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Autore: jenny88    19/08/2006    5 recensioni
cito una canzone di Venditti "amici mai" perchè mi sembra il titolo appropriato per una storia che parla semplicemente della vita, la vita che a volte torna a bussare alla porta quando meno te lo aspetti. immaginatevi tutti tra 25 anni e provate a pensare cosa succederebbe se le faccende lasciate in sospeso ora decidano di sconvolgere la vostra vita.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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1/9/2031 Los Angeles California

 

che cosa si prova ad 16 anni ad essere una beniamina d’America con 10 di conduzione di uno degli show più seguiti?

 

-        Dai David, che razza di domanda è?? Come se non ci conoscessimo anche noi da 10 anni?

 

Si, in effetti la prima volta che ti ho vista eri davvero un batuffolino, ma qui al nigth show è buon costume rispondere alle domande signorina…

 

-        vabbè, ma uno a casa propria fa come gli pare nooo??

 

Come osi!! Questo è il mio show! Tornatene al tuo!

 

-        nooo, non cacciarmi, piuttosto, posso mettermi a saltare sui divani come Tom Cruise? è una cosa che sogno da sempre!

 

Non ti basta farlo nella sigla del “Teodora Dove show”?

 

-        Sai com’è David, quella sigla l’abbiamo registrata due anni fa, ormai sono in crisi di astinenza!

 

Come mai tua madre è molto più educata di te?

 

-        mha, probabilmente perché per averla nello show la pagate il triplo!

 

Wow! La ragazza ha capito come va il mondo!

 

-        certo! È un’attrice, fa finta di sorriderti ed essere tutta contenta di essere qui, in realtà ti brucerebbe vivo!

 

Dimmi, ma è vero che sta cominciando ad esserci un po’ di rivalità tra di voi?

 

-        oh, bè… si, purtroppo tra me e mia madre non è più come un tempo: anzi, vorrei cogliere l’occasione per rivolgermi ai servizi sociali, quella donna mi ruba i vestiti! Si, siamo rivali, la mattina chi si alza prima mette il paio di scarpe più fico! Altrimenti sei sconfitto! Lo so… è triste…

 

allora è vero che presto Teodora prenderà il posto di sua madre Jennifer?

 

-        scherzi a parte, tra me e mia madre non potrebbe funzionare meglio, certo, c’è qualche casino, ma non è diverso da quelli ordinari, siamo una famiglia normale!

 

Anche se tua madre è la star più in voga del momento?

 

-        io e lei siamo due cose totalmente diverse, lei ha la sua carriera, io la mia vita…

 

si parlava di chiudere il tuo show, è vero?

 

-        cavoli, detesto dirlo ma è così: quest’anno lo show non riprenderà l’11 settembre come di consueto, piuttosto vorrei cogliere l’occasione per dire che passerò i prossimi dodici mesi in Italia, ho deciso di passare un po’ di tempo con i miei nonni e mio zio frequentando la scuola italiana per un anno!

 

Come ha fatto tua madre a suo tempo!

 

-        David, se non la smetti di paragonarmi a mia madre mi metterò a dire cose imbarazzanti per farti chiudere lo show!...

 

 

Roma 14 settembre 2031 h 2.00 am

Premette con forza il pollice sul tasto rosso del telecomando del televisore.

Pigramente si alzò dal puffo immenso che padroneggiava nella stanza da letto, si diresse verso la cucina…

 

Paolo era un sedicenne come tutti gli altri, forse solamente un po’ più sfigato… benché fosse un bel giovane infatti, come da copione, ogni maledettissima cosa facesse risultava ai suoi occhi un fallimento garantito. Qualunque attempato adulto avrebbe definito il suo stato d’incazzatura una bella e buona “crisi adolescenziale”, ma si sa, quando la si vive si fa fatica a definire quella perenne morsa allo stomaco che fa spesso desiderare di sotterrarsi non si sa dove e non si sa quanto in profondità…

 

La situazione poi era diventata uno schifo da quando la sua ex fidanzata Lilly si era rifatta una vita. L’aveva lasciata mesi prima, l’aveva lasciata soffrire e piangere tra le braccia di un altro che fino a poco tempo prima avrebbe definito amico, ora non più, non ora che gli aveva fregato la ragazza che si era accorto troppo tardi di amare.

 

Solamente un sogno ora teneva in vita Paolo: il cinema.

