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Autore: shemrscookie    03/01/2012    7 recensioni
Come puoi pensare che la tua vita possa cambiare da un momento all'altro? Non puoi immaginarlo, ma devi essere pronta al cambiamento.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ero in un angolo della mia camera, isolata da tutto e da tutti. Il computer era spento. La porta era chiusa. Le mie lacrime continuavano a scendere. Avevo messo 'Ignorance' dei Paramore ad altissimo volume nelle mie orecchie. Non potevo sentire nessuno. Volevo isolarmi, dopo quello che era accaduto nel pomeriggio. Sentivo un nodo allo stomaco. Era brutto ricordare ciò che avevo sentito. Ciò che era successo. Ciò che pensavo non sarebbe accaduto mai.
Richard, questo era il suo nome. Era il ragazzo più stupendo di tutta la Terra. Era lui che mi aveva messo il sorriso sulle labbra, mi aveva fatto capire che cos'è l'amore, quello vero. Ed era l'unico che mi faceva stare bene. Ma bene per davvero. Era un tipo sveglio, non fumava, non beveva. Era uno di quelli diversi, non era come tutti gli altri. Non gli importava la discoteca e nemmeno le ragazze che ballavano la lap dance. A lui importava solo di me, dei suoi amici e della sua famiglia. Aveva i capelli castani, ricci, che mi piacevano tanto. Era alto 1.86, aveva quegli occhi verdi che mi facevano sognare, di quel verde smeraldo, che mi incantavano, mi ci perdevo dentro. Quelle labbra così morbide, che mi piaceva toccare con le mie labbra, per formare il bacio più dolce del mondo. Sentivo che era lui l'uomo perfetto per me, colui che poteva essere il padre dei miei futuri figli. 
Ma, quel pomeriggio, me lo avevano portato via, per sempre. Stava guidando la macchina, aveva già la patente da due anni. Stava venendo da me, per salutarci, visto che il giorno dopo sarei partita per una vacanza a Madrid. Era sull'autostrada, quando un uomo gli andò addosso con la macchina e uscì dalla strada, andando a sbattere contro un albero. Stava andando così veloce che la macchina, andando a sbattere, si ridusse in poltiglia. Quell'uomo non si fermò, andò per la sua strada. A chiamare l'ambulanza fu una donna che vide l'accaduto e si fermò. Disse che era cosparso di sangue sulla faccia e sulla camicetta bianca. Quella camicetta bianca che gli avevo regalato il giorno del suo compleanno. Chiamò subito il 118, ma quando provò a sentire il battito cardiaco, non c'era nessun segno. Lo portarono in rianimazione, ma dopo 20 minuti, lo dichiararono morto. Morto sul colpo. Lo scoprì un'ora più tardi. Mia madre all'inizio non riuscì a dirmelo. Ma poi venne in camera mia. Stavo parlando al telefono con una mia amica.
-Tesoro, metti giù quel telefono!
-Mamma, sto parlando con Jennifer un attimo!
-Lucinda, METTI GIU' SUBITO QUEL TELEFONO!
La sua voce si alzò, e mi fece paura. Mi faceva paura anche la sua faccia. Misi giù il telefono.
-Mamma, mi stai preoccupando. Che succede?
-Si tratta di Richard, Luce.
Stavo tremando.
-Mamma, che succede? Cos'è successo a Richard?
Si fece bianca in faccia.
-MAMMA!
-Ha... ha fatto un'incidente stradale, è andato a sbattere contro un albero e...
-E...?
-E' morto sul colpo. Mi dispiace, amore! Davvero, mi dispiace!
Diventai bianca come il latte. Richard... ERA MORTO? SERIAMENTE? Mi scesero le lacrime, rimasi immobile. Non riuscivo a parlare. Ero rimasta sconvolta. Corsi e andaii dritta in camera, chiusi la porta a chiave e mi misi in un angolo, a piangere. Mia madre che bussava alla porta.
-Luce, apri subito la porta.
-LASCIAMI STARE! - urlai con tutte le forze che mi erano rimaste.
Ero troppo spaventata, Richard non c'era più. Era morto. E ora non sapevo il motivo della mia esistenza. Era colpa mia se aveva fatto l'incidente, stava venendo da me. Non meritava di morire. 
Stetti in quell'angolo per ore. Senza parlare con nessuno. Arrivarono le 8 di sera.
-Amore.
Era la voce di mia madre.
-E' pronta la cena.
-Non ho fame, mamma.
-Amore, prima o poi dovrai uscire da...
Non le feci finire la frase.
-MAMMA NON VOGLIO USCIRE DI QUI MAI PIU'.
-Luce, non puoi stare lì per sempre.
-SI INVECE, TANTO ALLA FINE ADESSO QUAL E' IL MOTIVO DELLA MIA ESISTENZA? SONO L'ERRORE DEL MONDO. NON DOVEVO NASCERE. ADESSO NESSUNO POTRA' MAI ESSERE COME RICHARD, NESSUNO!
Non sentii più la voce di mia madre, e le lacrime continuavano a scendere. Non volevo l'aiuto di nessuno. Staccai persino il telefono.
Si fece l'una di notte. Decisi di sdraiarmi sul letto, ma non dormii per niente tutta la notte. Continuai a piangere ed a pensare che niente e nessuno mi avrebbe fatto ritornare quella di una volta.
 
Nessuno, poteva riparare il mio cuore.
  
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