"Sakura...
Non ho mai detestato quella dannata
campanella."
Le disse quando annuì con aria imbarazzata, la quale
incrementò il disagio dopo
quelle stesse parole faticate. Sakura non pensava, credeva soltanto di
essere
innamorata persa di lui, proprio come quel personaggio che interpretava
in
quella - che lei riteneva banale
- fiction. Lo amava nei suoi difetti e
nei suoi quasi assenti pregi. Lui nel frattempo restava semplicemente a
guardarla, maledicendosi a mente per ciò che le aveva
confessato. Il motivo?
Detestava se stesso, con tutto se stesso, quando con le sue parole
provocava
solo disagio alle persone, specialmente se queste erano solo ed
unicamente lei.
Gli occhi smeraldini vagavano fra l'alto e il basso, fra destra e
sinistra,
senza mai scontrarsi con quelli cupi dell'altro. Il suo sguardo era
trasparente
e innocente, soprattutto in tali situazioni, e ciò che
voleva lei era non far
sentire Sasuke in colpa.
Suoni fievoli, sconnessi sfuggivano dalla
bocca di lei, nel tentativo di rispondere con una frase ragionevole, ma
fu
subito interrotta dalla voce più franca e determinante dei
due.
"Perdonami. Dopo ho bisogno di parlarti."
Aggiunse poi prima di allontanarsi, facendosi spazio fra la fitta folla
dello
staff. Pensò fosse opportuno non dare alcuna motivazione,
non era nemmeno il
momento adatto e nemmeno il luogo. Troppi paparazzi.
Strano eh quando l'uno si sente in colpa per l'altro per una situazione
in cui
l'unica colpa è di una dannata
circostanza?
Il
casting di una nuova e innovativa fiction sbarcò fino
in Giappone, dopo aver visitato ulteriori mete mondiali. Milioni e
milioni di
attori e professionisti presentatisi ai provini non furono accettati,
furono
ritenuti inadeguati, sia per capacità artistiche che per
somiglianza. Maggior
parte degli attori adulti presenti in questa serie furono rimediati
proprio in
Giappone e nel giro di poche settimane lo staff era al completo, per
questo
l'autore decise di modificare lievemente delle impostazioni nella
trama. Doveva
questa raccontare le avventure di popoli ninja in diversi villaggi,
gestiti da
una guida per ognuno, in completo stile manga
giapponese. Il
protagonista era generalmente uno solo, un ragazzino orfano dai capelli
biondi
e gli occhi azzurri, che aspirava inizialmente a diventare Hokage,
capo
del suo villaggio, poi a combattere contro il suo miglior amico per
il ritorno di questi al villaggio.
Più o meno, la storia era questa.
Prevedeva un casting folto, specialmente di bambini con grandi
qualità
combattive, un copione interminabile e tanti effetti di scena. In
più l'autore
decise di dare i veri nomi degli attori ai suoi personaggi immaginari,
che gli
parevano più che adatti. Le riprese durarono anni, lo share
risultava sempre
essere alto, dunque era giusto continuare la fiction oltre la prima
serie. In
questi anni quei bambini di 12-13 anni sono cresciuti, diventando quasi
adulti;
studiavano da privatisti, molto spesso non avevano tempo per svagarsi o
addirittura per uscire, per stare in famiglia. Vivevano il 50%
della loro
vita sul set, affinché le riprese annuali potessero
terminare tutte prima delle
vacanze estive. Per quegli adolescenti la vita fu particolarmente
diversa da
come se l'aspettavano, ma egoisticamente preferivano il loro
lavoro per
i profitti che ne avrebbero tratto e per i guadagni materiali. Erano
degli
adolescenti, appunto, infatti per molti di loro si sviluppava
una
personalità simile a quella dei personaggi che
interpretavano, oltre alla
solita altezzosa degli straricchi.
Sakura
restò lì impalata per minuti, fin
quando il loro adorato
e pettegolo autore la prese da dietro per un
braccio, costringendola a voltarsi verso di lui, per poi chiederle con
entusiasmo di ciò che fra loro due stava per nascere. Era
pettegolo di natura,
ma questo faceva comodo ai mass media, che potevano ottenere scoop
certi più
facilmente. Non faceva di certo comodo a chi avrebbe voluto che le
proprie
questioni rimanessero riservate. Quelli come lui rientrano nella
categoria di
persone insopportabili, ma in quest'occasione fu il suo modo di
preoccuparsi
per la loro amicizia,
nella quale, in cuor suo, non sperava più.
La notizia circolava da quella mattinata in internet, fra le
bocche dei
fans, nelle strambe società dei paparazzi. Questi subito si
fiondarono nel set,
sotto autorizzazione del capo, ad acclamare i loro idoli o a scattare
la foto
perfetta del momento perfetto. Che quelle foto avrebbero avuto un loro
spazio
in ogni pagina esistente in internet era tristemente scontato.
Sasuke sparì in pochi attimi, tra le domande lasciate in
sospeso dei
giornalisti e andò nel suo camerino, passando indirettamente
il testimone
a Sakura, che dovette trattenerli tutti. Domande su domande,
flash e
fotografie, microfoni e videocamere in quantità per un unico
e stupido bacio,
che avrebbe compromesso il loro rapporto.
