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Autore: jas_    01/01/2012    19 recensioni
Zayn si perse negli occhi di Savannah per alcuni istanti prima di appoggiare dolcemente le proprie labbra sulle sue.
Erano salate, a causa dell’acqua del mare.
Percorse con le dita l’intera colonna vertebrale della ragazza fino ad arrivare alle sue natiche, ma lì si fermò, allontanando anche il viso.
Notò Savannah restare per un decimo di secondo con gli occhi chiusi e la bocca leggermente socchiusa, come se non volesse che quel bacio finisse proprio in quel momento.
«Ti amo» sentì sussurrargli poi, senza aprire gli occhi. Zayn la strinse ancora di più a sé, non l’avrebbe mai lasciata andare, pensò.
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Ours'
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You told me you loved me so why did you go away?


«Zayn!» lo chiamò Savannah, pochi metri avanti a lui.
Il moro le sorrise prima di arrotolarsi i jeans fino alle caviglie e raggiungerla sul bagnasciuga.
«Che c’è?» le chiese dolcemente, quando fu al suo fianco.
La ragazza si voltò portandosi i capelli dietro le orecchie, con poco successo però, dato che il vento glieli scompigliò subito dopo.
«Andiamo a fare il bagno? Nudi. Nel mare.»
Zayn scoppiò a ridere prima di tornare a guardarla negli occhi. La dolce e timida Savannah che voleva fare il bagno nuda nel mare? Alle otto di sera, per giunta, quando qualcuno poteva ancora vederli. La ragazza però era seria, tremendamente seria, e Zayn sapeva che era anche testarda e quando le saltava in mente qualcosa era difficile persuaderla.
«Okay» disse semplicemente, dopo una manciata di secondi, e senza esitazioni si tolse la maglietta buttandola poco più in là, dove le onde non l’avrebbero bagnata.
Savannah emise un gridolino di gioia prima di cominciare a spogliarsi velocemente.
«Se qualcuno ci vede siamo finiti!» esclamò poi, più divertita che preoccupata, mentre si addentrava nel mare.
Zayn esitò alcuno secondi, guardandola nuotare sicura.
Non che non l’avesse mai vista nuda prima di allora, ma ogni volta rimaneva sorpreso dalla sua bellezza e dalla sua perfezione.
«Che cosa aspetti a entrare?» lo intimò Savannah quando riemerse dall’acqua.
Zayn non se lo fece ripetere e si tuffò immediatamente in un’onda che gli stava arrivando addosso per poi riaffiorare in superficie proprio di fronte a Savannah, che saltò letteralmente in aria.
«Mi hai fatto prendere un colpo!» disse portandosi una mano al cuore.
«Sai, da piccolo mi chiamavano Nemo» scherzò lui, cingendole i fianchi con fare malizioso.
«Quando tu eri piccolo, non esisteva ancora Nemo» gli fece notare lei, unendo le mani dietro il suo collo.
Zayn si perse nei suoi occhi per alcuni istanti prima di appoggiare dolcemente le proprie labbra sulle sue.
Erano salate, a causa dell’acqua del mare.
Percorse con le dita l’intera colonna vertebrale della ragazza fino ad arrivare alle sue natiche, ma lì si fermò, allontanando anche il viso.
Notò Savannah restare per un decimo di secondo con gli occhi chiusi e la bocca leggermente socchiusa, come se non volesse che quel bacio finisse proprio in quel momento.
«Ti amo» sentì sussurrargli poi, senza aprire gli occhi. Zayn la strinse ancora di più a sé, non l’avrebbe mai lasciata andare, pensò.
 

