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Autore: Andy_914    19/08/2006    10 recensioni
Cosa succederebbe se Harry e Ron andassero a passare l'estate a casa di Hermione? E se un amico d'infanzia facesse il filo a quest'ultima? Come la prenderrebbe Ron? L'ho modificata usando l'HTML. Scusate per il pasticcio che avevo fatto prima!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una tipica estate babbana

svolta per il meglio

 

Lui: un individuo di cui innamorarsi.

Io: una disastrosa ragazzina di 15 anni.

Mi presento: mi chiamo Hermione Jane Granger e abito al centro di Londra. Sono alta, magra, grandi occhi color nocciola e capelli molto ricci marroni. Insomma, posso sembrare una ragazzina qualsiasi, se non fosse per il semplice fatto che sono la streghetta più brava di tutta Hogwarts. Hogwarts è la scuola che frequento da quando avevo 11 anni; è una scuola molto affermata di magia e stregoneria che ha come preside il grandissimo ed eccellentissimo mago Albus Silente.

Ad Hogwarts ho conosciuto i miei migliori amici, Harry e Ron; senza di loro sarei persa. Come ogni estate, d'altronde. Eh,già. Ogni estate che trascorro senza i miei amici divento di un umore triste e irascibile; inoltre quando sono sola mi trangugio chili e chili di gelato al cioccolato, il mio preferito. Ma non quest’estate. Quest’anno appunto ci siamo promessi di passare insieme l’estate. Per questo, subito dopo arrivata a casa mi sono buttata a riordinare la mia stanza: Harry e Ron verranno qui tra un paio di settimane, ma è meglio prepararsi subito.

 

È già passata una settimana e la mia vita qui è stranamente attiva. Non faccio altro che andare da un lato all’altro della città con il mio sfavillante motorino azzurro metallizzato. I miei genitori lo avevano comprato la scorsa estate, come regalo per i miei riconoscimenti nello studio, ma è rimasto parcheggiato in garage per tutta l’estate perché appunto non avevo voglia di fare niente. Ho pure incontrato degli amici di vecchia data, Lory Witterfast e Julian Sergey. Lory era la mia migliore amica prima che andassi ad Hogwarts. Julian invece lo ricordavo come un bambino timido e paffutello, ma ora è cambiato del tutto. È alto, magro, ha un bel fisico visto che è nella squadra di pallanuoto del suo liceo. I capelli li tiene corti, non come quell’indisciplinato di Ronald Weasley. Gli occhi, invece, mi hanno colpito molto: ce li ha come Ronald. E in quegli occhi, io, sarei capace di perdermi.

 

Quando mi ha visto,Lory mi è venuta incontro abbracciandomi.

< Herm! Sei tu! Non posso crederci! Come sei cambiata! > disse, quasi soffocandomi.

< Ciao Lory! Sei cambiata anche tu! > dico con voce strozzata, sperando che lei capisse di stringere un po’ meno.

Sento una voce provenire da dietro la schiena della mia amica.

< Ciao… >.

Cerco di liberarmi per vedere chi ha parlato. E lui è li: mani in tasca e testa bassa, cerca, guardandosi i piedi di coprire quel rossore che gli investe le gote.

< Ciao > dico io, e all’improvviso mi accorgo con stupore a quanto i suoi occhi siano uguali a quelli del mio amore segreto.

< Lui è Julian Sergey, ti ricordi? Eravamo assieme alle elementari! > mi ricorda Lory, e io subito annuisco. Dopo una breve chiacchierata ci rimettiamo a camminare. Dopo un po’ però Lory arriva a destinazione, quindi continuiamo la strada io e Julian in silenzio. Un silenzio agghiacciante, di tomba. E sono sicura che se non faccio qualcosa lui muore qui dall’imbarazzo.

< è cambiato qui! Non me lo ricordavo quel monumento! > dico, sperando che lui si sblocchi. Mi guarda con quegli occhioni e dice

< Certo che non te lo ricordi. Lo hanno fatto quest’inverno in onore di…. >.

Ce l’ho fatta. Si è sbloccato e finalmente mi parla e mi guarda negli occhi. Chiacchierando del più e del meno, arrivo a casa mia.

< Mi ha fatto piacere avervi incontrato di nuovo! Era tanto che non vi vedevo! > dico, salendo le scale esterne di casa mia.

