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Autore: SanaToadstool    03/01/2012    4 recensioni
Poco dopo quel momento, le mani di Sasuke cominciarono inaspettatamente a sanguinare di nuovo. Sakura lo rimproverò come al solito, incolpandolo. Prima aveva stretto le mani troppo forte, eppure in ospedale ci andava sorridendo. Avere Sakura al suo fianco lo rendeva più forte. Da quei giorni Sasuke cominciò a legare anche con tutti gli altri, più di quanto avesse fatto anni prima.
"Sakura... Non ho mai detestato quella dannata campanella."
Se "Naruto" non fosse altro, in realtà, che una fiction con attori in carne ed ossa? Il rapporto fra Sakura e Sasuke si rivelerebbe al quanto diverso.. Forse meglio, o peggio.
Dipende dai punti di vista.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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"Sakura... Non ho mai detestato quella dannata campanella."
Le disse quando annuì con aria imbarazzata, la quale incrementò il disagio dopo quelle stesse parole faticate. Sakura non pensava, credeva soltanto di essere innamorata persa di lui, proprio come quel personaggio che interpretava in quella - che lei riteneva banale - fiction. Lo amava nei suoi difetti e nei suoi quasi assenti pregi. Lui nel frattempo restava semplicemente a guardarla, maledicendosi a mente per ciò che le aveva confessato. Il motivo? Detestava se stesso, con tutto se stesso, quando con le sue parole provocava solo disagio alle persone, specialmente se queste erano solo ed unicamente lei.
Gli occhi smeraldini vagavano fra l'alto e il basso, fra destra e sinistra, senza mai scontrarsi con quelli cupi dell'altro. Il suo sguardo era trasparente e innocente, soprattutto in tali situazioni, e ciò che voleva lei era non far sentire Sasuke in colpa. Suoni fievoli, sconnessi sfuggivano dalla bocca di lei, nel tentativo di rispondere con una frase ragionevole, ma fu subito interrotta dalla voce più franca e determinante dei due.
"Perdonami. Dopo ho bisogno di parlarti."
Aggiunse poi prima di allontanarsi, facendosi spazio fra la fitta folla dello staff. Pensò fosse opportuno non dare alcuna motivazione, non era nemmeno il momento adatto e nemmeno il luogo. Troppi paparazzi.
Strano eh quando l'uno si sente in colpa per l'altro per una situazione in cui l'unica colpa è di una dannata circostanza?

Il casting di una nuova e innovativa fiction sbarcò fino in Giappone, dopo aver visitato ulteriori mete mondiali. Milioni e milioni di attori e professionisti presentatisi ai provini non furono accettati, furono ritenuti inadeguati, sia per capacità artistiche che per somiglianza. Maggior parte degli attori adulti presenti in questa serie furono rimediati proprio in Giappone e nel giro di poche settimane lo staff era al completo, per questo l'autore decise di modificare lievemente delle impostazioni nella trama. Doveva questa raccontare le avventure di popoli ninja in diversi villaggi, gestiti da una guida per ognuno, in completo stile manga giapponese. Il protagonista era generalmente uno solo, un ragazzino orfano dai capelli biondi e gli occhi azzurri, che aspirava inizialmente a diventare Hokage, capo del suo villaggio, poi a combattere contro il suo miglior amico per il ritorno di questi al villaggio. 
Più o meno, la storia era questa.
Prevedeva un casting folto, specialmente di bambini con grandi qualità combattive, un copione interminabile e tanti effetti di scena. In più l'autore decise di dare i veri nomi degli attori ai suoi personaggi immaginari, che gli parevano più che adatti. Le riprese durarono anni, lo share risultava sempre essere alto, dunque era giusto continuare la fiction oltre la prima serie. In questi anni quei bambini di 12-13 anni sono cresciuti, diventando quasi adulti; studiavano da privatisti, molto spesso non avevano tempo per svagarsi o addirittura per uscire, per stare in famiglia. Vivevano il 50% della loro vita sul set, affinché le riprese annuali potessero terminare tutte prima delle vacanze estive. Per quegli adolescenti la vita fu particolarmente diversa da come se l'aspettavano, ma egoisticamente preferivano il loro lavoro per i profitti che ne avrebbero tratto e per i guadagni materiali. Erano degli adolescenti, appunto, infatti per molti di loro si sviluppava una personalità simile a quella dei personaggi che interpretavano, oltre alla solita altezzosa degli straricchi.

