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Autore: ellephedre    01/01/2012    5 recensioni
Rei Hino e Yuichiro Kumada come coppia. Questa sarà la raccolta dedicata a come questi due personaggi, dopo aver deciso di amarsi, imparano a conoscersi e a comprendersi, lentamente, sempre un poco di più.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rei/Rea, Yuichiro/Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
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efummonoi4
"E fummo noi"

Autore: ellephedre

Disclaimer: i personaggi di Sailor Moon non mi appartengono. Essi sono esclusiva proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation Co. Ltd


Episodio 4 - Profumi

    «Lei per caso ha un ragazzo?»
    È proprietaria di una casa? Di un auto di lusso? Di un lavoro prestigioso? Tutte domande con lo stesso valore per Rei. Quella della commessa della profumeria le aveva provocato un piccolo sorriso. «Sì» aveva risposto, fiera. Avere finalmente un fidanzato la faceva sentire ricca. Un uomo era il miglior accessorio che una ragazza potesse esibire. Non era necessaria la presenza fisica di lui, bastava che nei discorsi si percepisse che non era un individuo frutto di immaginazione. A cosa serviva essere belle, ben vestite, e ben truccate, se non si poteva dimostrare di essere desiderate? Non funzionava dichiarare, con estrema nonchalance, 'No, io non ho ancora scelto un uomo'. Le conoscenti più maligne - ergo, le compagne di classe - iniziavano a deriderti prontamente con lo sguardo.
    La verità è che non ti vuole nessuno, invece io...
    A Rei era sembrato di poter sentire la risatina di soddisfazione che seguiva quelle comunicazioni silenziose tra bulbi oculari.
    Da quando lei aveva un vero ragazzo, tuttavia, non si doveva più inventare pretendenti. Sentiva di essere salita su un gradino più in alto, da dove guardava serena tutta l'invidia che la circondava. Era un bel trono. Inoltre aveva anche il vantaggio di poter informare perfetti sconosciuti del suo nuovo stato di grazia.
    Dopo le sue parole, nello sguardo della commessa nacque una luce di interesse. «Sa, è appena arrivato in negozio questo nuovo profumo maschile. Favoloso. Glielo faccio sentire.»
    «No, non importa. Il mio ragazzo non è tipo da profumi.»
    Provò a immaginarsi Yuichiro che accostava il naso ad una di quelle raffinate bottigliette: la smorfia sarebbe stata automatica.
    La commessa la incuriosì con una risata. «Oh, ma non è per lui.» Le fece segno di seguirla. «I profumi da uomo sono nati per noi donne. Un uomo impegnato ne indossa uno per far contenta la sua compagna. Da parte nostra è quasi un segno di... possesso.»
    Fu come ascoltare il suono di un liuto magico. Si ritrovò alle spalle della donna senza quasi accorgersene, cercando di fingere disinteresse. Non era entrata in profumeria per comprare qualcosa. A volte le piaceva viziarsi col profumo occasionale di fragranze che non avrebbe mai potuto permettersi, senza altri fini.
    «Ecco.» La commessa spruzzò il contenuto di una boccetta nera, sfumata, su una piccola striscia di cartone. Gliela porse.
    Accostare il naso non poteva far male, pensò Rei. Annusò e...
    La commessa annuì complice. «Fantastico, vero?»
    Fu incapace di risponderle: il suo olfatto era andato in estasi. Ormai drogato, il senso traditore chiese di essere inebriato con un'altra dose di profumo.
    Rei attaccò il cartoncino profumato alle narici.
    «Questi profumi sono nati per attirare noi donne. Il suo ragazzo lo indosserà solo per l'effetto che avrà su di lei.»
    Hm, no. Sarebbe stato pericoloso. «Capisco...» disse.
    Doveva andarsene. Prima di elaborare una strategia per scappare con classe, inspirò altro profumo.
    «È costoso» ammise la commessa. «Ma qui non si compra solamente una boccetta di aroma pregiato - prodotto all'estero, le ricordo. Stiamo parlando della possibilità di accedere ad un'esperienza diversa. Nuova.»
    Ahh, godette il suo olfatto,.
    Rei deglutì. «Certo, purtroppo...»
    La commessa allontanò crudelmente la boccetta. «Tenga il cartoncino. Il profumo è qui ad aspettarla per occasioni speciali. O per farsi un regalo. Ogni tanto noi ragazze ne meritiamo uno, no? Mi creda, ne vale la pena.»