The beat of your heart
It jumps through your shirt

 
«Dove mi stai portando?» chiese Savannah continuando a camminare incerta.
«Ora vedrai» le disse semplicemente Zayn, voltandosi a guardarla anche se lei non se ne accorse, con un foulard che le copriva gli occhi.
Nonostante non avesse idea di dove il suo ragazzo la stesse portando, non aveva esitato nemmeno un istante a seguirlo, la forte stretta della sua mano le bastava a darle sicurezza.
Dopo alcuni minuti Zayn si arrestò e Savannah andò a sbattergli addosso.
«Cos’è successo?» chiese preoccupata, muovendo la testa a destra e sinistra completamente smarrita.
«Siamo arrivati» annunciò lui.
Udendo quelle parole la ragazza alzò il braccio per togliersi la benda dagli occhi ma Zayn la bloccò, «non ho detto di sbirciare» la riprese poi.
Savannah sbuffò mettendosi a braccia conserte, odiava avere la situazione fuori controllo ma da quando stava con Zayn aveva dovuto farci l’abitudine.
Quel ragazzo era l’imprevedibilità fatta persona.
Udiva i versi dei gabbiani, il rumore delle onde che si sfrangevano sugli scogli e una leggera brezza le scompigliava i capelli facendole il solletico sul collo. Molto probabilmente erano sul mare, o lì vicino ma Savannah non ne era molto sorpresa dato che vivevano in una città marittima.
A un certo punto sentì la mano di Zayn sfiorare di nuovo la sua prima di ricominciare a camminare, ormai aveva rinunciato a chiedergli dove fossero diretti: la risposta era sempre la stessa.
«Siamo arrivati!» esclamò Zayn trionfante, dopo alcuni minuti di silenzio, lasciando la mano della ragazza.
Le si mise dietro slegandole il foulard che aveva rubato quella mattina a sua madre e osservando Savannah, curioso di vedere che espressione avrebbe assunto quando avrebbe visto il panorama di fronte a loro.
La ragazza si mise una mano sulla bocca evidentemente sorpresa.
Si trovavano in cima a una piccola collina a picco sul mare. Sotto di loro si poteva scorgere un piccolo paesino che non aveva mai visto e la spiaggia sabbiosa che si estendeva indisturbata fino all’orizzonte.
«Dove siamo?» chiese poi a Zayn, meravigliata dalla bellezza di quel posto.
«E’ un paesino vicino a Southampton, la vedi quella casa? – il ragazzo si voltò indicando un piccolo cottage a pochi metri da loro – è dei miei nonni e pensavo che avremmo potuto trascorrere qua il fine settimana.»
Il sorriso di Savannah si allargò ancora di più prima che buttasse le braccia al collo del suo ragazzo.
«Sei stupendo» disse poi, col viso ancora appoggiato a lui.
«Che ne dici di andare dentro?» propose poi lui, accarezzandole la schiena.
Savannah annuì e mano nella mano si diressero verso quella graziosa casetta dipinta di bianco.
Era piccola ma accogliente, la cucina sembrava non fosse mai stata usata e appese al muro c’erano numerose foto di famiglia, in alcune delle quali si poteva riconoscere chiaramente Zayn da piccolo.
Savannah le passò in rassegna una per una, meravigliata di quanto quella famiglia fosse unita, a differenza della sua. Le uniche volte che lei sentiva i suoi parenti era durante le feste, quando si scambiavano i consueti auguri, per il resto dell’anno poi, sparivano.
«Hai visto che bel bambino che ero da piccolo?»
La voce di Zayn così vicina al viso di Savannah, la fece sussultare. Il ragazzo sorrise, spostandole i capelli dietro la spalla e cominciando a baciarle sensualmente il collo.
Savannah chiuse gli occhi appoggiando la testa sulla spalla di Zayn, poteva sentire chiaramente il profumo che si era spruzzato quella mattina e la barba che stava ricrescendo pizzicarle leggermente la pelle.
Prima che riuscisse a dire qualcosa, il ragazzo di impossessò delle sue labbra prima di farla arretrare verso il muro, prenderla in braccio e attraversare il corridoio.
Entrarono in una stanza molto più illuminata delle altre e, sempre con delicatezza, Zayn appoggiò Savannah sul letto.
Le slacciò alcuni bottoni della camicetta seguendo poi con la bocca la pelle che man mano veniva scoperta.
Sentiva il cuore della ragazza battere all’impazzata, anche attraverso la maglietta.
 