Sakura restò lì impalata per minuti, fin quando il loro adorato e pettegolo autore la prese da dietro per un braccio, costringendola a voltarsi verso di lui, per poi chiederle con entusiasmo di ciò che fra loro due stava per nascere. Era pettegolo di natura, ma questo faceva comodo ai mass media, che potevano ottenere scoop certi più facilmente. Non faceva di certo comodo a chi avrebbe voluto che le proprie questioni rimanessero riservate. Quelli come lui rientrano nella categoria di persone insopportabili, ma in quest'occasione fu il suo modo di preoccuparsi per la loro amicizia, nella quale, in cuor suo, non sperava più.
La notizia circolava da quella mattinata in internet, fra le bocche dei fans, nelle strambe società dei paparazzi. Questi subito si fiondarono nel set, sotto autorizzazione del capo, ad acclamare i loro idoli o a scattare la foto perfetta del momento perfetto. Che quelle foto avrebbero avuto un loro spazio in ogni pagina esistente in internet era tristemente scontato.
Sasuke sparì in pochi attimi, tra le domande lasciate in sospeso dei giornalisti e andò nel suo camerino, passando indirettamente il testimone a Sakura, che dovette trattenerli tutti. Domande su domande, flash e fotografie, microfoni e videocamere in quantità per un unico e stupido bacio, che avrebbe compromesso il loro rapporto.
Ma ai media questo non importava mica.

Era grave? Forse. Ma almeno chi in quella fiction interpretava un personaggio dal carattere pessimo, provava alcuni sentimenti nascosti. Per esempio Sasuke.
L'orgoglio gli impediva di manifestare il suo vero essere, perciò prevaleva spesso l'indifferenza o la strafottenza nei rapporti con tutte le persone. All'età di 16 anni iniziò però a provare un sentimento diverso dagli altri, speciale e mai provato prima per quella sua amica più cara in tutto il cast, Sakura. Questo sentimento, uguale a quello che noi chiameremmo amore, per lui era sconosciuto, avendo avuto una storia del tutto simile a quella del personaggio che interpretava: aveva dei genitori severi, non del tutto assenti, fin quando per un brutto incidente domestico morirono tutti. Fu un'infanzia difficile per lui; ogni immagine di quella giornata e di quell'esplosione lo tormentavano giorno e notte, non c'era modo di dimenticarle. Non c'era modo di dimenticare suo fratello, che scappò via senza di lui. Fu così destinato ad un'altra famiglia, che lo accolse amorevolmente pur non ricevendo una risposta altrettanto gentile, ma anche dopo svariati anni, l'atteggiamento restò scontroso verso quelli che erano solo dei sostituti ai suoi genitori. Scappò diverse volte, ma fu poi riportato a casa da conoscenti o da poliziotti. Per ogni pazzia che compì, non ebbe mai una punizione, né osarono mai sfiorarlo con un dito, a volte lo sgridavano, ma solo a volte. Fin da bambino ha sempre dimostrato di essere intellettivamente superiore rispetto ai suoi coetanei, per questo capì che quella era la sua nuova vita, nessuno poteva tornare indietro e se avesse voluto vivere ancora, andare a scuola e avere un tetto e dei giocattoli, avrebbe dovuto accettare la realtà. Aveva solo 10 anni quando decise di iscriversi ai corsi di recitazione scolastici, dove migliorò le sue capacità e dove si accorse (e si accorsero) di esser un talento in questo campo.
Il suo essere riflessivo, logico e realista non fallì nemmeno questa volta, quando si accorse di esser cambiato ulteriormente, per via di quella strana sensazione che provava dentro di se, quando incontrava gli occhi suoi. Non capiva, non pensava di esser addirittura innamorato, o meglio, non voleva ammetterlo. Tenne tutto dentro di se, e il suo carattere lo mascherava bene, da non lasciar trapelare alcuna traccia di questa sua attrazione.
Fino ad Oggi.

