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Autore: maryjanepotter    31/12/2011    0 recensioni
Eragon, Saphira e i Varden hanno appena smesso di combattere le truppe imperiali sulle Pianure Ardenti.
La comparsa di un altro Cavaliere in groppa a un drago rosso ha lasciato tutti sgomenti, specialmente Eragon, sconvolto dal fatto che si trattasse proprio di Murtagh, costretto dal Re Galbatorix a lottare contro il suo stesso fratello con l'aiuto del suo drago, Castigo.
Roran deve ancora salvare la sua amata, Katrina, Nasuada ha un esercito da riorganizzare e da spingere allo scontro finale ed Arya, l'elfa che Eragon ama con tutto se stesso, prenderà una decisione cruciale per il destino di tutta Alagaesia.
Questo è Brisingr sotto il mio punto di vista, così come sarebbe dovuto essere :)
Buona lettura ^^
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Galbatorix, Murtagh, Nasuada, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Roran entrò nella tenda di Eragon di buon’ora, la mattina seguente. Si sedette accanto al suo letto e quando il Cavaliere si svegliò fu lieto di vederlo sorridente.
- Alzati, dormiglione. È tardi, mio caro, e tu devi ancora allenarmi.- Eragon si tirò su con uno sbadiglio.
- Dov’è Saphira?- la cercò col pensiero.
Sono qui. Svegliati, e non scordare i tuoi impegni con Oromis.
Non lo farò.
Bravo.
- Roran, hai saputo di Arya? Della sua partenza?-
- Si, ieri sera ha annunciato tristemente questa notizia davanti a tutti i Varden. Sembrava distrutta, spaventata. Non ho mai visto Arya così abbattuta.- Roran gli porse i vestiti, addentando del cibo elfico.
- Neanch’io. È spaventata perché ha paura che qualcuno possa essere catturato per salvarla. È per questo che parte sola. Non vuole che la storia si ripeta.-
- Quale storia?-
- Mentre trasportava l’uovo di Saphira, Durza, lo Spettro, aggredì lei e la sua scorta. I suoi compagni di viaggio furono uccisi a colpi di freccia dagli Urgali. Non si è mai liberata dal pensiero di essere responsabile della loro fine.- Eragon abbassò lo sguardo. Arya, quando parlava di Gadwey e Faolin era sempre triste e combattuta. Adesso riusciva a capire bene il motivo. Era come se lui pensasse a Garrow. Roran sembrò leggergli nel pensiero.
- È inutile farsi delle colpe inutili, Eragon. Arya ce la farà, e tornerà sana e salva anche questa volta.-
- Spero.- Eragon si vestì e afferrò la spada. Uscirono insieme e cavalcarono verso il campo di allenamento. Anche Vanir, l’elfo che aveva sempre deriso Eragon per la sua poca abilità nella scherma, era presente mentre Roran e il Cavaliere incrociavano le armi. Eragon schivava velocemente i colpi del cugino, e gli dava consigli sul come maneggiare la spada. Alla fine del duello, anche lui ostentava qualche livido.
- Stai diventando bravo.- disse, sorridendo. Roran si asciugò la fronte con la mano, e bevve un sorso d’acqua dalla sua borraccia.
- Grazie.- per quel giorno poteva bastare.
Saphira? Saphira?
Si?
Devo andare da Oromis, ricordi? Puoi venire qui?
Certo.
Con un delicato battito d’ali, la dragonessa atterrò al suo fianco con grazia.
Andiamo, Cavaliere.
Montato sulla sella, Eragon sollevò la mano per salutare Roran, e si lanciò con Saphira nel cielo azzurro. Il vento gli fischiava nelle orecchie e gli scompigliava i capelli, ma era una bella sensazione. Saphira fece una breve manovra e posò le zampe a terra, con un’abilità straordinaria.
Sei migliorata tantissimo, nel volo. Sei davvero stupefacente.
Oh, non è niente. La dragonessa schioccò le fauci contenta.
Eragon alla vista di Oromis si inchinò, e sorrise.
- Ti prego di perdonare il mio comportamento scortese, Oromis-elda. Mi premeva di sapere di più, ma rispetto la tua scelta. Tuttavia ho bisogno dei tuoi consigli…mi rinneghi anche il piacere della tua compagnia?-
- Certo che no, Eragon. Che cosa ti tormenta? Non ti vedevo così preoccupato da molto tempo. Forse hai la stessa espressione di quando scopristi del maleficio che avevi inflitto alla bambina Varden. Ho ragione?- Eragon annuì, sincero.
- Si, hai ragione. Ciò che mi turba è la partenza di Arya.-                        Oromis chiuse gli occhi, consapevole, come se si fosse aspettato questa visita.
- So bene che Arya è una tua cara amica, ma devi permetterle di fare le sue scelte.-
- Ho giurato nell’antica lingua di non provare a seguirla, durante il suo viaggio. Lei mi ha implorato di farlo con le lacrime agli occhi.- Eragon esitò. – non posso infrangere questa promessa, tuttavia secondo Saphira potrei proteggerla con una benedizione, prima che parta.- Oromis si lasciò sfuggire un sorrisetto.
- L’ultima tua benedizione non è stata un’impresa eroica, vero, Finiarel? Cosa ti porta a pensare che questa darà risultati migliori?- Eragon scavò dentro se stesso.
- Io voglio bene ad Arya.-
- Molto di più che un bene fraterno, direi..- Eragon si sentì arrossire.
- Beh, si. Ed è per questo che credo possa funzionare. I miei sentimenti possono ostacolarla da vicino, ma possono anche salvarle la vita, se vegliano su di lei senza che se ne accorga.-
- Il tuo pensiero è esatto. Ma non hai paura che si possa arrabbiare?-
- Non oserà rifiutare la benedizione di un Cavaliere davanti al suo popolo. È l’unico modo che ho per starle vicino. Puoi insegnarmi?- Oromis lo squadrò ammirato. Eragon stava mettendo tutto se stesso per proteggere Arya. Sorrise e distese il vecchio volto.
- Sei davvero cresciuto, Finiarel. Non c’è in te più nemmeno l’ombra di quel ragazzino inesperto e pauroso che vidi la prima volta. È per questo che non posso più insegnarti niente…ora deve essere il tuo cuore a guidarti..- sorrise. – e se non ti guida in questa impresa, dove ti guiderà mai?- s’inchinò leggermente, ed Eragon rimase esterrefatto.
- Cosa fai, maestro?-
- Mi inchino al Cavaliere più giovane ma più determinato che abbia mai messo piede in Alagaesia. Meriti il mio rispetto e la mia stima. Ti insegnerò tutto quello che so per proteggere Arya. E se il suo cuore diventasse tuo, un giorno lontano, non ci sarebbe per me piacere più immenso.- Eragon si sentì pieno di gratitudine ed energia. Oromis lo riteneva finalmente un adulto.
- Ti ringrazio, Oromis-elda…le tue parole mi danno conforto.-
Siamo fieri di te, Eragon.
 Il ragazzo sentì la voce orgogliosa di Saphira nella mente.
“Siamo”? Chi?
Noi. Lei gli mandò un’immagine di lei e di Glaedr. 
   
 
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