lo aspettava di correre subito da lei. Questa vita è una merda, ma se qualcuno ci ama ci possiamo salvare.
- Già se qualcuno ci ama.... 
- Non ti ama?
- Non lo so.
- Tu e quell'altro tizio andreste d'accordo, sai? Lo trovi qua ogni sera. E' un bel fusto e si chiama Ryo ma lo chiamano lo Stallone di Shinjuku.
- Ryo?!
- Dolcezza ti saluto, devo cantare...
 
La mora mi schiocca un bacio sulla guancia e se ne và. Ha detto Ryo? E' il mio Ryo? Guardo il bicchiere vuoto accanto al mio. Whisky. 
 
- Com'era il tizio che ha bevuto qui prima?
- Signorina, lasci stare quello che dice Mary, è una sognatrice, non sa che Ryo fa davvero un mestiere pericoloso. E' il protettore della nostra città. Se non ci fosse lui, qui sarebbe il caos. 
 
Allora era lui, era Ryo. Cosa ci è venuto a fare in un posto del genere? “E non può amare la sua donna come vuole, anche se non lo ammetterebbe mai.” Chi è questa donna che ama? Butto giù l'ultimo sorso di martini. L'alcol mi sale alla testa ed esco dal bar. Milioni di domande affollano la testa, mi scoppierà  a furia di pensare così tanto. L'alcol non è d'aiuto. Riprendo a camminare in strada, alzo lo sguardo, c'è una sagoma in lontananza, quelle spalle, quel modo di camminare, quella potenza ad ogni passo,  è Ryo, è bellissimo. E non deve vedermi. 
 
Comincio a correre più forte che posso e mi inoltro nel parco, davanti a me una fontana, mi rinfresco la faccia e i polsi. Ho il fiatone. Ryo. Nella mia testa e nel mio cuore. Era lui, ne sono sicura, lo riconoscerei tra milioni. Sono io, Ryo, la donna che ami? Appoggio le mani sulla fontana e una lacrima scende. Perché non ti vuoi far amare? Non ti rendi conto che tutti abbiamo bisogno di essere amati, compreso te?
 
Non so che ore sono, mi dirigo verso casa. Sotto il portone di casa alzo lo sguardo verso le finestre, sembra tutto buio. No, sono certa che lui non è in casa. Lentamente salgo le scale, mi sembra di avere il peso del mondo sulle spalle. Apro la porta di casa. Il buio mi avvolge. Ma al naso mi arriva l'odore della sigaretta. Lui è qui. 
 
- Dove sei stata
 
 La sua voce è fredda. Lapidaria. Siamo al buio ma so che mi sta fissando.
 
- Fuori
- Fuori dove
- Non sono affari che ti riguardano. 
 
La mia lingua è avvelenata. Ho voglia di ferirlo. 
 
- Io direi che mi riguarda eccome.
- Sono la tua donna o tua moglie che devi sapere cosa faccio?
 
Sento che si è irrigidito dopo questa  frase. Non voglio affrontarlo, allora comincio a prendere le scale.
 
- Buonanotte Ryo.
 
Lo sento che si muove, in due passi mi raggiunge. Mi afferra il polso.
 
- Che diavolo fai Ryo. Mi fai male
- Ragazzina stai cercando di farmi incazzare?!
- Senti, che vuoi?
 
Voglio continuare a fare la dura, ad essere forte. Ryo Saeba ora basta. Io ti amo e questo tu lo sai, ma non voglio umiliarmi ancora una volta. 
 
- Voglio sapere dove cazzo sei stata.
- In giro, avevo voglia di fare due passi. 
 
Non mi lascia il braccio. Mi sfida con lo sguardo ma continuo a sostenerlo
 
- Soddisfatto?!
- No. 
- Allora dimmi chiaro e tondo cosa vuoi.
- Eri da sola?
 
Ma che cavolo dice? Sapere con chi ero? Sei geloso, Ryo?
 
- Anche se fosse non sono affari che ti riguardano, comunque ero sola.
 
Le sue spalle si rilassano. Era questo che gli premeva? Sapere se ero con qualcuno?
 
- Ora hai intenzione di lasciarmi o dobbiamo rimanere così?
- No
 
I nostri sguardi. Sono incollati uno all'altra. Ryo mi vuoi fare impazzire? Mi guarda e si avvicina di più a me. Passa un braccio dietro la mia schiena. Il calore del suo braccio, il calore del suo corpo vicino al mio. Il suo odore. Mi stordisce. Ryo.
 
- Kaori.
 
La sua voce. Chiama il mio nome soffiandolo sulle mie labbra. E poi è buio.
Buio. 
E di nuovo luce. 
Le sue labbra sulle mie.
Le sue labbra sulle mie.
 Mi bacia. 
Le mie gambe si squagliano, mi inclina di più la testa e la sua lingua si fa spazio nella mia bocca, lecca le mie labbra, divora la mia lingua, passo le mani nei suoi capelli, mi incollo di più al suo corpo, le nostre lingue si intrecciano, non capisco più nulla. Lui mi stringe e mi fa impazzire, sento le sue dita su di me e le sue labbra non vogliono lasciarmi, non voglio che le lasci.
 
- Non sparire mai più così.
 
Ha il fiatone, come me del resto, rimaniamo abbracciati al buio. Senza staccarci l'uno dall'altra. Ryo, non voglio più lasciare le tue braccia. Il mio posto è qui. Mi stringo più forte che posso, mi aggrappo al suo collo, appoggio la testa sulla sua spalla, voglio che sappia, sappia che esiste un NOI. Sento le sue braccia stringermi più forte. Allora mi gioco tutto, ti regalo il mio amore, il mio cuore qui ora e subito.
Alzo lo sguardo verso di lui. Lentamente mi alzo in punta di piedi.
 