    Quelle parole la tormentarono lungo tutta la strada verso casa.

    I profumi, ragionò quella sera nella sua camera, erano prodotti da adulti.
    Le piacevano moltissimo, e perciò conservava diversi aromi senza pretese, piccole boccette che si era comprata quando un'aroma le era garbato particolarmente. Alcuni erano profumi regalati da suo nonno, che sapeva della sua piccola passione. Anche Yuichiro l'aveva intuita e le aveva donato un profumo floreale molto carino per i suoi diciassette anni, con un tappo a forma di rosa. Quello di Yuichiro era un regalo che risaliva ad un anno addietro, perciò non era stato un dono dal significato particolare: lui non glielo aveva dato sognando di sentirlo su di lei, quanto come regalo di circostanza, probabilmente scelto per la bellezza della confezione.
    Da quando l'aveva, lei la metteva in bella mostra nel suo comodino, davanti allo specchio, semplicemente perché le piaceva. Questo bastava a rendere Yuichiro soddisfatto della propria perspicacia: sorrideva sempre quando vedeva quella boccetta. Non le chiedeva mai se metteva il profumo, né tentava di annusarla; purtroppo, non sembrava avere un naso molto sensibile agli odori, al contrario di lei.
    Il cartoncino col logo della profumeria non aveva ancora perso il proprio aroma, pensò, odorandolo ancora una volta. Portarlo al naso le dava alla testa esattamente come durante il pomeriggio.
    Era davvero un profumo da persone adulte. Sofisticato. Sensuale, persino.
    Yuichiro scelte di entrare in camera sua proprio mentre lei stava arrossendo.
    «Rei!»
    Sobbalzando sul letto, lei nascose il cartoncino sotto il sedere. «Yu.»
    Lui cercò di capire se era successo qualcosa, poi lasciò perdere. «Ho avuto un'idea grandiosa!»
    «Ah sì?» Per caso aveva scelto di non andare in vacanza dai suoi? Quella sì che sarebbe stata una novità.
    Lui si sedette sul materasso. «Quando tornerò a casa, avrò ancora dei weekend liberi. Ho chiesto al maestro.»
    «Ah-ha.»
    «Potremmo andare da qualche parte, insieme.»
    Ad esempio? «In piscina?»
    Lui era ancora entusiasta. «No, pensavo...» Si calmò. «In montagna. Al mare? Dove vogliamo.»
    Una gita fuori porta? Insieme?
    «Ho tanti posti da farti vedere» continuò a sorridere lui felice. Innocente, a dirla tutta. Non aveva forse in mente di pernottare fuori? Loro due, da soli... che passavano la notte lontano da casa?
    Non seppe che espressione mostrargli. «Hai chiesto... E il nonno ti ha detto di sì?»
    «Hm?»
    Ad un nostro viaggio da soli? Capì che non voleva porre sul serio quella domanda. «Ci penseremo.»
    Non vederla entusiasta della proposta lo deluse.
    Lei non seppe come dirgli che ce l'aveva soprattutto con se stessa: non era in grado di decidersi su come agire - o come sentirsi - in merito a una questione fondamentale. «Com'è andata la tua giornata?» gli chiese invece.
    Yuichiro smise di studiarla e si rilassò. «Un bambino oggi ha rovesciato un cono gelato sui gradini del tempio. Non sapevo come spiegare alla madre che non era grave, lo ha sgridato troppo.»
    «È stata colpa di lei. Non doveva lasciargli portare il cono nel santuario.»
    Yuichiro annuì. «Gli ho dato di nascosto un omamori per la fortuna negli studi. Gli ho detto che, se prenderà buoni voti, sua madre si dimenticherà presto di oggi.»
    Rei sorrise. «Un buon consiglio.»
    Yuichiro era già saltato ad un altro pensiero. «L'estate sta facendo crescere troppo l'erba. Tuo nonno ha detto che ce la siamo cavata per tanti anni senza un nostro strumento per tosare. Anche questa volta chiamerà qualcuno per sistemare tutto.»
    «Sai com'è fatto... Crede che ci sia poca spiritualità nel sistemare meccanicamente questi problemi. Lo lascia fare a terzi, se proprio deve.»
    «A me piacerebbe tosare l'erba» rifletté Yuichiro. «L'ho visto fare ad un giardiniere una volta. Era divertente.»