Avrebbe dato qualsiasi cosa per poter realizzare un film, voleva fare il regista ed in cuor suo era sicuro che probabilmente un giorno lo sarebbe stato, si guardava allo specchio alle volte e pensava fiducioso che la vita non può fare per sempre schifo, che un giorno persino le stelle si sarebbero piegate a lui. che il talento l’aveva marcato nell’anima.

 

Intanto si dilettava a fare il capitano della squadra di basket della scuola con grande orgoglio di suo padre che per tale sport aveva sempre avuto un debole. Presenziava ad ogni partita del figlio e lo spronava nonostante i numerosi fallimenti.

 

Proprio suo padre gli si avvicinò lentamente quella notte tra il 13 ed il 14 settembre mentre suo figlio frugava nervosamente nel frigo in cerca di qualsiasi cosa gli stuzzicasse la gola.

 

-        ansia da primo giorno di scuola?

 

“Ne avrei un po’ meno se mi permettessi di usare la tua macchina”…

 

-        quando avevo la tua età andavo a scuola a piedi, e la macchina si prendeva a 18 anni!

 

“va bene, va bene, prendo la vespa come al solito… grazie di cuore”!

 

Corrucciò il viso teatralmente prima di voltare le spalle al genitore che ridacchiava sommessamente.

 

-        avresti anche potuto sceglierti una scuola più vicina a casa, per fare 500 metri la macchina forse forse te l’avrei prestata!

 

“papà, che palle”!!

 

Le finestre spalancate della cucina davano sul colosseo, simbolo e cuore della capitale d’Italia, il fior fior dei licei sorgevano in mezzo a quelle vie, ma Paolo aveva scelto un piccolo liceo classico in Garbatella, la stesso che avevano frequentato i suoi genitori, ma soprattutto lo stesso che aveva frequentato illo tempore la sua musa, l’attrice che avrebbe tanto voluto immortalare con la sua piccola cinepresa da dilettante, la migliore: Jennifer Dove… una ragazza italiana che in America era diventata una diva.

I suoi genitori l’avevano sempre etichettata come una ragazza facile che aveva saputo “darla”, lui che si intendeva di cinema anzi che no la riteneva invece una delle attrici più talentuose in circolazione, così come le critiche di tutto il mondo.

Quelle volte che il ragazzo aveva chiesto entusiasta ai genitori se mai tra le mura della loro scuola l’avessero intravista, loro gli rispondevano a brutto muso che non era che una ragazzina anonima come tante altre, nessuno dei due ci aveva mai fatto caso…

Strano pensarlo data la sua sensualità, il suo carisma e le doti che aveva sempre esternato sin dai tempi della scuola.

 

C’era solamente una cosa riguardante il suo idolo che Paolo non poteva soffrire: Teodora Dove, sua figlia.

Quella ragazzina conduceva uno show tutto suo da quando aveva sei anni, Paolo non ne aveva mai perso una puntata. Teodora era brillante, e tutto sommato la sua non era solamente fama costruita sul nome della madre, ma questo il nostro ragazzo non l’avrebbe mai ammesso, preferiva ritenerla piuttosto una ragazzina viziata che aveva da sempre ed immeritatamente avuto la strada spianata…

 

***

Roma 14 settembre 2031 Liceo Classico Socrate

 

Con quegli occhi terribilmente azzurri si guardava intorno spaurita in cerca del suo armadietto, nessuno si era curato di dirle che non era abitudine nelle scuole italiane dotarne gli studenti, piuttosto bisogna munirsi di una capiente cartella.

 

L’i.pod suonava nelle orecchie, le labbra carnose serrate in un’espressione imbronciata, le dita torturavano nervosamente i passanti per la cintura dei suoi jeans stretti sulle cosce.

Probabilmente aspettava che qualcuno le rivolgesse la parola, invece solamente molti occhi puntati addosso e nessuna voce, o meglio, nessuna che potesse comprendere del tutto… conosceva l’italiano sommariamente, di fatto spiccicava qualche parola solo quando i suoi nonni venivano a farle visita o quando sua madre era talmente arrabbiata da non riuscire a trovare le parole se non nella sua lingua.

 

Fortunatamente era stato chiesto di non rivelare in plenaria l’identità della studentessa straniera appena arrivata in Italia, o la folla che l’avrebbe attorniata sarebbe stata impossibile da stemperare.

