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Autore: MaryLouise    30/12/2011    8 recensioni
«L'Amortentia attira la persona alla quale è destinata emettendo odori diversi a seconda dei gusti della stessa».
«Se preparassi l'Amortentia, di cosa profumerebbe per te?», gli chiese Lily un giorno.
Le sorrise dolcemente. «Non ne ho la più pallida idea», sospirò. «Di che odorerebbe per te, invece?».
«Di campi verdi, di erba bagnata dalla rugiada, di pioggia e sole», rise allegramente la ragazza.

Di cosa odorerebbe per te, Severus?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Evans, Severus Piton
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, II guerra magica/Libri 5-7
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Essenza di Amortentia

 

Snape aprì di scatto la porta della classe, facendo trasalire i suoi allievi del sesto anno.
Non si era rivelata una buona giornata, fino ad allora.
Si era sorbito quattro ore di fila con le peggiori specie di studenti: primini timorosi e incapaci, animali del quinto anno, presuntuosi e incapaci Grifondoro.
Il martedì era il giorno peggiore della settimana, specialmente con una dannata emicrania a tormentarti la testa dalle prime ore del mattino.
«Stamane parleremo dell'Amortentia. Qualcuno sa dirmi che cos'è?».
Dal fondo della classe, una delle studentesse migliori di quel corso alzò la mano.
Con debole cenno, Severus acconsentì a farla parlare. «L'Amortentia è il filtro d'amore più potente in natura, una pozione molto pericolosa perché causa un'ossessione romantica, una travolgente infatuazione per la prima persona che si vede dopo averla bevuta».
«Molto bene, dieci punti a Serpeverde», commentò con una nota di compiacimento nella voce.
«I principali ingredienti di questo filtro sono le uova di Ashwinder, petali di rosa e peperoncino», cominciò.
Con un movimento della sua bacchetta, il gesso iniziò a scrivere le sue parole alla lavagna.
«Innanzitutto si aggiunge il peperoncino, mescolando tre volte a destra e una a sinistra. Poi si sminuzzano dieci petali di rosa rossa e cinque petali di rosa bianca e li si immerge lentamente nella soluzione. Si lascia riposare dieci minuti a fuoco moderato, per dar modo ai petali d'assorbire la pozione. Infine si bucano le uova di Ashwinder e si lascia colare il contenuto all'interno del calderone, per poi mescolare lentamente in modo circolare per altri dieci minuti», citò a memoria con fare annoiato.
Il gesso si posò sulla cattedra.
«La pozione adempie meglio alle sue funzioni se lasciata riposare a lungo e ha la capacità di attirare la vittima in maniera irresistibile. Chi sa spiegarmi come?».
Una timida mano s'alzò dal primo banco. «Prego», incitò Snape.
La Corvonero s'imporporò mentre parlava, «L'Amortentia attira la persona alla quale è destinata emettendo odori diversi a seconda dei gusti della stessa».
Il professore concluse con un: «Bene», senza assegnare alcun punto a Corvonero.
«Prima concluderete la pozione, prima potrete annusare quali speciali odori presenta per voi. Avete tre quarti d'ora».
Non prestò attenzione al capannello di persone che si attorniava nei pressi della dispensa degli studenti e prese a scarabocchiare su una pergamena, giusto per avere qualcosa da fare.
La penna d'oca scorreva lenta sul foglio, graffiandone la superficie con la punta affilata, lasciando tracce d'inchiostro al suo passaggio.
L'aula di Pozioni era immersa nel silenzio, solo qualche borbottio sommesso disturbava la perfetta armonia che avrebbe permesso al professore di riprendersi dalla sua emicrania.
Alzò lo sguardo, gli studenti abbassarono contemporaneamente il capo sui rispettivi libri di testo.
Iniziò a girovagare per i banchi. Il mantello scuro svolazzante, in netto contrasto con la pelle olivastra, gli conferiva un aspetto da pipistrello ammalato.
 