    Il suo pareva più un desiderio di giocare che di lavorare. «Se vuoi divertirti con quella macchina, forse è più adatta in una pista di go-kart.» 
    «O al luna-park dove fanno gli autoscontri» si illuminò lui.
    Era un bambino cresciuto. Le venne in mente una domanda improvvisa. «Non hai mai voluto un auto?» Yuichiro appiedato era un'immagine che si era stampata talmente bene nella sua testa che non si era mai azzardata a chiedergli perché non avesse una macchina. Per qualche tempo aveva semplicemente creduto che lui non se la potesse permettere. Di certo al momento non poteva, ma in una vita passata...
    Yuichiro scrollò le spalle. «Le macchine non fanno per me.»
    «In che senso?»
    «Una volta ho provato a prendere la patente, ma mi distraevo.»
    All'esame, con le domande?
    Lui mimò la guida al volante con le mani. «È bello guidare una scatola che si muove, ma io volevo essere... libero. Guidando bisogna rispettare la segnalatica, stare attenti ai semafori, alle altre macchine... a non mettere sotto qualcuno.» Rise. «Preferisco camminare. Mi guardo intorno senza preoccupazioni, e non rimango bloccato negli ingorghi.»
    Incrociando le gambe, lei si sporse in avanti. «Sei strano.» Ma appoggiò le mani e il mento sulla sua spalla.
    «Un giorno guiderai tu per tutti e due.»
    Sentirlo parlare di futuro la addolcì. «Ti porterò dove pare e piace a me.»
    Yuichiro le baciò il naso, provocandole una risata.
    «Ascolta...» iniziò lei.
    Lui stava muovendo le narici. «Hai messo su un profumo?» Si avvicinò allo spazio tra il suo naso e la bocca, per odorarla meglio.
    Lei si sentì ridere. «È solo un campioncino che ho annusato prima.»
    Lui soppesò l'odore nella propria mente. «È... buono. Ha qualcosa di strano.»
    Preferì non fargli capire cosa. «Volevo parlarti proprio di questo. A te... piacciono gli odori?» Chiedere direttamente era il metodo migliore.
    La domanda lo confuse.
    «Sì, insomma... Se un odore ti attira, ti viene voglia di annusarlo meglio?» Solo su una cosa non aveva dubbi: Yuichiro amava l'odore dei cibi.
    «Certo che mi piacciono i profumi. Del cibo. Degli shampoo. Di te.»
    Ah sì? «Ma non mi annusi molto.»
    «Eh?»
    Non faceva come lei. «Se a me piace un odore, posso stare a sentirlo per ore.» Infatti a volta faceva fatica a staccarsi da lui.
    «Se io facessi la stessa cosa, credo che sarebbe...» Yuichiro concluse con un sorriso incerto. «Con te mi trattengo. Sento bene il tuo odore, Rei. Me lo ricordo anche quando non ci sei, tanto è buono.»
    Così la faceva sentire una torta deliziosa. «Hm. Annusa a volontà, allora.» Gli offrì il collo e un brivido le corse lungo la schiena. Il tremito sapeva di audacia e anticipazione. «Se sono buona, mangiami pure un pochino.»
    «Non c'è un 'se'» disse piano lui, sorridendo appena. Affondò il naso sotto il suo orecchio, solleticandola col respiro.
    Le venne voglia di ridere e mordersi la bocca, per non lasciarsi scappare nemmeno un piccolo ansito. La sensazione che le provocava il suo alito sulla pelle era...
    Lui la abbracciò per la vita. «Mi piace molto.» La strinse forte.
    Morsi o baci l'avrebbero fatta capitolare, ma l'abbraccio la fece cedere completamente. Era giusto provare quelle sensazioni, no? Sentire il corpo che si scioglieva, anche se vivevano tutti e due a casa di suo nonno e forse non avrebbero dovuto. Un giorno non avrebbero resistito, era inevitabile.
    Lei voleva che succedesse in quella casa. In quella stanza, forse. In quella situazione, mentre erano innamorati e a lui non davano ancora fastidio i suoi difetti, mentre i loro litigi erano ancora leggeri, mentre sentiva di potersi fidare in tutti i modi di lui e che perdere la testa insieme non le avrebbe mai fatto male, neppure un giorno lontano.
    Erano incertezze possibili solo quando non lo guardava negli occhi.
    Scostò la testa e la abbassò, cercandolo. Si prese il bacio leggero che Yuichiro chiese prima di lei.
