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Autore: Sonnyx94    02/01/2012    4 recensioni
Sono passati sette anni da quando i Volturi hanno minacciato di distriggere la famiglia Cullen. Le giornate passano lente e "noiose", tra una battuta di caccia e la scuola. Renesmee ormai ha l'aspetto di una diciottenne e il suo rapporto con Jacob inizia a farsi più complicato. La ragazza non riesce a spiegarsi come mai abbia bisogno della presenza costante del suo "migliore amico" - questo perchè le hanno tenuto nascosto che, alla sua nascita, Jake ha avuto l'impronting con lei. Ma un nuovo pericolo interrompe l'eternità della famiglia: i Volturi sono tornati e vogliono Renesmee. Si giungerà ad un nuovo scontro?
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Remesmee

 Mentre ero ancora stretta nell’abbraccio di Jake, mamma e papà entrarono come dei razzi nella casa di nonno Charlie. Il poveretto provò a chiedere informazioni ma, appena sentii le parole Volturi, vampiri e licantropi, intimò ai miei genitori di fermarsi.
Charlie sapeva che sua figlia non era più la stessa ma non aveva voluto conoscere i particolari, soprattutto dopo che, sette anni prima, Jacob si era trasformato in un lupo, grande quanto un cavallo, sotto i suoi occhi.
Quando mi fui ricomposta, scesi al piano di sotto insieme a Jacob. Il mio migliore amico sembrava ancora più teso di me, ma lo nascondeva bene. L’unica cosa che lo tradiva, erano le mani chiuse a pugni mentre affondava le unghie nei palmi, per evitare di dare sfogo a tutta la sua rabbia.
Allungai una mano verso la sua e gliela strinsi, per paura che si facesse davvero del male. Lui emise un sospiro poi rilassò leggermente i muscoli, ma non troppo.
Charlie si era dileguato, dicendo che aveva finito il latte, precipitandosi fuori dalla porta per non sentire la nostra conversazione.
Mamma e papà erano già in salotto. Edward teneva una mano appoggiata alla schiena di Bella, come era solito fare, entrambi avevano il viso tirato dalla preoccupazione ma restavano sempre perfetti e bellissimi.
Vidi mio padre irrigidirsi quando notò che io e Jake ci tenevamo per mano, ma non disse nulla.
-Allora- iniziò Jacob impaziente –Qual è il piano?-
-Sedetevi, vi prego-  disse mia madre e la sua voce che era sempre risuonata candida e leggera, come un canto, si spezzò, come se avesse stonato.
Obbedii, senza farmelo ripetere e strattonai la mano di Jake per obbligarlo a sedersi sul divano al mio fianco, dato che non aveva alcuna intenzione di muoversi.
Mio padre si fece avanti, sedendosi sul tavolino pieno di giornali vecchi, di fronte a noi. –Jane è arrivata prima del previsto- sembrava esausto ed indifeso, non l’avevo mai visto così. –E sono già venuti a casa nostra-
Jacob emise un lieve ringhio e gli strinsi forte la mano che ancora non avevo voluto lasciare. -Che cosa vogliono?- chiese lui sprezzante.
-Renesmee- rispose mia madre, che era rimasta in piedi vicino al caminetto.
-Perché Alice ha visto l’arrivo dei Volturi così tardi?- chiesi io, quando finalmente riuscii a liberarmi del terrore che mi attanagliava le corde vocali.
Edward si passò una mano attorno alle labbra –Siamo stati degli imprudenti- concluse, ma la frase suonò come un rimprovero –Abbiamo smesso di controllare le loro mosse due anni fa. Pensavamo che non si sarebbero fatti più vedere, pensavamo che per loro non fossimo più un problema-
Che errore stupido, pensai.
Come potevamo essere stati così imprudenti? Ci eravamo illusi tutti, me compresa, che i Volturi non sarebbero mai tornati a cercarci. Ma come potevano essersi dimenticati di noi?
Aro era rimasto estasiato da me, dai miei poteri, dal fatto di vedere un essere a metà tra un’umana e una vampira. Ero in grado di confondermi benissimo tra i mortali e, oltre a proiettare nella mente delle altre persone i miei ricordi, potevo anche infrangere qualsiasi barriera protettiva, penetrando nella mente di chi volevo.
Nessuno avrebbe mai potuto soggiogarmi, avevo alla mia portata la mente, i segreti e le menzogne di tutti: umani, vampiri, licantropi e qualunque altra forma di vita sulla terra.
Ero dotata di un potenziale troppo pericoloso per poter essere lasciata a piede libero.
-Che vi ha detto la succhiasangue?- chiese Jacob, come se fosse rimasto fermo a quel punto e non avesse sentito niente del resto della conversazione.
