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Autore: ViolaNera    03/01/2012    5 recensioni
Il Trio.
Un trio che esiste ancora, senza più la sincerità di un tempo, soltanto grazie a Matt che fa da collante (inconsapevole) tra lui e Tino.
Non che si odino, ma crescere e ritrovarsi con una cotta per lo stesso ragazzo non li ha aiutati.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Danimarca, Finlandia/ Tino Väinämöinen, Norvegia, Svezia/Berwald Oxenstierna
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Berwald osserva Tino, corrucciandosi mentre lo vede fingere palesemente di non essere in grado di mettere a segno un misero canestro e demoralizzarsi.

Per piacere.

È un giocatore consumato e sa benissimo quanto sia bravo in quasi tutti gli sport. Non è alto come lui e Matt, ma gli basta saltare per infilare quella stupida palla anche ad occhi chiusi, perché, diamine, Tino salta come pochi.

La cosa che lo sta innervosendo (da morire) è sapere che tutta quella farsa è finalizzata ad attirare l'attenzione di Matt, il quale o finge di non capire o lo asseconda.

Tra l'altro Tino non ha alcun problema personale che lo distragga al punto tale da compromettere la sua abilità sportiva, perciò tutta quella benevolenza è irritante il doppio.

Matt, non cascarci, è una re-ci-ta.

È un danese sorridente quello che si avvicina alle spalle dell'amico più minuto e si china in avanti per spiegargli che sta sbagliando a tenere le gambe così diritte e bla bla bla.

Berwald mugugna, senza staccare gli occhi dai due.

Vede Tino arrossire e ridacchiare, mentre Matt mette le mani sulle sue che tengono la palla e lo guida in una serie di movimenti di prova, spiegando con calma come deve fare per avere successo. E, dopo alcuni tentativi chiaramente truccati per finire male, Tino -oh, ma che sorpresa!- fa canestro.

Anche se Berwald non sa leggere le labbra e il danese gli volta le spalle, capisce benissimo che il biondino lo sta ringraziando e che Matt gli sta sorridendo come sempre, in quel modo che può illuminare una catacomba.

È con una fitta di gelosia micidiale che Berwald lancia la palla al proprio compagno, spaventandolo per la potenza del tiro e mancando per pochi centimetri la rottura di un innocente setto nasale.

«Va bene, la lezione è finita! Tutti alle docce!», li richiama il professore, fischiando e battendo le mani due volte.

Accompagnato dallo sguardo terrorizzato del ragazzo il cui naso è salvo per un fortuito caso, Berwald segue i compagni verso lo spogliatoio.

Non riesce ad evitare di lanciare brevi e discrete occhiate alla schiena nuda di Matt, ai suoi capelli biondi che bagnati sembrano molto più scuri. Cerca di non esagerare e di fare il casuale, ma è più forte di lui e lo sguardo viaggia da solo scivolando lungo il suo corpo ed accarezzandolo quasi ingenuamente in ogni dettaglio visibile.

Quando l'amico si volta verso di lui, Berwald trattiene un verso soffocato e si concentra intensamente sull'etichetta dello shampoo, in un improvviso interesse per gli ingredienti che spera sia credibile.

«Hey, Ber!», lo chiama. «Ah, proprio quello che cercavo! L'ho scordato di nuovo! Grazie, eh!», dichiara, facendogli sparire il flacone di plastica dalla mano.

«Mh», mugugna il ragazzo, impietrito, stringendo le dita attorno ad uno spazio vuoto e guardandolo mentre si insapona i capelli canticchiando. «Niente.»

«Uaaaah!», grida Matt mettendo il viso sotto l'acqua. «Negli occhi! Aiuto! Bruciaaaa!»

Tutti i ragazzi vicini scoppiano a ridere e lo prendono in giro, ma Berwald riesce solo a fare un piccolo sorriso storto che si spegne quasi all'istante, quando il suo sguardo entra in contatto con quello lampeggiante di Tino.

