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Autore: khyhan    03/01/2012    3 recensioni
la storia è un missing moment su Hàzen di Children of Sun, e di come scalpiti nella sua giovane età per poter conquistare il regno di Alkara e per fare ricordare il proprio nome in eterno a Caltar. Spero vi piaccia
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Gloria e Onore

Onore e Gloria

 

I giardini reali si stendevano sotto i loro piedi, i piccoli fiori bianchi gettavano pallide luci vicino all’acciottolato. Il buio era quasi totale, se non fosse per quei piccoli puntini di luce e per le fredde lampade azzurrine poste a intervalli regolari sui sentieri.

- così, vostro padre vi manderà alla conquista di Alkara, nobile Hàzen? – la voce leziosa di quella donna gli dava enormemente fastidio, entrava attraverso le sue orecchie infilandosi come un pugnale rovente nel cervello.

Tornò a guardare i fiori notturni che spandevano il loro profumo inebriante intorno a loro, saturando l’aria.

- principe Hàzen? – la ragazza batté un piede per terra irritata dal trattamento che il giovane le riservava, lei era la figlia di un nobile vicino alla casa reale e nessuno doveva ignorarla, neanche il principe.

- che c’è? – chiese lui annoiato, aggiunse un “mia signora” quasi sputando le sillabe, trovava quella donna petulante ed egoista, una noia mortale.

- vi ho chiesto – rispose lei alzando di tono la voce e il mento – se partirete per la missione di conquista di Alkara? –

Hàzen si bloccò vicino a un’Orchidea Notturna tigrata, il fiore prediletto della sua defunta madre. Ne accarezzò un petalo, cercando di ricordare se anche lei avesse quel profumo e quella morbidezza.

- quei fiori sono disgustosi! – esclamò la ragazza – vostro padre dovrebbe eliminarli! – lui strinse un pugno resistendo alla tentazione di metterla a tacere una volta per tutte. Gli abiti in velluto nero emanarono riflessi verdi mentre cercava di trattenere la rabbia.

- vorresti fare un piacere al tuo principe? – chiese lui con finta dolcezza, scostandole un boccolo dal viso, fin troppo imbellettato.

Lei arrossì – qualsiasi cosa, mio signore – rispose con una mezza riverenza

- allora taci, oca – le sussurrò all’orecchio con una voce dolce come il miele, ma fredda come il ghiaccio.

Hàzen era arrivato al limite della sua ben poca pazienza, le voltò le spalle tornando al castello, e mise fine al suo settantacinquesimo appuntamento organizzato dal padre che gli cercava moglie.

Entrato nel palazzo camminò a passo svelto tra i corridoi semideserti, ogni tanto una guardia o un cortigiano gli faceva l’inchino a cui, o rispondeva meccanicamente o lo ignorava guardandolo altezzoso. Il servilismo gli dava fastidio e non sopportava quelli che lo adulavano per avere favori o intercessioni con il re.

Avvivato alla sala del trono, si fece aprire senza tante cerimonie le porte a doppi battenti in vetro verde scuro e metallo grigio.

- padre! – esclamò interrompendo le macchinazioni di guerra di re Buio – dobbiamo parlare! – si fermò a pochi metri dal trono, alzando lo sguardo in segno di sfida.

- cosa vuoi Hàzen? – rispose il re con tono di sufficienza – sono impegnano, l’invasione di Alkara inizierà presto – Buio non alzò nemmeno lo sguardo dalle carte che stava consultando.

- voglio che la piantate di programmarmi incontri con quelle smorfiose delle nobili. Per tutti i Tramiti, non voglio una moglie! – nei suoi occhi azzurri brillava una luce pericolosa, al limite della follia.

Re Buio abbassò le carte con molta calma, osservò il figlio e poi scoppiò in una sonora risata, che con un eco si diramò in ogni angolo dell’enorme salone – tu, che puzzi ancora di latte della balia, vieni a fare questi discorsi a me? Pensi che non sappia come ti diverti con le cameriere nelle osterie dei bassifondi? Dai retta me, figlio, meglio una fanciulla dell’alta nobiltà che una sporca cameriera che odora di sterco! – tornò a concentrarsi sui preparativi della guerra imminente, ritenendo il discorso chiuso.

- io non voglio una moglie! – ripeté testardo il ragazzo

- e cosa vuoi, allora? – chiese il re con finto interesse, cambiando pergamena

- onore e gloria! Voglio consegnarvi Alkara e governarla per voi – da tempo si preparava a dire quelle parole al padre. Lui, voleva Alkara per sé, e farne il suo terreno di caccia personale e una colonia per i bui.