    «Sarei stato capace di non muovermi più.»
    Credeva a ogni sua parola, pensava solo che fosse... troppo. Si fidava di lui, ma stava ancora imparando a... ad affidarglisi. Ad affidarsi n generale. Aveva fiducia in anime pure come quella di Usagi e delle sue amiche; persino nel fatto che Yuichiro avesse un cuore più luminoso di quanto potesse credere qualunque mostro. Ma non per questo lui non era dotato di un cervello: Yu poteva scegliere di farle del male quando voleva, anche involontariamente. Sarebbe stato molto più efficiente delle ragazze se ci avesse provato e già con loro.... Con ogni giorno che passava, Rei lo dotava sempre più di quel potere. Se l'amore avessero cominciato a farlo, invece che provarlo solamente, il potere che Yuichiro avrebbe avuto su di lei sarebbe diventato enorme. Sarebbe bastata una mezz'oretta passata a sentire il suo odore, mentre lui la toccava dappertutto, e per lei sarebbe letteralmente finita: non sarebbe mai più stata una persona unica da sola, non avrebbe mai più respirato un'aria che non gli avesse ricordato quell'esperienza, il bisogno di lui.
    Aveva paura, riconobbe, accettando di aprire la bocca per un bacio più lungo. Ma desiderava il suo Yuichiro, voleva sentirsi abbracciata e toccarlo, mettere la mano dentro i suoi vestiti e... tutto quanto, voleva tutto. Fammi smettere di pensare. Continua.
    Respirando forte, Yuichiro allontanò la testa. Rimase a guardarla. «... più tardi vuoi uscire?»
    Una parte di lei lo ringraziò per l'interruzione, ma un'altra parte - più grande o più piccola? - volle ucciderlo. Ne sorrise. «Dove?»
    «Voglio un gelato. Ormai è estate fonda, è bello uscire di sera. Voglio farlo con te.»
    Era stata molto intelligente a scegliersi un ragazzo dolce e mite: l'affetto le faceva un mondo di bene. «Certo. Senti... Se ti compro un regalo solo perché sì, tu lo metti?»
    «Qualcosa che si mette?» sorrise lui. «Lo voglio. Se tu me lo vuoi addosso, lo voglio.»
    Diavolo, era troppo facile.
    «Allora domani lo compro.» Si staccò dall'abbraccio, per non essere tentata già in quel momento.
    Doveva andare a contare i suoi risparmi.
    Yuichiro si alzò in piedi, felice. «Sono curioso. Che cos'è?»
    «È una sorpresa» gli rispose lei. Una sorpresa per lui e una sfida per lei. Non sapeva se avrebbe potuto resistere alla combinazione di due cose che già separatamente adorava, ma voleva la tentazione. Voleva la sfida e l'eccitazione. «Ti do questo regalo domani.»
    Per poter contare i soldi in pace, lo mandò fuori dalla stanza.

    Il pomeriggio seguente, uscì dal negozio con le tasche più leggere, un profumo avvolto nella sua raffinata scatoletta e un'importante decisione.
    Quello sarebbe stato un regalo a se stessa.
    A Yuichiro avrebbe comprato una camicia carina; il profumo non era adatto a lui. Okay, sia Yuichiro che il profumo mandavano in estasi i suoi sensi, ma in due modi completamente diversi. Il profumo... beh, aveva quel profumo. Mentre Yuichiro... Lui aveva un suo odore che sapeva di ragazzo semplice, lavoratore, affettuoso... intenso, a suo modo. Mischiare quegli aromi sarebbe stato come mettere insieme cioccolato e marmellata. Qualcuno praticava pazzie simili, ma due cose buone andavano gustate nella loro genuinità, senza cercare di affossare quello che erano con un'unione scriteriata.

    Distruggere? Quant'era drammatica. Le era solo venuto un brutto dubbio, mentre si beava ancora una volta dell'odore del Profumo. A Yuichiro poteva non piacere rendersi conto che quell'odore le era gradito.     Non c'entrava nulla con lui, Yu poteva pensare che lei lo volesse diverso da com'era in realtà: più grande, più misterioso, più sicuro, con ambizioni importanti, con un lavoro diverso. Quel profumo rappresentava un tipo di uomo che lui non sarebbe mai stato. Per lei non aveva alcuna importanza: non voleva una persona così accanto. Voleva solo il suo ragazzo e, occasionalmente, desiderava bearsi di un'aroma che le provocava piccoli brividi di estasi olfattiva.
