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Autore: laila_il_ribosoma    03/01/2012    0 recensioni
"Ellen stava facendo scintille solo a sentirlo parlare... ma io non mi lasciai trarre in inganno dal suo bell'aspetto. Guardai una per una le facce di tutte le altre concorrenti, sarebbe stata quella che si definiva una sfida internazionale: erano frementi quanto la mia amica.
Tutt'altro che eccitata presi il blocchetto che avevo in tasca, scrivendo qualche riga veloce nella speranza di non essere notata: chi sarebbe diventata la moglie del Conte Dracula?"
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Angelina ha ventidueanni quando gli viene spedito un invito anonimo per la Romania, un invito a partecipare a un reality che ha come scopo il trovare la moglie ideale al Conte Dracula. Sarà vero o soltanto un imbroglio?
Questo è quello che intende scoprire Angelina entrandovi a farne parte come concorrente... Troverà lo scoop della sua carriera giornalistica o troverà l'amore?
Genere: Commedia, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Con grandissimo onore vi invito a partecipare al reality show che si terrà in Romania fra due settimane "Count Dracula Loves" che ha come scopo il trovare una moglie ideale al Conte Dracula. Voi con altre 8 concorrenti alloggerete nel castello del conte, nessuna spesa inclusa. Ecco il biglietto per giungere a Bucarest,vi aspetteremo all'aeroporto per una settimana a partire da oggi. Ci riconoscerete per via della Mercedes nera.
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Quella lettera mi era stata inviata durante il mio soggiorno a Roma con Gabriel.
All'inizio pensavo che fosse uno scherzo, ma chi poteva spendere circa 100 euro di biglietto per uno scherzo del genere?
Mi venne in mente Ellen, lei era una con le mani bucate e un grandissimo patrimonio da sperperare, poteva darsi che me l'avesse mandata per farsi due risate. Quindi per rassicurarmi la chiamai.
Una volta appreso il motivo oltre che giurare e spergiurare che  non c'entrava niente con quello scherzo, mi disse pure che ero fortunatissima ad aver ricevuto una lettera del genere e che se fossi stata in lei non sarei stata più nella pelle.
Tipico suo.  Ellen era bellissima fin da bambina quindi è normale che crescendo sia diventata un po'  superficiale e stupida visto che fa troppo conto su questa bellezza. Sin dal liceo mi confidava sempre che non le importava che il suo futuro marito fosse ricco, le bastava che fosse bello e intelligente e figo. Naturalmente diceva così solo perché non aveva mai conosciuto l'amore, anche se a quell'epoca si dava gran arie di aver fatto un sacco di "quelle di cose" con i ragazzi, credendo che l'amore fosse questo.
Avvolte quando stavamo alle superiori gli altri studenti ci chiedevano come due persone, totalmente diverse, potevano essere così amiche.
Io mi prendevo la libertà di rispondergli di farsi gli affari loro.
Mentre Ellen sorrideva dicendo: " Io e Angel ci conosciamo dalla scuola primaria. Io la prendevo in giro perchè era bruttina, poi un giorno lei mi ha dato un pugno e siamo diventate migliori amiche ". In realtà non era andata a finire veramente così, c'era voluto che passassimo tutte le vacanze a fare servizio insieme per diventare così amiche.
Da bambina ero davvero bruttina comunque, assomigliavo a Mogli del Libro della Giungla. Mia madre per ogni anno della mia infanzia aveva insistito che il taglio a caschetto fosse il più indicato per me. Non potendo contare sulla bellezza che era stata un supporto per Ellen, io, Angelina con una madre e un padre alquanto spenzierati ero cresciuta con uno spirito combattivo indomito.
Ero un maschiaccio, per quanto dicevo di odiare i maschi, e avevo interessi che per qualunque altro bambino sarebbero stati noiosi: il giornalismo, la politica, l'ambiente.
Crescendo non ero cambiata: ero cinica, scorbutica e orgogliosa. E, cosa di cui non mi ero accorta finchè non me l'aveva detto Ellen, rispondevo come se le altre persone in mio confronto fossero tutte stupide.