 

*Dove sono i armadietto*?

Chiese con quel suo accento americano (che probabilmente non avrebbe mai perso) ad una ragazzina mora dall’aria abbastanza strafottente.

 

-Che???

 

*Do you speak english*?

 

-Ce posso provà!

 

*What*?

 

-        che??

 

Inutile dire che Teodora Dove si sentì persa fin quando si sentì chiamare da una voce adulta ma incomprensibile.

 

“Ah, eccoti qui! Ciao, sono la professoressa Berardi, la tua tutrice, seguimi che ti accompagno in classe”.

 

Le piaceva la voce dolce e squillante di quella donna, se solo avesse capito quello che aveva detto forse avrebbe anche potuto piacerle di più.

 

“ avanti tesoro, seguimi”!

 

Non sapendo cosa dire Teodora annuì con il volto.

 

“va bene, forse è meglio… come with me! I’ll show you your class room”!

 

Decisamente meglio…

 

La strada che percorsero fu breve, solamente una rampa di scale, la scuola che la ragazza frequentava a Los Angeles doveva essere almeno dieci volte più grande, d’altronde era stata lei a voler scegliere di frequentare per un anno la stessa scuola di sua madre, certo nessuno gliel’aveva imposto.

 

“Tesoro, cercherò di parlare più lentamente, sei qui per imparare l’italiano, non per sentire italiani che parlano di male in peggio la tua lingua”!

 

Questa volta almeno in parte aveva capito ciò che quella donna le aveva detto, annuì convinta.

 

“questa è la tua classe, ora entriamo e ti farò conoscere i tuoi compagni”

 

In classe la situazione non era delle migliori, quello che Teodora potè vedere varcata la soglia della porta rossa, fu una mandria di una trentina di ragazzi che si affannavano per tornare al loro posto il prima possibile sperando di non essere additati dalla professoressa, che, dedusse la ragazza, doveva essere proprio la donna con cui si accompagnava.

 

“Cafoni!!! Siete proprio dei cafoni! ma vi rendete conto che state urlando?? Vi assicuro che la prossima volta vi metto una nota di classe, e non provate ad utilizzare la scusa dell’inizio dell’anno, se non foste così grandi e grossi giurerei che siete bambini dell’asilo"!

 

Vedendo le facce fintamente meste di quelli che per un anno sarebbero stati i suoi compagni di classe, a Teodora scappò un sorriso.

Un sorriso che subito si mutò in un’espressione preoccupata: notò che ragazzi e ragazze parlottavano scrutandola, alcuni ridacchiavano, altri sembravano guardarla quasi con astio.

 

“Questa ragazza è una studentessa americana che ospiteremo nella nostra classe per un anno, mi aspetto che ognuno di voi la aiuti ad inserirsi”

 

Spostò lo sguardo su di lei.

 

“avanti, prova a dirci qualcosa di te e del tuo paese”.

 

Una sensazione strana le pervase il corpo, non sapeva se sentirsi su un patibolo o in procinto di affrontare un’intervista particolarmente tignosa, forse entrambe le cose insieme…

 

*Io sono Teodora Dove*…

 

ODDIO è PROPRIO LEI!!!!!!!!

In un attimo la confusione si diffuse tra le mura del 1°C

 

Un mare di incomprensibili farfugliamenti da parte di persone che non aveva mai visto prima le invasero la testa, la tentazione di scappare fu quasi irrefrenabile.

 

“Ragazzi! Calma, calma! O la farete scappare! Potrete farle qualche domanda a ricreazione, ti va Teodora”?

 

*Si, v-va bene… fine*!

No, no che non andava bene, se solo avesse potuto avrebbe mandato tutti a quel paese, ma non poteva dimostrarsi così scostante o tutti l’avrebbero considerata un’intoccabile idiota hollywoodiana.

 

“qualcuno offrirebbe il suo posto alla nuova arrivata”?

 

Ogni componente della classe cercava di cacciare il proprio compagno di banco per avere vicino “l’attrazione del momento” e poterla sottoporre meglio al terzo grado.

 

Solamente Paolo Manfredi rimase seduto impassibile nella solitudine del suo ultimo banco che quell’anno aveva deciso di accaparrarsi arrivando a scuola un’ora prima dell’apertura. Dall’altra parte della classe c’erano Lilly e Francesco, le persone con cui avrebbe voluto condividere ancora una volta il banco e le avventure… se solo non lo avessero tradito.