    Era solo un profumo - IL Profumo.
    Fermamente convinta di quella separazione di piaceri, a Yuichiro regalò infine una camicia azzurra e bianca dalle maniche corte, pulita nelle linee senza essere troppo seria.
    A lui piacque molto.
    E furono tutti felici e contenti.

    ... ma lei, no.
    Annusava il profumo la mattina, prima di andare a scuola. Poi andava da Yuichiro; salutandolo con un bacio, indugiava col naso anche su di lui. A Yuichiro piaceva molto quando finiva col baciarlo di nuovo, si stampava in faccia un sorriso largo da ebete.
    Di pomeriggio lei continuava a non saper resistere. Erano soprattutto i compiti di matematica a metterla in difficoltà: le tormentavano la testa, portandola alla ricerca di un rapido sollievo. Il profumo era sulla scrivania, accanto al portapenne. Lo inspirava forte, fino a farselo arrivare dritto nel cervello. Inebriarsi in quel modo divino le impediva di rimanere ferma a lungo: si alzava dalla sedia, usciva dalla stanza e andava a cercare Yuichiro. Al pomeriggio non si azzardava ad abbracciarlo senza una ragione, si sentiva stupida. Se ne stava lì a parlargli del più e del meno, finché lui non si decideva a ignorare i piccoli passi con cui lei indietreggiava inconsciamente, e trovava il modo per stringerla, pure per un attimo solamente. Quel momento era la sua salvezza: si ricordava dell'odore di lui e tutto tornava a posto.
    Fino alla sera, almeno. Quando il sole calava, la boccetta di profumo malefica la tentava di nuovo col suo fascino irresistibile.
    Non saperle resistere la faceva sentire in colpa. Accadeva sempre dopo che Yuichiro si era già ritirato in camera sua e lei certo non poteva andare da lui a quell'ora. Non di notte. Non nella sua stanza.
    Potresti, sembrava ricordarle il profumo.
    Dopo tre giorni di quelle stupidaggini, Rei si decise a mettere in pratica l'unica soluzione possibile.
    «Chiudi gli occhi» disse a Yuichiro, all'inizio di uno dei loro piccoli appuntamenti serali, nel corridoio aperto che dava sul giardino, fuori dalla sua stanza. La serata era fresca e deliziosa.
    Lui obbedì. «Perché?»
    «Perché sì. Ti metto una cosa.»
    Lui si limitò a piegare la testa, curioso.
    Lei gli strofinò addosso il polso intriso di profumo, sotto la mascella e dietro l'orecchio.
    La sensazione di bagnato lo fece sorridere. «Acqua?»
    «No, è... una cosa che mi hanno fatto provare.»
    «Un profumo» aprì gli occhi lui.
    Ignorandolo, lei cercò di accostare il naso, ma per una volta Yuichiro si negò. Si ritrasse e piegò il capo, cercando di annusarsi da solo. «Ma non è...? Te l'ho sentito addosso in questi giorni.»
    Lei si sentì puntata da mille riflettori, piccola e indifesa. «Ah...»
    «Te lo sentivo sul naso, pensavo... Invece è un profumo da uomo.» Una constatazione nuova, non una domanda.
    «Sì» deglutì lei. «Il fatto è che... Mi piace. Voglio regalartelo.»
    «Un altro regalo?»
    Il suo sorriso fu incoraggiante.
    «Mi piace davvero tanto.» Confessare la debolezza la fece sentire nuda, ma stranamente a suo agio. «Quindi pensavo...» Cercò di scrollare le spalle.
    Yuichiro aveva ripreso ad arricciare il naso contro la propria spalla. «È un profumo... da te» concluse.
    «Ma non è che io-»
    «Mi fa sentire diverso.» La mezza risata la confuse. «Grazie.» La mano che Yuichiro aprì nella sua direzione fu molto chiara nella richiesta.
    Rei si alzò e si diresse in camera. Ne uscì fuori col rivale di lui, finendo col cederglielo senza rimpianti. Vederlo tra le sue dita fu una liberazione.
    «Io ti avevo comprato questo.» Yuichiro rovistò nella tasca dell'hakama azzurro. «Per ringraziarti della camicia e perché per il tuo ultimo compleanno... Volevo rifarmi» sorrise.
    Le porse una piccola scatola bianca dai bordi neri. Il logo impresso sulla confezione le fece spalancare la bocca.