< Anche a me ha fatto piacere incontrarti. Vorrei rivederti, se ti va. Una semplice uscita per ricordare i vecchi tempi. Solo noi due: io e te. >

Oh Dio! È un appuntamento?

< Ok,va bene! Ma in questi giorni ho da fare; ti faccio sapere io quando, ok? > dico confusa.

< Ok, ma vedi che aspetto la tua telefonata! E se non mi chiami, Granger, non la passerai liscia! > dice lui ridendo. Dopodichè si avvicina e mi da un bacio sulla guancia.

< Ciao angelo > mi sussurra poi all’orecchio, e se ne va, lasciandomi di sasso sulla porta.

 Dopo due minuti più o meno riesco a capire che sono ancora davanti la porta di casa e guardo un punto all’orizzonte nella stessa direzione dove lui si è allontanato.

Entro in casa e salgo in camera buttandomi sul letto. È un sogno, questo?

 

È passata un’altra settimana. Ed ecco che siamo domenica. Domani sarà una giornata speciale. Domani arrivano Harry e Ron! Non vedo l’ora! Sono le sette e mezza di sera, e io mi appresto a pulire e riordinare la mia stanza. Metto un vestitino di seta rosa a fiorellini bianchi sulla sedia per domani mattina. Inoltre prendo dalla libreria un ricettario per il pranzo. Voglio che tutto sia perfetto! Mentre sono sulla soglia della mia stanza per portare il ricettario a mia madre sento suonare il campanello. Mi precipito giù dalle scale e apro la porta.

< Ciao angelo >.

< Ciao Julian! Che ci fai tu qui? > dico sorpresa.

< Che ci faccio qui? Angelo è passato più di una settimana ma non ti sei fatta sentire! Se non vuoi uscire con me dillo subito! > mi dice guardandomi negli occhi.

< Julian hai ragione! Ma ti avevo avvisato che per ora sono piuttosto occupata! Voglio uscire con te, veramente, ma il fatto è che domani vengono qui alcuni miei amici e quindi per ora non ho avuto tempo! Credimi! > dico cercando di essere convincente. La verità è che in questi giorni sono stata talmente gasata per l’arrivo dei miei amici che lo avevo dimenticato…  Povero Julian!

< Ok… Ti credo, angelo. Ma io non verrò più qui a chiedere spiegazioni. Se è vero che vuoi uscire con me ti farai sentire tu. Se no addio. > e così dicendo fece dietro front e sparì nell’oscurità.

 

Apro gli occhi un po’ intontita dalla luce mattutina che investe la mia stanza. Le sette e mezza. Tra mezz’ora saranno qui. Cerco di chiudere gli occhi e riprendere sonno. Un momento… le sette e mezza? Ma è tardissimo! Mi alzo di scatto dal mio letto e prendendo il vestito sulla sedia corro in bagno. In un quarto d’ora riesco ad essere vestita di tutto punto, con i capelli ordinati con i due ciuffi legati dietro. Il vestitino mi sta davvero bene. Cade leggero sui miei fianchi, evidenziando per bene le mie soffici curve. Speriamo  solo che quel troglodita di Ronald Weasley se ne accorga. Scendo in cucina e prendo un po’ di the in un bicchiere. Ma non faccio nemmeno in tempo di appoggiare le labbra al bicchiere che sento il campanello. Poso a razzo il bicchiere sul tavolo e mi precipito alla porta. Apro e…

< Harry! Ron! Che piacere rivedervi! > dico abbracciandoli.

< Ciao Herm! > dice Harry.

< ‘ao Mione > dice Ron imbarazzatissimo. Per l’abbraccio,credo.

< Avanti, entrate! > dico imbarazzata anch’io. Solo ora mi accorgo di quanto quell’abbraccio fosse stato inopportuno e sfacciato. Ma mentre Harry mi sfila di fianco con il suo baule ed entra in cucina, Ron è di fronte a me ancora sulla soglia e mi fissa con un live rossore alle orecchie.

< Sei bellissima, Mione > mi dice poi, mentre il mio cuore perde un battito.

< Grazie > riesco a sussurrare con un filo di voce per l’emozione. E lui entra. Che estate fantastica che si sta preparando!

