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Autore: snappleducated    01/01/2012    0 recensioni
Luna e Draco si ritrovano temporaneamente fidanzati.
A Luna non importa particolarmente. Draco fa i capricci. Pansy è sul piede di guerra, Hermione è oltraggiata, Ginny è beffarda, Ron è divertito, e Harry è soltanto arrapato.
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Luna Lovegood
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Lunghezza: 2600 parole
Ambientata nel: quinto libro?
Disclaimer: non possiedo Harry Potter. Se non nel senso che è stata, come dire, la mia infanzia.
Note: stavo parlando di questo pairing con pandastacia. E poi ho avuto quest’improvvisa, bellissima immagine della reazione di Draco all’idea. E poi mi è venuto un attacco di risate sadiche. E poi, due mesi dopo, ho finalmente trovato il tempo di scriverci qualcosa sopra.
NdT: … Luna avrebbe dovuto essere la protagonista della saga. Punto.



On the Contrary




Draco capì che stava per succedere qualcosa di brutto quando suo padre gli chiese, con molta nonchalance: « Allora, Draco. Hai fatto la conoscenza della Lovegood, credo bene? » in un tono un po’ inquietante e vagamente minaccioso. Lo studiò con sospetto, assottigliando gli occhi. Prese un boccone dal piatto mentre rimuginava sulle sue parole. Si chiedeva, come tutti gli adolescenti sono inclini a fare, se ci fosse una qualche specie di allusione nascosta, in quella domanda.

« Un po’ » rispose, alla fine, e analizzò i suoi genitori per carpire indizi. Erano entrambi placidamente concentrati sulle pietanze poste davanti a loro, che si portavano alla bocca cucchiaiata dopo discreta cucchiaiata. Draco si innervosì. Narcissa sospirò.

« Perché me lo chiedete? » incalzò infine. In quel momento gli correvano per la testa un mucchio di idee estremamente allarmanti. Idee che non approvava neanche minimamente.

« Per sapere » disse Lucius sbattendo languidamente le palpebre. « Mangia i piselli. »

« Io odio i piselli » sbottò lui imbronciandosi. Lucius gli lanciò un’occhiata di avvertimento. Draco mangiò i piselli, nella maniera più manifestamente infelice di cui fu capace.



Completamente ignara degli sguardi sgomenti della Sala, Luna si sedette con un tonfo vicino a Draco e lo osservò con i suoi enormi occhi curiosi. « Buongiorno » salutò educatamente i demoni invisibili che montavano la spalla di Pansy, prima di riportare la sua attenzione a lui. « I nostri genitori stanno cercando di farci mettere insieme, sai. »

Pansy sputò un pezzo del suo involtino. Lui storse il naso. « Hai sbattuto di nuovo la testa, Lovegood? »

Luna gli stava mangiucchiando il bacon, apparentemente senza notare il microscopico attacco che stava venendo a Pansy – o anche che aveva adesso l’attenzione totale di tutta la mensa. « Non ci credevo neanch’io. Insomma, papà aveva sempre detto che eri un brutto ermellino figlio di incesto » spiegò con grande innocenza, e poi si fermò ad accarezzarsi il mento, assorta nei propri pensieri. « Buffo, no? »

« No » ringhiò Draco, e si riprese il piatto con uno strattone. Luna sbatté le ciglia.

« Oh. » Prese un fumetto babbano, lo capovolse, inforcò un paio di occhiali con la montatura a forma di stella, e iniziò a leggere. « Pensavo fosse divertente. »

Draco aspettò che se ne andasse. Lei non si mosse.

« Draco » Pansy si sporse verso di lui sopra il tavolo, gli occhi ridotti a due fessure. « Dobbiamo parlare. »



Draco reagì al problema negandone l’esistenza per quanto più tempo possibile. Questo metodo, per quanto in genere eccellente nel caso di questioni minori, era completamente inefficace al cospetto di una come Hermione Granger.

Lo afferrò per la cravatta e lo strattonò giù fino a portarselo all’altezza della faccia. « Molto bene, Malfoy » sibilò. « Non so a che gioco stai giocando, ma questa storia finisce ora. »

Lui agitò convulsamente le mani per indicare la mancanza di ossigeno. O lei non capì, o semplicemente traeva piacere dal causargli dolore. Stupida mezzosangue. L’avrebbe detto a suo padre, parola d’onore.