D’altro canto poi s’era detto, odiava Teodora, certo non avrebbe voluto che quella immeritevole ragazzina lo affiancasse per un anno intero.

 

Peccato che l’aver occupato da solo un banco da due persuase la professoressa a sceglierlo proprio come compagno di banco della nuova arrivata.

 

“Teodora, va a sederti al banco infondo vicino a quel ragazzo, e non iniziate subito a chiacchierare! Dico anche a voi, quelli del banco davanti”!

 

Paolo sbuffò, Teodora decise di non farci caso e prese velocissimamente posto vicino a lui sperando che fosse stata realmente quella l’indicazione della professoressa, nel panico l’italiano le sembrava ancora più astruso.

 

 

Dopo due ore di lezione con la professoressa di matematica e biologia Ginevra Berardi, arrivò il momento tanto atteso dall’intera classe: la ricreazione.

 

Teodora desiderò ardentemente fuggire in sala professori con quella professoressa che le pareva tanto simpatica.

 

Ma quando viene tua madre a Roma?

 

Mi fai un autografo?

 

Ma è vero che non hai il padre?

 

Quanto guadagni?

 

Sei fidanzata?

 

È vero quello che hai detto su “Vogue di 3 mesi fa”?

 

Decine di domande del genere la asfissiarono per un interminabile quarto d’ora. Impallidì al pensiero che quella solfa avrebbe potuto continuare per un anno intero.

Cominciò a pentirsi della sua scelta, l’unica cosa che desiderava era tornarsene in America, dal suo show, da sua madre…

***

Il primario del reparto di neurologia del Policlinico Umberto Primo di Roma appoggiò stancamente una mano alla macchinetta delle bevande in attesa del suo caffè.

 

Saverio Manfredi era diventato uno dei medici più rinomati d’Italia. All’età di 40 anni aveva già ottenuto da tempo una posizione di prestigio nell’ospedale più importante della capitale ed una cattedra in medicina nell’università più famosa del paese, La Sapienza.

 

Ultimamente la vita sembrava essere diventata terribilmente pesante: il suo lavoro non gli dava più soddisfazione come una volta, essere il primario di una grande struttura ospedaliera non sempre comporta esserne parte attiva, mano a mano che diventava importante le sue mansioni di medico al contrario diminuivano sempre di più.

Ed anche all’università il numero delle lezioni era esiguo rispetto a un tempo, spesso prendevano il suo posto gli assistenti.

 

Era come se avesse studiato e lavorato tanto per niente, se non per la mera soddisfazione di portare a casa uno stipendio che avrebbe fatto gola alla maggior parte della popolazione italiana.

 

A volte aveva persino l’impressione che la sua stessa moglie stesse con lui solamente per cambiare macchina e gioielli ogni anno. Quasi non sapeva più perché aveva deciso di sposarla…

Di certo era sempre stata affascinante, al liceo si era preso una colossale cotta per lei, eppure quando aveva deciso di sposarla anni dopo non fu che un volgare ripiego.

Se l’amava? Oh si, si era imposto d’amarla e mai avrebbe riflettuto sui suoi sentimenti, li provava e basta.

 

Un gruppo di gaie infermiere in pausa pranzo attorniate ad un televisorino di un guardiano notturno attirò la sua attenzione.

 

Cosa guardate ragazze?

 

+Non credo le interessi dottore+!

Lo ammonì una biondina dalle labbra laccate di rosa.

 

Una più anziana invece lo trascinò per un braccio verso la televisione.

 

^se parla de cinema Dottò… se stamo a vede E Entertaiment, ce sta la storia di Jennifer Dove^!

 

Doveva essere l’ennesima replica di quella puntata di “E.true Hollywood stories”, suo figlio l’aveva registrata mesi prima. La puntata più brutta di un programma che già faceva pena di suo.

 

Ma cosa ci trovate in Jennifer Dove? Non sa recitare, spara cavolate ad ogni intervista ed ha rinnegato le sue origini! Mi sembra quasi di parlare con mio figlio!

 

+Dottore non sono d’accordo, secondo me è una bravissima attrice+!

 

Le altre annuirono all’unisono.