 

Sono le cinque e mezza del pomeriggio. Io sono in salotto, davanti la tv. Harry e Ron erano troppo stanchi così sono andati a riposare. D’un tratto sento dei passi su per le scale. Non ho neanche il tempo di girarmi che due mani mi coprono gli occhi e sento Harry esclamare

< Eddai, Hermione! Alla tua età vedi ancora i cartoni animati? Ti credevo più matura,sai? >. Poi si siede vicino a me, lo sento. Ad un tratto il proprietario delle mani esclama

< Cartoni animati? Cosa sono i cartoni animati? > e subito si precipita dall’altro lato del divano, vicino a me. Nel sedersi mi sfiora una mano, trasaliamo entrambi. Ma facciamo finta di niente e guardiamo i cartoni.

 

Sono le sei e i cartoni sono finiti.

< Hermione, cara, perché non uscite? Fai conoscere ai tuoi amici questa zona di Londra!Andate a prendere un gelato! A casa fa caldo… > sento dire a mia madre dalla cucina.

< Ok mamma, usciamo! > dico io mentre mi alzo dal divano.

 

Place Hibert, ore sei e mezza. Siamo seduti su di una panchina davanti alla fontana della piazza a gustarci un bel gelato. Io al cioccolato, naturalmente. Ron è seduto vicino a me e sta mangiando il suo gelato nocciola. Si stacca un attimo e dice

< Lo fanno magnifico qui > e ricomincia a mangiare. Lo adoro quando fa così.

< Ciao angelo! > sento gridare. Ed ecco che Julian mi si para davanti.

< Ciao Julian > dico anche un po’ seccata per essere l’artefice di aver disturbato quel po’ di tranquillità con i miei amici che da tempo non godevo. Julian vede che non faccio la benché minima mossa per alzarmi e salutarlo, così si abbassa lui e mi schiocca un bacio provocante sulla guancia che però metà va a finire sul mio labbro. Harry lo guarda impietrito mentre Ron prima lo guarda male e poi si alza e comincia ad andarsene.

< Ron! > grido, e poi faccio per alzarmi per andargli dietro e risolvere la questione. Ma Julian mi precede e mi si para davanti per non farmi passare.

< Allora, angelo! Ora che i tuoi amici finalmente sono qui me la concedi una serata? > dice, con fare sarcastico.

< Julian lasciami passare! > gli dico con calma cercando di controllarmi. Intanto Harry sta fermo seduto guardando impietrito la scena.

< No Granger non ti lascerò passare se prima non mi dici quando! > mi dice, rispondendomi con voce calma.

< Julian lasciami passare! > ripeto con insistenza cercando di liberarmi dalla morsa del suo abbraccio.

< Facciamo domani alle sei e mezza a casa tua; vengo a prenderti io. > mi dice e poi mi libera. E io scappo via cercando di individuare Ron.

 

Sono nella piazza principale della città. Sono sola, sto cercando disperatamente il mio Ron. Non so neanche dove sia Harry, l’ultima volta che l’ho visto era seduto sulla panchina a guardare impietrito Julian che mi stringeva contro la mia volontà. Belli amici che ho! Uno che se ne va, l’altro che se ne frega… Insomma, potrei anche morire sotto i loro occhi!

Un venticello fresco mi sveglia dai miei pensieri. E in un attimo una goccia sfiora il mio viso. Sta piovendo. E io non ho neanche un ombrello. Ma non posso tornare a casa. Devo trovare Ron. Inizio a correre per la piazza cercando disperatamente Ron tra la folla. Prendo una stradina secondaria ma non c’è anima viva. Ritorno in piazza e giro su me stessa come se d’un tratto lo potessi vedere avanti a me. Ma quello che vedo è solo lo sguardo attonito dei passanti. D’un tratto qualcuno mi prende per un polso e fermandomi mi trascina via. È Harry. È venuto a prendermi.

< Lasciami Harry, devo trovare Ron! > dico cercando di divincolarmi dalla sua stretta. Lui non mi ascolta e mi trascina sotto un ombrello. Poi al riparo dalla pioggia mi guarda e dice

< Ron è a casa. Da circa un’ora. Su, andiamo a casa anche noi, sei bagnata fradicia. Ti prenderà un accidente se resti ancora qui fuori. >

Non ho parole. Sono sconvolta. Senza neanche accorgermene arriviamo a casa.

< Hermione, tesoro sei tutta bagnata! Ma si può sapere dove sei stata? Ero preoccupata! Su va a farti un bel bagno caldo! > dice mia madre appena mi vede in salotto. Io neanche gli rispondo e a testa bassa mi incammino per le scale.  Apro la porta della mia stanza e vedo Ron seduto nel mio letto a testa bassa.

