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Autore: hipster    02/01/2012    4 recensioni
Kurt cerca solo una persona che lo ami davvero; Blaine cerca anime, tante anime, per soddisfare la sua sete. Ma cosa succede quando nemmeno le regole dell'Inferno riescono a mettere in riga un Angelo dannato? Cosa succede quando un Demone si innamora di un Umano? Sicuramente tanti guai.
[Demon!Blaine]
Genere: Angst, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Angels and Demons'
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Kurt entrò in aula con espressione svogliata. Salutò Mercedes e Rachel con un cenno della mano e corse ad occupare l’ultimo banco accanto alla finestra.
Se c’era una cosa che odiava del primo giorno di scuola era proprio il dover correre per trovare un buon posto.
Anche se, la considerazione di avere davanti a sé l’ennesimo anno scolastico, più noioso che mai, vittima dei bulli e sempre e da solo…
In tutta sincerità, per Kurt era ancora difficile trovare un buon motivo per cui essere entusiasta del primo giorno di scuola.
Certo, rivedeva i suoi amici del Glee club – e Dio sapeva quanto lui li adorasse- ma tutto il resto rendeva la sua giornata un vero inferno.

Il professore era appena entrato, ma lui non se n’era accorto, perso com’era nei suoi pensieri.
«Ragazzi, abbiamo un nuovo studente quest’anno: Blaine Anderson. Ecco Blaine, puoi sederti lì…» disse il prof, risvegliando l’interesse di Kurt, che dopo pochi secondi ritornò nel suo torpore: che importanza aveva se un altro ragazzo carino etero era appena diventato il suo nuovo compagno di classe?
Cominciò a disegnare cerchi sul suo quaderno, sempre più annoiato, quando un movimento della sedia accanto a lui lo fece rinsavire.
«Posso?» disse una voce profonda che non riconobbe. Era il ragazzo nuovo.
«Ehm… certo!» disse un po’ confuso, spostando a malincuore la sua borsa per terra: si sarebbe sporcata tutta, il pavimento della scuola non era certo pulitissimo quanto il suo standard dell’igiene richiedeva.
Intanto il ragazzo nuovo si era seduto e lo stava fissando in modo molto strano.
Improvvisamente in imbarazzo, Kurt decise di fare la prima mossa.
«Io sono Kurt» disse con un sorriso, sollevando la mano.
«Blaine» disse il ragazzo, stringendogli la mano e lanciandogli un’occhiata di fuoco che per Kurt fu come ricevere un pugno nello stomaco.
Era carino; troppo carino; decisamente carino.
Blaine sorrise prima di sfilare la sua mano da quella di Kurt e si concentrò sul professore che stava cominciando a parlare.
A Kurt sarebbe piaciuto poter fare lo stesso, ma non riusciva a distogliere lo sguardo da quel ragazzo se non per pochissimi secondi.
Non poteva fare a meno di guardarlo: era seduto in modo rilassato, con i gomiti appoggiati al banco; la testa leggermente reclinata a guardare i suoi appunti e solo poche volte alzava lo sguardo verso il professore che intanto continuava a parlare, anche se Kurt non aveva la benché minima idea di quello che aveva detto: poco male, avrebbe chiesto gli appunti a Rachel, che probabilmente avrebbe scritto anche il minuto esatto in cui il prof aveva respirato.
Si accorse che era suonata la campanella quando Blaine tirò un sospiro e chiuse il suo quaderno.
Come se gli avessero tolto i tappi dalle orecchie, sentì la campanella ronzante squillare.
Blaine si voltò verso di lui con un sorriso: «Ci vediamo in giro, Kurt» disse per poi alzarsi.
«C-certo. Ciao, Blaine…» disse un po’ in ritardo e a voce troppo bassa.
Che idiota.
Idiota, idiota, idiota.
Riprese la sua borsa, maledicendosi mentalmente e raggiunse Mercedes e Rachel.
«Rach, mi presti i tuoi appunti?» borbottò.
«Certo, Kurt, eccoli… ma quanto è carino il nuovo ragazzo?! Com’è stargli vicino? Ooh, quanto ti invidio Kurt!» cominciò la ragazza, non lasciandogli il tempo di rispondere.
«Invidiarmi? E perché mai? Tu sei una ragazza…» borbottò ancora, ma stavolta lei non lo sentì, persa nei suoi sogni.
Ma Mercedes sì.
«Su Kurt, non è detto che sia etero!».
«Ma è probabile – la interruppe - infondo, l’hai visto anche tu!» sospirò.
«L’ho visto, e da come ti ha guardato…».
«Ma lui non mi ha guardato Mercedes!» la interruppe ridendo.
«Caspita, è tardissimo, devo andare alla mia prossima lezione. Continuiamo il nostro discorso più tardi» esclamò Mercedes, lanciandogli un’occhiata significativa.
«Corri, Mercedes, corri!» esclamò Kurt, andando verso l’aula di inglese; aveva uno strano presentimento.

   
 
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