 

^poi n’è vero che spara cavolate, ja mette ar culo a quei giornalisti dottò^!!

 

Signora Luana per favore un po’ di contegno!

 

^ me scusi dottò^!

 

+ shhh, per favore un po’ di silenzio+!!

 

Ci dica, perché il nome del padre di sua figlia Teodora non è ancora di dominio pubblico?

 

*Non occorre che lo sia non crede? Si verrebbe a creare uno scandalo, senza contare poi che mia figlia ha scelto di non saperlo*.

 

Forse neanche lei è sicura dell’identità del padre di sua figlia? Non crede sarebbe più scandaloso che la gente continuasse ad avere questa opinione?

 

*Guardi, per quel che mi riguarda la gente può credere qualsiasi cosa, quello che devo sapere lo so, ed è ciò che conta*!

 

Lei sa cosa?

 

*So che mia figlia è nata da un rapporto d’amore, suo padre è l’unico uomo che abbia mai amato*!

 

Saverio impallidì… se lo ricordava il ragazzo che Jen amava ai tempi del liceo: un ragazzetto alto, un po’ imbranato, lei ne andava pazza eppure lui non voleva saperne, ne di lei, ne dei suoi sogni, e neppure della sua bellezza che giorno per giorno diventava sempre più disarmante ed impossibile da ignorare.

 

Chi sa se in America aveva trovato qualcuno per cui era valsa la pena innalzare il concetto d’amore.

Magari invece non era che una banale scusa da attricetta di Hollywood, ma si, la figlia di Jennifer Dove non era che il risultato di una “notte brava”, nessuno sapeva chi fosse suo padre, tantomeno Ginevra, ma sarebbe stato troppo scandaloso da confessare, tanto valeva continuare a mentire, tanto gli Americani ignoranti come sono credono a tutto. Ma lui no, non Saverio Manfredi, che aveva inquadrato quel fenomeno da baraccone di Ginevra sin dai tempi del liceo.

 

Avanti, torniamo tutti a lavorare che la giornata è ancora lunga!

 

Con silenzioso disappunto le infermiere obbedirono al primario che dal canto suo rimase ancora qualche secondo a fissare il piccolo schermo a cristalli liquidi poggiato sul bancone della guardiola.

 

Quella donna bellissima che sorrideva accarezzandosi i capelli con le dita affusolate era del tutto diversa dalla ragazzina un po’ sfigata che gironzolava 25 anni prima tra le mura del Liceo Classico Socrate.

Biasimava quel ragazzo che l’aveva sempre rifiutata, se solo fosse stato meno coglione magari adesso sarebbe stato tutto diverso… Jennifer Dove sarebbe rimasta semplicemente Ginevra, ora sarebbe vissuta a Roma continuando a fantasticare sulle opportunità che non aveva sfruttato.

Probabilmente quindi era stato giusto così, era stato giusto che fosse cresciuta, infondo quel ragazzino coglione le aveva fatto un gran dono a rifiutarla dal quarto ginnasio in poi.

Senza contare che si era salvato, aveva scongiurato il pericolo di rimanere al fianco di una stronza simile.

 

Mentre tornava nel suo studio biasimava il figlio che da anni considerava quell’attrice una musa.

 

***

°Come è andata a scuola tesoro°?

 

“scialla* ma”

 

°Come sono i nuovi professori? Meglio fargli subito una buona impressione, così sarà anche più facile rimediare un bel voto°!

 

“Si si, piscia* ma”!

 

-        Paolo se non sbaglio io e tua madre ti abbiamo insegnato l’italiano! Usalo! Oltretutto ti stiamo chiedendo come è andata a scuola, voglio delle risposte!

 

“papà, che palle”!

 

-        di un’altra volta “che palle” e il motorino lo rivedi tra un mese! Dicevi Valeria?

 

La sera, l’unico momento in cui riusciva a tornare nell’ appartamento di grande pregio di fronte al colosseo che possedeva, veniva impiegata per passare un po’ di tempo   con la propria famiglia, per Saverio era un calvario. Si finiva sempre per litigare, il tedio di quelle serate poi pareva interminabile, tante volte avrebbe voluto andarsene a compare le fantomatiche “sigarette” e non tornare più, partire per chi sa dove e dimenticarsi di tutto… peccato che non fumasse.

