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Autore: Jen92    03/01/2012    6 recensioni
- C’è.. Qualcosa che non va? - Domanda Hermione, con la voce roca e vagamente impastata. Trema quasi alla risposta, non avendo potuto fare a meno di notare l’espressione nuova che campeggia sul volto di quello che già da qualche mese è il suo ragazzo.
- No, è solo che.. – Trovare le parole giuste non è mai stato facile per il rosso, figuriamoci in un momento come questo. Ed abbassa quindi il capo, portando la destra a grattare la nuca in un palese gesto di nervosismo. Deglutisce, e deve andare avanti.
- Se continuiamo così.. Ecco io.. – Si blocca di nuovo, annaspando alla ricerca del modo migliore per far capire all’altra che la sente cambiata, che avverte una nuova vibrazione mai sperimentata prima, tra di loro.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ADESSO.


Un pomeriggio come tanti, che di memorabile non ha nulla. Non c’è il sole in cielo, coperto da una spessa coltre di nuvole, che tra l’altro sembra anche voler preannunciare un temporale in arrivo. Grigia è l’aria, che contribuisce a rendere ancora più uggiosa l’atmosfera. Inverno ormai alle porte, la tipica stagione di mezzo che non sa regalare nulla di bello. Ed il vento che sferza contro le finestre crea un sottofondo che potremmo definire senza remore fastidioso.
Ma c’è chi di tutto questo non ha la benchè minima percezione.
Due ragazzi, chiusi a chiave in una camera per sfuggire ad occhi indiscreti, si scambiano le effusioni tipiche della loro età. Seduto sul bordo del letto, lui accoglie sulle sue gambe il peso leggiadro di lei, che di rimando ha attorcigliato le braccia attorno al suo collo. Sembrano una cosa sola, mentre si perdono in baci lunghi e profondi, tali da togliere il respiro e da costringerli a staccarsi ogni tanto, per riprendere fiato, strappando così anche un sorrisetto imbarazzato dalle labbra di entrambi.
Ma c’è qualcosa di diverso in quei gesti ormai così usuali, così intimi. Una spinta, una pressione maggiore, che li porta a desiderarsi con molta più urgenza che in passato. Le lingue si cercano con più frenesia, le dita accarezzano ogni centimetro di pelle libera, i corpi si toccano bramosamente. E di questo, ovviamente, Ronald se ne accorge, tanto da sforzarsi di staccarsi per poter osservare bene il viso di lei.
Trova l’immagine di un volto stupido, le grandi iridi nocciola aperte di stupore. La bocca, leggermente screpolata, che disegna un’ovale perfetto in quel viso di porcellana.
- C’è.. Qualcosa che non va?  - Domanda Hermione, con la voce roca e vagamente impastata. Trema quasi alla risposta, non avendo potuto fare a meno di notare l’espressione nuova che campeggia sul volto di quello che già da qualche mese è il suo ragazzo.
- No, è solo che..  – Trovare le parole giuste non è mai stato facile per il rosso, figuriamoci in un momento come questo. Ed abbassa quindi il capo, portando la destra a grattare la nuca in un palese gesto di nervosismo. Deglutisce, e deve andare avanti.
- Se continuiamo così.. Ecco io.. – Si blocca di nuovo, annaspando alla ricerca del modo migliore per far capire all’altra che la sente cambiata, che avverte una nuova vibrazione mai sperimentata prima, tra di loro. Un gesto però lo tradisce ancor prima che riesca a far uscire quel che lo tormenta. Gli occhi azzurri cadono verso il basso, lanciando un’occhiata quanto mai preoccupata a quel rigonfiamento nei pantaloni che se lei fino a quel momento non ha notato è solo perché Merlino non ha voluto.  Inutile dire che lei lo segua immancabilmente, arrossendo di botto ed esibendo l’aria stordita di chi abbia appena ricevuto una botta in testa. Quando tornano ad incrociare gli sguardi, rimangono per qualche interminabile istante a fissarsi, senza avere l’uno il coraggio di interrompere quel silenzio così grave di imbarazzo.
