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Autore: Changing    03/01/2012    1 recensioni
"Amore. Inteso in qualunque sua forma, sotto ogni aspetto, era un qualcosa di incomprensibile per Draco Malfoy. Amore per una donna, per l'arte, per la natura, per gli animali, tutti ridicoli valori senza alcun fondamento. Eppure, fu proprio un atto privo di affetto che lo portò a scoprire questo sentimento."
Questa è la storia di una ragazza indomabile, uno spirito libero che vuole decidere da sé il proprio destino e sarà costretta a combattere contro tutti, persino contro la sua stessa famiglia.
Questa è la storia di un ragazzo che non riesce a liberarsi dalle intricate catene della paura.
Questa è la storia di Astoria Greengrass e Draco Malfoy.
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amycus Carrow, Astoria Greengrass, Draco Malfoy, Lucius Malfoy, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Astoria
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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La condanna del Purosangue






Prologo
Di vecchi rancori e nuovi amici







Amore. Inteso in qualunque sua forma, sotto ogni aspetto, era un qualcosa di incomprensibile per Draco Malfoy. Amore per una donna, per l'arte, per la natura, per gli animali, tutti ridicoli valori senza alcun fondamento. Eppure, fu proprio un atto privo di affetto che lo portò a scoprire questo sentimento.
...
Era una tipica giornata primaverile: mite, dall’aria dolce e piena di vita, con un sole tiepido ed inebriante, ma senza essere invadente; perfetta per una gita ad Hogsmeade.
Una ragazza girovagava senza meta per le vie del paese con la borsa a tracolla colma di libri nuovi. Era sola. La sua bellezza, delicata nei lineamenti, era pari al suo ingegno e non c’era volta che mentre passeggiasse qualcuno non si voltasse a guardarla. Aveva lunghi e setosi capelli corvini che le ricadevano sulle spalle in morbidi boccoli ed acuti ed intuitivi occhi indaco.
Astoria Greengrass, questo era il suo nome, apparteneva ai Corvonero, benché la sua famiglia fosse Serpeverde da generazioni. Tuttavia, nonostante fosse davvero orgogliosa della sua Casa non aveva, in cinque anni, mai trovato alcuna affinità con le sue compagne. Era vero che era circondata da studenti più o meno brillanti, ma non si trovava affatto in sintonia con la loro mente speculativa ed estremamente superficiale. In una parola borghese. A loro interessava solo ciò che era utile, ciò che spesso non si accordava con la particolare sensibilità di Astoria. In sostanza aveva molte conoscenze che non usava approfondire.
Immersa nei suoi pensieri, la ragazza si ritrovò improvvisamente in uno stretto vicolo. Il suo scarso senso dell'orientamento non l'aiutò di certo. Si guardò intorno, cercando con sguardo attento anche solo un insignificante punto di riferimento. I dintorni erano deserti. Sembrava di trovarsi in una dimensione parallela rispetto alle vie principali brulicanti di gente e pervase dal loro chiacchiericcio, sebbene gli edifici di pietra e mattoni grigio scuro fossero sempre gli stessi.
D'un tratto sentì un rumore che le fece accapponare la pelle. Un lamento, di certo non umano. Ebbe paura, e un lungo brivido le percorse tutto il corpo, facendole balzare il cuore in petto, ma la curiosità, come sempre, fu più forte di lei. Mantenendo il suo solito sangue freddo, seguì quel gemito straziante. Avvicinandosi sempre di più alla presunta fonte del rumore, riuscì a distinguere delle voci. D'istinto accelerò il passo, poi cominciò a correre. Svoltò a destra e poi a sinistra un paio di volte finché non si ritrovò di fronte una scena tanto pietosa quanto ignobile. In un angolo, rannicchiato su se stesso, vide un cane il cui pelo era di un color crema così chiaro da sembrare bianco. Quel candore era contaminato in vari punti da chiazze cremisi.
 “Sangue?!” pensò inorridita Astoria, mentre sentiva nascere impetuosamente dentro di sé una forte rabbia mista a compassione.
Poco distante, un gruppo di Serpeverde rideva a crepapelle. Due di loro, entrambi di corporatura piuttosto robusta, erano piegati con le mani sulle ginocchia. Il terzo stava con la schiena appoggiata contro il muro, giocherellando con un ciottolo che teneva in mano e con in volto dipinto un ampio ghigno soddisfatto.
Prima ancora che si accorgessero della sua presenza Astoria sfoderò la bacchetta con un rapido movimento: «Everte Statim!»
Immediatamente i tre vennero scaraventati lontano, finendo a gambe all'aria.
La ragazza corse verso il povero animale che tremava in un angolo. Avvicinò cautamente la sua mano, reprimendo l'orrore del sangue in un'espressione stizzita, ma il cane le ringhiò contro.
«Tranquillo piccolo, non ho alcuna intenzione di farti del male» disse con la voce più calma che le riuscì, provando, per quanto difficile, a distendere i muscoli del viso. Aspettò pazientemente, in silenzio, con la mano tesa. Per lunghi istanti lui la fissò, incerto se fidarsi o no. Aveva degli splendidi occhi, pensò Astoria, davvero singolari: grigi striati da particolari scaglie color indaco. Alla fine il cane si avvicinò per annusarle la mano.
Una voce irritata esordì nel silenzio.
«Come hai osato, tu.... Greengrass?» la ragazza alzò lo sguardo, furente di rabbia.
«Adesso ti diverti anche a maltrattare gli animali, Malfoy? Ti facevo meno infantile»