    «!!!» esclamò.
    A Yuichiro bastò come ringraziamento.
    «È- è- è-...» Distrusse la plastica che proteggeva la scatola e la aprì velocemente, attenta a non rovinarla nemmeno su un lembo. La boccetta di profumo ambrato era il suo desiderio proibito da secoli!
    «Mi hanno detto che è uno dei migliori. A me è piaciuto.»
    Senza ascoltarlo, lei se lo spruzzò su una mano e se lo portò al naso. Morì di un piacere assoluto.
    Yuichiro annuiva soddisfatto. «Sapevo che eri come me. Anche io non resisto agli odori.»
    «Non è vero.»
    Lo lasciò interdetto. «Invece sì.»
    «Io sono molto più sensibile ai profumi rispetto a te.» La miglior fragranza da donna che esisteva al mondo la stava facendo straparlare. «Quando ne scopro uno che mi piace, sono capace di continuare a sentirlo, e risentirlo, e sentirlo ancora...»
    «Ti ho già detto che è quello che faccio io con te» sorrise lui, scuotendo la testa. «Ed era quello che stavi facendo tu con questo profumo, vero?» Si indicò il collo.
    Il silenzio era una risposta d'oro, pensò Rei.
    Yuichiro appoggiò la propria boccetta scura a mezzo metro da loro. Senza incontrare proteste, fece lo stesso con la bottiglietta squadrata e ambrata di lei.
    «Bastiamo da soli.»
    Questo era vero. «Grazie.» Lo abbracciò per il fantastico regalo. Doveva essersi finanziariamente dissanguato.
    Stringendola per la vita, lui le premette le labbra sul mento. «Non metterlo troppo spesso. Senza niente addosso, tu sei già così...» Con un secondo bacio, creò una minuscola scia. Proseguì, pianissimo, senza fretta, verso il suo orecchio.
    Lei divenne un fascio di sensazioni rigide e troppo delicate, pronte ad esplodere.
    Fece l'errore di abbassare repentinamente la testa. Si ritrovò a contatto con il Profumo mischiato al suo vero odore preferito, quello che - aspirato troppo a lungo - le spegneva la testa.
    Gli cedette con bandiera bianca.
    Baciò il suo Yu sul collo e lo sentì farsi rigido. Si ritrovò a poter baciare solo la sua bocca, ma diavolo se fu sufficiente. Meraviglioso. Assoluto, completo. A parte quella fastidiosa insistenza ad allontanarsi col corpo... Accennò a protestare, ma Yuichiro le prese la testa tra le mani. Le aprì la bocca con la sua e lei cercò al tempo stesso di arrendersi e conquistarlo. Soprattutto di conquistarlo, decise alla fine. Voleva mangiarsi il suo sapore, divorarlo. Oltre ad un olfatto sensibile, però, aveva anche un senso del tatto particolarmente sviluppato, soprattutto sulla bocca. Si impose di accontentarsi dello strofinio leggero contro la labbra; cominciò a terminare il contatto con baci brevi, di durata perfetta, poi fu avida: volle dei baci veri, che erano troppo...
    Lui riuscì ad allontanare il viso senza interruzioni brusche. «Devo dirti una cosa.»
    Hm?
    «Parto dopodomani, con un paio di giorni di anticipo.»
    ... cosa?
    «Così torno prima» cercò di spiegarle Yuichiro.
    La smorfia colpevole fu l'unica cosa che non la fece esplodere. «Stavi cercando di farti... perdonare?» Per questo le aveva comprato il profumo?!
    «No! Non c'entra niente! Parto due giorni prima perché voglio bene alla mia famiglia, ma voglio passare del tempo anche con te.» Alzò due dita. «Se prendo il primo weekend, poi riesco a guadagnarne uno alla fine. Per allora tu non avrai più la scuola, mentre adesso...»
    Era un ragionamento troppo sensato per farla arrabbiare. Proprio perciò, se la prese con lui e voltò la testa, guardando lontano.
    «Mi mancherai, Rei.»
    Si trattava solo di un paio di settimane. Inoltre, lui l'avrebbe chiamata tutti i giorni, era inevitabile. Yuichiro non riusciva a resistere standole lontano, mentre lei... Lei era più indipendente.
    Ripensare agli ultimi secondi le fece decidere che un periodo di casuale separazione poteva essere una buona idea: aveva bisogno di riflettere e perciò non poteva esserci lui di mezzo. Le annebbiava la testa.
