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Autore: Temari    31/12/2011    4 recensioni
Il primo party di fine anno indetto dalla Marukawa da che Misaki ha iniziato a lavorare come editore alla Emerald!
- "[...] ha senso che io sia presente al party di fine anno? Voglio dire, non ho nemmeno un mangaka di cui occuparmi... Mah, immagino sia un modo come un altro per farmi conoscere di persona qualche nome fra quelli che potrebbero affidarmi più avanti.
Non sono per niente abituato ad indossare abiti eleganti: mi sento un pesce fuor d'acqua." -
*cross-over con Sekaiichi*
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Akihiko Usami, Altro Personaggio, Misaki Takahashi, Un po' tutti
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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- Questa storia fa parte della serie 'Takahashi Misaki no Baai'
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Salve a tutti! =D
Dunque volevo postare una storia per Capodanno, ma diciamo che un po' di cose si sono accumulate e non sono riuscita a finirla nei tempi previsti, per cui ho deciso di dividerla in almeno 3 parti ^^ Non c'è molto altro da dire, quindi la faccio finita.

Note: Ambientata circa un mese dopo 'Signature' e due mesi dopo 'Familiar Face'.

Disclaimer: mi appartiene solo ciò che scrivo.


♥ AKEMASHITE OMEDETOU GOZAIMASU!! 


Ja ne,
Temari

New Year's Party




 

        Il 30 di Dicembre, Misaki si svegliò e (dopo aver preparato la colazione e fatto partire un ciclo di lavatrice) si affrettò ad indossare il completo blu scuro corredato da una camicia azzurro ghiaccio che aveva poggiato sullo schienale del divano la sera prima ma, al momento di annodare la cravatta - che era in tinta con la giacca -, il ragazzo andò nel panico e si ritrovò con le dita incastrate nello strano nodo che inspiegabilmente era riuscito ad incasinare—possibile che ogni santa volta finisse in quella maniera...?!
        Sbuffando per la frustrazione crescente, Misaki stava per risolversi a tagliare la cravatta con le forbici (e chi se ne fregava se quel pezzo di stoffa
probabilmente valeva più di quanto era solito percepire al tempo dei suoi tre lavori part-time messi insieme!) e darle fuoco coi fornelli, quando da dietro vide spuntare due mani larghe il doppio delle sue che gli afferrarono i polsi e lo fecero girare di centottanta gradi. Fermandosi con l'incavo delle clavicole di Usagi-san direttamente di fronte agli occhi, il ventiduenne distolse lo sguardo velocemente cercando di calmare il battito del suo cuore che aveva improvvisamente aumentato di intensità.
        "Argggh!! Non è il momento di p-pensare a c-c-certe cose...!! —E-e poi non sono come un certo coniglio pervertito, IO!" Si castigò Misaki, scuotendo la testa furiosamente, mentre Usagi-san lo fissava con un sopracciglio alzato.
        "Stai bene?" Gli chiese lo scrittore, una vena di divertimento appena accennata che gli arricchiva il tono di voce, nonostante si fosse svegliato da poco, e che non fece altro che minare i tentativi di Misaki di riprendere il controllo sulle sue reazioni nei confronti dell'altro... Poteva già sentire il respiro farsi più profondo e le gambe iniziare a diventare leggermente instabili; riuscì a frenare l'impulso di aggrapparsi alla manica della maglia del pigiama di Usagi-san giusto in tempo... "Misaki?"
        La voce ora tendente al preoccupato del suo compagno lo risvegliò dalla trance parziale in cui era caduto. "Ah!... Uuh, sì, sto bene..." Rispose infine Misaki e, alzando gli occhi per guardare l'orologio appeso alla parete sopra la porta, trattenne il fiato sgranando gli occhi, "Accidenti, è tardi!! Non posso arrivare tardi proprio oggi...!!" esclamò, affrettandosi verso l'ingresso e raccogliendo il cappotto e la borsa a tracolla dal divano con un unico movimento; una volta infilate la scarpe, si sentì voltare indietro.
        "Dove pensi di andare con la cravatta messa a quel modo, eh?" Gli disse Usagi-san con tono condiscendente, scuotendo la testa, prima di allungare le mani verso di lui e sciogliere il nodo mal fatto, raddrizzando e lisciando la stoffa pregiata, e procedendo poi a rifarlo lentamente, così che Misaki potesse osservare ancora una volta come andava fatto. La verità era che le iridi verdi del più giovane erano troppo prese a fissare insistentemente le dita lunghe ed abili dello scrittore per concentrarsi sui movimenti che stavano facendo in quel momento—al contrario, ad ogni flessione casuale ed innocente delle falangi candide intorno alla cravatta, la mente di Misaki gli forniva altrettante immagini corrispondenti in cui però l'oggetto di quelle attenzioni non era un pezzo di stoffa... Bensì varie parti del corpo dello stesso ventiduenne.
        "Maledizione...!!" Imprecò Misaki mentalmente, scuotendo la testa per cancellare le suddette immagini.
        Ignaro del tumulto che stava avendo luogo all'interno del suo amante, Usagi-san finì di mettere a posto la cravatta blu scuro e le diede una piccola pacca, soddisfatto. "Ecco qui. Ora è un nodo, non quella massa informe di poco fa." commentò scherzosamente, scompigliando i capelli castani di Misaki ed ignorando l'occhiata offesa di quest'ultimo. "Mah... Immagino comunque che sia un bene lavorare per la stessa compagnia..." Disse dopo un attimo di silenzio.
        "Che vorresti dire?" Chiese Misaki mentre si infilava velocemente il cappotto e avvolgeva la sciarpa intorno al collo.
        "Beh, avere il party di fine anno nello stesso hotel - anche se in sale separate - è una comodità che capita solo in questi casi." Rispose Usagi-san, le labbra distese in un mezzo ghigno, "E poi, ho già prenotato una camera per stanotte, così una volta che avrai finito non dovrai far altro che raggiungermi: non abbiamo passato una notte intera insieme da un po'. Manca a me tanto quanto manca a te - e non negare, so che è così." concluse con una risata maliziosa, mentre Misaki arrossiva di botto ma non lo contraddiceva.
        "S-s-s-stupido Usagi!" Sbottò per mascherare (malamente) l'imbarazzo, voltando le spalle all'altro ed aprendo la porta pronto ad uscire - rischiava davvero di arrivare in ritardo -, ma venendo trattenuto nuovamente dal Lord che gli stampò un bacio a tradimento sulle labbra.
        "Fà attenzione per strada. Ci vediamo all'hotel, va bene?" Gli disse scompigliandogli i capelli un'ultima volta.
        "U-un." Rispose Misaki, "Io vado, ciao..." e si chiuse la porta alle spalle con un piccolo sospiro.