Ma ai media questo non importava mica.
Era
grave? Forse. Ma almeno chi in quella fiction
interpretava un personaggio dal carattere pessimo, provava alcuni
sentimenti nascosti.
Per esempio Sasuke.
L'orgoglio gli impediva di manifestare il suo vero essere,
perciò prevaleva
spesso l'indifferenza o la strafottenza nei rapporti con tutte le
persone.
All'età di 16 anni iniziò però a
provare un sentimento diverso dagli altri,
speciale e mai provato prima per quella sua amica
più cara in tutto il
cast, Sakura. Questo sentimento, uguale a quello che noi chiameremmo amore,
per lui era sconosciuto, avendo avuto una storia del tutto simile a
quella del
personaggio che interpretava: aveva dei genitori severi, non del tutto
assenti,
fin quando per un brutto incidente domestico morirono tutti. Fu
un'infanzia
difficile per lui; ogni immagine di quella giornata e di
quell'esplosione lo
tormentavano giorno e notte, non c'era modo di dimenticarle. Non c'era
modo di
dimenticare suo fratello, che scappò via senza di lui. Fu
così destinato ad
un'altra famiglia, che lo accolse amorevolmente pur non ricevendo una
risposta
altrettanto gentile, ma anche dopo svariati anni, l'atteggiamento
restò
scontroso verso quelli che erano solo dei sostituti
ai suoi genitori.
Scappò diverse volte, ma fu poi riportato a casa da
conoscenti o da poliziotti.
Per ogni pazzia che compì, non ebbe mai una punizione,
né osarono mai sfiorarlo
con un dito, a volte lo sgridavano, ma solo a volte. Fin da bambino ha
sempre
dimostrato di essere intellettivamente superiore rispetto ai suoi
coetanei, per
questo capì che quella era la sua nuova vita, nessuno poteva
tornare indietro e
se avesse voluto vivere ancora, andare a scuola e avere un tetto e dei
giocattoli, avrebbe dovuto accettare
la realtà. Aveva solo 10 anni
quando decise di iscriversi ai corsi di recitazione scolastici, dove
migliorò
le sue capacità e dove si accorse (e si accorsero) di esser
un talento in
questo campo.
Il suo essere riflessivo, logico e realista non fallì
nemmeno questa volta,
quando si accorse di esser cambiato ulteriormente, per via di quella
strana
sensazione che provava dentro di se, quando incontrava gli occhi suoi.
Non
capiva, non pensava di esser addirittura innamorato, o meglio, non
voleva
ammetterlo. Tenne tutto dentro di se, e il suo carattere lo mascherava
bene, da
non lasciar trapelare alcuna traccia di questa sua attrazione.
Fino ad Oggi.
Cosa
poteva importare ai media di un'amicizia?
A loro avrebbe sicuramente fatto piacere, chessò, un
litigio, oppure una
semplice conferma al loro fidanzamento. Eppure tutto questo
peggiorò la
situazione.
Quando finalmente, dopo ore, il set era sfollato, Sakura raccolse le
ultime
forze e un po' d'aria per ritornare al suo camerino a raccogliere le
sue cose
sparse ovunque, che siano un computer con su scritto "Sasuke
<3
<3 <3" o "SHANNARO!!!"
o altre frasi del genere
- pc che non avrebbe concesso a nessuno appositamente per quelle
scritte -
oppure cellulari, trucchi ecc. Una volta raccolti tutti e rifilati
nella sua
enorme borsa, s'avviò fuori dal camerino, quando, voltatasi
a destra, si
ricordò che affianco c'era proprio la camera di Sasuke,
illuminata: lo notò
dalla luce che usciva dal vetro rettangolare e opaco della porta. C'era
ancora,
e non esitò a bussare.
"Avanti."
Disse a voce bassa ed esausta, allo stesso modo l'altra apriva
la porta.
Entrò completamente nella camera quando si accorse che anche
Sasuke stava
preparando le sue cose per andare via. Anche se si sarebbero trattenuti
entrambi ancora per un po', almeno il tempo necessario per concludere
la
questione.
"Sasuke.. volevo dirti.."
Divorata dall'ansia e dall'imbarazzo provò a dirgli come per
lei le cose erano
evidenti. Ma un'altra volta la interruppe, questa volta, dicendo
qualcos'altro.
"Sakura penso che ci abbia preso per il culo e che quella scena non
verrà
mai mandata in onda, perché fuori tema con la serie. L'ha
fatto a posta, quindi
quelle foto faranno il giro del web inutilmente."
Quella frase illuminò Sakura, su un lato che non aveva preso
in considerazione,
quello dell'inganno,
ma ciò che lei voleva sapere era ben altro.
"Già. Ma alla fine nessuno dei due ha desistito, ti pare?"
Se Sasuke l'amava.
"Certo, l'avrei fatto se, prima, non mi sarebbe venuta in mente quella
cretinata."