I do remember
The swing in your step
The life of the party, you're showing off again
And I roll my eyes and then
You pull me in
I'm not much for dancing
But for you I did

 
Zayn osservava divertito Savannah ballare in mezzo alla pista che veniva allestita ogni anno alla festa del paese.
Le canzoni non erano esattamente quelle che si sentivano in discoteca o ai party organizzati dai ragazzi ma avevano comunque un loro stile. E guardare Savannah muoversi a tempo di quel ritmo un po’ insolito riusciva a fare dimenticare a Zayn tutto il resto.
Lui odiava ballare, non sapeva nemmeno fare la Macarena e per questo era rimasto in disparte a reggere i due milkshake ordinati poco prima.
Nemmeno al matrimonio di sua sorella erano riusciti a smuoverlo dalla sedia per farlo aggregare al trenino.
Zayn Malik e la danza erano due mondi completamente diversi che non avrebbero mai avuto a che fare l’uno con l’altro, quello era poco ma sicuro.
La vista di Savannah che si avvicinava a lui sorridente lo fece distogliere dai propri pensieri.
«Già finito?» le chiese sorpreso dal fatto che si fosse già stancata. Solitamente doveva essere lui a chiamarla più volte dal bordo pista per farla smettere di ballare.
«Certo che no! Sono venuta qua a invitarti a ballare.»
Zayn si lasciò andare a una risata fragorosa che fece voltare verso di lui le poche persone che c’erano lì intorno.
«Quando mai mi hai visto ballare?» chiese poi a Savannah, che sembrava non voler cedere all’aria da duro del suo ragazzo.
«Mai, per questo sono venuta a chiamarti. Voglio vedere le tue doti di danzatore professionista.»
«Non è divertente» ribatté lui serio.
«Infatti non c’è niente di divertente» rispose lei prontamente.
Zayn non aveva mai conosciuto una persona più testarda di Savannah. Quando si metteva in testa qualcosa era difficile farle cambiare idea, se non impossibile. Ma non avrebbe ceduto, non quella volta. Lui aveva paura della danza tanto quanto un gatto dell’acqua e non c’era ragazza stupenda e che amava alla follia che tenesse.
«Savannah io odio ballare» mormorò il ragazzo a denti stretti guardandola con espressione dura, ma lei non si fece di certo spaventare.
«Forza non ti mangia nessuno, ci sono io con te» gli rispose, con una dolcezza inaudita nella voce.
Zayn sentì le dita della ragazza intrecciarsi con le proprie, prima di essere trascinato in pista.
Come faceva a resisterle? Savannah lo mandava letteralmente fuori di testa, quando stava con lei la sua razionalità andava a puttane e non c’era niente che potesse fare, così, a suo malgrado, si lasciò andare.
La ragazza gli rivolse un sorriso caloroso prima di posizionare una mano di Zayn sul suo fianco e di prendergli l’altra per poi cominciare a dondolare lentamente.
«Vedi? Non è difficile» gli disse lei, premurosa.
«Mi sento un po’ tanto un deficiente.»
Savannah sorrise prima di ammiccare a due tizi che ballavano non molto distanti da loro.
«Lì vedi quei due?»
Zayn voltò la testa nella direzione indicata e non poté fare a meno di ridacchiare mentre annuiva.
«Ecco, se in questo posto c’è qualcuno che si deve vergognare di come balla è quello con la camicia rossa, sembra che stia per farsi la pipì addosso! Tu invece ti muovi bene, e credo che dovremmo andare a ballare più spesso.»
Zayn aprì la bocca per ribattere ma non uscì alcun suono, così si lasciò andare a un sospiro rassegnato, consapevole che per lei l’avrebbe fatto.
 

