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Autore: lostinthefreedom    01/01/2012    8 recensioni
Eccomi di nuovo qui! Per l'inizio di quest'anno nuovo ho scritto un one-shot comica che spero vi faccia fare almeno un sorriso, così giusto per aprire l'anno in modo piacevole! In questa one-shot, Misaki non è in condizioni di muoversi (cissà perchè) così Usagi vuole sostituirlo in cucina. Misaki cercherà di dargli fiducia, ma che succederà se un orsacchiotto birbante compare in sogno al povero ragzoo? Lo scoprirete leggendo questa mia ff! Spero vi piaccia! Aspetto i vostri commenti!
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akihiko Usami, Altro Personaggio, Misaki Takahashi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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O mio Dio che male!” questo fu il primo pensiero che Misaki ebbe appena tentò di sedersi sul letto quando aprì gli occhi. Dopo alcuni tentativi riuscì ad alzarsi e a fare qualche passo con le gambe divaricate e moooolto lentamente. In pochi minuti arrivò al bagno e mentre si lavava i denti si voltò e osservò il suo compagno che dormiva profondamente in posizione stella marina.

-è così bello quando dorme, sembra un angelo, poi è stato così gentile e premuroso quando ieri abbiamo… AAAAAA!!!!!! Ma cosa dico!- Misaki arrossì vividamente e si portò le mani alla testa per poi scompigliarsi i capelli e poi iniziò a sclerare in silenzio come al suo solito gesticolando.

-Dannato Usagi-pervertito-san! Questa me la paghi!- ma ovviamente essendo già scoordinato di suo e non essendo in sé per la sfuriata, inciampò nel tappetino del bagno e cadde pesantemente di faccia sul parquet riscaldato e ci rimase per qualche secondo maledicendo sé stesso per la sua mancanza di equilibrio e ovviamente anche Akihiko, dato che per colpa sua non riusciva ad alzarsi. Dopo aver finito il malocchio contro Usami, alzò il volto e si accorse che il suo angelo si era svegliato con un grugnito, che poi fu coperto da una fragorosa risata appena si rese conto di cosa era successo al povero Misaki.

-Ridi, ridi! Ti diverti eh?! BAKAAAAA!!!!!- urlò Misaki contro Akihiko, che si stava dirigendo, nudo, nella sua direzione con un sorriso malizioso mentre lo tirava su.

-Ti preferivo ieri, quando ansimavi e gemevi a ogni mio movimento appassionato, invece di adesso, che rompi le palle tutto il tempo!- rispose lui tenendo sempre il suo sorrisetto su quelle stupende labbra scolpite mentre prendeva Misaki in braccio come fosse la sua sposa.

-Ahi! Usagi-san, non riesco nemmeno a camminare, rimettimi sul letto e lasciami riposare, così appena mi riprendo…- Usami lo interruppe e volle continuare la frase a modo suo.

-Potremo farlo ancora e ancora mille e mille volte- cercando anche di mimare la sua voce, facendogli un po’ il verso.

-NOOOO!!!!!!! Così potrò venire a ucciderti per il dolore che mi hai fatto provare!- ecco, questa era la frase tipica di Misaki, allora Usagi soppresse una leggera risatina e portò il ragazzino che teneva ancora in braccio giù in soggiorno, dove lo distese sul divano. Misaki credeva che il suo compagno fosse solo a torso nudo, cosa che lo faceva già impazzire, ma quando si rese conto che era completamente nudo, prese un cuscino, se lo portò alla faccia e urlò:

-Vai a vestirti… SCOSTUMATO!!!!!- purtroppo non era riuscito a trovare insulto migliore e se ne rese conto quando Usami gli rise quasi in faccia.

-Sco-scostumato? O mio Dio Misaki, non potevi dirmi insulto peggiore, ahaha, sì, sì, non ti preoccupare, ora mi vado a vestire, ma non credere che tra noi sia finita qui, appena ti rimetterai inizierò di nuovo a sedurti- rispose Akihiko tornando in camera per mettersi dei vestiti.

Non posso crederci, era NUDO!!!! Ma non si vergogna neanche un po’?! Bhè, però anche io ero nudo ieri e non mi sono vergognato nemmeno quando lui mi ha… ODDIOOO! Mi sta attaccando la sua perversità, non mi devo lasciare contagiare, a mala pena riesco a tenergli testa quando sono del tutto lucido, figuriamoci se lui riuscisse a sedurmi!” pensò Misaki, anche se in una piccola parte remota del suo subconscio, lui sapeva benissimo che Akihiko lo aveva già sedotto, fin dal primo momento. Quando Usami tornò giù Misaki divenne tutto rosso in volto ripensando alla visione di prima e alle cose che erano successe la notte precedente, sfortunatamente per lui, Akihiko se ne accorse e sfoderò uno splendente sorriso sghembo che trasformò in brevissimo tempo in un ghigno malizioso il quale lo fece apparire tanto sensuale quanto accattivante e affascinante. Il ragazzino ancora steso sul divano ne rimase totalmente allibito e abbagliato, ma si riprese non appena Usagi gli disse:

-Bhè, visto che tu non puoi alzarti per ovvi motivi...- interruppe la frase con una risata soffocata

-Cucinerò io oggi!- Misaki non poteva crederci, la sua cucina sarebbe stata solo un cumulo di macerie fumanti se lo avesse fatto! Ma era anche vero che lui non poteva muoversi nemmeno volendo, così emise solo un grugnito di metà disapprovazione e metà dolore per essersi girato sul divano per vedere la cucina, ma Akihiko lo prese subito come un permesso per usare la cucina, non che ne avesse bisogno, tanto ogni cosa che voleva la otteneva.