« Non so cosa » ringhiò freddamente, « trovino di speciale in te, ma a quanto pare hai un certo- » Ebbe qualche difficoltà a continuare. « Beh. Sei un vile casanova e già mi sono dovuta sorbire Lavanda e Calì, adesso non ti lascerò spezzare pure il cuore della povera Luna. Davvero, Draco » Lo fissò truce. « Contieniti. »

Draco squittì. Fu la replica più caustica che gli riuscì. Hermione rispose con un’altra occhiata livida e poi lo spintonò, tirando rigidamente su col naso. « Sono lieta di questa chiacchierata. Sei pregato di non rivolgermi più la parola. »

E se ne andò teatralmente via. Draco apprezzò in silenzio la gomma attaccata alla suola della sua scarpa.



Le cose gli stavano evidentemente sfuggendo di mano, e stava a lui assicurarsi che non peggiorassero ulteriormente. Doveva per forza essere tutto una specie di scherzo. Sì, ecco cos’era – i suoi genitori probabilmente erano solo arrabbiati per il whiskey incendiario che aveva sgraffignato l’estate prima. Sì. Sì, ma certo.

Padre, scrisse. Ci sarebbe in circolazione una diceria su me e la Lovegood. Sono tutte fandonie, ovvio, vorrei solo accertarmene…

Ricevette la risposta il giorno dopo: Draco, devo raccomandarti di fare del tuo meglio, in situazioni come queste.

Draco la lesse due volte. E poi la bruciò.

Padre, scrisse. Devo chiedervi di spiegarvi.

Draco,
la calligrafia di suo padre aveva assunto una precisione quasi spaventosa. Devi imparare a contentarti dei sacrifici necessari per preservare la purezza del nostro sangue.

Forse era una specie di test. Una crisi isterica semplicemente non sarebbe servita. Era anche alquanto certo che Pansy non dovesse mai, mai venirlo a sapere. No, un momento, si stava comportando da stupido. I suoi genitori non erano persone irragionevoli.

Compose questi pensieri su carta per suo padre, e ottenne una sollecita replica. Draco, ammonì suo padre. Almeno è bionda.



Luna aveva appena messo piede nella Sala Grande quando venne accostata da Ginny. « Luna » Le acchiappò un braccio e la pilotò verso il fuoco. « Vieni a sederti con noi, ti va? »

« Oh, sei terribilmente gentile, Gin » disse seriamente lei. « Ma proprio non posso. È che sono debole ai flariani. »

« Flariani? » ripeté la grifondoro. Luna annuì cupamente, trucidando il caminetto con uno sguardo prima di distoglierlo in fretta.

« Sono demoni del fuoco » spiegò. « Se ti avvicini troppo, ti possono fecondare. Specie se sei un maschio. »

Harry e Ron si fissarono. « Oh, piantatela » brontolò Hermione nella sua tazza di tè.

« Oh, giusto. » Luna scavò nella borsa. « Papà mi ha appena mandato questi. Proteggono dalla fecondazione! » Marciò verso Ron e gli ficcò un preservativo in cima alla testa, prima di indossare il proprio con un’aria molto seria. Si voltò verso Harry, risoluta, ma lui scattò all’indietro.

« A posto così, grazie. » Fece una risata nervosa. « Io, ehm, io ho i miei. »

« Harry! » Hermione sembrava scandalizzata.

« Allora, Weasley » esordì con voce strascicata Draco dietro di loro. Si voltarono e lo trovarono in una posa ad effetto, con il piatto posato in orizzontale su una mano e un ghigno sul viso. « Quello è una specie di cappello anti-pioggia per i poveri? »

« Fuori dalle palle, Malfoy » grugnì Ron. « Almeno non sarò io a essere fecondato. »

Malfoy smise bruscamente ridere, limitandosi a fissarlo. « Prego? »

« Draco » sospirò Luna. « Ti sarei molto grata se fossi gentile con i miei amici. »