Sì, avevo raggiunto livelli d'acidita che si hanno solo a cinquant'anni zitella e sola. E se non fosse per il carattere che mi ritrovavo, forse le persone si sarebbero soffermate anche a vedere che crescendo ero migliorata d'aspetto: non ero più Mogli ma qualcosa di più somigliante a Pocahontas. Nemmeno io se per questo me ne accorsi: in me vedevo la ragazzina brutta e rabbiosa, terribilmente autoritaria e femminista. Per questo scelsi di fare giornalismo.
Lo scelsi alle medie, e perseguii il mio scopo per tutto le superiori. Tutti si aspettavano che uscissi con il massimo dei voti, mentre credevano che Ellen sarebbe stata promossa a malapena agli esami.
Contro le loro aspettative Ellen si diplomò con un buon punteggio, anche se scelse di snobbare il coll per requentare un corso professionale. Io invece... bè, non lo feci nemmeno l'esame. Mi ritirai dalla scuola tre mesi prima. Ellen non aveva mai incontrato l'amore, quello vero.
Io invece sì. Dal mio sentimento nacque Gabriel. Dopo il parto, decisi che l'unico amore della mia vita sarebbe stato mio figlio. Non mi importava che finissi a trascorrere la mia vita sola, in fondo io ero cresciuta in quel modo.
Mio marito sarebbe stato il giornalismo. E fu proprio lui a cercare di spingermi fra le braccia di un altro uomo.
Due giorni dopo aver ricevuto quella specie di invito, mi telefonò la mia vecchia. Per vecchia intendevo dire Amanda Fishben il capo- redattore di un piccolo giornale a New York che si occupa della "Questione Femminile". Lei mi aveva raccolto quando ogni mia speranza di fare carriera era tramontata, essendo una ragazza madre il cui unico sogno era diventatto riuscire a mantenere me e mio figlio mentre cercavo di finire gli studi interotti dopo la scoperta della gravidanza. Amanda era simile a me sia nell'aspetto sia nel carattere, più di quanto lo erano i miei, era una donna sulla cinquantina: single, autoritaria e di orientamento femminista che incuteva timore a vederla.
Dopo che aveva accettato di farmi lavorare per il suo mini- giornale (pensare che i suoi dipendenti inclusi me arrivavano 6), cominciò ad affibbiarmi sempre la carica di reporter mentre ciò che volevo io era coordinare il giornale da dietro un computer. Ogni tanto avevo la possibilità di finire in posti piacevoli, tipo quello in cui stavo:Roma. Ma la maggior parte delle volte mi mandava in paesi estremamenti pericolosi; mi piaceva occuparmi dei diritti delle donne in paesi come Sudan e Afghanistan ma avevo paura per Gabriel, pensavo a cosa sarebbe stato di lui se mi fosse capitato qualcosa.
Amanda mi usava come più le piaceva, ma era solo grazie a lei che potevo lavorare come giornalista, quindi non rifiutavo niente di quello che mi proponeva.
«Pronto?» risposi al telefono assonnata. Erano le 2 di notte, ma probabilmente a New York erano le 21.
«Hai letto l'invito?» chiese rudemente la mia vecchia. Amanda era un tipo diretto e quasi sempre di cattivo umore, così tanto che ormai non glielo domandava più cosa non andava.
Mistero risolto! Ecco chi me l'aveva mandato.
«Si, me l'hai mandato tu allora?» le domandai a bassa voce, non volevo svegliare Gabriel che si era addormentato solo due ore prima.
«Chi se no? Il Conte Dracula? Non fare domande idiote Hill, se no mi fai pensare che non sei tu quella a cui dovevo affidare questo servizio» rispose sprezzante lei. Anche nelle risposte mi assomigliava.
«Scusami tanto sai, e che sono le due di notte e non avevo niente di meglio da fare che mettermi a pensare lucidamente» ribattei io acida.
«Bene, una giornalista deve sempre essere sveglia. E adesso ascoltami prima che m’irriti». Fece una pausa. «Voglio che tu ci vada.»