-Nulla di nuovo- rispose mio padre malinconico –Ha notato l’assenza di Nessie, ma non ha chiesto il motivo. Ci ha solo detto di tenerci pronti perché tra qualche settimana arriverà Aro.-
-E non sapete quando quel dannato vampiro arriverà?- chiese Jacob, la voce che tremava per la rabbia.
-Alice non riuscirà a vedere il loro arrivo in tempo. Sono protetti da una barriera, come quella che riesce a creare Bella-
Al contrario di Jake, che da un momento all’altro si sarebbe trasformato in lupo se non si fosse dato una bella calmata, io sentii che piano piano la paura mi stava divorando dall’interno.
La mia gola era secca, le corde vocali sembravano avere perso la facoltà di muoversi, mi sentivo come imprigionata dentro ad uno di quei sogni in cui per quanto tu cerchi di urlare, dalla tua bocca non esce alcun suono.
-Nessie- mi chiamò mia madre, facendomi riemergere dalle mie preoccupazioni.
Bella prese posto vicino a mio padre, mi porse la mano e io, con riluttanza, smisi di stringere quella di Jacob.
-Tesoro, so che odi questo genere di precauzioni, ma è assolutamente necessario che per un po’ di tempo tu non torni a casa-
Sì, aveva proprio ragione.
Tolsi la mia mano dalla stretta di mia madre e spostai lo sguardo verso il pavimento, non  volevo guardare i suoi occhi. Ma mamma non si arrendeva mai tanto facilmente, mi prese delicatamente il mento tra le mani, costringendomi a guardarla. –Nelle prossime settimane non potrai andare a scuola e resterai a casa del nonno o da Billi, dove Jacob e il suo branco potranno offrirti tutta la protezione possibile-
-Così metterete ancora una volta la vostra vita a rischio per me- conclusi, frustrata.
Mi alzai bruscamente dal divano e raggiunsi la finestra, iniziavo già a sentirmi come un uccellino in gabbia.
Non potevo sopportare che la mia famiglia rischiasse così tanto per proteggermi. Mi sentivo completamente impotente, segregata in casa mentre fuori le persone che amavo giocavano a nascondino con la morte per evitare che mi trovassero.
Sentii le braccia fredde di mia madre avvolgermi in un abbraccio. Sapevo che mi capiva, perché anche lei in precedenza si era trovata al mio posto, ma era un’umana, non aveva alcun modo di difendersi contro dei vampiri assetati del suo sangue. Io ero in grado di badare a me stessa: battevo sempre Jacob nella caccia, non avevo mai perso una partita a braccio di ferro con zio Emmet e zio Jasper mi aveva insegnato a combattere contro gli altri vampiri, persino con i neonati.
Perché dovevo finire a girare per le case degli altri come una tigre messa in una gabbia del circo?
-Quindi qual è il piano?- chiese di nuovo Jacob. Sapevo benissimo che era d’accordo con le precauzioni che avevano preso i miei genitori, fosse stato per lui mi avrebbe sempre tenuta segregata in casa. Un posto dove potesse tenermi d’occhio e dove avrebbe sempre potuto proteggermi, anche dalla puntura di una zanzara.
-Non c’è un vero e proprio piano- ammise mio padre, che era rimasto immobile come una statua –Non sappiamo che cosa vogliano i Volturi da Renesmee. Abbiamo chiesto aiuto ai clan nostri amici, ma dubito che in così poco tempo tutti possano rispondere alla nostra chiamata-
-Saremo numericamente inferiori rispetto all’ultima volta- osservò Jacob in tono cupo.
-Magari non vogliono combattere- rispose mia madre, come per dissolvere il pessimismo di Jake.
Ma nemmeno Bella sembrava convinta delle sue stesse parole, che i Volturi volessero combattere o meno eravamo di meno e, questa volta, non potevamo contare sull’effetto sorpresa dei licantropi. Dovevamo tirare fuori un altro asso dalla manica e in fretta.

Nel giro di un quarto d’ora la casa di nonno Charlie si riempì: Emmet e nonno Carlisle erano già di pattuglia entro i confini dell’abitazione, gli altri erano rimasti nella casa sperduta in mezzo al bosco, nel caso in cui Jane e i suoi tornassero.
Solo quando ogni minimo particolare venne definito, mia madre chiese a Jacob di tornare a La Push, per avvisare il suo branco del pericolo imminente e per organizzare i turni di guardia.
Ora che i Volturi erano a conoscenza della loro esistenza, i licantropi sarebbero stati un bersaglio più che perfetto. Nel caso li avessero attaccati mentre ancora non erano stati avvisati del ritorni dei capi dei vampiri, li avrebbero distrutti con poche difficoltà.