Cosa poteva importare ai media di un'amicizia? A loro avrebbe sicuramente fatto piacere, chessò, un litigio, oppure una semplice conferma al loro fidanzamento. Eppure tutto questo peggiorò la situazione.
Quando finalmente, dopo ore, il set era sfollato, Sakura raccolse le ultime forze e un po' d'aria per ritornare al suo camerino a raccogliere le sue cose sparse ovunque, che siano un computer con su scritto "Sasuke <3 <3 <3" o "SHANNARO!!!" o altre frasi del genere - pc che non avrebbe concesso a nessuno appositamente per quelle scritte - oppure cellulari, trucchi ecc. Una volta raccolti tutti e rifilati nella sua enorme borsa, s'avviò fuori dal camerino, quando, voltatasi a destra, si ricordò che affianco c'era proprio la camera di Sasuke, illuminata: lo notò dalla luce che usciva dal vetro rettangolare e opaco della porta. C'era ancora, e non esitò a bussare.
"Avanti."
Disse a voce bassa ed esausta, allo stesso modo l'altra apriva la porta. Entrò completamente nella camera quando si accorse che anche Sasuke stava preparando le sue cose per andare via. Anche se si sarebbero trattenuti entrambi ancora per un po', almeno il tempo necessario per concludere la questione.
"Sasuke.. volevo dirti.."
Divorata dall'ansia e dall'imbarazzo provò a dirgli come per lei le cose erano evidenti. Ma un'altra volta la interruppe, questa volta, dicendo qualcos'altro.
"Sakura penso che ci abbia preso per il culo e che quella scena non verrà mai mandata in onda, perché fuori tema con la serie. L'ha fatto a posta, quindi quelle foto faranno il giro del web inutilmente."
Quella frase illuminò Sakura, su un lato che non aveva preso in considerazione, quello dell'inganno, ma ciò che lei voleva sapere era ben altro.
"Già. Ma alla fine nessuno dei due ha desistito, ti pare?"
Se Sasuke l'amava.
"Certo, l'avrei fatto se, prima, non mi sarebbe venuta in mente quella cretinata."

Ora direte: che giorno è Oggi? Oggi Sasuke e Sakura hanno un rapporto ancora più stretto e saldo, lui ha aperto il suo cuore solo a lei, ed era stranamente bello agli occhi di tutti, specialmente dei suoi badanti, vederlo sorridere in sua compagnia. Oggi è passato solo un anno da quando Sasuke cominciò a combattere con il suo orgoglio per un innamoramento; ha 17 anni. Oggi sono amici. Oggi si stavano per baciare. Oggi si sono baciati, per via di un copione fasullo.
Quel giorno che chiamarono Oggi fu quello decisivo, ma che creò diversi contrasti di emozioni, a distanza di sole poche ore.
Da dov'è partito tutto? Ognuno aveva il suo parere su cosa sarebbero diventati loro due, semplicemente sprigionavano una magia che rendeva felici entrambi, cambiava Sasuke e rilassava chiunque. Per questo quella sconsiderata di Ino, appoggiata appieno dal suo ragazzo, Sai, indusse il loro produttore a aggiungere una scena in cui, al posto di un attacco da parte di Sasuke verso Sakura, ci sarebbe stato un.. Bacio!
"No no no. Ascoltate bimbi, non ho tempo da perdere, loro non accetterebbero e non è ciò che la mia fiction deve diventare!"
Rispose con una palese insicurezza, per questo ebbe, Ino, tutti sbocchi per riuscire nel suo intento.
"Ma noi non la stiamo mica forzando. E' lei che ha subito pensato a male. Insomma, poi mica non accetterebbero? E abbiamo girato tante scene che non sono mai state inserite nella scaletta degli episodi!"
Giustificò bene, per il giudizio del capo, perciò si lasciò persuadere nel compiere una cosa del genere, completamente in suo stile da pettegolo.

Sakura restò letteralmente basita. La parola cretinata non sfiorava d'un dito nel suo vocabolario la parola bacio, ma lui era riuscito ad abbinarle con disprezzo. Sì, disprezzo.
"E poi, è come se ci fossimo baciati inutilmente, perché la scena non serviva a nulla."
Aggiunse dando una martellata immaginaria al morale di Sakura, ma allo stesso tempo, stesso lui non capì perché stesse negando tutto.
"Va bene, perfetto. Credevo ti importasse qualcosa ma evidentemente no. Prima, quando stavi per baciarmi era sempre una messa in scena, vero?"
Non avrebbe mai accettato di piangere avanti a lui, non gli avrebbe dato tale onore. Passò da subito al contrattacco, avendo tutta la ragione del mondo. In fondo, quello del copione era di certo finto - sotto certi punti di vista - ma quello deviato dalla campanella?

