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Autore: Goldigger    31/12/2011    3 recensioni
Questa sì che è una facoltà universitaria seria!
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Yo everybody!
Mi chiamo Sarah, sah per gli amici, ho scelto il nick "Goldigger" perchè l' hip hop è la mia grande passione e sono fissata con Kanye West. Questo è il primo racconto che pubblico: se vi aspettate qualcosa di particolarmente profondo e intelligente, chiudete la pagina e andate a leggervi Focus. Una mia qualità (o la mia rovina, dipende dai casi) è quella di riuscire a vedere ogni situazione nel suo lato più demenziale...Essendo io stufa marcia di sentirmi prendere per i fondelli perchè frequento la facoltà di SCIENZE DELLA COMUNICAZIONE ("Fai scienze delle Merendine, hahaha!") ho deciso quindi di dedicare la mia opera prima al tema "Facoltà Universitarie Inutili". Se avete voglia lasciate un commento, se volete insultarmi fatelo in privato (vi lascerò il mio recapito telefonico). Ringrazio M e T per l' ispirazione.
Enjoy it.

SCIENZE DELLA DISOCCUPAZIONE-PRIMO TRIMESTRE

Gli studenti affollarono l' aula 8, occupando quasi tutti i posti. Era il loro primo giorno di Università in assoluto, e la parola "matricola" ce l' avevano scritta proprio in fronte. Alcuni di loro indossavano con disinvoltura uno zainetto dei Power Rangers, altri, più sofisticati, una cartella rigida del film Disney "Cars". Molti, appena prima di entrare, diedero un rapido bacio sulla guancia alle rispettive madri che, commosse, li salutavano agitando la mano. Erano ormai le 11; era tempo di iniziare la lezione.

Mezz' ora dopo, il Professor Insegno, docente di Teoria del Lavoro, si affacciò alla porta dell' aula. Aveva capelli lunghi e la barba di quattro giorni, e un ancora tatuata sul bicipite destro.
"Siete i nuovi studenti?" Chiese, autoritario.
"Sìììììììììì" rispose un coro quasi perfetto.
"Che il Diavolo vi porti. Vado a farmi un caffè" e sparì.
"Arrivederci professore" disse timidamente una ragazza dalla prima fila.

Altri venti minuti più tardi, il professor Insegno entrò in aula strascicando i piedi. Aveva una maglietta della Juventus e pantaloni della tuta. Ai piedi un paio di ciabatte che davano l' idea di essere molto comode.
Nessuno parlava. La tensione era palpabile.
Insegno si lasciò andare pesantemente sulla sedia e mise i piedi sulla cattedra.
Poi, parlò. Biascicava le parole, e i ragazzi in prima fila avvertirono un pungente odore di Vodka.
"Buongiorno, io sono il Professor Insegno. Volete sapere cosa insegno? Insegno teoria applicata del lavoro. Ma prima di chiarirvi il modo in cui insegno, ho una domanda. Quanti di voi hanno intenzione di cercare un lavoro dopo il conseguimento della Laurea?"
Molte mani si alzarono.
"Bene, coloro che hanno alzato la mano sono pregati di lasciare tempestivamente l' aula."
Si levò un mormorio agitato.
"Ma, professore..."
"ORA!"
Gli interessati scattarono in piedi e si avviarono a testa bassa verso l' uscita. Una ragazza piangeva.
"Piangi,piangi, tornatene all' asilo!" le urlò il professore.
Gli studenti rimasti si guardarono esterefatti. Erano in quattro.
Insegno sorrise. Gli mancava un incisivo.
"Molto bene, ora che abbiamo  fatto fuori gli elementi deboli possiamo continuare. Scienze della Disoccupazione è una facoltà dura, estenuante, occuperà tutto il vostro tempo libero e la vostra mente. Cercare un lavoro non è facile, ma ficcatevelo bene in quelle testoline, NON cercarlo lo è ancora di meno. Le occasioni lavorative a volte ci piovono addosso, arrivano alle nostre spalle a nostra insaputa e noi dobbiamo fare del nostro meglio per evitarlo. Sono stato chiarito?
I ragazzi erano rimasti a bocca aperta.
"RIPETO, SONO STATO CHIARITO?"
"S-sì professore" dissero con voce flebile.
"Bravi. Ora voglio sapere i vostri nomi. TU!" gridò puntando l' indice verso un ragazzo occhialuto in terza fila.
"M-Matteo..."
"D' ora in avanti ti chiamerai Babbeo."
"Ma..."
"Zitto, Babbeo!"
Insegno continuò, sputacchiando.
"Tu, con quei denti da cavallo!"
"Riccardo, professore."
"Bene, da questo momento sarai Vecchiardo!"
"Tu, che con quel sedere ti ci vorrebbero due sedie! come ti chiami?
"Marisa..."
"D' ora in poi sarai Obesa!"
"E tu, che probabilmente non sai neanche di essere al mondo?
"Io mi chiamo Ultimo, professore."
"Bravo, il tuo nome va benissimo!"