Solleva appena il mento in segno di sfida, ricambiando i lampi. Tino lo fulmina ulteriormente e gli mostra le spalle, prendendo a sfregarsi i capelli con furia.

Tolto Matt (e gli animali), sembra l'unico a non turbarsi mai quando lo guarda in un certo modo. Gli altri compagni dicono che sia spaventoso il modo in li cui li osserva attraverso le lenti degli occhiali (e molti bambini scoppiati in lacrime potrebbero confermare), ma lui, Matt e Tino sono amici d'infanzia e sono cresciuti insieme.

Qualche amico di vecchia data si diverte ancora a definirli “Il Trio Nordico”, come se fossero una sorta di band musicale.

Il Trio.

Un trio che esiste ancora, senza più la sincerità di un tempo, soltanto grazie a Matt che fa da collante (inconsapevole) tra lui e Tino.

Non che si odino, ma crescere e ritrovarsi con una cotta per lo stesso ragazzo non li ha aiutati. Perlopiù fingono di sopportarsi diplomaticamente, specie in presenza di Matt; se lui scoprisse la verità sarebbe troppo doloroso ed entrambi sanno che rischiano di rovinare quell'amicizia, perciò continuano a mantenere un rapporto di facciata che c'è ancora, ma non è più profondo come può sembrare ad un osservatore esterno. Come Matt stesso crede.

Di sicuro, Tino ha iniziato a volergli male già da qualche mese, almeno da quando ha capito di averlo come rivale.

Rivale? È così che lo considera? Uno scomodo sassolino lungo il suo percorso di conquista? Non dovrebbe prendersela, in fondo vede il finlandese allo stesso modo, eppure...

«Ber, dico!»

Matt gli schiocca le dita davanti agli occhi, ma non producono un gran suono a causa dell'acqua. Sobbalza comunque e le fissa, guardandolo poi negli occhi.

«Ah, eccoti qui», sghignazza l'altro tornando alla propria doccia.

Berwald si guarda la mano e si accorge che gli ha rimesso lo shampoo sul palmo teso. A che stava pensando? A Tino? In un momento simile? Un'occasione per perdersi in meravigliose fantasie accanto al ragazzo che gli piace, mentre sono nudi nelle docce?

Imperdonabile. Stupida mente che vaga senza controllo.

Si insulta pesantemente e brontola qualcosa, riconcentrandosi per lavare via ogni traccia di sudore.

«Pss, Berwy», sussurra l'amico lì accanto allungando leggermente il collo nella sua direzione. «Non è che prima stavi guardando le lodevoli chiappe di Tino e ti sei incantato ad immaginare sconcezze?»

Berwald avvampa fino alle orecchie e gli tira lo shampoo in testa senza rispondere.









-Angolo Autrice-


Benché abbia parecchie storie pronte sui Nordici, sono sempre stata restia a pubblicare... ma! Sì, ce un ma o non sarei qui.

C'è gente che insiste, mettiamola così. Gente che pensa che farei felice (?) qualcuno condividendo queste storie.

Perciò cominciamo con qualcosa di leggero, carino e poco impegnativo, ovvero questa, talmente vecchia che non so come mi sia venuta in mente.

Non è molto lunga nel totale, ma si presta bene ad essere divisa a “blocchi”, diciamo, tanto che non sono nemmeno veri capitoli e per trovare i titoli morirò.

*segamentalizza*

Prendete questo primo come una specie di introduzione, giusto per capire chi abbiamo davanti e che cacchio vogliono.

Matt.

Sì, lo vogliamo in molti. *sguardo perv*

Tra parentesi, è il nome che la mia misteriosa compagna di playeraggio ha scelto per il suo Danimarca e tale è ormai zuo nome anche in mie ztovie.


Finito l'angolino inutile? Sì? Bene, addio. Chi ha voglia di spararsi flebo di zucchero può accodarsi... ce ne sarà, più avanti. (E non solo quello.)

   
 
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