< Mione! Ero preoccupato! Ma dove sei stata, si può sapere? > mi dice alzandosi di scatto. Non voglio ma è inevitabile. Voglio solo controllarmi ma la rabbia è così forte che scoppio.

< Che significa dove sono stata? > gli chiedo cercando di sembrare il più naturale possibile.

< Sei stata con quello la, vero? È il tuo ragazzo? > sbotta lui, dimenticandosi le maniere gentili.

< Cos..? Non sono stata con lui! Julian non è il mio ragazzo! È solo un amico! > dico io cercando di spiegare. Ma con Ronald Weasley è impossibile dare qualsiasi spiegazione.

< Oh, certo!E io sono Cappuccetto Rosso! Falla finita di mentire, Harry mi ha detto che uscirete insieme! >

< Harry non sa neanche dove sta di casa! >

< Allora dillo che non uscirai con lui! >

< Io… >

< Bene! Divertiti allora, mi raccomando! > dice prima di chiudersi la porta alle spalle.

E mi lascia lì, sola, mentre una lacrima riga il mio viso. Perché succede tutto a me?

 

Apro gli occhi al suono della sveglia. Mi metto seduta sul letto e mi accorgo di aver dormito con tutti i vestiti bagnati di ieri sera. A forza di piangere sono finita con l’addormentarmi. Uno sguardo rapido alla sveglia e poi corro in bagno. Mi lavo mentre penso a quello che è successo ieri sera. Indosso un paio di pantaloncini di jeans e un toppino che fa intravedere l’ombelico. Raccolgo i capelli in una coda di cavallo e scendo giù per fare colazione. Ma cambio subito idea alla vista di Ron e Harry seduti a tavola. Sto per andare in salotto quando suonano alla porta.

< Ciao Herm! Come stai? >. Lory è davanti la porta.

< Ciao Lory! Vieni, entra! >

< No grazie! Sono venuta qui per chiederti se ti va di accompagnarmi al nuovo centro commerciale… Devo fare un po’ di acquisti, sai… Che fai, vieni? >

< Io… > Do un’occhiata fugace alla cucina. Rimanere a casa con quei due o andare al centro commerciale? Decisamente la seconda.

< Mamma sto andando con Lory al centro commerciale! Prendo il motorino! > dico, e prendendo le chiavi esco di casa.

 

< Uao! Ma è enorme! > dico entusiasta mentre i miei occhi trascorrono tutte le vetrine dei grandi negozi situati all’interno.

< Allora! Julian mi ha detto che stasera uscite insieme! Sei contenta? > mi chiede Lory.

< Contenta? Perché? > chiedo incuriosita.

< Come perché? Julian è il ragazzo più figo di tutta la zona! Le ragazze al liceo fanno la fila solo per guardarlo! > mi spiega come se fosse la cosa più ovvia dell’universo.

< Davvero? Onestamente non mi importa più di tanto… >.

< Come? Che significa? >

< Che sono interessata ad un altro > dico secca.

< Quello con i capelli rossi? Si, Julian mi ha raccontato che poi ieri sei scappata a cercarlo dopo che lui se ne era andato… >

< Già… >

< Ma poi lo hai trovato? >

< Come no… > dico sarcastica cercando di farle capire che voglio chiudere il discorso.

< E dove lo hai trovato? >

Evidentemente è troppo rincoglionita per capirlo.

< Guarda che bel vestitino! > dico ammirando un vestitino corto bianco con disegni tutto intorno.

< Entriamo dai! Ti servirà per stasera! > e così dicendo mi trascina dentro.

 

Sono le sei e venticinque. Tra cinque minuti Julian sarà qui. Sono davanti lo specchio della mia stanza a contemplarmi. Il vestitino bianco mi sta proprio bene. E si intona perfettamente con le mie scarpe avana dal tacco alto. I capelli sono raccolti in una splendida acconciatura e un trucco leggero ma percepibile mi copre il viso. E, come ciliegina sulla torta, ho una borsetta a mano bianca coperta di strass. Sto davvero bene. Suonano alla porta. Scendo con attenzione le scale e vado ad aprire.

< Ciao, angelo > mi dice estasiato. < Sei bellissima >

< Grazie > dico io imbarazzata, mentre usciamo di casa.