Re Buio mise di nuovo via le carte – sarà tanto se non becchi una botta in testa nei primi minuti di battaglia – rispose sarcastico – ma se mi porterai i figli di mio fratello, ti prometto che potrai fare di Alkara ciò che vorrai – aggiunse prendendolo in giro

- il principe – disse Hàzen, con tono di sfida

- il principi – lo corresse – sono due gemelli, separati alla nascita. Peccato che Sole non sappia fino a che punto possono arrivare le mie spie –

- se ve li consegno, avrò Alkara per me? – chiese il ragazzo con uno sguardo famelico e desiderio di conquista.

- si, se li avrò, vivi o morti, Alkara sarà tua – e chiuse il discorso congedando il figlio bruscamente.

 

Il sarcofago bianco brillava alla luce delle torce, proiettando ombre sul viso di Hàzen che inginocchiato pregava i Tramiti e la madre per la buona riuscita della missione. Aveva progettato un piano, ma significava allontanasi dalla guardia per un po’ esponendosi in primo piano. Meglio, si disse, non ne aveva bisogno.

Poggio un’Orchidea Tigrata alla base del sarcofago e baciò le fredde labbra di marmo che ricalcavano fedelmente quelle della madre. Poi scoccò un timido bacio anche alla figurina di pietra che rappresentavano la sua sorellina morta poco dopo il parto che stava avvinghiata al petto della donna. Lo scultore le aveva rappresentate esattamente come erano state seppellite, abbracciate l’una all’altra.

Silenziosamente maledì i Tramiti, se non fosse stato per loro sua madre e sua sorella non sarebbero morte. Ma lui avrebbe cambiato le cose, lui avrebbe sovvertito alle leggi del mondo.

- tornerò presto madre – disse accarezzando la figura di pietra sulla fronte – dopo che avrò conquistato onore e gloria – con un ultimo bacio si congedò dalla cripta che conservava le spoglie della famiglia reale.

 

Il principe aveva un gran caldo mentre si allenava nell’arena. Combatteva a petto nudo, con solo un paio di pantaloni in pelle nera addosso, il sudore gli colava lungo il torso e negli occhi, irritandoglieli. Con un urlo disarmò il suo avversario, mandandolo a sbattere contro la rastrelliera che rovesciò le armi tutt’ attorno.

- c’è nessuno altro che vuole sfidarmi? – chiese sfrontato. I pettorali gli guizzarono sul petto mettendo in luce il tatuaggio che aveva fin da bambino, simbolo della sua regalità.

Alcuni uomini si nascosero fra le ombre dell’arena buia cercando di non ricadere vittima delle ire del principe – allora? – domandò di nuovo sprezzante – siete solo dei codardi? – urlò piantando la spada per terra.

Un vecchio soldato si fece avanti – cosa vi turba, mio signore? – chiese coraggiosamente.

Preso dalla rabbia, Hàzen gli mozzò un orecchio con un colpo di spada, il soldato gridò di dolore cadendo all’indietro per la sorpresa e mentre si trascinava verso l’oscurità sanatoria, delle gocce di sangue scuro sporcarono la sabbia grigia dell’arena.

Il principe rise schernendolo – qualcun altro vuole farmi da confidente? – chiese guardandosi intorno.

Sempre disprezzando la codardia dei propri uomini andò ad asciugarsi il sudore con una pezza che l’attendente gli offriva.

- ottimo lavoro, mio principe, come al solito siete il migliore – disse l’uomo adulandolo

- taci! O finisci anche tu in lacrime nell’arena, con un buco in pancia – ringhiò in risposta. Il servitore deglutì vistosamente e fece un passo indietro, spaventato.

Hàzen resistette alla tentazione di tirargli un calcio per puro divertimento e si sciacquò il viso nel bacile ricolmo di acqua fresca.

Un capitano marciò verso di lui facendosi strada nell’arena – mio principe – disse salutandolo un in inchino rigido – vostro padre vi chiama nella sala del trono. L’invasione di Alkara sta per iniziare –

Sul volto del bel principe si disegnò un largo sorriso, finalmente avrebbe conquistato onore e gloria.

 

NAD:

questa storia tratta del momento in cui Hàzen (lo amo) parte per Alkara sperando di conquistare non solo delle terre nuove, ma anche, credo, l’apprezzamento del padre. Bene la storia di Hàzen la trovate in “Children of Sun” di Talia_Socia_Grace che *saluta*, mi ha prestato il suo amorevole Hàzen su cui ho scritto..questa tesoro mio è la risposta a “Catch me if you can”, spero ti piaccia e se si..più avanti ne farò ancora..

baci

Khyhan

  
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