Ora
direte: che giorno è Oggi?
Oggi Sasuke
e Sakura hanno un rapporto ancora più stretto e saldo, lui
ha aperto il suo
cuore solo a lei, ed era stranamente bello agli occhi di tutti,
specialmente
dei suoi badanti, vederlo sorridere
in sua compagnia. Oggi è
passato solo un anno da quando Sasuke cominciò a combattere
con il suo orgoglio
per un innamoramento; ha 17 anni. Oggi
sono amici. Oggi
si
stavano per baciare. Oggi
si sono baciati, per via di un copione
fasullo.
Quel giorno che chiamarono Oggi
fu quello decisivo, ma che creò diversi
contrasti di emozioni, a distanza di sole poche ore.
Da dov'è partito tutto? Ognuno aveva il suo parere su cosa
sarebbero diventati
loro due, semplicemente sprigionavano una magia che rendeva felici
entrambi,
cambiava Sasuke e rilassava chiunque. Per questo quella sconsiderata di
Ino,
appoggiata appieno dal suo ragazzo, Sai, indusse il loro produttore a
aggiungere una scena in cui, al posto di un attacco da parte di Sasuke
verso
Sakura, ci sarebbe stato un.. Bacio!
"No no no. Ascoltate bimbi, non ho tempo da perdere, loro non
accetterebbero e non è ciò che la mia fiction
deve diventare!"
Rispose con una palese insicurezza, per questo ebbe, Ino, tutti sbocchi
per
riuscire nel suo intento.
"Ma noi non la stiamo mica forzando. E' lei che ha subito pensato a
male.
Insomma, poi mica non
accetterebbero? E abbiamo girato
tante scene che
non sono mai state inserite nella scaletta degli episodi!"
Giustificò bene, per il giudizio del capo, perciò
si lasciò persuadere nel
compiere una cosa del genere, completamente in suo stile da pettegolo.
Sakura
restò letteralmente basita. La parola cretinata
non sfiorava d'un dito nel suo vocabolario la parola bacio,
ma lui era
riuscito ad abbinarle con disprezzo. Sì, disprezzo.
"E poi, è come se ci fossimo baciati inutilmente,
perché la scena non
serviva a nulla."
Aggiunse dando una martellata immaginaria al morale di Sakura, ma allo
stesso
tempo, stesso lui non capì perché stesse negando
tutto.
"Va bene, perfetto. Credevo ti importasse qualcosa ma evidentemente no.
Prima, quando stavi
per baciarmi era sempre una messa in scena,
vero?"
Non avrebbe mai accettato di piangere avanti a lui, non gli avrebbe
dato tale
onore. Passò da subito al contrattacco, avendo tutta la
ragione del mondo. In
fondo, quello del copione era di certo finto - sotto certi punti di
vista - ma
quello deviato dalla campanella?
Riorganizzò
allora un nuovo foglio per il copione, lo
spedì ai due nei camerini che sbuffando accettarono il
cambio del programma.
Entrambi non ne lessero ancora il contenuto, lo avrebbero imparato
più tardi,
quando si sarebbero visti. Le riprese sarebbero iniziate alle 17.00 in
punto,
come sempre. Erano appena le 11.00 quando quel foglio capitò
sotto gli occhi
dei due protagonisti, che riposero entrambi nel cassetto o nella borsa.
Quella
giornata lei gli aveva promesso di pranzare con lui, il quale
glielo
proponeva da ben due settimane. I soliti paparazzi non mancavano mai,
così come
i fans. Si tenevano per mano, questo scatenò la
curiosità di tutti, in quali in
quella stessa giornata ricevettero una notizia dall'autore, quella del
famoso
bacio. Ma una volta sorpassato quest'ostacolo, si ritrovarono in un
ristorante
prestigiosissimo della loro città. Era una novità
per lei: era raro che andasse
ai ristoranti - quello non l'aveva mai visto -, preferiva tenere le
abitudini
di una persona normale.
Se non era la pizza il suo cibo preferito! E
sembrava tutto così romantico. Tappeti rossi, sedie
vellutate.. Cavaliere
stupendo. Purtroppo era quello l'unico posto in cui avrebbero potuto
stare in
pace da soli, al di fuori del set, nei giorni chiusi al pubblico, e,
forse,
delle loro case. Come all'andata, il ritorno fu di corsa verso il set.
Li
rimasero a parlare fino a tardi, fra qualche gioco e l'altro,
dimenticandosi
completamente del copione da imparare. Erano così presi
l'uno dall'altro da
aver perso la cognizione del tempo e di tutto ciò che era
attorno a loro. Erano
carini quando si solleticavano e le lacrime delle risate li
costringevano a
smettere, per poi stringersi in un abbraccio. Erano dannatamente
perfetti, si completavano l'un l'altro, nessuno avrebbe potuto
obbiettare.
"E' come dico io!"
"Sakura, devo ricordarti che porti delle pantofole a forma di
coniglietto?"
"..Ma sono carine!"
"..."
"Accettami per quello che sono e per quello che adoro, oh!"