Lo scrittore si abbassò alla ricerca di una padella e con la sua inaspettata goffaggine fece cadere tutto il resto delle pentole. Misaki si tappò le orecchie, poi, quando stava per urlare contro Usami quanto fosse assolutamente incapace, si trattenne e pensò:

Forse Usagi-san sta solo approfittando delle mie condizioni per farmi capire che vuole contribuire anche lui alla casa... dovrei fargli usare la MIA cucina?” Quando Misaki formulò il pensiero alla fine diede un tono di assoluta possessività nei confronti del mobilio della cucina, poi continuò:

Forse dovrei dargli fiducia... magari ne potrebbe uscire anche qualcosa di buono... Vabbé, ci proverò e per dimostrargli che non voglio controllarlo me ne andrò di sopra a farmi una dormitina...” Terminato il monologo interiore, il ragazzo si alzò con molta fatica e qualche gemito soffocato, poi annunciò con tono ancora un po' indeciso:

-Bene, se vuoi cucinare, io andrei a farmi un riposino... per te va bene?- In un certo senso sperava che l'altro rispondesse che voleva che lui restasse lì, ma alla fine anche l'ultimo brandello di speranza si dissolse miseramente.

-Certo tesoro, non ti preoccupare, qui andrà tutto per il meglio!- così il ragazzo no aveva più alcuna scusa e fu costretto a salire le scale per andare in camera, ovviamente ci mise un bel po' e arrivato a quella vetta tanto agognata che pareva insormontabile si voltò e ed esortò:

-BAKA USAGI! Smettila di ridere! È tutta colpa tua!- detto questo fece in tempo a sentire un'ultima risata di Akihiko mentre si chiudeva la porta alle spalle. Misaki si accasciò sul letto con un piccolo gemito soffocato e si addormentò quasi all'istante.

 

-Misaki? Misaki? MISAAAKIIIII!!!!!!- il ragazzo si svegliò con un sussulto e iniziò a guardarsi intorno per vedere chi lo avesse chiamato con tanta insistenza, ma non trovò nessuno.

-Qui sotto...- disse la stessa voce che lo aveva chiamato. A quel punto Misaki abbassò lo sguardo e si ritrovò di fronte Suzuki-san! Il ragazzo non sapeva cosa dire, così iniziò a stropicciarsi gli occhi, ma quando si accorse che l'immagine non era cambiata in alcun modo disse soltanto:

-Ma... ma... ma... TU CHE CI FAI QUIIIIIII!- alla fine scoppiò.

-Shhhhh! Fai silenzio Misaki! Per la cronaca io abito qui da molto più tempo di te!- rispose l'orsacchiotto stizzito.

-Sì... questo lo so... ma io intendevo cosa ci fai qui, in carne e oss... in tela e imbottitura a parlare con me?- si corresse Misaki ricordandosi che Suzuki-san fosse un orsacchiotto.

-Aaaa... bhè, io sono qui per farti vedere cosa sta combinando Usagi-san!- esclamò il peluche iniziando a saltellare e con un gesto della zampetta invitò Misaki a seguirlo. Il ragazzo sempre più confuso ma incuriosito, non ci pensò due volte e scese dal letto. In punta di piedi i due si avvicinarono alla scala, poco prima di riuscire a vedere cosa stesse succedendo in cucina, l'orsacchiotto si fermò e disse con un filo di voce:
-Misaki, prometti che dopo aver assistito a quello che voglio mostrarti non urlerai!- il ragazzo ci pensò un po', ma ormai la curiosità e l'ansia lo stavano mangiando poco a poco così senza indugi rispose un secco:

-Certo!- ma in quel preciso momento ci fu un enorme frastuono provenire dal piano di sotto e Misaki stava per aprire bocca e cacciare un urlo, quando una zampetta dell'orsetto gli si ficcò in bocca e lo frenò dal suo intento.