How you kissed me when I was in the middle of saying something
There's not a day when I don't miss those rude interruptions

 
«Non ci vengo a quella stupida cena!» gridò Zayn completamente fuori di sé.
Stavano insieme da poco più di due settimane e Savannah voleva già presentarlo ai suoi, non se ne parlava neanche.
Il ragazzo si passò una mano nei capelli dispiaciuto e sorpreso dalla sua reazione esagerata ma non era riuscito davvero a trattenersi. La testardaggine di quella ragazza lo faceva innervosire e, impulsivo qual era, molte volte agiva prima di pensare. Alzò lo sguardo voltandosi a guardare Savannah seduta sul divano di casa sua che guardava il pavimento con sguardo vitreo. I capelli lasciati sciolti le coprivano in parte il volto ma non ci volle molto a Zayn per capire che ci era rimasta male dalla sua spropositata reazione.
Probabilmente ci teneva molto all’opinione dei suoi ma lui non se la sentiva di incontrarli, o almeno non ancora. Era considerato da tutti un “bad boy” soltanto per le sue origini non inglesi e per come andava in giro. Certo, la sua spavalderia e il suo orgoglio non lo aiutavano a fare bella figura, ma quella era tutta apparenza. In realtà Zayn era il ragazzo più buono e gentile che esistesse sulla faccia della terra ma per scoprirlo bisognava lasciare da parte i pregiudizi e impegnarsi a conoscerlo fino in fondo, purtroppo però in pochi lo facevano.
Il ragazzo prese un grande respiro prima di sedersi accanto a lei cominciando a torturarsi le mani.
«Perché sei agitato?» gli chiese la ragazza.
Zayn si voltò a guardarla sorpreso dal suo intuito.
«Chi ti dice che sia agitato?»
«Forza Malik, ormai ti stacchi le dita dal nervoso che stai cercando di scaricare. Chiunque lo capirebbe.»
Il ragazzo sorrise scuotendo leggermente la testa, ancora incredulo di come Savannah riuscisse a capirlo.
«Sono agitato perché non so come esprimermi» cominciò lui, riprendendo a torturarsi le mani.
Savannah gli sorrise apprensiva appoggiando una mano sulla gamba del ragazzo senza mettergli fretta.
Zayn sospirò, «volevo chiederti scusa per la reazione spropositata che ho avuto ma il fatto è che non è che faccia una buona impressione sui genitori e non vorrei che..» lasciò la frase in sospeso.
«Che?» Savannah lo spronò a continuare.
«Che poi non piaccia loro e ti impediscano di vedermi» concluse.
La ragazza sorrise scuotendo la testa, «non conosci i miei genitori. Sono le persone più buone del mondo e non si lasciano condizionare troppo dalle prime impressioni. Se piaci a me non puoi che piacere anche a loro e poi si fidano ciecamente di me, anche se dovessi fare una cattiva impressione o inciampare sul tappeto dell’entrata mi lascerebbero comunque vederti. Questo è poco ma sicuro, quindi stai tranquillo, ti basterà essere te stesso e andrai alla grande.»
Zayn fece per ribattere ma prima che dalla sua bocca potesse uscire alcuna sillaba, le labbra di Savannah sfioravano già le sue, lasciandolo senza parole, ancora una volta.
 