Accettami per quello che sono,
disse lei, in un battibecco scherzoso, ma
in quella frase c'era tutto al di fuori di uno scherzo. Sasuke
l'accettava
davvero per quello che era.
"Non riuscirei ad accettarti in nessun altro modo, al di fuori di
uno."
"Sakura,
è meglio se lasciamo perdere
questa discussione, adesso."
Cercò lui di chiudere il discorso, mostrando già
i primi segni di decadenza
morale. Sakura decise di fare come desiderava lui, ma a suo modo.
"Sì, hai ragione. Adesso,
sparisci anche dalla mia vista. Non
voglio vederti."
Detta quell'ultima frase, varcò la porta e andò
via con un passo svelto, che la
fece subito svanire fra i vari attrezzature e corridoi. Il cuore di
Sasuke era
gelido, non provò perfettamente nulla, al suono di quella
frase, al fatto che
fosse più seria che mai, che fosse andata via,
così, di punto in
bianco.
Si accorse di tutto soltanto poco dopo. Le lacrime cominciarono a
sgorgare e la
forza nei pugni si faceva viva, facendosi catturare dall'ira e dai
rimorsi. Prese
a pugni ogni cosa che si trovava vicino a lui, compresi i mobili, fino
a
sfogarsi contro il muro. Non si fermò quando oltre alle
lacrime dagli occhi,
scendeva sangue dalle sue nocche; si fermò solamente quando
lo ritenne
opportuno. Che cosa gli era preso?
Cosa?
Erano
lì da soli, vicino a quei tavolini di scena, ove
entrambi avrebbero trasformato ciò che era nato fra loro in
una realtà. Amicizia?
Sakura restò ferma e tesa sul posto, chiudendo delicatamente
i suoi occhi.
Sentiva pian piano il calore e il respiro di Sasuke sfiorargli il viso,
la
punta del suo naso toccargli la pelle. Ad entrambi il cuore batteva a
mille e
suggeriva alla loro mente che questo era ciò che
desideravano. Sasuke socchiuse
gli occhi, sentì il suo respiro farsi sempre più
lento e la morbida e profumata
mano dell'altra appoggiarsi delicatamente sulla sua guancia. Erano in
perfetta
sintonia, in un posto lontano dalla realtà.
La realtà.. Apparve quando
le loro labbra non riuscirono a toccarsi per nemmeno un attimo,
impedite dal
suono assordante della campanella delle 17.00. Sobbalzarono entrambi e
nessuna
spiegazione fu accompagnata da una lucidità generale.
Balbettavano solamente
indecifrabili monosillabi, quando poi si ricordarono di una cosa: il
copione.
Scattanti arrivarono correndo ai loro camerini, una volta presi tutti i
fogli
cominciarono insieme a dare un'occhiata a quelle righe. Erano brevi
periodi,
eppure non arrivavano al sodo. Non c'erano cambiamenti riguardo la
prima parte,
quella che impararono bene, ma riguardo la seconda: quella dove si
sarebbero
scontrati. Nessuno dei due però aprì bocca,
Sakura si limitò solamente a
seguire Sasuke, che si avviava verso tutti gli altri. Un passo dopo
l'altro si
accorsero di quanti media erano arrivati lì, consapevoli del
cambio del copione,
interessati più a parlare con l'autore, questa volta. Lui
riusciva a gestirli
meglio di chiunque, forse per l'esperienza, per cui li
invitò ad
indietreggiare, per lasciare spazio agli attori. Sasuke e Sakura,
attorniati
dai loro compagni, si fiondarono rapidamente verso il capo, che di sua
iniziativa strappò via dalle mani dei due i copioni,
spiegando più
esplicitamente ciò che avrebbero dovuto fare.
"Iniziamo dal fatto che.. Dovete andare a vestirvi e truccarvi, ma
questo
avreste dovuto farlo già da prima. La variazione di scena:
voglio che giriate
entrambe le versioni, sempre ambientate nel boschetto qui fuori. La
prima sarà
quella stabilita dal vecchio copione, quella del combattimento, in
quanto la
concentrazione e la forza che vi servirà non penso l'avrete dopo.
La
seconda, vorrei quella che vi ho proposto stamattina."
Si
accasciò a terra, con le spalle al muro,
le mani ancora sanguinanti e colme di forza, che liberava ancora con
duri pugni
a poco a poco meno frequenti nel muro. La porta era aperta a
metà, l'unica luce
fra i corridoi bui penetrava da quella frazione, e da quelle parti si
trovò a
passare la sua truccatrice, che udendo i singhiozzi d'un pianto
disperato, si
voltò verso quella camera e entrò di corsa
spalancando tutta la porta. Scrutò
spaventata tutta la camera, fino ad arrivare a quella parte del muro;
s'incupì
alla visione di quello scenario rosso e buio e, calato lo sguardo verso
Sasuke,
che aveva un'espressione di dolore ed enormi gocce salate cadenti sulle
sue
guance, trattenne un urlo con le mani sbarrate sulla bocca.
Quando invece
si accorse delle sue mani, l'urlo glielo trattenne stesso Sasuke,
avvolgendole
un asciugamano attorno alla bocca.