«Questa soluzione è troppo liquida».
Innanzitutto si aggiunge il peperoncino.
Severus odiava il peperoncino e ricordava perfettamente la prima e unica volta che l'aveva assaggiato.
«Sono cioccolatini particolari, li ho trovati a Mielandia», gli spiegò Lily.
Li fissò con circospezione, tentando di celare il proprio disgusto all'amica.
«Cioccolato fondente e peperoncino, devono essere fantastici», spiegò. «Ti andrebbe di dividerli con me?».
Se fosse stato qualcun altro, Severus avrebbe volentieri risposto di no. Odiava il peperoncino, anche se non l'aveva mai assaggiato.
Si ricordava sua madre che armeggiava con boccette e ampolle sopra il calderone, nascosta nell'unico posto sicuro della casa in cui compiere le sue stranezze, come le definiva il padre. Stava versando una finissima polvere dalle sfumature rossicce nella pozione proprio quando Tobias aprì la porta dello scantinato su tutte le furie, mandando all'aria l'ampolla contenente la polvere e il calderone.
Ricordava ancora la madre in lacrime, mentre raccoglieva i frammenti di vetro e i pigmenti scarlatti sparsi sul pavimento. Ricordava ancora l'odore pungente della spezia e l'amarezza del pianto di Eileen.
Eppure non poteva negare qualcosa a quel paio di occhi verdi che lo guardavano con ansietà ed eccitazione.
«Certo», mormorò.
Lily prese un bon bon e glielo infilò in bocca, che Severus teneva coraggiosamente aperta.
Masticò lentamente, percependo il gusto piccante arroventargli la lingua.
«Buono, vero?».
Con sua enorme sorpresa, si trovò ad annuire.
 
«Mescola decentemente, prima a destra poi a sinistra. Hai ancora bisogno dei fiocchi colorati sui polsi, per caso?».
Poi si sminuzzano dieci petali di rosa rossa e cinque petali di rosa bianca...
Lily amava le rose. Le sue preferite erano proprio le rosse e le bianche.
Per il suo tredicesimo compleanno, Severus le aveva regalato due boccioli di quei fiori che tanto le piacevano. Rosso, come i suoi capelli. Bianco, come la sua risata pura e cristallina.
Rosso, come il sangue sgorgato dal suo indice destro quando si era punta per caso con una spina.
Il liquido era zampillato fuori lentamente, goccia dopo goccia.
«Ahi», gemette Lily.
«Oh, mi dispiace», mormorò Severus, che non riusciva a staccare lo sguardo dal dito insanguinato, mentre lacrime vermiglie scivolavano lungo la falange.
«Non avresti un fazzoletto?», gli domandò timidamente la ragazzina.
Ficcò le mani in tasca con foga, per poi tirarne fuori un involto di stoffa, logoro e malconcio.
«Carino», commentò Lily con ironia, un sorriso sornione stampato sul volto.
«Vuoi che ti medichi o no?», le aveva risposto con una nota di indisposizione.
«Prego signor dottore, mi scusi».
 
«Sminuzza bene quei petali. Li voglio più fini».
...e li si immerge lentamente nella soluzione.
Aveva iniziato a medicarla, avvolgendo lentamente il vecchio fazzoletto intorno all'indice sottile e ben delineato.
Le gocce di sangue sgorgavano insistentemente dai bordi della ferita, tingendo il tessuto di macchie rosso scuro.
«Ti sei fatta molto male?».
«No, é solo una spina. Non ti preoccupare».
«Ma sanguini molto...».
«Succede».
E' solo una spina. Per cui Lily aveva perso una notevole quantità di sangue.
Cosa sarebbe successo al cuore di un uomo, se colpito da innumerevoli spine? Spesse ed appuntite, avrebbero penetrato la carne con forza, lacerandola in più punti e facendo zampillare il sangue a fiotti.
Allo stesso modo un groviglio di rovi circondava il cuore di Severus, rendendolo inaccessibile persino al proprio padrone. Gli penetravano il corpo, la mente, i pensieri.
L'aveva chiamata schifosa Mezzosangue.
L'aveva perduta.
L'aveva tradita.
Aveva tentato di salvarla.
Aveva fallito.
L'aveva perduta di nuovo.
L'aveva perduta per sempre.
 