Insegno si alzò di scatto e iniziò a ciabattare per l' aula.
"La prima parte del nostro corso riguarderà il primo approccio con il mondo del lavoro: Il curriculum e il colloquio. Oggi impareremo come fare un curriculum da cestinare e come fare brutta impressione al nostro eventuale superiore. Partiamo dalla redazione di un curriculum. la prima cosa da tenere a mente è il tipo di carta su cui scrivere: una pagina di giornale o della semplice carta da pacco andranno più che bene. Inoltre, fate attenzione alla modalità di scrittura: dimenticatevi del computer. Utilizzate pennarelli di vari colori, o ancora meglio un evidenziatore giallo.Ma se, sfortuna vuole che dobbiate scriverlo al pc, abbiate almeno l' accortezza di usare caratteri vivaci, grandi e colorati "
Gli studenti prendevano appunti, concentrati.
"...L' impaginazione del vostro curriculum è fondamentale: fate in modo che la parte destra e quella sinistra non siano MAI, e dico MAI allineate. Questo sorprenderà positivamente il datore di lavoro, porterete una ventata di originalità e modernità nella sua vita. Importante è inoltre fare in modo che le voci "Istruzione" ed "esperienze lavorative" non occupino più di due righe; la voce "Interessi" deve  comprendere almeno tre pagine. Non siate timidi, raccontate dei vostri sogni e le vostre speranze."
Matteo, il ragazzo con gli occhiali, alzò la mano.
"Professore, una domanda...  E per quanto riguarda la foto?"
"Ottima domanda, Babbeo! Scegliere la foto adatta per un curriculum è molto, molto difficile. Sappiate che da quella foto i vostri eventuali datori di lavoro si faranno una prima impressione su di voi. è una cosa molto soggettiva, ma solitamente io consiglio una foto di voi da piccoli oppure una bella foto di gruppo. Quanti di voi sono mai stati a Gardaland?"
Tutti e quattro alzarono la mano.
"bene, qualora l' aveste acquistata, anche la foto di voi sulle montagne russe o sui tronchi sarà una scelta azzeccata. Farete vedere che voi sapete come divertirvi!"
Gli studenti annuirono, sorridendo.
" Ci sono altre domande sulla redazione di un curriculum?"
Marisa alzò la mano.
"Obesa, non dirmi che hai mangiato il tuo curriculm!"
"No, professore, ehm... Volevo chiederle, è necessario imbustare il curriculum prima di consegnarlo?"
"Che domanda sciocca! Certo che no. Mettere il curriculum in una busta vi farà sembrare persone noiose e formali. Una cosa carina da fare è appallottolarlo e molto sportivamente lanciarlo, o se preferite calciarlo! In questo modo potrete testare la prontezza di riflessi del vostro eventuale capo! I veri professionisti usano anche mazze da golf, ma questo non è il vostro caso."
Dai quattro di levò un "ooooh" di delusione.
"Ora passiamo a un' altra importantissima fase: Il colloquio di lavoro. Qualora, sfortunatamente, il vostro curriculum  venga preso in considerazione, verrete chiamati per spiegare meglio ciò che avete scritto su di esso. Il colloquio può essere considerato come una chiacchierata amichevole. Non dovete assolutamente sentirvi in soggezione: pensate di avere avanti il portinaio di casa vostra o vostro fratello. è un truchetto che funziona sempre.  Ora, qualcuno sa dirmi COME ci si presenta a un colloquio di lavoro?"
Gli studenti parlavano a bassa voce tra di loro, tutti desiderosi di impressionare il professore.
"Coraggio, non abbiate paura!"
"Con una stretta di mano?" azzardò Riccardo.
"Ma chi sei, il Papa? Antico, sei antico!"
"Una pacca sulla spalla?" ipotizzò Ultimo
"Mmmm... ci siamo quasi...meglio..."
"Tre bacini sulle guance!" esclamò Marisa!
"BRAVA! Brava, vedi che non servi solo ad occupare spazio? Obesa è già entrata nell' ottica! Complimenti!"
Marisa raddrizzò la schiena, orgogliosa.
"I baci sulle guance sono ,a mio parere, un ottimo modo per presentarsi al vostro futuro datore di lavoro. Ma se proprio volete stupirlo utilizzando la classe, vi consiglio di stringergli amichevolmente i testicoli, se è un uomo, o darle una pacca sul sedere se è una donna. Anche un commento sull' aspetto fisico è una mossa azzeccata: dimostrerete che vi interessate della sua salute. Frasi come "Abbiamo messo su un pò di peso, eh?" oppure "Sbaglio o ci stiamo stempiando?" state pur certi, fanno sempre centro."

