Domenica sera, troppo sveglia per dormire, nessuna voglia di studiare. Passo il mio tempo a pensare su tutti i miei errori, su tutti i miei difetti, su tutte le cose storte della mia vita.

Serata di metà novembre, ma il freddo non è ancora pungente. Passo il mio tempo a scarabocchiare, scrivere cavolate invece di ripassare. Stupide frasi ho scritto su fogli, diari. Stupidi pensieri affollano la mia mente. “Perché non riesco ad essere felice?”, “Perché penso sempre a lui?”

Le mie solite migliaia di risposte inutili. “Che devo fare?” Buh... La mia solita indecisione. Buh...

Risposta piena di significati, ma che non dice assolutamente niente.

Buh...

Il foglio di pergamena che Potter teneva in mano e leggeva (Wow, Potter sa leggere!) le pareva vagamente familiare. Non poteva essere...

“Potter...” iniziò, ma James fu più rapido.

“Evans! Come sei poetica! E a chi pensi sempre?” chiese con un sorrisetto beffardo sul suo bel viso.

“Dove l'hai preso! Sono cose private! Ridammelo! Non sei autorizzato a toccare le mie cose!” ribatté acida Lily.

“Eddai, Evans! Prima non vuoi uscire con me, poi non mi vuoi far copiare i compiti di Trasfigurazione e adesso ti arrabbi perché ho letto un insulso foglietto che ho trovato per terra proprio qui in sala comune!”

“Tu sapevi che era mio e non dovevi leggerlo.”. Se Potter avesse saputo che lei, Lily Evans si era presa una cotta, per giunta proprio per Potter stesso. No, non doveva pensarci neanche.

“Dai Lily, dimmi chi è!” la pregò James con occhi da cerbiatto. “Non è che tu ti sei innamorata di me... lo strepitoso ed irresistibile James Potter? Allora è così non è vero? Allora dai esci con me.”

“Non saprai mai chi mi piace Potter e di certo non sei tu, così arrogante e pieno di te, però sì!” rispose Lily.

“Sì cosa?” fece lui.

“Esco con te! Così una volta tanto la pianterai di seccarmi!”

“Davvero Lily? Insomma allora ti piaccio!” esclamò James.

“No, esco con te per dimostrare il contrario.” rispose Lily secca, ma James colse qualcosa nel suo sguardo. Si era arresa. Non apertamente, certo, ma nel suo intimo si era resa conto di amarlo. Era questione di poco tempo. Sarebbe caduta ai suoi piedi e lui sarebbe stato il ragazzo più felice della Terra. 'Ero io il ragazzo che non riesce a scordare,' pensò, 'e farò in modo di renderla felice, perché i suoi occhi di smeraldo non smettano di brillare.'

Salve, sono di nuovo qui con una nuova fanfiction, sperando che vi piaccia e che mi facciate sapere quello che pensate. GGC