 

° niente mi chiedevo come ti era parso questo primo giorno di scuola tutto qui! Come sta Francesco? Perché non lo inviti a cena uno di questi giorni°?

 

“nel caso ti fosse sfuggito mammina, Francesco è il maledetto infame che mi ha fregato la ragazza”!

 

-        scusa Paolo, ma non è la stessa ragazza che fino a due mesi fa veniva a piangere sotto il nostro portone perché la facevi soffrire?

 

° si tesoro, la vedi come un’amica no°?

 

“ ma anche no mamma”!

 

-        allora perché l’hai lasciata?

 

“non lo so va bene? Non so un cavolo! So solo che voglio prendere lezioni di cinematografia a Los Angeles e a voi due non frega un emerito cazzo”!

 

-        senti Paolo, portaci un pagellino che non faccia pena come la tua pagella di giugno e prenderemo in considerazione l’idea, te lo prometto!

 

“sul serio”?

 

° se lo dice papà…°!

 

-        si ma esigo che tu ti comporti meglio! Non voglio più sentire risposte monosillabe, io e tua madre vogliamo che tu ci racconti della tua vita!

 

°si, vedrai che con questa ragazza tutto si aggiusterà, o al massimo ne troverai un'altra, migliore°!

 

“ a proposito di ragazze… la volete sapere una novità che vale la pena di essere chiamata tale”?

 

I due genitori annuirono curiosi.

 

“ avete sentito che la figlia di Jennifer Dove è venuta in Italia “?

 

° se stai per chiederci di andare a cercarla per tutta Roma la mia risposta è NO °!

 

-        anche la mia Paolo!

Rispose Saverio particolarmente a brutto muso.

 

“ non ce ne sarà bisogno pa’… Teodora Dove sta in classe con me “!

 

Il bicchiere di vetro trasparente interamente riempito d’acqua che Saverio aveva in mano gli scivolò dalle dita infrangendosi sul pavimento del soggiorno in parquet della sua dimora…

 

To be continued

Allora allora allora, eccomi di nuovo qui con un nuovo delirio! La storia si ambienta tra 25 anni, ma non avendo la più pallida idea di come sarà il mondo passato tanto tempo, ne se ci sarà, ho deciso di lasciare tutto pressoché identico a com’è adesso nel nostro 2006, per tutto intendo canzoni, film e caratteristiche varie.

Ho anche citato attori che sono in voga in questo momento, perché non riesco proprio ad immaginare chi e come salirà alla ribalta tra 25 anni!

Infatti compaiono Tom Cruise che ha l’età che ha ora, e David Letterman, (sempre con una 60ina di anni sulle spalle) che è colui che fa l’intervista a Teodora all’inizio del capitolo.

Infine anche il Liceo Classico Socrate che è la mia scuoletta^^ è rimasto come è ora, a parte qualche modifica nel caso mi venisse in mente.

Per quel che riguarda Jennifer Dove: lei è il mio alter ego, confesso. Ma ciò non vuol dire che sia io, infatti l’ho descritta bellissima, sensuale, brava a recitare, cose che io non sono assolutamente anche se per dire tutta la verità studio per fare l’attrice. Diciamo che Jennifer Dove, la nostra star, è ciò che mi piacerebbe essere.

Saverio… lui anche esiste nella mia vita ma non ho riportato il suo cognome originale, Manfredi è una copertura!^^ cercate di capirmi, se leggesse mi ritroverei nei guai!

Spero che le minchiatone che ho scritto e che scriverò non vi facciano troppo indignare e confido nelle vostre recensioni anche molto negative, credetemi ne ho bisogno come il pane!

Continuerò presto “piccoli inconvenienti di una doppia vita”, ma cercate di capire, è una storia che si basa sui miei stati d’animo, ed in questo momento sto vivendo un periodo molto molto statico non so se sia bene o un male… appena rivedrò con frequenza il protagonista, tornerò a scrivere!

Vi voglio bene

Jen

 

*”scialla”, “piscia” e “ma anche no” sono delle espressioni del dialetto romano che i miei amici hanno cominciato ad usare, ovviamente anche queste sono tipiche del 2006, ma con un po’ di fantasia diciamo che lo sono anche del 2031.

Scialla: vuol dire una cosa calma, senza problemi…

Piscia: lasciamo stare, pisciare però vuol dire anche scaricare qualcuno^^.

Ma anche no invece è deducibile^^

  
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