Lui la ignorò palesemente. Hermione lo crocifisse con lo sguardo più virulento a sua disposizione. Draco ritrovò il suo sogghigno. « Hai una cotta per me, Granger? »

Ci vollero sia Harry che Ginny per trattenerla. Si scambiarono uno sguardo appassionato da sopra la sua testa. Ron soffocò sul pudding e diede a Harry un calcio negli stinchi. « Ti ho visto. »

« Draco, davvero » La voce di Luna assunse un tono insolitamente fermo. « Se vogliamo che questa cosa funzioni, devi rispettarmi. »

Ci fu una breve pausa, prima che Hermione tornasse in sé e riuscisse a trasfigurare Draco in un verme. « Ma che cosa le hai detto! »



« Tu. » La faccia di Pansy era a pochi centimetri da quella di Luna. « Faresti bene a stare alla larga dal mio Drakey-kins. »

« Draco, Pansy » borbottò il ragazzo in questione. Pansy parve non averlo sentito. Luna la studiò con aria pensosa.

« Hai un naso molto interessante! » commentò allegramente e senza la minima traccia di malizia. La mano di Pansy scattò verso il suo viso, ma ricadde con forza sul fianco.

« Almeno io ho le sopracciglia » tagliò corto. Draco si stava già annoiando del loro battibecco. Probabilmente perché non aveva alcun reale desiderio di vedere nuda nessuna delle due.

« Draco » cinguettò Luna. « Questa ragazza con le sopracciglia è una tua amica? »

« Non chiamarmi così! »

« Pansy » disse stancamente Draco. « Lascia perdere. »

« Mi hai capita? Stai alla larga dal mio ragazzo! »

« Pansy, ti ho detto di smetterla! »

« Ma non posso stare alla larga da Draco » spiegò pacatamente lei. « Siamo fidanzati ufficialmente. »

« No » negò l’altra ragazza. « Non è vero. »

« Mi spiace » si scusò. « Ma può comunque continuare a essere il tuo ragazzo. A me non dà fastidio. »

« Oh » Pansy sbatté le palpebre. « Beh, è… buono a sapersi. »

« Io non esco con nessuna di voi due! » urlò Draco. Venne debitamente ignorato. Ginny schioccò la lingua, facendogli un sorrisetto.

« Problemi con le ragazze, Malfoy? »

« Sta’ zitta, numero sette. » Draco si accigliò. Stupida Ginny. Non era giusto che quelle fighe fossero sempre suoi nemiche mortali.

« -certo ha qualche qualità che lo redima » stava dicendo Luna. « Cioè, è molto… alto. »

Ginny gli sorrise. « Vieni, Luna. »

« È stato bello conoscerti! » Luna fece un cenno vago con la mano a Pansy prima di rincorrere la sua amica. La serpeverde la squadrò, i lineamenti contorti da un’espressione di suprema repulsione.

« Svitata » borbottò, a voce affatto bassa, prima di tornare a rivolgersi a Draco. « Ti va di pomiciare? »

Draco strinse le labbra, una mano pallida che si alzava a coprirgli la bocca. « Non posso. Ho lo scorbuto. »

« Non è contagioso, vero? » gli urlò dietro lei mentre lui batteva in una precipitosa ritirata.



« Racconta, Luna » Ron si stipò parecchie forchettate di patate nell’incavo intero di una guancia. « Mica te lo sposi davvero, quell’imbecille? »

« Hob. » Luna si strinse nelle spalle. Ron la fissò, la bocca spalancata. Hermione si mostrò supremamente disgustata.

« Scusa? » chiese debolmente. Luna gli regalò un sorriso calmante. Ron si sedette meglio, completamente confuso. « Adesso che le è preso? » domandò a Harry, che venne strappato di colpo dalle sue fantasticherie.

« Che c’è? »

Ron strinse gli occhi. « Stavi pensando a mia sorella nuda? »

« No! » esclamò Harry, indignato. « Stavo pensando a Cho! » Arrossì appena, e tornò ai suoi biscotti con tutta l’intensità eroica che possedeva. Ron ci pensò su per un po’.

