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Autore: Scarlet Wings    03/01/2012    0 recensioni
Lee, Fred e George creano un po’ di scompiglio tra gli studenti con le loro Orecchie Oblunghe. Lee si distacca accidentalmente dal gruppetto e si imbatte nel professor Piton. Tra i due nasce una breve discussione che si sarebbe conclusa con una punizione per Lee, se Fred e George non fossero intervenuti in suo aiuto.
Fanfic classificatasi prima al contest "Conversazioni fuori dal comune" indetto da Ystava =D
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro, personaggio, George, e, Fred, Weasley, Severus, Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Orecchie vaganti e amici dietro l’angolo



Lee camminava a passo svelto per uno dei corridoi di Hogwarts, non sapeva bene quale. Aveva il fiatone e si guardava attorno con attenzione. Ma il corridoio era deserto, quindi decise di fermarsi per qualche istante per riprendere un po’ di fiato.
Fino a poco fa lui, Fred e George erano intenti a origliare una conversazione tra un gruppetto della Squadra d’Inquisizione davanti alla porta della Sala Grande grazie alle Orecchie Oblunghe, nella speranza di ottenere qualche informazione interessante. Sembrava che tutto filasse liscio, ma in un attimo tutto si trasformò in un putiferio: una delle ragazze che componeva il gruppo aveva accidentalmente pestato l’Orecchio Oblungo che si trovava troppo vicino ai suoi piedi e, non appena lo vide, impallidì e scappò nella Sala Grande urlando a pieni polmoni la sua macabra scoperta. Lee, Fred e George, dopo aver recuperato l’Orecchio, avevano tagliato la corda, ma Lee si era distratto e si era ritrovato da solo in quel corridoio.
Si guardò attorno, ancora una volta: i leccapiedi della Umbridge dovevano essere sulle loro tracce. Meglio tornare alla Torre Grifondoro il prima possibile. Non sapendo esattamente dove si trovasse, Lee percorse il corridoio tranquillamente, con le mani in tasca, cercando di fare mente locale per poter tornare al dormitorio. Non appena girato l’angolo, però, ebbe una brutta sorpresa: incontrò Piton. Per poco non si scontrarono.
 < ’Sera professore >  mormorò Lee, cercando di svignarsela, ma il professore lo intercettò.  < Dove crede di andare, signor Jordan? >  disse Piton, fissandolo con i suoi freddi occhi neri.
 < Al mio dormitorio >  rispose Lee, cercando di assumere un’aria innocente.
 < Il dormitorio Grifondoro è dall’altra parte >  fece Piton, con un lieve sorriso di scherno in volto.
 < Ah, certo… lo so, però… >  cominciò a dire il Grifondoro, ma fu interrotto.
 < Signor Jordan, lei non sa niente di ciò che è accaduto in Sala Grande? >  domandò Piton con la sua solita voce piatta.
 < Perché, cosa è successo? >  disse Lee, sperando di essere abbastanza convincente. Non aveva mai amato particolarmente le punizioni, soprattutto da quando la Umbridge aveva preso il comando a Hogwars.
 < E’ stato ritrovato un orecchio sul pavimento che si è rivelato essere solo uno scherzo >  disse il professore, squadrandolo dall’alto in basso.
Lee fece una risatina forzata.  < Ma che scherzo schiocco! Chissà chi è stato… >
 < Potrei provare a indovinare >  disse Piton, con un sorrisetto che non prometteva nulla di buono. < Svuoti le tasche, Jordan >
Lee rabbrividì. L’Orecchio Oblungo che aveva provocato scompiglio in Sala Grande era proprio nella sua tasca destra. Era davvero nei guai.
 < Professore, non penserà che io me ne vada in giro con orecchie finte in tasca!> esclamò Lee con falsa sorpresa.
 < Vedremo. Svuoti le tasche >  ripeté il professore.
 < Non è necessario. Nelle mie tasche non c’è assolutamente nulla >  disse Lee, tenendo le mani in tasca e cercando di farsi venire in mente qualche brillante idea per scappare.
 < Spiacente, ma non le credo. Svuoti le tasche, oppure sarò costretto a metterla in punizione >
 < Cosa le fa pensare che nelle mie tasche ci sia qualche orecchio mozzo? >
 < Cosa me lo fa pensare? Forse il fatto che lei e i suoi amici Weasley non facciate altro che stupidi scherzi a chiunque vi capiti a tiro? >  disse Piton, che sembrava stesse cominciando a innervosirsi.
 < Ah… la nostra fama ci precede, dunque >  mormorò Lee con tono rassegnato. Stavolta una punizione non gliela toglieva nessuno.
 < Si sbrighi e vuoti le tasche una volta per tutte >  sbottò il professore.
Lee sospirò. Stava per cominciare a svuotare le tasche, quando qualcosa attirò la sua attenzione: Fred e George, alle spalle di Piton, cercavano di parlargli a gesti. Ma bastò che indicassero le Caccabomba che avevano in mano per far capire a Lee in cosa consisteva il loro piano.
 < Professore, spiacente ma devo proprio scappare! >  disse in fretta Lee, cominciando a correre.
 < Jordan, dove sta andando? Torni subito indietro! >  sbraitò Piton, qualche istante prima che qualche Caccabomba esplodesse a poca distanza da lui. La Umbridge e i suoi galoppini non si sarebbero annoiati quella sera.
 < Scusatemi ancora, ma devo andare a studiare per il prossimo compito di Pozioni! >  urlò Lee, ridendo, per poi correre a perdifiato verso il dormitorio Grifondoro. Mentre percorreva l’ennesimo corridoio fu afferrato e trascinato in un’aula vuota. Per fortuna erano Fred e George, che richiusero in fretta la porta alle loro spalle.
 < Te la sei vista brutta stavolta, vero Lee? >  disse George, divertito.
 < Ragazzi, davvero non so come ringraziarvi >  cominciò Lee.
 < Sì, lo sappiamo che siamo dei geni e che ti abbiamo salvato da una punizione di quell’arpia… >  disse George a bassa voce con falsa modestia.
 < E ti abbiamo anche fatto fare una bella uscita di scena… > continuò Fred, annuendo.
 < …ma ora la cosa più importante è tornare ai dormitori senza farci scoprire, quindi seguici e non fiatare >   concluse George, facendo l’occhiolino e cominciando a sbirciare fuori dalla porta. Lee si limitò ad annuire e a sorridere, scuotendo la testa. Cosa avrebbe fatto senza di loro?

  
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