Infine è lei a mettere da parte gli indugi, portando la manina a sistemare i ricci ribelli e parlando come se un nodo alla gola le rendesse particolarmente doloroso articolare dei suoni.
- E se.. – Null’altro, e per lei è pure troppo. Ma questo basta per ridare coraggio al penultimo di casa Weasley, il cui viso è attraversato da un lampo. – Se cosa? – Ribatte fulmineo, senza staccare gli occhi dal viso di lei, così adorabilmente schivo nell’evitare il suo.
- No, nulla, lascia stare. Non era niente.. – Ci prova Hermione, ci prova a sorvolare per evitare di sprofondare nel baratro. Perché quel che ha pensato non è da lei, e se ne vergogna anche. Come può permettersi di far lavorare il cervello fino a quel punto? Assolutamente inconcepibile.
- Maddai, Herm, parla.. Non ti mangio, sai. – Lui le sorride, poco accontentandosi di quel tentativo ma capendo, sebbene la sua sensibilità non sia mai stata troppo spiccata, la difficoltà della mora ad articolare i suoi pensieri. Le dita trovano allora il suo mento, cercando di portare il volto in alto per mostrarle quanto sereno sia il suo sguardo in questo istante.
Si lascia guidare, la ragazza, torturando le labbra con i denti fino a trovare il coraggio di pronunciare quelle poche, ma dannatamente ardue, parole.
- E se io.. Volessi continuare? –
Se ci fosse stato in camera con loro un fotografo ad inquadrare il povero Ronald, ne avrebbe ricavato un’opera particolarmente comica. Perché nulla, nessuna metafora nemmeno tra le più elaborate, potrebbe servire a spiegare con esattezza quel che sta passando ora nella sua mente, e di conseguenza le espressione che si alternano sul suo viso. Stupore, meraviglia, scetticismo, euforia, paura, eccitazione in un calderone che mescola tutto senza pietà. Tanto che, almeno in un primo momento, non riesce a spiccicare parola. Cosa potrebbe fare allora Hermione, rimasta così sulle spine e trepidante nel suo essersi messa a nudo? Fraintende ogni cosa. Ed immediatamente un’ombra vela il suo viso arrossato, seguita dal folle ed immotivato terrore di un rifiuto. Non lo sopporterebbe, non ce la farebbe. Non ora, non così.
- Ron, io credevo.. – Di farti contento, dannatamente contento. Credeva che la sentisse anche lui, quell’alchimia strana ed esaltante, quel pugno allo stomaco seguire ogni bacio e quella necessità strisciante di averlo vicino, sempre ed in ogni istante.  – Cos’è, non ti piaccio più..? – Domanda allora, tenera e tremante, ancora sulle gambe di lui. Ma ancora per poco, perché se il ragazzo non le risponderà probabilmente esploderà.
Ma non c’è bisogno di arrivare a questo punto, perché le parole di lei improvvisamente lo scuotono nel profondo, facendolo riemergere dalla trance in cui era caduto. Incapace ancora di articolare un pensiero decente, troppe sono le immagini che gli sono passate davanti agli occhi. Ed allora ridacchia, nervoso come poche altre volte in vita sua, eppure straordinariamente sicuro. Lei lo vuole.
- Non mi piaci più, Herm? – Le fa eco, mettendo tutto il sarcasmo che possiede e che riesce a trovare nella sua voce, indicando ancora una volta quei jeans mai effettivamente sgonfiatisi, da qualche decina di minuti a questa parte. E lei si lascia trascinare in quel momento di pura sdrammatizzazione, mentre lo cerca avidamente con gli occhi nella speranza di leggervi qualcosa che possa scacciare via ogni timore, ogni preoccupazione. In effetti la trova, quella risposta, nell’espressione di lui, dolce fino all’inverosimile, e così dannatamente made in Ron. La fissa come se fosse qualcosa sul punto di rompersi, fragile e delicata, adorante.
