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Autore: metisket    03/01/2012    1 recensioni
Non avrebbe mai voluto essere la creatura vivente più antica della Sede Asia, ma nella vita il volere entra raramente in gioco. [ Bak e Fo ]
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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NdT: Sto traducendo da tempo immemore un paio di storie lunghe di metisket, ma nel frattempo posso postare questa, dai.


Old Guard ~ Vecchia guardia






Non è ancora sola, ma lo sarà, e presto.

Non avrebbe mai voluto essere la creatura vivente più antica della Sede Asia, ma nella vita il volere entra raramente in gioco. Soprattutto qui. Non si chiama Ordine Oscuro solo per le uniformi sbrindellate.

Ronza attorno al capezzale di Zhu e conta i suoi respiri. Non servirà a tenerlo in vita. Nulla può tenere in vita un essere umano una volta che questo si decide a morire. Inutili creature.

No, è ingiusta. Tocca a tutti loro, no, e alcuni non morirebbero, se potessero. Se alla fine gettano la spugna, è solo perché pure i più ostinati di loro devono piegarsi all’inevitabile. Non perché siano deboli. Non perché decidano di abbandonarla. Anche se è proprio così che si sente.

Inspira, espira. Se quest’idiota riesce ancora a respirare tanto facilmente, quale accidenti è il problema? Vivi, stronzo.

« Fo. »

Ah, è Bak. Bak, un altro che la lascerà, prima o poi. Appartiene a lei, ma la lascerà comunque. Evidentemente il possesso conta poco con gli umani. « Bak. »

Non aggiunge altro, ma sa che lui può sentire tutto ciò che non sta dicendo. Non è uno stupido, a dispetto della convincente imitazione che spesso ne fa. Sa che lei è stata sempre più vicina di lui a Zhu. Lei conosce Zhu da bambino, in fondo. Ha dato una mano a crescerlo.

Aspetta che Bak provi a essere compassionevole. Oh, lo spera. Così quando lo avrà pestato a sangue, se lo sarà meritato.

« A colazione ho mangiato riso congee » dice in una voce incongruamente pacata, da capezzale.

Questa non se l’aspettava. « Oh, davvero? » Si rimangia ogni bella cosa che abbia mai pensato di lui: è un idiota.

« Sì. Fa bene, sai. »

« Non lo sapevo. »

« Hm. Komui dice che di questi tempi gli inglesi vanno pazzi per le verdure, perciò a pranzo mangerò verdure. E riso, ovvio. E tè verde. »

Non capisce cos’ha fatto per meritarsi questo rapporto sul consumo di cibo giornaliero. « Sono felice per te. »

« Anche gli agrumi hanno molti effetti benefici! »

Si è già chiesta in passato se Bak abbia qualche impercettibile deficienza mentale. Sa essere tanto intelligente, e poi… beh. Poi ci sono giorni come questo.

Lo lascia blaterare. Dopotutto, se parla, solo parte della sua mente può ascoltare il respiro che proviene dal letto.

Maledizione, Zhu.

« Faccio pure esercizio! »

Oh no. Si fossero limitati al cibo, era un conto, ma l’esercizio fisico? Fo ha i suoi limiti. E, volendo essere sinceri, sono limiti parecchio modesti. « No. »

« No, non faccio esercizio? »

« No, non me ne starò seduta qui a sentire te che parli del tuo esercizio, cretino. Poi posso sapere perché mi stai importunando? Ho da fare. Wong si è finalmente stufato di te? E sì che prima o poi doveva succedere, ma è una persona abbastanza semplice; pensavo sarebbe durato qualche altro anno. »

« Sei qui da ore » mormora lui, sprofondando sulle sue spalle come non fa quasi più. Pensava che fosse diventato troppo grande per farlo, ma avrebbe dovuto immaginarselo. Bak raramente è troppo grande per nulla.

Hmph.

« E quindi? » chiede.

Lui non parla, e questo da parte sua è molto più insolito di estemporanee lezioni su fitness e salute. Silenzio. Invariabilmente un brutto segno presso i membri della sua famiglia.

