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Autore: S_Lion597    03/01/2012    2 recensioni
Ti siedi su un tronco in riva al Lago Nero, ripensando a quegli attimi lontani e chiudi gli occhi mentre una lacrima cade, a tradimento, solcandoti il viso ghiacciato.
Nel silenzio, senti dei passi dietro di te e ne riconosci la cadenza, riapri gli occhi e li porti al cielo: “Possibile che questo Potter debba venir fuori sempre nei momenti meno opportuni?”.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Passeggi su e giù per il cortile, avvicinandoti al limitare della foresta, costeggiando la riva del Lago, beandoti della pace creata dal freddo dicembre di Hogwarts.
Nessuno osa più uscire, con quel freddo, che supera la parete dei vestiti e penetra nella pelle, fino alle ossa. Ma a te fa bene: è uno dei pochi rimedi che placa il dolore che ti attanaglia ormai costantemente la testa. Quel dolore provocato dalla guerra, dalla confusione che infuria, fuori dalle mura che hai imparato a chiamare casa, e si fa sentire sempre di più su di te, Nata Babbana, come su molti altri.

L’avevi sperimentata ancor prima di conoscerla veramente, questa guerra, perdendo una sorella, e poi l’avevi provata, l’avevi sentita sulla pelle quando le inutili parole “Mezzosangue” o “Sangue sporco” si erano insinuate anche a scuola, facendo sì che gli altri ti etichettassero con esse.
Ma tenevi duro perché, nonostante tutto, avevi ancora il tuo migliore amico affianco che, pur essendo Serpeverde, la casa dalla quale provenivano tutti i tuoi mali, si comportava come sempre. Questo ti bastava, per andare avanti, filava ancora tutto troppo liscio perché ti accorgessi di ciò che veramente stava costruendo colui che si faceva chiamare Lord Voldemort.
E poi la tragedia. Sentisti le parole che più odiavi al mondo uscire dalla bocca di quel Serpeverde che consideravi così tanto amico, così tanto… diverso.

Ti siedi su un tronco in riva al Lago Nero, ripensando a quegli attimi lontani e chiudi gli occhi mentre una lacrima cade, a tradimento, solcandoti il viso ghiacciato.
Nel silenzio, senti dei passi dietro di te e ne riconosci la cadenza, riapri gli occhi e li porti al cielo “Possibile che questo Potter debba venir fuori sempre nei momenti meno opportuni?”.
Non sai che lo stesso Potter che stai silenziosamente maledendo, è lì fuori al freddo per il tuo stesso motivo e che ti ha osservato preoccupato per molto tempo durante il tuo viaggio solitario nella neve.
Osservi il sole calare al di sopra del Lago Nero fino a toccarne la superficie, aspettando quell’inevitabile momento in cui il ragazzo ti avrebbe raggiunto.
Quando ti si siede di fianco, mormori solo un timido «Ciao, James», continuando a tenere gli occhi fissi davanti a te.
«Ehi, non fa un po’ freddo per uscire?» il suo tono è fermo e sai che un sorriso si sta allargando sul suo volto, senza però essere malizioso o impertinente.
«Uhm… Potrei farti la stessa domanda» arricci impercettibilmente il naso, accennando un piccolo sorriso, ben sapenso quanto gli piaccia. Lo vedi alzare le sopracciglia e gonfiare le guance come un bambino e guardandolo ti metti a ridere dopo quella che sembra un eternità.
«Avevo bisogno solo di pensare in pace, tutto qui»
«Che strano, anch’io... È inutile far finta che non stia accadendo niente non ti pare?» risponde, come se fosse naturale, e volgendo poi lo sguardo verso la foresta e ancora verso il lago, verso il castello mentre tu continui a guardarlo affascinata.
«Non sono in tanti, i Purosangue a preoccuparsi» riprendi con voce malferma «non sono loro quelli che si devono preoccupare» distogli automaticamente lo sguardo sbattendo nervosamente le palpebre, mentre gli occhi ti si riempiono irrimediabilmente di lacrime.
«Anche i Purosangue si devono preoccupare, anche loro hanno paura» sai che vuole farti girare a guardarlo, ma l'unica cosa che ottiene è un movimento scostante della testa perchè non hai la forza per riuscire a sostenere quello sguardo color nocciola. «Se si innamorano di una mezzosangue».
E gli basta una frase, sei misere parole per ottenere il movimento che desiderava. Eccolo, adesso, il tuo scatto di stupore e i suoi occhi che penetrano i tuoi.
Eccola, la sua mano che avvolge dolcemente la tua che giaceva inerme nella tasca del giubbotto.
Eccole, le dita che si intrecciano e il piacere che ti da’ quel contatto, che, inconsciamente, hai desiderato tanto avere.
Eccola la tua prima vera richiesta di aiuto, la tua mano che in risposta stringe la sua come se fosse salvezza. Appoggi la testa sulla sua spalla e lasci che i tuoi capelli rossi ricadano anche sul suo giubbotto, che la sua guancia accarezzi la tua fronte, ti aggrappi con la mano libera, quasi disperatamente al suo giubbotto e lasci che lacrime di dolore scorrano per la prima volta sul tuo volto.
Potresti scommettere mille galeoni che gli occhi di quel pazzo Potter, dopo essersi spalancati per lo stupore di non aver ricevuto un ceffone in pieno volto, si siano chiusi beandosi del piacere dato dal tuo corpo contro il suo. Lo stesso che stai provando anche tu.

Avevi già ceduto ai suoi numerosi inviti ad uscire insieme, avevi già scoperto il James che si nascondeva appena sotto la bolla che avevi tanto a lungo odiato e avevi già notato in fondo ai suoi occhi, quell’amore, che ti aveva appena confessato, ma non avevi mai pensato che tu potessi provare gli stessi sentimenti.

E lui, da parte sua, neanche nelle sue fantasie più belle avrebbe immaginato la tua mano che ricambia la sua stretta, la tua testa appoggiata alla sua spalla ed ora la sua che si abbassa, le punte dei nasi che si accarezzano piano, le labbra che si avvicinano pericolosamente alle tue, fino a sfiorarle dolcemente, timidamente prima di capire che non avrebbero incontrato resistenza. Aprite impercettibilmente gli occhi, quel poco che basta per incontrare quelli dell’altro e assicurarsi che sia tutto vero, che non sia un altro sogno fatto nel cuore di una notte scura.

   
 
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