"Non urlare. Non preoccuparti non voglio ucciderti, ma non potevo di
certo
toccarti con queste mani."
Si giustificò con ironia e rassicurò l'altra.
Dopo un po', le tolse
l'asciugamano dalla bocca e la usò per pulire le sue mani.
L'altra 'sta volta
non urlò, ma lo guardò tremando ancora.
"Non dire nulla a nessuno, mi danno fastidio quelle cerimonie che fanno
ai
malati, dato che non lo sono."
E lei annuì.
"Potresti portarmi delle bende?"
"Dovremmo
baciarci?"
Rispose Sasuke immediatamente, ricevendo una conferma da tutti, che
annuivano.
Sakura scrutava nel frattempo da capo a piede la sua miglior amica,
Ino, che, a
prima vista, sembrava essere preoccupata per qualcosa. Calò
il silenzio, il
brusio degli spettatori si affievoliva sempre di più, alcuni
di questi
percepirono la situazione.
"..Allora?"
Disse una voce timida e leggiadra, appartenente di sicuro ad un'unica
persona
lì presente:
Hinata.
Lei era l'unica persona con cui qualche volta si vedeva Sasuke arrivare
al set.
Di cosa discutessero nel mentre, non si seppe mai, spesso questo
comportamento
generava gelosie da parte di alcuni, quali Naruto, Kiba, Karin...
Timida ma
perspicace, apprese l'amore segreto del moro, ma non lo spinse mai a
parlarne,
come invece avrebbe fatto se fosse stata qualche sua cara amica.
Tenevano pur
sempre un rapporto distante, di poca confidenza, ma oltre loro, nessuno
credeva
fosse un rapporto tale. Inoltre, giravano diverse voci fra internet,
che poi
convinsero anche i loro stessi amici, che i due si frequentassero da
sempre,
poiché cresciuti assieme. Voci infondate, quando le gelosie
emersero e si decise
di parlarne. Da quel periodo in poi, non si videro mai e mai
più entrare
assieme. Non che Hinata ne soffrì, ma questa volta voleva
far sentire a Sasuke
di esser a conoscenza dei sentimenti che vanno ben
oltre una semplice
camminata verso il set. E il fatto che non le riguardassero, la
rendevano anche
più coraggiosa nell'esporsi.
Al suono di quell'unica parola, tutti si voltarono verso di lei, per
poi
guardare i due, come se fossero degli indagati sotto la pressione dei
detective. Loro due, invece, non fecero più di tanto che
guardarsi fra loro,
sorridere e avviarsi nei camerini; segnava una vittoria per loro due o
per loro
tutti.
La
ragazza annuì alla sua richiesta e in un
batter d'occhio portò delle bende, ricavate dalla dispensa
del piano. Come per
ordine, gli bendò le mani con fretta, dopo Sasuke la
ringraziò. Lei non si
mosse dal suo posto, ancora impaurita, poi cercò di lavar
via le macchie sul
muro. Sasuke si appoggiò all'armadietto di fianco
alla finestra e la
guardava attentamente, iniziando a sentire un altro dolore, 'sta volta
alle
mani, che avevano tutta l'aria di aver qualche
frattura. Non le mosse,
dopo averci provato già tre volte e aver sofferto un dolore
atroce, ma con il
resto delle bende attorcigliate sull'avambraccio si tolse via quelle
lacrime
che ancora scendevano, che gli rigavano il viso. Improvvisamente
entrambi si
accinsero a parlarsi, nello stesso momento, ma Sasuke non si
interruppe, si
scostò dall'armadietto e continuò la sua frase,
noncurante:
"Va' via, me la vedo io qui. Grazie ancora."
Il suo tono è sempre stato gelido con gli altri, non
mancò nemmeno questa
volta.
Ciò che lei invece voleva dire lo disse subito dopo,
dacché era altamente
improbabile che con le sue mani avrebbe potuto continuare a pulire il
muro.
"Vieni con me in infermeria, vedremo cosa ti sei combinato.."
Sasuke sembrava che non stesse ascoltandola, non fiatò,
nemmeno provò a
muoversi da dov'era, perciò l'altra lo prese per un braccio
e lo costrinse a
seguirla in infermeria. Lui ci andò solamente, senza opporre
resistenza, sapeva
di aver bisogno di controlli se avrebbe voluto.. Beh, tante
cose.
La meta era a due incroci più avanti. Arrivati, il medico
scoprì le bende,
mentre per sollevare gli animi faceva al ragazzo la solita predica da
uomo
sapiente. In verità quando finì di toglierle
tutte, furono tentativi stentati
quelli di tenere la stessa allegria, con le chiacchiere. Aveva
praticamente
distruttosi quasi tutte le ossa delle dita, bisognava che
andasse in un
ospedale, in modo tale che potesse tornare a casa con le mani meno
doloranti di
prima. Impulsivamente, il medico gli chiese, quasi in tono brusco, come
avesse
fatto e le motivazioni, avendo già appreso che era stato un
gesto volontario,
ma lui, come al solito non rispose. Dopo avergli ribendato le mani,
raccomandò
alla truccatrice di portarlo urgentemente in ospedale, e lei
acconsentì.