« Oh. Beh, allora va bene. »

« Se con “va bene” intendi che è orribilmente offensivo degradare le donne a poco più che giocattoli sessuali animati, allora sì. » Hermione scorse le pagine dei suoi compiti. « Va più che bene. »

« Ecirterem al eraf non » avvisò allegramente Luna. Hermione aggrottò le sopracciglia. Ron gemette.

« Sta parlando all’incontrario, ragazzi » spiegò Harry alla propria colazione. Ron e Hermione assimilarono l’informazione; lei si rizzò a sedere di scatto, profondamente offesa.

« Mi hai appena dato della meretrice? » strillò, mentre Ron scoppiava in una risata sguaiata.

« Lovegood » Malfoy buttò Ron giù dalla panca e prese il suo posto senza un battito di ciglia. « Dobbiamo parlare. »

« Yako. » Luna non lo guardò. Malfoy non batté ciglio.

« Sono entrato in contatto con mio padre » disse con non poco sforzo. « Ed è stato sottoposto alla mia attenzione che. Ecco. Sei molto bionda. »

« Otla otlom ies ut » si complimentò lei graziosamente. Malfoy fece una smorfia. Ron lo placcò. Ebbero una breve ma intensa colluttazione.

« Ti interesserebbe fondare un club di letteratura avanzata con me? » chiese Hermione a Harry con quelli che potevano essere i suoi ultimi scampoli di fiducia nell’umanità. Lui alzò gli occhi dalle patate che stava riposizionando. Ricordavano, più che un vulcano, il seno di una donna.

« Ti va di contrastare la Umbridge con me? » domandò dopo un silenzio molto lungo. Hermione stirò le labbra, inarcò un sopracciglio, e incrociò le braccia. Harry attese.

« Oh, perché no? »



« Luna » Ginny le picchiettò una spalla, sentendosi molto vagamente in colpa per aver interrotto i suoi studi. « Posso copiare la tua relazione di pozioni? »

« Okay » Luna le sorrise, allungando già una mano nella borsa. « Che bel maglione, Gin. » Lo studiava raggiante. Ginny abbassò gli occhi, e poi fece una smorfia.

« È quello che fa sempre mamma » sospirò, tirandosi una manica. « Se vuoi posso fartene avere uno. »

« Con una L? Sarebbe bello » Luna sorrise, un sorriso vero, e Ginny si sentì addolcire, e a desiderare di aver passato più tempo con lei nell’ultima settimana.

« Tutto okay, Luna? »

« Oh, sì » Fece spallucce. « Draco ha detto alla Umbridge che ho problemi alla testa, e così adesso non importa a nessuno se vado in giro di notte. »

Ginny non era completamente certa di come rispondere. « È un deficiente, Luna. »

« Sì? »

« Un sordido cretinetto, sì » puntualizzò. « Siete ancora fidanzati, allora? »

« Oh, non saprei » Fece ancora spallucce. « Non scrivo molto a casa. »

« Ma non ti dà fastidio? » Ginny fu colta da un improvviso, orribile sospetto. « Non ti piace lui, vero? » Studiò accoratamente la sua espressione. Luna sbatté le palpebre.

« Certo che no » replicò in tono calmo. « Lui è una sirena. »

Ginny si sforzò di trovare una parola più forte di “no.”



« Draco non è più fidanzato con la Lovegood! » declamò Pansy a tutta la Sala Grande.

« Ehm ehm! »

« Oh, fanculo » mormorò Draco. Fortunatamente per lui, la Umridge non lo sentì. Harry però sì. I due condivisero un tacito momento di scontrosità mattutina a base di angst.

« Hai rotto con Luna, eh? » chiese freddamente Harry.

« Probabilmente sono stati i nostri genitori. C’entrerà qualcosa la stirpe superiore. »

« Giusto. » Harry si imburrò una focaccina. « Quindi adesso torni da Pansy? »

Draco rabbrividì leggermente. Harry ghignò. « Ho sentito che Cho ti ha mollato » sbottò lui con astio, pure solo per guardare il broncio di Potter. Si scambiarono sguardi malevoli.

« Signorina Parkinson! » La Umridge fece un sorriso affettato. « Non è appropriato discutere di tali questioni in pubblico, e ancor meno a scuola! »

« Scusi, professoressa. »
   
 
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