        Dopo una corsa fino all'entrata più vicina della metro - che fortunatamente si trovava ai piedi della salita che portava al loro complesso - ed essere riuscito a salire sul treno in extremis pur avendo rischiato di inciampare tre volte (maledette scarpe eleganti, non c'era proprio abituato), Misaki trovò un posto libero e si sedette per riprendere fiato. Adesso sì che era sveglio, accidenti. E ci mancava solamente che sudasse di prima mattina con indosso un completo che costava chissà quante migliaia di yen e che doveva tenere addosso tutto il giorno... Perché non potevano cambiarsi una volta finito il normale turno di lavoro? Che male c'era a stare comodi fino alle sette?
        "... Fra l'altro," Si chiese Misaki mentre frugava nella borsa a tracolla, "ha senso che io sia presente al party di fine anno? Voglio dire, non ho nemmeno un mangaka di cui occuparmi... Mah, immagino sia un modo come un altro per farmi conoscere
di persona qualche nome fra quelli che potrebbero affidarmi più avanti. Ah! Ma se ci sono tutti i mangaka... Ci sarà anche Ijuuin-sensei!!" pensò con un sorriso trionfante, mentre una parte di lui rabbrividiva allo stesso tempo, ricordando gli innumerevoli problemi che l'uomo continuava a causargli nella sua guerra auto-imposta contro Usagi-san.
        "Uh? E questo?" La mano del giovane si chiuse intorno ad una busta che non ricordava di aver messo in borsa la sera prima; la tirò fuori e la aprì, trovandosi davanti quello che sembrava il manoscritto del prossimo libro in uscita di Usagi-san. "Gah! Non dirmi che è
—" Si affrettò a sfogliarlo velocemente e sospirò di sollievo, "Hah, per fortuna è un libro normale... —Aspetta. Per chi mi ha preso?! Per il suo fattorino...?!" fece, irritato, lanciando fulmini in direzione dei fogli e sperando che prendessero fuoco. In quel momento, il cellulare suonò, segnalando l'arrivo di un messaggio.
        "Per evitare ad Aikawa di fare la strada, potresti darle tu il manoscritto che ti ho messo in borsa? L'ho già avvertita, dovrebbe passare lei da te."
        Con le mani che fremevano dalla rabbia, Misaki gettò il cellulare nella tracolla senza degnare il messaggio di una risposta. "Bastardo di un Usagi!! Dì che vuoi semplicemente dormire tutta la mattina!!" Sbottò indignato, non accorgendosi degli sguardi interrogativi e contrariati che gli altri pendolari gli rivolsero.



   
 
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