Questa volta non c'era bisogno di trascinarlo come prima, anzi, era lui
a fare
strada.
Tornarono
in un baleno pronti e sistemati, e senza
ulteriori chiacchiere, sotto l'acclamazione degli spettatori, si
avviarono
all'esterno per iniziare le riprese, come stabilite. Ci misero un
semplice
quarto d'ora per prepararsi, di sicuro non psicologicamente. Girarono
allora la
prima parte, quella dialogata, poi passarono allo scontro. Le loro
capacità
attoriali e sportive non gli permettevano di fallire una sola ripresa.
Tutti
gli attori erano perfetti, stranamente, non ne sbagliavano una. La
preparazione
era equa per ogni scena. Quella che avrebbero dovuto girare dopo un
attimo di
pausa, per riprendere l'energie e per riassestare il trucco e il
parrucco,
specialmente Sakura, che aveva scompigliato tutti i capelli e sbavato
il
trucco, durante il combattimento, era ancora incerta. Mentre attorno a
lei
c'erano tutte quelle ragazze indaffarate con il suo viso, lui si
sedette avanti
a lei, almeno nello spazio in cui sarebbe riuscito a vederla fra
quelle. E sorrideva.
Lei era semplicemente sovrappensiero, forse per via di tutte quelle
ragazze
attorno che le scombussolavano il viso, ma quando si accorse dello
sguardo
puntatogli addosso dell'altro, i pensieri si volatilizzarono, sorrise
anche
lei, oltre che arrossire. Ed erano felici.
Appena fu pronta, i cameramen tornarono alle loro posizioni, il regista
sulla
sua sedia col suo megafono e tutti gli altri attorno a guardare, come
prima. Ma
lui l'abbracciò fra la confusione, prima di uscire un'altra
volta. Si sentivano
i soliti coretti complici, seguiti poi dalle urla disperate dei fans.
Parlo
oggettivamente; loro invece non sentivano perfettamente nulla, se non
il calore
dei loro corpi e i battiti dei loro cuori. Si schiusero poco dopo e,
per mano,
si avviarono all'uscita.
Erano
già le 23.50, c'era un silenzio tombale
in strada, come fra loro. Ma Sasuke sembrava desideroso di parlare, e
la
truccatrice, che adesso identifichiamo col nome di Terry, desiderosa di
sapere.
Per questo provò a chiedergli:
"Perché hai fatto questo?"
E lui, però, si trattenne. Non parlò, ma strinse
ancora i pugni, facendo
apparire sul suo viso una smorfia di dolore.
"C'entra Sakura
non è vero?"
Sakura. Appena sentì il suo nome si agitò come
non mai, riprese a piangere, da
dove aveva lasciato prima, allora la ragazza cerco di trattenerlo,
consolarlo e
farlo sfogare.
"E' successo tutto questo per via di quel maledetto
bacio!"
Ripeteva il moro fra i singhiozzi, dopo aver raccontato in linea
generale alla
confidente il motivo di tale sfogo. Sfogo che, avendogli causato troppi
danni,
non doveva proseguire oltre. Chi doveva proseguire oltre era proprio
lui e
Terry, verso l'ospedale. Era la priorità più
importante, ma per Sasuke non lo
era affatto.
Specificare
che tutti fossero dei grandi attori e
combattenti, è per me importante in questo momento. La scena
si ripeté almeno
per 5 volte,
prima di arrivare al bacio. Era il loro modo di porsi che
non garbava al capo, stessi loro si accorsero di non essere a loro
agio, come
di solito sul set erano, ma alla fine decise che alla sesta erano
abbastanza
sciolti e loro stessi
per completare l'opera. Certo, avrebbe potuto non
interromperli fin dall'inizio, non sarebbe stato elemento influente
nella
serie, ma la pellicola veniva scritta, l'avrebbe tenuta in ogni caso.
Non era
affatto la stessa scena di pochi attimi prima, era più rude,
più affrettata. La
rese in questo modo per non far insospettire troppo i due. Come per
copione,
lui le si avvicinò con passi veloci e, appena completamente
vicini, l'afferrò
per la nuca con una mano, per poi baciarla, appassionatamente,
accarezzandole
la guancia con l'altra. L'altra lo strinse a se abbracciandolo, e
ricambiando
il bacio con la stessa foga. L'autore non sentiva di concludere la
scena,
perciò lasciò decidere a loro. Poco dopo si
allontanarono, tenendo sempre una
stretta vicinanza fisica, guardandosi negli occhi, più
soddisfatti di prima.
"Sapevo sarebbe successo questo, prima o poi."
Disse improvvisamente lei, lasciandosi scendere le braccia dalla
schiena
dell'altro, fino a riportarle sui suoi fianchi. Lui continuando a
tenerle il
viso le rispose:
"Mh. Già."
Fece scivolare via anche lui le sue mani e dopo un ghigno, si
allontanarono di
passi, vicendevolmente dandosi sguardi, fino a sentire quel
tanto atteso stop,
e l'ovazione dei restanti.