Il silenzio che seguì dopo era dovuto alla mia più totale sorpresa.
«Ma dico stai scherzando? Non sappiamo nemmeno chi è questo Conte Dracula? E se fosse un inganno, e se fosse un'associazione a delinquere? E poi da dove l'hai tirata fuori quella lettera dico io?» sbottai.
«Prima di tutto, no, non sto scherzando. Quella lettera c'è l'ha mandata una nostra ascoltatrice. Ci ha detto che è un reality show a cui era stata invitata sua figlia in precedenza, ma dopo lo fine quella ragazzina non ha fatto più ritorno. Pensava quindi che l'avesse vinto, e fosse andata a stare da questo conte... ma la figlia non la più contattata. Ed inoltre è riniziata una nuova stagione, quindi probabilmente tutte quelle della prima edizione il conte l'avrebbe dovuto mandare a casa. Eppure questa non è tornata.»
«Ma chiedere aiuto alla polizia no?» sbuffai esasperata e assonnata.
«Già fatto. Ma non l'hanno presa sul serio e poi se la figlia si trova in un altro continente, non possono fare molto» mi spiegò Amanda.
«Quindi cosa vuoi che faccia io?» chiesi. Mi preparavo a subire il colpo.
«Vai lì, partecipa a quella buffonata di reality. Registra e annota tutta fino a quando rimani e magari cerca di non farti eliminare per prima!» mi ordinò.
Non era poi tanto un duro colpo, ero passata per di peggio. Ma sapevo che c'era qualcosa a cui avrei dovuto rinunciare...
«Starò via per molto? E poi Gabriel non potrà venire, vero?»
«Certo che no! Ti ha dato di volta il cervello Angelina Hill! Devi andarci da sola e sembrare una ragazza in cerca d'amore, non una che ha partorito un figlio a diciotto anni! E per quel che so, il reality dura nove settimane: ogni settimana un'eliminazione»
«E come faccio a riportarlo indietro a New York, se tra cinque giorni dovrei stare in Romania?» domandai acida io. Non potevo di certo lasciare incustodito mio figlio.
«Chiama qualcuno che venga a prendere il tuo bamboccio, che so, tua madre o tuo padre. Il biglietto per loro lo pago io, andata e ritorno!»
Ahhhh,pensai. Mia madre non avrebbe di certo rinunciato all'occasione di farsi un giro a Roma e dintorni, avrebbe accettato più che volentieri di prendersi cura del suo nipotino se di mezzo c’era pure una vacanza in Italia.
Ma non era Gabriel l'unico problema, io non ci volevo andare. Non ero in cerca di un marito, avevo deciso che non mi sarei innamorata mai più!
«Posso portare almeno un'amica?» chiesi rassegnata.
«Ma che scherzi? Mischiare la vita privata con il lavoro!» esclamò.
Che c'è di male?, pensai. Infondo se mi chiamava alle due di notte la vita lavorativa era già mischiata con quella privata.
«NO!» tuonò perentoria, attaccandomi il telefono in faccia.
Dopo nemmeno un minuto il mio cellulare squillò di nuovo.
«Ah, e mi raccomando: non sparire anche tu, non ho abbastanza personale per venirti a cercare!». E fu tutto.
Adesso mi ritrovava in un aereo diretto a Bucarest, con la missione segreta di scoprire cosa si nascondeva dietro il Count Dracula Loves, e se la sfortuna mi avesse assistito facendomi vincere, magari pure con un marito. Un piccolo riscatto comunque l’avevo avuto, avrei portato con me Ellen.
 
Primissima storia dedicata al tema “vampiri e nonvampiri” che mi martella in testa ormai da tre anni, non so se definirla esattamente una specie parodia, ma ci è molto vicino? Dal prossimo capitolo comincia il reality, se vi è piaciuta recensite e vedrò di continuare a dare del mio meglio! Vogliate perdonarmi se il mio modo di scrivere non è corretto, non sono tanto brava a usare la seconda persona :3! Ciaooooooooo, alla prossima!
 
  
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