« Bak. »

Lui si sposta e si alza, ma una mano resta sulla sua spalla. « Sono solo venuto a dirti che… per me non dovrai farlo a lungo. Finché riesco a resistere, Fo. Te lo prometto. »

Allora è davvero qui per la compassione. Ma è una compassione tanto peculiarmente da Bak che non riesce a odiarlo.

Non riesce neanche a parlare perché le sta venendo da piangere, e se Bak dice una parola, una parola, allora tutti i suoi esercizi, i suoi agrumi e il congee non gli serviranno a un bel niente perché lo ucciderà.

« E avrò dei figli! » continua allegramente come se non se ne fosse accorto, quando invece lei sa che è così. « Saranno adorabili e belli; avranno i bellissimi occhi di Lenalee e la mia favolosa mente! Saranno come me, solo – se una tal cosa è anche solo concepibile – meglio! Non sentirai per niente la mia mancanza. »

Le probabilità che Bak conquisti Lenalee Lee sono appena superiori alla possibilità di trovare una palla di neve all’inferno, ma lui ne è teneramente ignaro. O almeno, Fo pensa che sia tenero. Komui pare di altro avviso. Certo, a quest’ora Komui avrebbe già montato una cintura di castità addosso a Lenalee se non fosse che lei lo farebbe a pezzi.

« Pensavo a cinque figli » prosegue in tono sognante, dandole l’opportunità di ricomporsi. « Cinque è un numero ragionevole. Adatto a un gruppo di laboratorio. Esteticamente gradevoli in foto. Che ne pensi, Fo? »

« Penso che piacerebbe pure a me vivere nel tuo paese delle meraviglie, Bak. Il clima non sembra male. »

« Mi ferisci! » Chiude gli occhi e si preme teatralmente una mano sul cuore, poi rovina l’effetto aprendone leggermente uno per vedere se si è commossa. Così non è. Sorride della disapprovazione che le si legge in viso perché lui è una creatura perversa, oltre che stupida. « Noi non ti lasceremo » annuncia di punto in bianco.

« Sì che mi lascerete » sbotta, ma si astiene dal prenderlo a pugni perché non vuole che Zhu muoia proprio mentre sta picchiando il suo ridicolo parente.

« Forse dovresti smetterla di pensare agli esseri umani come a individui e provare a pensare a noi più come a una massa indifferenziata » propone pensosamente, mimando un’impastatura con le mani. Probabilmente, crede di rendersi utile, così.

« Se fossi un pochino meno bizzarro, forse ti mimetizzeresti meglio con le masse » suggerisce.

« Ci lavorerò su! » annuncia vivacemente. « Progetto Mimetizzarsi con le Masse: inizio! »

Balza fuori dalla stanza, e Fo scuote la testa. È proprio vero che gli idioti vivono le vite più felici. Bak soffrirà orribilmente per la morte di Zhu, lo sa, ma fino al giorno in cui trarrà il suo ultimo respiro, continuerà a fingere di stare bene. Questo glielo invidia.

Zhu inspira, espira.

« Tu fai solo parte della massa indifferenziata » gli dice. Non riesce a convincersene. Stupido Bak.

Si sente innegabilmente meglio, però. Forse l’idiozia di Bak è contagiosa. Non sarebbe bello?

Guarda Zhu respirare, e ricorda come si allenava, anche quando ha cominciato a crollare. Ricorda tutte le sue ciance sui rimedi cinesi, sulla terapia del cibo e sulle erbe che la nonna gli aveva detto di usare per fare il tè. Ricorda di quando le ha detto che voleva rivedere un’ultima volta Kanda, prima di morire.

Probabilmente ha dato loro tutti gli anni che poteva. Probabilmente lo ha fatto per flagellarsi.

Si ritrova a sorridere, e si china per tenergli una guancia con la mano. « Grazie » bisbiglia. « Vecchio scemo testardo. »

Il suo respiro non ha alcun mutamento. Se sembra che stia ridendo, è solo per via della sua immaginazione.

Probabilmente Bak morirà ridendo.
   
 
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