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Autore: Dazel    03/01/2012    4 recensioni
Sasuke è sempre stato un po' ossessionato da quello che metteva in bocca, ma dato che la sua prossima preda lavora in un fastfood è disposto a scendere compromessi con sé stesso...
Una fic un po' sciocca, ma romantica e fluff!
Scritta per il Maritombola 3 - 70. Tieni il resto
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash, Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Sasuke era sempre stato un po' ossessionato da quello che metteva in bocca. Ogni volta che si preparava un piatto da mangiare stava attento alle calorie, agli ingredienti usati, ai sapori e agli aromi. Era una forchetta difficile ed esigente che amava la cucina di alta classe, sofisticata come il suo palato. Eppure, da qualche tempo, si ritrovava seduto su una sedia di plastica ad un tavolo di compensato a mangiare cibo che veniva servito in scatole di cartone. Era una cosa oscena.

Sasuke odiava davvero con tutto sé stesso quella diavoleria americana del tutto priva di gusto chiamata “McDonald's”. Era l'apice di ogni male, l'antro del diavolo all'Inferno, il luogo dove entri sano e ne esci con lo stomaco a brandelli. Ma non aveva importanza, o forse sì, ma Sasuke ormai non se ne preoccupava più, perché lì lavorava il ragazzo più bello e scopabile avesse mai visto. In tutta. La sua. Fantastica. Vita.

E avrebbe ingurgitato patatine fritte nello stesso olio per mesi, carne dalla dubbia provenienza immersa in salse ancor più misteriose e insalata che di tutto sapeva meno che di verdura per mesi, se questo avrebbe significato riuscire a portarsi a letto quel ragazzo. E ci sarebbe riuscito senza alcun dubbio, perché lui era un Uchiha e “Naruto U.” (nome che compariva sulla targhetta appuntata al petto) sarebbe stato presto suo.

Molto presto.

Da qualche tempo aveva notato che non era l'unico interessato trai due, infatti, mentre cercava di mangiare quegli aborti leggendo con non chalance una rivista, poteva notare osservando con la coda dell'occhio che il biondo gli lanciava occhiate languide e parlava con i colleghi indicandolo (“Naruto U.” non era una persona molto mimetica e discreta. Anche un idiota si sarebbe accorto che il ragazzo provava interesse per lui!). Sasuke rimaneva impassibile mantenendo la sua maschera non curante, mentre dentro sé stesso spalancava un ghigno soddisfatto.

Ormai, erano arrivati ad un punto bollente. Ogni volta che Sasuke entrava nel “““ristorante””” si metteva nella cassa dove era Naruto U. a servirlo, e il biondo prolungava sempre i suoi ordini chiedendoli se volesse cose extra (inizialmente), come stesse (in seguito). Sasuke si sentiva abbastanza sicuro di sé (non che non lo fosse stato in precedenza, diciamo che aveva solo deciso di dare tempo al biondo di abituarsi all'idea) e aveva deciso di fare un passo.

Ora. In quel preciso momento.

Si alzò dal tavolo e si mise in coda, aspettò il suo turno e quando fu davanti al sorriso splendente di Naruto U. sentì qualcosa nei suoi boxer sbizzarrirsi. “Calmo” ripeté nella sua mente “Resisti ancora un po' e poi ti prometto che passerai notti molto felici. E anche mattinate. E pomeriggi. Sarai sempre molto felice”.

«Hai ancora fame? Vuoi ordinare qualcos'altro dal nostro menù?» disse Naruto ondeggiando i fianchi in modo in apparenza casuale, ma che celava molto più di quanto Sasuke si aspettasse.

Aveva fame. E voleva decisamente divorare qualcosa. Ma non era certo ci fosse sul menù. Digrignò i denti, ma poi si rilassò e fece la sua espressione da rimorchio. «Un caffè» o meglio, brodaglia nera e acida.

«Mmh. Lo prendo subito, nient'altro?»

«In effetti sì...» Sasuke finse di leggere per la prima volta il nome del ragazzo dal suo petto «Naruto. Effettivamente, mi chiedevo, se preferivi il salmone o l'aragosta.»

«Come?» domandò il biondo, che non era sicuro di aver capito.

«Sono stanco di questo cibo spazzatura, così pensavo di portarti fuori a cena questa sera, ma non so se prenotare salmone o aragosta.»

Naruto aprì la bocca per dire qualcosa, ma poi la richiuse. Sembrava indeciso se fingersi sorpreso e oltraggiato o iniziare a saltellare per la gioia. Sasuke lo notò, così come aveva notato tutto il resto fino a quel momento.

«Io...»

«Devi solo scegliere.»

«Aragosta... Io... Dio... Tu-!»

«Ora che abbiamo stabilito le cose importanti, che ne dici di darmi il mio caffè?» disse Sasuke. Naruto arrossì e il moro immaginò in quante altre situazioni ben più eccitanti avrebbe potuto vedere il volto di Naruto quella sera.

«Ecco qui» disse il biondo porgendogli una tazza rigorosamente di carta. «Sono-»

Sasuke non gli lasciò il tempo di parlare e gli diede una banconota con scritto sopra il suo numero di cellulare. «Chiamami e... Tieni il resto.»


   
 
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