Il
giorno successivo sembravano essersi
calmati gli animi. I due discorrevano raramente, per questioni di
lavoro, ma
senza litigare fra loro. Inoltre nessuno dei due osò
connettersi ad internet,
per dare una sbirciatina alle immagini, ricordarne i momenti, e poi
leggere i
commenti inerenti, che a volte, li uccidevano
moralmente.
Eppure tutti l'avevano fatto, fremevano dalla voglia di parlarne, ma
l'umore
s'incupiva al vederli così distanti. Ino si
avvicinò alla sua amica, che aveva
dei fogli in mano. Li leggeva e gironzolava per il set, nel tentativo
di
impararli. La sera prima non fece altro che piangere.
"Sakura? Come va?"
Le chiese lei avvicinandosi.
"Tutto bene, tu?"
Replicò l'altra col suo solito sorriso rassicurante... E falso.
Poteva
sembrare tutt'ok, ma non lo era affatto. Ino conosceva benissimo la sua
miglior
amica, ma non insistette, si allontanò allo stesso modo, col
capo basso, senza
rispondere all'amica. Sakura aprì la bocca, come per dire
qualcosa, ma poi
s'interruppe, ritornò a ripetere il copione. Lo ripeteva con
fretta poiché
sapeva che non avrebbe avuto tanto tempo. Sasuke sarebbe arrivato in
quella
sala a breve e avrebbe così perso la concentrazione. Alla
fine, lei era lo
stesso innamorata, tanto che
sapeva ormai ogni passo, ogni piano che lui
faceva.
Era
il delirio totale. Chi si strappava i capelli, chi si
pestava, chi urlava fino a sputare le corde vocali, chi esultava
semplicemente.
I loro compagni erano così estasiati da sentire le stesse
emozioni travolgenti
dei due. Sakura si avviò repentina verso il suo camerino,
portando con se le
truccatrici, l'altro la guardava andar via, tenendo i pugni sui
fianchi. Appena
la sua immagine sparì dietro la porta d'entrata,
sospirò, per poi esser
travolto dai suoi amici in inaspettati abbracci, pacche e domande, su
cui lui
non era affatto preparato.
Dopo un'oretta, verso le 19.30, Sakura tornò fra le mani dei
media e dovette
così rispondere prima a milioni di domande, per poi poter
tornare dai suoi
amici, divorati dalla curiosità. Sasuke non era un tipo
loquace con gli altri,
per questo riuscirono ad ottenere solo frasi come "Io e Sakura non
abbiamo
problemi, come sempre" o come "E' il copione". A loro tutti
interessava per il destino della rosa, giacché sapevan tutti
che era davvero
innamorata di lui, per lei non era solo
il copione. Oh, eccetto Hinata.
Mentre tutti si rivolsero alla rosa, lei, seguita però da
suo cugino, Neji, si
avvicinò a Sasuke.
"Hinata, dimmi."
Anticipò lui, prima che lei potesse chieder della situazione.
"Ma davvero non hai sentito niente?"
Sorprese tutti Neji, che chiese con un'aria piuttosto ingenua
all'altro. Neji
aveva un carattere simile al suo, per questo lo riteneva una persona da
stimare, una persona simile a lui. Sasuke, allo stesso modo, non lo
ripudiava
affatto, anzi gli sembrava il più scaltro e intelligente del
gruppo; gli altri
erano tutti pigri, con la testa fra le nuvole e troppo ironici per i
suoi
gusti. Per qualche strano motivo, sicuramente legato a questo rapporto
fra i
due, Sasuke sorrise e rispose con sincerità.
"Certo che ho sentito qualcosa, fin troppo per i miei standard. Ma lei
lo
sa."
Appena
arrivò, c'erano Ten Ten e Ino ad
avvisare Sakura, con una piccola gomitata al braccio e con una frase
sussurrata. Fra sé e sé pensò che non aveva bisogno che loro
l'avvisassero, ma
non s'arrabbiò, per evitare scenate. Era una strana
situazione, la guardavano
come se fosse successa una tragedia. Per Sasuke era la stessa cosa:
tutti
chiedevano come mai avesse delle bende piuttosto spesse attorno alle
mani, gli
elementi dello staff, soprattutto l'autore, richiamò la
truccatrice, rivelata
complice, e li rimproverò per non averlo avvisato. Lui si
limitò ad auto
incolparsi dell'accaduto, senza spiegare altro.
Sai tornò dalla sua fidanzata, a bocca aperta e disse alle
ragazze ciò che
aveva quindi appena saputo.
"Hei, Sasuke si è fatto male. Pare che stia sentendo molto
male alle
mani."
Sakura al sentire la parola male,
riferita al dolore che Sasuke stava
provando, rabbrividì e, contro tutto ciò che
aveva detto e fatto il giorno
precedente, si arrese alla sua distanza e corse verso di lui. Rimase
spiazzato
quando lei gli prese le mani e le guardò con le lacrime agli
occhi. Le sue
erano calde.