 

Sono passate due ore e mezza. Ora siamo alla villa Goodsee davanti la fontana principale. Tutto sommato non è stata una brutta serata.

< è stata una bella serata Julian ma ora devo tornare a casa, mi dispiace… > gli annuncio.

< Si certo… ma vorrei stare un altro po’ qui con te… > mi dice, tirandomi a se.

< Sei come una stella… una stella meravigliosa… sei la mia stella… quella che illumina tutto il mio mondo… > mi dice, poi si avvicina a me e mi bacia. Mi bacia! E ora che faccio? Pensa, pensa! D’un tratto penso a Ron. Gli metto una mano sul petto e lo spingo indietro.

< Che c’è angelo?! > mi chiede.

< Julian tu… tu hai frainteso tutto! Non stanno così le cose da parte mia! > gli dico.

< Da parte tua no, ma sicuramente dalla mia si! > e prepotentemente mi ribacia. Io lo spingo con forza e gli mollo uno schiaffo. Subito dopo vado via lasciandolo li di sasso.

 

Finalmente sono a casa. Sono stanca morta. Entro e cerco di andare nella mia stanza. Ma mentre salgo le scale incontro Ron.

< Ci siamo divertite stasera, eh? > mi dice con un sorriso beffardo sul volto.

< Che cavolo ti frega?! > gli rispondo. Sono troppo nervosa per parlare con qualcuno. Con lui, poi!

< Mi frega invece! Dimmi, quello alla villa era il bacino della buona notte o ce ne sono stati altri? >

< Cosa? Come fai a sapere tu del… Mi hai pedinato! TU MI HAI PEDINATO! > sto perdendo la pazienza. Quindi sto gridando.

< E SE ANCHE FOSSE? HO IL DIRITTO DI SAPERE COSA FAI! >. Ora grida pure lui.

< IL DIRITTO? CHE DIRITTO! NON SEI MICA IL MIO RAGAZZO! > gli sbraito. Lui a quest’affermazione prima sbianca e poi diventa di una tonalità di rosso tra il corallo e il rubino.

< Che ti piace di lui, eh? > mi dice poi.

< Niente! Lui non mi piace! >

< Non si direbbe affatto da come hai accolto il bacio! Che ti piace di lui? >

< Io non ho accolto il bacio! Sei sce…>

< TI HO CHIESTO COSA TI PIACE DI LUI! > mi urla. E io infuriata decisi di accontentarlo.

< Cosa mi piace di lui? Ha i capelli corti! > dico, dicendo la prima cosa che mi è saltata in mente. Mi sa che l’ho deluso, a giudicare dalla sua espressione. In un attimo ritorna al suo colorito e deluso mi chiede

< Tutto qui? >

< Si, tutto qui! > gli rispondo infuriata io.

< Bene…> mi dice floscio e va in camera sua.

 

< Hermione, tesoro! Svegliati, ci sono visite per te! >. Sento la voce di mia madre gridare dal salotto. Apro lentamente gli occhi e guardo la sveglia. Le nove e mezza! Come ho potuto dormire così tanto? Mi alzo immediatamente e corro in bagno.

Mezz’ora dopo scendo in salotto.

< Herm! Come va? > mi chiede Lory seduta sul divano.

< Ciao Lory > dico un po’ seccata dalle frequenti visite della mia amica.

< Julian mi ha detto di ieri sera… Come l’ha presa male poverino! > mi dice indicandomi di sedermi vicino a lei.

< Poverino? Poverino? Quello è un essere spregevole! Mi fa schifo! >

< Come ti permetti? Gli hai rifilato anche uno schiaffo! > mi dice arrabbiata.

< Senti > gli dico con calma < è evidente che noi due abbiamo punti di vista diversi. Quindi non venire qui a rimproverarmi per una cosa che per me è stata giusta. Quello schiaffo se l’è meritato. È evidente che a te piace, ma non a me. Perché allora non vai a dirgli quello che provi? >

< Oh Herm! Io vorrei tanto, ma… > cerca di spiegarmi ma suonano alla porta.

< Scusa un attimo > le dico alzandomi dal divano e dirigendomi verso la porta. Apro la porta. L’immagine che mi appare davanti è incredibile. Ron. Con i capelli corti come al terzo anno.

< Oh Dio! > urlo con le mani sulla bocca.