Troppo, perché lei non senta il bisogno di dare corpo ai suoi pensieri, di sfogare finalmente quelle piccole vergogne così celate nella sua mente, eppure capaci di farla impazzire quando si ritrova, sola, nel letto a fissare il buio. Uno scatto è quello che la porta in piedi, divincolandosi dalla presa leggera di lui per fronteggiarlo faccia a faccia. Selvaggia nei suoi capelli in disordine, gonfi per i ripetuti passaggi della mano di Ronald, che ora come ora non può fare a meno di pensare a quanto sia bellissima. Uno spettacolo avvincente, con quelle gote rosse della tonalità più accesa, lo sguardo saettante e le mani tremanti dall’imbarazzo. E la fissa mangiandosela con gli occhi mentre lei parla, lasciandola fare senza osare interromperla. Anzi, si mette quasi comodo portando le braccia un poco più indietro rispetto la linea della spalle, i palmi perfettamente aderenti a quella trapunta arancio decisamente troppo logora per sopravvivere un’altra stagione.
Poi lei lo fa, scoppia finalmente, dopo essersi mordicchiata le labbra che ora sanguinano appena in più punti, dopo aver tirato un immenso sospiro. Il tono che ne esce è balbettante, insicuro. Del resto, quello che sta esplorando è un terreno sconosciuto, una landa ignota eppure tremendamente invitante.
- Ron, io non so.. – L’inizio non è dei migliori, accompagnato ad un continuo gesticolare, il cui unico scopo è quello di farle avere le mani occupate in qualcosa. Non osa alzare gli occhi su di lui, non ancora, perché non sa bene come lui stia reagendo. Non sa che lui ora sorride, in estasi, qualsiasi cosa lei stia per dire.
- Tu sai come sono fatta, no? – Domanda retorica, senza aspettare una risposta che del resto non verrà. Inutile per entrambi, che la conoscono perfettamente. – Sai che non sono ci so fare in queste cose.. E poi io sono così, sembro tutta d’un pezzo, rigida.. – Fredda vorrebbe aggiungere, ma evita per non peggiorare la situazione. Ed in effetti, è esattamente questo quello che trapela alla gente. Agli occhi del mondo è una ragazza matura, integerrima, capace di un grande sangue freddo e molto, molto posata. Eppure, qualcosa ultimamente sta incrinando quella che poi è anche l’immagine che ha di se stessa. Curioso come quel qualcosa abbia un nome, adorabili capelli rossi e stia trepidando davanti a lei, in attesa che prosegua.
- Solo che.. Ultimamente è diverso, ecco. – Afferma secca, decisa, le mani che roteano davanti a lei in movimenti privi di una vera logica. – Io ho un bisogno.. Diverso.- E forse sarebbe il caso che lo spiegasse, questo bisogno.  Ma come descrivere le sensazioni che prova? Come far capire a Ron che il suo unico volere è di stringerlo a sé?
- Prima, cioè.. I primi tempi, insomma. Stavamo insieme, chiacchieravamo e.. Mi piaceva stare con te.- Lui le rivolge un’occhiata confusa, perplessa, quasi spaventata dalla piega che sta prendendo la situazione. Occhiata che lei riesce infine a cogliere, perché si è decisa a smettere di osservare il bordo del suo maglione come se fosse la cosa più interessante del mondo. Per questo si affretta a correggere il tiro, perché la sua paura di sbagliare è direttamente proporzionale al rischio di non essere capita. – No, voglio dire, anche adesso mi piace stare con te.- Ecco, così va decisamente meglio.