Uno degli altri due ragazzi, che si era alzato in quel momento, le puntò la bacchetta contro.
«Non rivolgerti così a Draco ragazzina...» ma prima che potesse lanciare una qualunque fattura, Malfoy lo fermò con un gesto della mano, abbassandogli la bacchetta.
«Lascia stare Goyle»
«Esatto, è meglio che filiate via se non volete che il vostro amico lì abbia qualche problema» disse lei, indicando Draco con un cenno del capo.
«Ma cosa... Draco...?» obiettò l'altro Serpeverde.
«Non sono affari che ti riguardano» rispose secco il ragazzo «Andiamocene... In fondo è solo una stupida bestiaccia»
Astoria si alzò in piedi con uno scatto felino.
«Siete molto più bestie voi, che per sentirvi più forti vi avventate contro chi non può difendersi» non fosse stato per la sua buona educazione, avrebbe sputato ai loro piedi: «Mi fate schifo» aggiunse solo con uno sguardo pieno di disprezzo rivolto a Malfoy. Prima che il loro contatto visivo potesse durare qualche istante di troppo, lui le diede le spalle e se ne andò senza dire una parola.
Quando ebbero svoltato l'angolo, la ragazza si concentrò sul cane, che nel frattempo si era nuovamente accucciato nel suo angoletto. Esaminò attentamente le ferite, cercando di toccarle il meno possibile e ingoiando un aspro rivolo di bile che le salì in bocca.
Anche se non erano molto gravi, quei tagli rischiavano di infettarsi. Cercò frettolosamente una qualunque pozione che potesse fare al caso suo. Afferrò una boccetta contenente un liquido denso e violaceo.
Il pomeriggio trascorse in fretta, e Astoria si accorse che era ora di tornare solo all'imbrunire, quando anche la debole luce del crepuscolo accennava a scomparire. Fortunatamente, grazie alle sue abili cure, il cane si era del tutto ristabilito. A quanto pareva era persino riuscita a conquistare la sua fiducia; lui si lasciò accarezzare senza protestare e ricambiò cominciando a leccarle delicatamente una mano. Il viscidume della sua lingua liscia e rosea non era esattamente piacevole per lei, a dire il vero la disgustava un pochino, ma lasciò comunque fare il cane. La inteneriva.
Non doveva avere più di due anni, o forse tre. Era di taglia medio-grande, con il pelo corto e un po’ ispido, non molto curato, e un paio di orecchie appuntite. Aveva il muso lungo e regolare. Somigliava molto ad un lupo… domestico.
Curioso” pensò, “il tuo pelo e il colore degli occhi somigliano a quelli del tuo aggressore”.
La ragazza diede un'ultima carezza all'animale, poi si alzò proseguendo nella stessa direzione in cui aveva visto andar via il gruppetto di Serpeverde. Dopo pochi passi si accorse di non essere sola: il cane la stava seguendo scodinzolante.
«Non puoi venire con me, lo capisci? Non ti farebbero entrare ad Hogwarts»
Il cane abbassò le orecchie e guaì sconsolato. Lei lo guardò, cercando di non farsi vincere dalla tenerezza e dalla compassione.
- Facciamo così, ritornerò appena ci sarà un'altra uscita ad Hogsmeade. Promesso! - Il cane si accucciò a terra, appiattendo le orecchie.
Non sapeva bene il perché di quella promessa, in fondo non era nemmeno sicura che lui l'avesse capita. Nella testa le risuonarono le parole di Draco “In fondo è solo una stupida bestiaccia”. Si chinò per fargli una carezza, poi se ne andò trattenendo con tutte le sue forze l'impulso di rimanere o di portarlo con sé.
- Io non sono come loro – mormorò.
...
Dannata Greengrass”, disse Draco fra sé, seduto su una poltrona della sua Sala Comune. “Si crede di avere chissà quale autorità! Solo perché il suo papino Mangiamorte mi ha chiesto di tenerla d'occhio. Se mio padre non si trovasse in una situazione così precaria...” Rimase a fissare il fuoco per quelle che sembrarono ore, meditando su una possibile vendetta per l'umiliazione subita, ma non gli venne in mente niente. Qualunque cosa potesse inventarsi, lei avrebbe capito che sarebbe stata opera sua, come era sempre stato quando da bambino ordiva scherzi più innocenti. Ma questa volta era in gioco la sicurezza della sua famiglia, non poteva permettere che una bravata qualsiasi la mettesse a repentaglio, anche se moriva dalla voglia di vendicarsi. Aveva troppa paura della reazione di suo padre.
La famiglia Greengrass era da tempo immemore al servizio del Signore Oscuro e aveva inoltre stretti legami con la famiglia Malfoy e il casato dei Black.
Per questa volta avrebbe lasciato correre. Per questa volta.
 
Un anno passò, senza che i due ebbero più scambi di rilevante importanza. C’era una cosa, però, che colpiva sempre Draco nei rari momenti in cui si incrociavano per le strade di Hogsmeade: con Astoria c'era sempre “quell'ammasso di pulci”, che la seguiva come un'ombra. Lo stesso ammasso di pulci che, per noia, avevano preso a sassate qualche tempo prima. Sembrava che lei preferisse la sua compagnia a quella di altri esseri umani.
Che spreco” pensò distrattamente il ragazzo.

 


Hi everyone! (^u^)/°
In realtà questa doveva essere una piccola long di massimo cinque capitoli per il contest di Charlotte McGonagall, ma a quanto pare i personaggi hanno preso il sopravveno su di me e non ho potuto fare troppi tagli =P
Non so come dia partita l'idea, ma spero che vi piaccia comunque e che continuiate a seguire la fic.
Alla prossima!


Changing

  
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