«Per tutti i gargoyle, ravviva un po' quel fuoco».
Si lascia riposare dieci minuti a fuoco moderato, per dar modo ai petali d'assorbire la pozione.
Qualche giorno dopo l'amica gli aveva restituito il fazzoletto, lavato e profumato. Severus le aveva chiesto di poter controllare la ferita.
Lily aveva sostituito la benda di fortuna con una sottile fascia bianca, che srotolò lentamente per mostrargli la lesione.
I margini si stavano risanando, il sangue raggrumato in profondità stava perdendo le sue tonalità scure.
«Perché non ti sei fatta curare da Madam Pomfrey? Sarebbe guarita più in fretta».
«Non lo so», ammise la fanciulla. «Credo che a volte faccia bene aspettare pazientemente che la ferita si rimargini».
Di fronte alla sua espressione confusa, Lily scoppiò a ridere. «Non fare quella faccia; il sangue se ne andrà, i lembi della ferita si ricongiungeranno e tutti vivranno felici e contenti», spiegò. «Preferisco che vada così, Severus. Questa ferita è qualcosa d'incancellabile, come quando si cade per la prima volta dalla bicicletta e ci si sbuccia le ginocchia. E' un ricordo. Memorabile o doloroso che sia, ogni ricordo fa parte di ciò che siamo e questa cicatrice mi ricorderà sempre del giorno in cui mi hai regalato delle rose per il mio tredicesimo compleanno».
Quelle memorie facevano parte di ciò che era. Lo avevano formato, ma nella maniera sbagliata.
Ogni volta che ci ripensava provava un forte dolore al petto, una stilettata al cuore. Il liquido rossastro sgorgava lento, avvelenato e inesorabile.
Peccato che le sue ferite non si fossero mai rimarginate. Il suo cuore era lesionato, ma non presentava cicatrici. Le spine continuavano a lacerare la carne, il sangue a zampillare furiosamente. Nulla era cambiato, nemmeno dopo anni.
Neanche il più potente incantesimo del mondo avrebbe potuto cicatrizzarle, perché le ferite, il sangue, le spine erano invisibili.
Astratti e impercettibili per tutti, visibili e concreti soltanto per lui.
Soltanto lui percepiva il peso che gli gravava sulle spalle ogni giorno, come un macigno.
Chi era Severus Snape?
Un assassino. Una spia. Un vigliacco.
Il fazzoletto pulito, restituitogli da Lily quel giorno, era ancora nella sua tasca. Non se ne separava mai.
Solo dopo che glielo aveva riconsegnato, Severus aveva notato che le macchie di sangue della ragazza non erano scomparse del tutto. Alcune erano ancora lì, impregnate nella trama del tessuto, come a rammentargli i suoi errori.
Vedere gli aloni del sangue di Lily era una tortura, un'ennesima stilettata al cuore.
Il fazzoletto bruciava di rimpianti, come se da un momento all'altro volesse prendere fuoco.
 
«Buca il guscio senza romperlo, è così difficile da capire?».
Infine si bucano le uova di Ashwinder e si lascia colare il contenuto all'interno del calderone.
Allo stesso modo, il sangue colava dall'organo che gli pompava insistentemente la vita nelle vene, anche se Snape ne avrebbe fatto volentieri a meno.
Il liquido vermiglio gocciolava placido lungo i contorni del muscolo, che continuava a contrarsi e distendersi, senza sosta.
Goccia dopo goccia, il sangue abbandonava il suo cuore, usciva zampillante dalle lacerazioni provocate dalle spine, si perdeva nel nulla.
Il suo cuore diventava freddo, insensibile, avvelenato.
Avvelenato d'amore sovrastato dall'odio, avvelenato di tradimento.
Quello sguardo vitreo, gli occhi verdi vacui, persi nel vuoto della morte.
 
«Gira in modo circolare, non concentrico. Conosci il significato delle parole o devi ancora chiedere che ti regalino un vocabolario per Natale?».
«Se preparassi l'Amortentia, di cosa profumerebbe per te?», gli chiese Lily un giorno.
Severus la guardò stranito, le pupille si allargarono notevolmente negli occhi scuri. «Non ne ho idea», rispose calmo.
Probabilmente avrebbe avuto il profumo dei suoi capelli e della tenue fragranza dei gigli.
«Sono conscia che sia una domanda personale, ma sai che mi puoi dire qualsiasi cosa».
Qualsiasi cosa, già. Ma come avrebbe potuto rivelarle che l'amava più della sua stessa vita?
Le sorrise dolcemente. «Non ne ho la più pallida idea», sospirò. «Di che odorerebbe per te, invece?».
«Di campi verdi, di erba bagnata dalla rugiada, di pioggia e sole», rise allegramente la ragazza.
 
Di cosa odorerebbe per te, Severus?
In quel momento, Snape si rese conto che la pozione non profumava solo di gigli.
L'Amortentia emanava l'intenso e acre odore del sangue.



Questa OneShot sta partecipando al contest Hogwarts Chronicles - The Combination di Honey_fra (a presto i risultati).
Tra i pacchetti che ho deciso di vedere ho scelto il personaggio di Snape, il prompt era Sangue.
Spero di averlo caratterizzato bene è la prima volta che lo tratto in un momento così serio e riflessivo...
La ricetta dell'Amortentia l'ho trovata in un sito dedicato a HP, il procedimento l'ho montato su io, primo perchè non c'era, secondo per esigenze del testo. In teoria sarebbe una pozione illegale e vietata dal Ministero (si suppone che non si insegni come prepararla a scuola!), però l'ho utilizzata comunque per esigenza.
Attendo commenti, speranzosa. *niente pomodori per favore!*

The One Hundred Prompt Project
   
 
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