Never thought we'd have a last kiss
Never imagined we'd end like this

 
«Savannah» mormorò Zayn con la voce strozzata.
La ragazza si voltò a guardarlo, con lo sguardo spento, ma trovò comunque il coraggio di sorridere, anche in quell’occasione. Come se un raggio di sole che filtrava dalle nuvole fosse stato in grado di cancellare una giornata uggiosa.
E proprio come se il cielo percepisse la tristezza che c’era, alcune gocce di pioggia cominciarono a scendere, prima che un vero e proprio acquazzone bagnasse i due.
Nessuno si mosse, Zayn continuava a guardare Savannah serio, con la mascella serrata e lei aveva rinunciato a sdrammatizzare la cosa. Un semplice sorriso non sarebbe bastato.
L’acqua scorreva fredda sul viso di entrambi prima di addentrarsi sotto i vestiti, erano tutti e due fradici, si sarebbero probabilmente ammalati restando lì, sotto quel temporale ma nessuno osava fare niente.
Zayn mosse alcuni passi incerti verso Savannah, colmando la distanza che ci sarebbe stata subito dopo, lei, presa dalla disperazione, gli corse incontro buttandogli le braccia al collo e stringendolo a sé: non era pronta a lasciarlo.
«Ti amo» gli sussurrò, come se quelle parole potessero cambiare i fatti.
«Anch’io, non sai quanto» rispose sforzando un sorriso, Zayn.
Savannah si staccò leggermente così da poter guardare il ragazzo negli occhi.
Gli accarezzò dolcemente il viso, increspando lievemente le labbra. Le goccioline d’acqua gli scorrevano lente sulla fronte e sulle guance, dando uno strano riflesso alla sua pelle ambrata.
«Mi mancherai» mormorò poi, nel caso non fosse già abbastanza chiaro.
Zayn fece per rispondere ma il magone che aveva in gola gli impediva di parlare.
Dov’era il coraggioso, spavaldo, e schietto Zayn? In quel momento Savannah era più audace di lui nell’affrontare la situazione.
Era diventata lei il maschio forte mentre lui la femminuccia che piangeva. La pioggia gli era arrivata in soccorso, ma sul suo viso non c’era solo quella ma bensì anche lacrime, fortunatamente però Savannah non se ne accorse.
Gli accarezzò la guancia con fare materno prima di posare le sue labbra su quelle del ragazzo. Una lacrima di Zayn scese fino alle loro bocche, dando un tocco salato a quel bacio amaro, ma allo stesso tempo pieno di amore.
 

Your name, forever the name on my lips
Just like our last
 

Prima che si potesse aggiungere altro la ragazza si allontanò di alcuni passi da Zayn senza perdere, però, il contatto visivo. Voleva imprimersi quegli occhi color nocciola nella mente ancora una volta, così da non poterli dimenticare mai più.
Quando finalmente trovò il coraggio di andarsene Zayn riuscì a parlare.
«Savannah..» la pregò, ma il tono di voce era troppo basso perché lei lo sentisse. Era già troppo lontana.
Se n’era andata. Per sempre.

***

sono ancora qua a rompervi le scatole, lo so cwc
sto sfornando one shot come un panettiere sforna il pane (?) lo so cwc
sto intasando il fandom ormai, so anche questo.
so tutto! ahah
no vabbè, a parte gli scherzi, in realtà questa one-shot l'ho scritta soltanto perché un giorno che non sapevo cosa fare ho fatto il banner e siccome mi piace, mi dispiaceva non usarlo.
poi siccome il titolo gliel'ho messo a caso (in quel momento stavo ascoltando last kiss della swift) allora sono partita da lì ed è nata questa song-fic.
in realtà era da un po' che volevo scriverne una, avevo visto che esisteva questo "genere" e mi ispirava molto così mi sono impegnata ed eccoci qua (?)
savannah (nome stupendo, lo so. e lo amo) è un personaggio che ci sarà nella mia nuova fan fiction però i fatti che accadono qui non c'entrano niente con la long che posterò quando finisco l'altra. e credo che non ci assomiglierà nemmeno caratterialmente, bo, sinceramente questo non lo ancora visto che ho scritto solo mezzo capitolo però, nel caso non dovesse essere così è tutto un caso.
fatemi sapere che ne pensate di questo zayn innamorato (?) e che fa poco il figo ahah
un bacio
jas


ah, queste sono le ultime one-shot che ho scritto se vi va di passare :)

 



   
 
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