< Ron! I… i tuoi… i tuoi capelli! > balbetto cercando di riprendermi dallo schok. Lui mi guarda e mi sfodera un sorriso dolcissimo.

< Cosa hai fatto ai tuoi capelli? > ripeto, ancora incredula.

< Mi fai entrare prima? Sai, c’è un sole terribile, rischierei di scottarmi… > mi dice, sempre sorridendo.

< Scusa! > e mi sposto per farlo passare. Lo guardo da dietro e mi accorgo maggiormente quanti capelli non ha più.

< Ron… Dove sono i tuoi capelli? > dico preoccupata.

< Li ho tagliati… Come quel ragazzo… Quello li, Julian… sono un po’ più simile ora? > mi dice, guardandomi.

< Ron stai scherzando, vero? Perché lo hai fatto? Ci tenevi ai tuoi capelli! Ron, perché lo hai fatto? >

< Perché tu ieri mi hai detto che quello che ti piace di lui sono i capelli corti… E io li ho tagliati… >

< Ma perché, si può sapere? Da quando dai peso alle mie parole? >

< Da sempre, Mione… > e così dicendo mi prende per mano. Stiamo quasi per baciarci, tutto sembra perfetto, il mio sogno sta per avverarsi, ecco, ci siamo quasi…

< DRIIN! DRIIN! DRIIN! >

< Oh, scusate tanto ragazzi, è il mio cellulare! > dice Lory uscendo il cellulare e rispondendo. Ecco. Ci sono momenti in cui mi assale un’idea assassina… e questo è uno di quei momenti. Ron abbassa la testa imbarazzato e mi lascia le mani.

< Scusa > mi sussurra poi, e si siede sul divano. Intanto Lory posa il cellulare e dice

< Era Julian… Dice che sta venendo qui… >

< Qui? Per cosa? > dico io sorpresa.

< Per parlarti > mi risponde lei. Cerco di ribattere ma suonano alla porta. Ron mi precede e apre lui.

< Si? > chiede a Julian tra il sarcastico e l’inferocito.

< C’è Hermione? > chiede lui, ignaro del fatto che tra poco Ron gli spezza le ossa.

< Che devi fare con Hermione? > gli chiede Ron.

< Devo parlargli, e poi non sono cavoli tuoi > gli risponde Julian.

< Ed è qui che ti sbagli! Senti, se non vuoi finire al San Mungo ti conviene sparire… > intona Ron.

< San Mungo? Che diavolo è? Amico noi due non parliamo la stessa lingua… > dice Julian sorpreso. Ron si gira verso di me e dice

< Non è dei nostri? È babbano? >

< Si > gli rispondo io.

< Che diavolo è un babbano? > chiede Julian ancora in piedi sulla soglia.

< Non sono cose che ti riguardano > gli risponde Ron.

< Ah, sai, ora forse ho capito! Tu sei pazzo e quel San Mungo è l’ospedale dove ti rinchiudono! > esclama Julian. Ma ha fatto un grande errore. Ha fatto perdere la pazienza a Ron. E quando Ron perde la pazienza la cosa è tragica e battono tutti ritirata per scampare all’imminente pericolo della sua ira. Senza neanche pensarci due volte gli molla un pugno in pieno viso. Ora Julian è a terra ma si rialza a scatto per restituire il pugno. Ma io sono più veloce e mi paro tra i due cercando di difendere Ron. Julian si ferma in tempo e incredulo grida

< Angelo! Per poco non colpivo te! Spostati dai! Fammi dare una lezione a questo pazzo! > ma vede che non mi muovo e lo guardo inferocita.

< Angelo! Che hai? Che c’è? > mi chiede con aria interrogativa. Ma io non gli rispondo e continuo a guardarlo. E lui capisce.

< Angelo! Non mi dire… Non mi dire che… >

< Vattene! > gli urla Ron da dietro. Ma Julian neanche lo ascolta.

< Angelo non mi dire che lo difendi! Non mi dire che stai dalla sua parte! >

< Si sto dalla sua parte! E ora vattene! > gli rispondo io.

< Ma, angelo… Come fai a stare dalla parte di questo pazzo? > mi chiede incredulo.

< Lui non è pazzo! > gli sbraito in faccia.

< Angelo, ragiona… devi decidere di stare dalla parte sana… La mia… > mi dice, appoggiandomi una mano alla spalla.

< NON MI TOCCARE! > grido io.