Sasuke s'irrigidì, e si sentì.. In colpa, come
all'ora. Sentiva
il battito cardiaco accelerare non leggermente, un calore invadergli il
corpo e
il dolore svanire nel nulla. Accantonato, per la precisione, da quel
tocco
attento e leggiadro di Sakura, che gli faceva scaturire emozioni ancor
più
maggiori, rispetto a quel dolore fisico.
"Chi ti ha fatto questo? Sei andato in ospedale?"
Ed altre cose simili diceva Sakura, fissando le sue mani.
Dopo
poco, tutti, verso i corrispettivi camerini,
raccolsero le loro cose, per poi andar via. Ad esclusione dei
paparazzi, che
già fiutavano nell'aria nuovo scoop. I ragazzi si
volatilizzarono sicuramente
per uscire, il sabato se lo concedevano, sempre nei posti
più lussuosi della
città. Fu allora che Sasuke si avvicinò a Sakura,
con le mani nelle tasche e un
passo morbido e lento; lei, voltato il viso verso di lui,
incrociò le dita e
sorridendo, attese il suo arrivo. Lo guardava, avvicinarsi sempre di
più, ed
era bellissimo, pensava. Non era affatto il bacio di prima il flashback
che le
ritornava in mente, ma tutto quello che hanno trascorso assieme,
diversi
ricordi, che le facevano anche scappare una risata. Adorava stare con
lui, si
preferiva: anche lei era ben
diversa con gli altri, con lui era tutt'altra
storia.
"Sakura?"
Chiese Sasuke alla sua
ragazza, che era evidentemente sovrappensiero.
Pensò, mentre lei cercava qualche scusa - era assolutamente
carina quando si
agitava in quel modo! -, che avrebbe voluto chiuderle la bocca con un
altro
bacio, ma non era forse opportuno, prima di una sana discussione.
Eppure c'era
qualcosa in lui che proprio non andava, e nessuno saprebbe spiegarsi
cosa
fosse, nemmeno lui.
"Io volevo.. Chiederti di prima, della campanella.."
Poi disse rilassandosi, allora lui le accarezzò il viso con
la mano destra,
fino a toccarle i capelli, di un tinta di rosa davvero bella, e adatta
a lei.
Sembrava essere un sogno, un dolcissimo sogno. Mai come in quel momento
entrambi si accorsero di aver desiderato quel momento da una vita
intera. Il
pensiero di quello che precedentemente era successo, però,
generò un attimo di
disagio e imbarazzo, per entrambi, ma soprattutto per lei.
E Sasuke aveva qualcosa da dire, su quella campanella, o meglio, quella
dannata
campanella.
Sasuke
si guardò attorno, e pian piano tutti
sfollavano, erano rimasti da soli ed era il momento adatto per scusarsi.
Mentre lei continuava a tenergli le mani, sentì una presa,
questa volta erano le
mani di lui che tenevano le sue, con più forza.
Alzò il capo e incontrò gli
occhi più neri che avesse mai visto in vita sua, aveva
sempre pensato che erano
bellissimi; pensò poi che su questo ne discussero in un
giorno d'inverno, e le
spuntò un sorriso.
"Come fai a sopportarmi?"
Chiese.
"Sasuke, mi sei mancato. Tu questo lo sai?"
Rispose lei, o chiese, dipende dai punti di vista.
"A una domanda non si risponde con un'altra domanda."
Perché entrambi sapevano che adesso tutto era a
posto, e non c'era bisogno
di chiarir nulla.
"Ah si? E dove sta scritto?"
Sakura, inoltre, aveva afferrato da subito che quello era il suo modo,
o
meglio, il modo del suo orgoglio, di dire che l'amava. Ah, e che
l'avrebbe
perdonato per ogni cosa.
"Chi ti dice che stia scritto da qualche parte?"
Sasuke ancora non credeva a come stavano lentamente riabbracciandosi,
che
stavan discorrendo come in ogni giornata comune, che l'avesse
perdonato, così, di
punto in bianco.
"..A una domanda non si risponde con un'altra domanda!"
Sillabò sussurrando la ragazza, avvicinandosi all'orecchio
di Sasuke. A sua
volta, lui le sussurrò qualcos'altro. Qualcosa facile da
afferrare, semplice da
scandire, stupendo da provare. E forse sarà stato proprio
questo momento quello
che avrebbe dovuto susseguire quella campanella, per merito di un incantevole bacio, che adesso non interruppero ne per quella, ne per un programmato:
"Stop!"
Per uno stupido, maledetto, incantevole bacio.
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Ilmiospaziettoautrice:
Istruzioni per l'uso: Sarebbe da leggere, in ordine cronologico, prima
la parte
scritta in formattazione normale, per poi proseguire con quella in
corsivo, ma
penso si sia capito. u-ù
One-shot, tanto faticata e da alcuni tanto attesa, SasuSaku.
La vita degli "attori" in un periodo di grandi emozioni e decisioni.
Spero vi piaccia e se trovate errori, come sempre, segnalatemeli!
Alla prossima e.. Fatemi sapere!