Jacob non fu molto felice di lasciarmi a casa, sapeva che ero protetta dai miei genitori e da zio Emmet e nonno Carlisle, ma come sempre il fatto di doversi separare da me lo rendeva vulnerabile.
Questo valeva anche per me, ma sapevo che il mio migliore amico aveva dei compiti come maschio Alfa e spesso dovevo accettare di stare intere giornate senza di lui.
Accompagnai Jake alla porta sul retro della piccola casetta di Charlie. Il retro dava su un boschetto nel quale Jacob si sarebbe trasformato in lupo e avrebbe raggiunto La Push in pochi minuti.
Mi fermai sulla soglia della porta, Jacob era già fuori e mi fissava attentamente, come se volesse memorizzare nella sua mente ogni singola mia caratteristica, anche se le conosceva già tutte perfettamente.
La verità era che al mio migliore amico piaceva osservarmi, in quel momento probabilmente stava cogliendo i particolari che non avevo quando ero tranquilla.
Tenevo le braccia strette attorno al petto per proteggermi dal gelo, i miei capelli ramati venivano scompigliati dal forte vento di dicembre che si faceva strada sotto il piccolo portico ed i miei lunghi boccoli coprivano una piccola parte del mio viso.
Sentivo gli occhi lucidi, un po’ per la preoccupazione dell’arrivo dei Volturi e un po’ per la distanza che in breve tempo mi avrebbe separata da Jacob. Le guance mi si erano arrossate, come le labbra che in quel momento mi bruciavano.
Jacob rimase immobile e in silenzio per un paio di minuti, non era ancora pronto a salutarmi.
Poi però i tratti del suo viso, che fino a quel momento erano rimasti molto tirati, si rilassarono e il suo solito sorriso bellissimo tornò ad illuminarmi, mozzandomi il fiato.
Fece un passo verso di me, spostò con una mano i ricci che mi coprivano gli occhi e me li mise dietro l’orecchio.
Non spostò però la mano, la lasciò appoggiata sul mio collo.
-Stai attenta- mi sussurrò, era serio.
Corrugai un sopracciglio –Ci sono quattro vampiri a guardia della casa e io mi so difendere, cosa mi potrebbe succedere?-
Jacob mi guardò storto, non aveva voglia di scherzare. –Nessie, sai cosa voglio dire. Non fare stupidaggini-
Aveva paura che sgattaiolassi via, in un atto di ribellione. Ma non avevo intenzione di farlo, mi sarebbe piaciuto, ma non l’avrei fatto. Perché sarebbe andato su tutte le furie, mi sarebbe venuto a cercare, mettendo a repentaglio la sua vita e io non volevo che lo facesse.
-Va bene- gli dissi.
-Promesso?-
-Promesso- feci spazientita. Odiavo quando mi trattava come una bambina.
-Sii prudente- mi ripeté Jake, accarezzandomi la guancia e seguendone il profilo con il pollice, così dolcemente che sentii quasi il desiderio di chiudere gli occhi. Oscillai come ipnotizzata dai suoi occhi, scuri come la notte, nei quali mi era sempre facile perdermi. Rimasi lì, cullata dal suo tocco.
-Anche tu- lo pregai, dopo un lungo momento.
Jacob si mise a ridere, ma non era una risata spensierata, era una risata forzata. Poi colmò la distanza tra di noi e mi abbracciò, immergendo il viso tra i miei capelli e assaporandone il profumo. Mi rannicchia vicino al suo petto, trovando riparo dal freddo. Strinsi il colletto della sua camicia tra le mani, come per trattenerlo.
Perché era così dannatamente difficile salutarlo? E perché lo era anche per lui lasciare me?
Jacob mi diede un bacio sulla fronte –Tornerò da te stasera-
Non mi diede nemmeno il tempo di replicare. Si staccò bruscamente dall’abbraccio, come si fa con un cerotto, e corse via.
Lo osservai finché non sparii dietro gli alberi. Poi, prima di richiudermi la porta alle spalle, l’ululato di un lupo spezzò la quiete del bosco.



Angolo autrice: Salve! Allora so che questo capitolo potrà risultare un po' noiosetto, ma è necessario per collegare il primo al resto della storia. Spero comunque che ci saranno un po' più di recensioni, rispetto all'ultima volta. Da adesso pubblicherò con un po' più di calma, perchè devo studiare e poi il ritorno a scuola mi terrà molto occupata. Ma non vi preoccupate troverò sempre tempo di aggiornare questa mia storia :D
Con questo vi saluto e vi auguro di passare bene quest'ultima settimana di vacanza!
Sonny

  
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