    «Sei arrabbiata?»
    «No. Capisco che devi andare dalla tua famiglia.» Una parte stupida e davvero piccola della sua mente si risentiva nel sapere che sarebbe partito, preferendo loro a lei. Ma in fondo era felice per lui: aveva tutta una famiglia di persone che lo amavano. Non era come lei, che aveva solo il nonno come consanguineo che le voleva bene. Naturalmente, sorrise, aveva anche le sue amiche.
    «Non mi sentirò sola.» Poteva sopravvivere senza di lui, doveva dimostrarselo. «Ci sono le ragazze, andrò da qualche parte con loro.»
    «Non ti mancherò?»
    Nella domanda di lui vi fu una dose di minuscola sicurezza che le diede fastidio.
    Tanto, torna presto.
    «Abbiamo passato tutti gli anni le vacanze separati» gli disse invece. «Anche per più di due settimane» Riuscì persino a scrollare le spalle; la nonchalance la faceva sentire stabile. «Quest'anno sarà più piacevole rivederci al tuo ritorno.»
    Lui annuì, esitante.
    Lei si sentì d'improvviso crudele. «Abbiamo un rapporto sicuro.» Cercò di essere più romantica. «Teniamo troppo l'uno all'altra perché la lontananza possa essere un problema, no?»
    «Non volevo dire questo.»
    Infatti lei stava facendo confusione. «Quando tornerai, sarà bello.» Veramente bello, ma non lo aggiunse. Era verbalmente impedita coi propri sentimenti.
    Yuichiro tentò di leggere il suo silenzio. Forse ci riuscì, comunque le prese una mano. «Dimmi dove vuoi andare quando tornerò. Ci hai pensato?»
    Un po'. Al mare, in montagna. «Non ho idee.» Dove saremo insieme. «Il nonno ci lascerà andare?»
    «Gite andata e ritorno di un giorno, perché non dovrebbe?»
    Ah. Niente pernottamenti. Non permise alla delusione di sconfiggerla. Appoggiò la testa contro la spalla di lui, dal lato in cui non c'era alcun altro profumo che non fosse il suo. «Al lago?»
    E si sarebbero potuti inventare un temporale estivo all'occorrenza, se avessero voluto, per rientrare solo il giorno dopo. Se fossero stati pronti. Se lei... avesse imparato a non essere stupida. 
    Nella brezza fresca della sera estiva, il braccio di lui attorno alle spalle fu solamente piacevole.
    «Conosco un bel posto. Si può anche fare il bagno.»
    «Ha la sabbia?» Un asciugamano sulla spiaggia. Sdraiati insieme.
    «No, le pietre. Ma sono lisce e la spiaggia ha la sabbia. È un po' dura, non come quella del mare.»
    «Mh.»
    Yuichiro le strofinò indolente il braccio.
    Non parlarono per un po'.
    «Il tuo profumo mi piace tanto, Yu» disse infine lei.
    «Più di quello che hai comprato?»
    Risero piano.
    «Hm-mh. Quindi non è vero che non sei sensibile agli odori?»
    «Il tuo posso sognarmelo. L'ho fatto per tanto tempo.»
    ... per anni.
    Che cos'erano pochi giorni di lontananza in confronto? Che cos'erano timori infimamente codardi di fronte al loro bisogno? Lei non lo avrebbe lasciato andare via, nemmeno se lui avesse cercato di farlo.
Avrebbe alimentato il loro amore finché avesse potuto, anche se - magari - non ne era capace.
    Ma lui lo voleva, l'avrebbe aiutata.
    Sei mio.
    Respirare l'aroma della sua tunica non la inebriò, la convinse.
    Sarò tua anche io.
    Con quel salto nel vuoto rimase in piedi, seduta accanto a lui, stretta in un abbraccio tranquillo.
    Le decisioni che sembravano più difficili, sorrise, erano sempre fin troppo facili.




NdA: Buon anno!
Questo episodio è ambientato poco prima dell'episodio 4 di Interludio, quando Yuichiro va a trovare la sua famiglia. Non rileggetelo, devo revisionarlo, è scritto malissimo ç_ç Lasciando da parte le lagne, sarei contentissima di sapere cosa pensate di questo scritto del primo dell'anno.
In arrivo tante altre cose in questi giorni :)
Alla prossima!
ellephedre



   
 
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