-Hai promesso!- gli ricordò all'istante Suzuki-san con sguardo contrariato a causa della sua imminente reazione dopo aver appena fatto la promessa. Misaki dal canto suo aveva ancora in bocca la zampina, così si limitò ad annuire. Dopo essersi assicurato che dicesse la verità, il peluche condusse il ragazzo di fronte alla scala e un disastro più completo gli si presentò davanti:

la cucina pareva esser stata il luogo in cui era scoppiata la terza Guerra Mondiale, le pareti completamente sporche di caffè, salse varie... e qualcosa d'altro che Misaki non voleva nemmeno sapere, le pentole tutte graffiate, bruciate e incrostate, il lavandino completamente rovinato e il resto del mobilio era praticamente in fiamme.

Misaki non ci vide più e pensò:

Al diavolo la promessa!” così scese velocemente le scale e non diede modo a Suzuki-san di fermarlo, poi si piantò di fronte a Usagi-san e gli urlò in faccia:

-CHE COMBINI NELLA MAI CUCINA!!!!!!!!- si fece il silenzio più totale, poi Misaki udì uno strano rumore provenire da sotto il suo viso, così chinò la testa e vide un uovo e per capire se era quello a emette gli strani gorgoglii, si avvicinò...

-SPATT!- e l'uovo gli scoppiò letteralmente in faccia.

 

-LA MIA CUCINAAAAAAA!!!!!!- Misaki si svegliò tutto sudato e agitato, ma non ci pensò molto e non pensò nemmeno al dolore al fondo schiena, perchè si alzò di botto e corse all'istante al piano di sotto, pensando già a cosa lo aspettava.

Quando arrivò giù lo accolse un dolce e amorevole Usagi-san:

-Allora tesoro, dormito bene?- ma ovviamente Misaki non sentì nemmeno una parola di quello che aveva detto Akihiko, era troppo concentrato a pensare alle cose che lui avrebbe detto, così iniziò a sbraitare:

-TUUUU! SEI UN DISASTRO!- dopo non aver ricevuto niente in risposta alzò lo sguardo e vide Usagi-san ricoperto di farina un po' dappertutto: sul grembiule, i polsini, i capelli e anche il naso e una guancia.

-Misaki, ti giuro che pulirò tutto alla perfezione, so di no essere ordinato come lo sei tu, ma ti giuro che una volta pulita, non ti accorgerai nemmeno che io sai stato in cucina...- disse abbassando lo sguardo leggermente imbarazzato e demoralizzato dalla frase accusatoria del ragazzo.

Misaki si guardò un o in giro e vide solo un po' di farina e pangrattato sparsi per terra, sul piano cottura e nel lavandino, ma tutte queste cose c'erano, non erano state ridotte in macerie o carbonizzate, erano lì, solo un po' “impanate”.

-Ma... tu... Suzuki-san... la promessa... le pentole... il lavello, le fiamme... l'uovo...- quando alla fine si rese conto che tutto quello che stava dicendo era stato solo frutto della sua mancata fiducia che nel sonno si era mescolata alla sua fervida immaginazione cessò di parlare.

Il cuore di Misaki si allargò di almeno due taglie, tanto che gli vennero le lacrime agli occhi e corse da Akihiko, per poi stringerlo forte infine scoppiare a ridere.

-Misaki, sei sicuro di star bene tesoro?- Usagi-san era seriamente preoccupato dal cambiamento repentino di reazione, così iniziò a tastargli la fronte, ma il ragazzino scostò la mano dal suo viso e gli disse tra una risata e l'altra:

-Sì, io sto benissimo... e anche la mia cucina! Usagi-san, sei stato bravissimo!- detto questo gli stampò un bacio sulle labbra, ma solo dopo averlo fatto si rese conto di quanto fosse inusuale per lui compiere un gesto di quel genere, così divenne tutto rosso tendente al viola e cacciò la testa tra i pettorali di Akihiko.

-O, Misaki, sono contento che tu apprezzi il mio gesto. Mi sono impegnato e ce l'ho fatta! Dopotutto non sono solo uno scribacchino da quattro soldi!- disse Usami sfoderando uno dei suoi irresistibili sorrisi sghembi e abbaglianti che ogni vota lasciavano Misaki in una sorta di trance.

Il ragazzino tirò appena su il viso e disse con voce bassa e un po biascicata:

-Bhè... è ovvio che lo apprezzi... lo hai fatto per me...- poi per non far pesare troppo la mente di

Usagi su quelle parole, aggiunse subito con voce più vivace:

-Quindi se ti va puoi anche rifarlo qualche volta... ma ad una condizione...- lasciò in sospeso il ragazzo.

-Quale?- domandò Akihiko stringendo a se il suo adorato Misaki.

-Che tu vada a togliere Suzuki-san dalla nostra stanza!- Usagi-san non ne capì assolutamente il motivo, ma se poteva far piacere a quel piccolo ragazzino cinto dalle sue braccia, lo avrebbe fatto di certo, così si limitò ad annuire e attirò a se Misaki. Rimasero così, abbracciati l'uno all'altro, finchè un orsacchiotto non spuntò da dietro la scala e fece l'occhiolino a Misaki, il quale divenne porpora, rosso, verde e blu tutti insieme ed infine gridò:

-SUZUKI-SAAAAAN!!!- 

  
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