"...Un' altro cosa importante è il fattore abbigliamento. Ovviamente non potete pretendere di vestirvi come un professore universitario, siete pur sempre giovani" disse Insegno indicando le sue ciabatte "Ma cercate comunque di avere un briciolo di stile. Tute da sci, pantaloni da ciclismo, maglioni ricamati, osate, ragazzi miei, date sfogo al vostro buon gusto! Avete idee?
"Io ho la mia divisa da calcio!"
"Bene, ma senza calzettoni!"
"Vestito da sera?"
"Sì, purchè abbia un' abbondante scollatura!"
"Infradito!"
"Ottimo intervento!"
I quattro studenti ora erano più gasati e motivati che mai. "è veramente il migliore, lo stimo un sacco" disse Matteo a Marisa.
Insegno continuò:
 "E last but not least, come dicono i nostri amici d' oltralpe, è importante l' atteggiamento che adotterete durante il colloquio. Siate SEMPRE voi stessi. Se vi scappa un rutto, non esitate a farlo! Se vi prude il sedere, grattatelo! Se dovete andare in bagno, ditelo a gran voce! Loro cercano persone genuine, vere! E se proprio volete strafare e raggiungere la perfezione, consiglio di portare al datore di lavoro dei prodotti tipici della vostra regione, come affettati e formaggi. Ve ne sarà grato."
"Una bella bottiglia di vino?" chiese Riccardo.
"Mmm, meglio liquori o grappe."
"Devo ricordarmi di andare a fare la spesa" disse il ragazzo tra sè e sè.
Il professore si avvicinò alla cattedra guardando l' orologio subacqueo che aveva al polso.
"Ragazzi, ben venti minuti di lezione! Oggi abbiamo faticato, ma vi prometto che domani vi farò fare qualche pausa. Ora vi assegnerò dei compiti: appena arrivati a casa, dormite tre o quattro orette, meglio ancora se sul divano davanti alla televisione. Poi, quando avete voglia, chiamate gli amici per organizzare una serata al bar, dove giocherete a videopoker. Domani, se vi sentite pronti, venite a lezione e raccontatemi della vostra serata. Se avete bisogno di chiarimenti, cercatemi sotto il cavalcavia dopo l' uscita A2 dell'autostrada. Arrivederci."
I quattro ragazzi infilarono velocemente i quaderni negli zaini e si avviarono verso l' uscita, saltellando.
"Mamma!" gridò Matteo correndo incontro a una signora dai capelli biondi che aveva un panino in mano.
"Ma ciao, cucciolo! ti ho portato la merenda! Piano, piano! Allora, come è andato il tuo primo giorno di Università?"
"Mamma mamma mamma ho deciso cosa voglio fare da grande!"
"E cosa, tesoro mio? Mastica piano, che ti ingozzi!"
"Il disoccupato" rispose Matteo sorridendo candidamente con pezzi di salame tra i denti.   

THE END (Forse)

Ok, storia finita.Spero che vi abbia fatto ridere almeno un pochino, ma anche riflettere (disoccupazione precariato degli studenti ecc...) In realtà il fatto che questa storia possa anche avere un significato profondo mi è venuto in mente dopo averla scritta. Meglio tardi che mai. Alla prossima!
  
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