- Però ora, se fosse per me, starei tutto il giorno a baciarti.. A toccarti.. – Eh sì, lo sta dicendo sul serio e non sta impazzendo. – E non guardarmi così, lo so che non va bene. Me ne vergogno, ma no-..-
Non la fa finire, perché per lui ha già detto abbastanza. Allunga il braccio, Ronald, in modo da riuscire ad afferrare quello di lei. Hermione è colta alla sprovvista e non si ribella, le iridi nocciola più grandi e languide del solito. Assolutamente deliziosa. E lui la conduce a sé, quel tanto che basta per farla sua. Rapido, la cinge con le braccia e la labbra la cercano con insistenza, ed anche con una certa urgenza. Sulle prime è solo lui a condurre i giochi, ma solo il tempo perché lei si riprenda dalla sorpresa. Poi, è un turbinio di emozioni.
Prendono a baciarsi, come prima e più di prima, con le mani di lui che strisciano sui fianchi di lei mentre si cercano con tutta la voglia repressa fino a quel momento. Sono baci profondi, sazianti, che mozzano il respiro. Lei gli accarezza i capelli, per poi scendere ad assaggiare la pelle del collo.
In un unico movimento fluido, Ron la trascina sul letto, facendola stendere senza che lei nemmeno se ne renda conto. Ma la vista di entrambi è annebbiata, i sensi ovattati in preda a qualcosa di assolutamente originale per loro, e sconvolgente. Lui su di lei, la fissa dall’alto sorridendo furbo, eppure ancora titubante. Si abbassa un poco in direzione della riccia, le parole sono un sussurro.
- Posso..?- Chiede il permesso, non sentendosi ancora il proprietario di quel corpo che non è il suo, mentre con l’indice sfiora appena la stoffa del tessuto all’altezza del seno.  Il consenso di Hermione arriva con un cenno appena percepibile del capo, accompagnato da un’espressione quasi materna. Bellissimi nella loro imbranataggine, nelle loro prime esplorazioni. E quando lui finalmente appoggia la mano, senza sapere bene cosa fare eppure muovendo le dita istintivamente, cercando la pelle oltre quella lana, lei inarca la schiena, emettendo un gemito di cui subito si pente.
E’ a questo punto che entrambi hanno le perfetta percezione di quello che sta per accadere. Sgranano entrambi gli occhi, come due ladri colti sul luogo del reato, fissandosi l’un l’altro.
- Herm, sei proprio sicura..? Guarda che se..- Un dito poggiato sulla bocca gli impedisce di proseguire.
- Shh. Hai paura?- Oh sì, dannatamente.
- No..- Mente. – E’ solo che non so.. Cosa stiamo per fare?- E’ sempre stato così. Quando lui non ha risposte, corre da lei, la ragazza che ha sempre qualcosa da dire su ogni argomento. E forse è avvero questa l’occasione per coglierla in fallo, se non fosse che per una volta lei mette a tacere la testa e si lascia trasportare da quel che sente. Anche grazie a quel che vuole lei, riesce a parlare per tutti e due.
- Io, Ron.. – Ancora una volta non è facile, ed ancora una volta si inceppa, per poi proseguire caparbia.
- Non lo so, okay? – Dolcissima ammissione di colpa. – Facciamo quello che ci sentiamo e..-
Farebbe per continuare, ma l’impazienza di lui non le permette di spiegarsi oltre. E sospira allora, quando lui la zittisce con quella sua voce tanto profonda quanto potente. – Cosa c’è, dopo questo..?- Ed intende quello che stanno facendo ora, l’essere troppo vicini da sfuggirsi, troppo implicati per lasciarsi.
Gli sorride come farebbe ad un bambino troppo piccolo, che non capisce. Le guance si infiammano ancora, come se fosse possibile arrossire oltre la gradazione che ha preso. Ma non le importa, non più.
- Dopo.. Questo? Non ne ho idea..- Alza allora la testa, portandosi più vicina lui. La bocca contro il suo lobo, che viene accarezzato dalla lingua in un gesto di pura malizia, che non credeva le appartenesse. Un soffio le sue parole. – Ma lo voglio scoprire adesso..-


Jen92
 

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