- Amami Ryo.
 
Lui spalanca gli occhi  e di nuovo lo bacio. Le sue labbra, carnose, morbide, a tratti brutali, a tratti dolci, divorano di nuovo la mia bocca. E io mi perdo. Esistiamo solo noi. Non so ne come ne quando ma le mie mani hanno cominciato a viaggiare sul suo torace, il suo respiro freme sotto i miei tocchi, gli tolgo via la sua maglietta e con una lunga carezza traccio le linee del suo petto. Arrivata alla cintola dei suoi pantaloni riprende le mie mani e comincia a divorare il mio collo premendo le sue mani sul mio seno, oh le sue mani, quante volte le ho sognate così?! Trova il capezzolo del mio seno sotto la stoffa e lo stringe tra le sue dita, il piacere invade la mia testa e tutto il mio corpo, le mie gambe fremono e d'istinto il mio corpo si arcua per sentire meglio questa sua carezza e poi le sue mani si insinuano sotto la maglietta, brividi per la mia pelle e la mia maglietta non c'è più, volata chissà dove nel salotto. Senza staccarsi da me traccia i contorni con un dito del mio reggiseno, una scia leggera sulla mia pelle che scotta che mi fa contorcere e sospirare; al mio ennesimo respiro cattura di nuovo la mia bocca e con la sua forza strappa via il mio reggiseno, mi offro a lui così e lui banchetta su di me con la sua bocca. Dal collo, le sue labbra arrivano sul mio seno, lo tortura, lo morde, lo fa suo. La mia testa è un turbinio, il mio cuore batte all'impazzata, mentre con la sua bocca è ancora sul mio seno gemo il suo nome, come una nenia, come una preghiera. 
 
Ci sdraiamo per terra nudi e stretti, continuiamo a scoprire i nostri corpi, che buon sapore la sua pelle, il suo odore. Continuiamo nella nostra scoperta. Mentre bacia una porzione di nuovo del mio seno, mi accarezza i fianchi, poi si appoggia su un gomito e mi guarda, è sconvolto, siamo sconvolti. Un dito accarezza le mie labbra, non so cosa mi prende, ma inconsciamente catturo il suo dito con le labbra, chiudo gli occhi assaporando quel suo dito, sento la pressione del suo “amico” sulla mia coscia, e lì sono persa, gemo e intanto gli attorciglio le gambe ai suoi fianchi, lui sospira e riprende a baciarmi, mi divora, non so più dove sono, chi sono... Le sue dita finisco sul mio sesso. Lo sento che mi accarezza, e improvvisamente un suo dito è dentro di me, lentamente mi penetra e gemo. Mai sentito un piacere così. E preme sul mio clitoride, il mio corpo si fa in mille pezzi, un implosione nel mio ventre, urlo il suo nome, il mio orgasmo è salito. Ma lui non smette, va con la bocca in mezzo alle mie cosce, e poi sento la sua lingua, arcuo la mia schiena per dargli accesso, in verità è il mio corpo che fa tutto, sorpreso, quanto me, da tutto questo piacere. Lui preme le dita sulla mia carne mentre beve me, le mie mani sono sulla sulla sua testa mentre non smetto di dare voce al mio piacere. Succhia, tintilla. Mi possiede e io non posso fare altro che lasciarlo fare. 
 
Dopo aver bevuto a sazietà, ritorna su di me e mi bacia premendomi e mostrandomi la sua eccitazione gli stringo di nuovo i fianchi con le gambe, sono pronta, pronta per possederti, per amarti, per unirci.
Mi prende per i fianchi e rotola sulla schiena, fino a che non sono io sopra di lui. Mi guarda dal basso come per divorarmi e accarezza di nuovo il mio seno. Poi si tira a sedere con me in braccio. Gli poso le mie mani sul suo collo e lo bacio di nuovo. Lui mi posa una mano sulla schiena per avvicinarmi a lui. Il suo petto contro il mio seno, lo strofino, il mio corpo fa quello che vuole, non lo controllo. Lui mi sussurra che lo faccio impazzire. Lo guardo dritta negli occhi, passo la lingua sulle mie labbra. Solleva i miei fianchi con le mani. Mi bacia ancora. Ma non mi stancherei mai di farlo. La sua virilità preme su di me, lentamente, comincio a scendere per fargli spazio dentro di me. Sono estasiata, sento bruciore, è vero, ma il piacere di sentirlo dentro di me è indescrivibile. Continuo la mia discesa, quando finalmente è interamente dentro me lui mi ribacia ancora e comincia una lunga serie di movimenti dei nostri fianchi, ondeggiano, a volte più forte, a volte lentamente, i respiri si confondono, le labbra si cercano, la sua voce mi chiama. Imperiosa, eccitante. Le sue mani stringono i fianchi, il seno, si appoggiano sulla mia schiena per comprimermi su di lui ancora di più. Io passo le mani tra i suoi capelli, mi avvinghio alle sue spalle, lo stringo. Mi sembra di impazzire. I nostri corpi sono perfetti insieme, i nostri movimenti sono più forti. Più forti ancora. Tiro la testa all'indietro. Un brivido iniziale nel mio corpo ed infine... esplodo, il mio corpo freme, si arcua e il nostro orgasmo arriva insieme. Lui è esploso dentro di me. E io dentro di lui. Impossibile da descrivere. Magnificamente impossibile.
 
Rimaniamo così. Lui ancora dentro di me. Cerchiamo di riprendere fiato. Mi abbraccia, come se non volesse lasciarmi, accarezzo i suoi capelli, si china sulla mia bocca. Mi bacia e poi all'orecchio mi sussurra
 
- Mai. Non lasciarmi mai.
- No amore mio. Mai. 
   
 
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