< Calmati angelo… >

< E NON MI CHIAMARE ANGELO! NON SONO IL TUO ANGELO! VATTENE! > continuo io ma lui sta fermo davanti a me.

< Ehi sei anche sordo? Ha detto vattene! > gli ripete Ron. Lui mi guarda un momento. Poi il suo viso è attraversato da varie fasi: prima rabbia, poi tristezza e infine un misto tra i due. Mentre abbassa lentamente la testa, con voce amara esclama

< Bene… Vuoi che me ne vado? Ti accontento subito. Ma scordati di me, Granger! Per sempre! > e poi si gira e sparisce sotto il sole cuocente di Luglio mentre Lory lo insegue correndo.

< Mi sa che ho sbagliato a tagliarmi i capelli… Lui non ti piaceva! > mi dice Ron mentre chiudo la porta.

< No, non hai sbagliato! Ci voleva proprio una tagliata di capelli… Così sei più ordinato… Più bello, più affascinante, più carino! Cioè, volevo dire… > dico arrossendo sempre più per quello che mi è scappato. Lui se ne accorge e sorride dolcemente.

< Sai, mi è proprio venuta voglia di un gelato… Mi dai un passaggio? > mi chiede.

< Certo! > dico io entusiasta della sua richiesta. Prendo le chiavi e usciamo di casa.

 

Siamo in giro per Londra sul mio motorino. Ad un tratto ci fermiamo ad un semaforo rosso.

< Accidenti, brava Granger! Lo sai guidare magnificamente! C’è qualcosa che non sai fare? > mi chiede.

< Ora che ci penso si… Non so cavalcare una scopa! > rispondo io rivelandogli il mio secondo segreto più imbarazzante.

< Oh, bè… allora ci penso io! Quando torniamo a scuola ti faccio un corso privato… vedrai che risultati! >

< Allora, se sono solo io, magari… > gli dico guardandolo maliziosa. Ma lui non ha il tempo per rispondere, dato che scatta il verde e ripartiamo per la città.

 

Dopo più o meno mezz’ora ci fermiamo su una spiaggetta deserta dall’altra parte della città.

< è bellissimo qui, Mione > mi dice lui con lo sguardo all’orizzonte.

< Già… è proprio meraviglioso > gli faccio eco io. Sto pensando a quanto sia meraviglioso stare al suo fianco, magari un giorno felicemente in coppia, su una bellissima crociera come quella che sta passando adesso.

< Mione, se un giorno ti faresti una crociera come quella laggiù, chi porteresti con te? >.

Quella domanda mi spiazza. È stato come se mi avesse letto nel pensiero.

< Io… ehm… io… non so… Tu, invece? > gli chiedo con la speranza di scrollarmi di dosso l’imbarazzo.

< Io porterei te > mi dice lui, con lo sguardo fisso sulla grande barca.

< Perché? > gli chiedo io incuriosita.

< Perché ti amo >.

Il mio cuore perde almeno tre battiti.

< Cosa? > gli chiedo emozionata.

< Ti amo, Mione > ripete lui, staccando lo sguardo dalla crociera e puntandolo sui miei occhi che a poco a poco diventano sempre più lucidi. Pochi secondi e dai miei occhi escono fiumi di lacrime. Lui mi guarda e senza dire niente si avvicina e mi tira a se, abbracciandomi. Io appoggio la testa al suo torace. In quel modo mi sento protetta da qualsiasi persona, da qualsiasi cosa… dal mondo intero… Dopo un po’ lui si stacca dolcemente da me e mi asciuga le lacrime con le sue forti e possenti mani.

< Ron, io… >

< Sssh… >, e mi bacia. Un lungo bacio formato di amore e passione repressi per troppi anni.

< Ti amo anch’io, Ron > gli dico alla fine del nostro bacio. Lui mi guarda e sorridendomi mi attira a se e mi abbraccia. E rimaniamo così a lungo. Abbracciati l’uno all’altro. Solo noi due. Solo io, lui, il mare e il tramonto. E l’infinito universo dell’amore che ci circonda e ci protegge. Per sempre…

 

 

FINE

 

 

Ho modificato la storia usando l’HTML. Mi scuso con i lettori per non essermene accorta prima. E’ la prima storia che pubblico e quindi… Sareste così gentili ora da lasciarmi una piccola recensione? Mi fareste felice!!! Baci!

 

  
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