Riorganizzò allora un nuovo foglio per il copione, lo spedì ai due nei camerini che sbuffando accettarono il cambio del programma. Entrambi non ne lessero ancora il contenuto, lo avrebbero imparato più tardi, quando si sarebbero visti. Le riprese sarebbero iniziate alle 17.00 in punto, come sempre. Erano appena le 11.00 quando quel foglio capitò sotto gli occhi dei due protagonisti, che riposero entrambi nel cassetto o nella borsa. Quella giornata lei gli aveva promesso di pranzare con lui, il quale glielo proponeva da ben due settimane. I soliti paparazzi non mancavano mai, così come i fans. Si tenevano per mano, questo scatenò la curiosità di tutti, in quali in quella stessa giornata ricevettero una notizia dall'autore, quella del famoso bacio. Ma una volta sorpassato quest'ostacolo, si ritrovarono in un ristorante prestigiosissimo della loro città. Era una novità per lei: era raro che andasse ai ristoranti - quello non l'aveva mai visto -, preferiva tenere le abitudini di una persona normale. Se non era la pizza il suo cibo preferito! E sembrava tutto così romantico. Tappeti rossi, sedie vellutate.. Cavaliere stupendo. Purtroppo era quello l'unico posto in cui avrebbero potuto stare in pace da soli, al di fuori del set, nei giorni chiusi al pubblico, e, forse, delle loro case. Come all'andata, il ritorno fu di corsa verso il set. Li rimasero a parlare fino a tardi, fra qualche gioco e l'altro, dimenticandosi completamente del copione da imparare. Erano così presi l'uno dall'altro da aver perso la cognizione del tempo e di tutto ciò che era attorno a loro. Erano carini quando si solleticavano e le lacrime delle risate li costringevano a smettere, per poi stringersi in un abbraccio. Erano dannatamente perfetti, si completavano l'un l'altro, nessuno avrebbe potuto obbiettare.
"E' come dico io!"
"Sakura, devo ricordarti che porti delle pantofole a forma di coniglietto?"
"..Ma sono carine!"
"..."
"Accettami per quello che sono e per quello che adoro, oh!"
Accettami per quello che sono, disse lei, in un battibecco scherzoso, ma in quella frase c'era tutto al di fuori di uno scherzo. Sasuke l'accettava davvero per quello che era.
"Non riuscirei ad accettarti in nessun altro modo, al di fuori di uno."

"Sakura, è meglio se lasciamo perdere questa discussione, adesso."
Cercò lui di chiudere il discorso, mostrando già i primi segni di decadenza morale. Sakura decise di fare come desiderava lui, ma a suo modo.
"Sì, hai ragione. Adesso, sparisci anche dalla mia vista. Non voglio vederti."
Detta quell'ultima frase, varcò la porta e andò via con un passo svelto, che la fece subito svanire fra i vari attrezzature e corridoi. Il cuore di Sasuke era gelido, non provò perfettamente nulla, al suono di quella frase, al fatto che fosse più seria che mai, che fosse andata via, così, di punto in bianco. Si accorse di tutto soltanto poco dopo. Le lacrime cominciarono a sgorgare e la forza nei pugni si faceva viva, facendosi catturare dall'ira e dai rimorsi. Prese a pugni ogni cosa che si trovava vicino a lui, compresi i mobili, fino a sfogarsi contro il muro. Non si fermò quando oltre alle lacrime dagli occhi, scendeva sangue dalle sue nocche; si fermò solamente quando lo ritenne opportuno. Che cosa gli era preso?
Cosa?

Erano lì da soli, vicino a quei tavolini di scena, ove entrambi avrebbero trasformato ciò che era nato fra loro in una realtà. Amicizia?
Sakura restò ferma e tesa sul posto, chiudendo delicatamente i suoi occhi. Sentiva pian piano il calore e il respiro di Sasuke sfiorargli il viso, la punta del suo naso toccargli la pelle. Ad entrambi il cuore batteva a mille e suggeriva alla loro mente che questo era ciò che desideravano. Sasuke socchiuse gli occhi, sentì il suo respiro farsi sempre più lento e la morbida e profumata mano dell'altra appoggiarsi delicatamente sulla sua guancia. Erano in perfetta sintonia, in un posto lontano dalla realtà. La realtà.. Apparve quando le loro labbra non riuscirono a toccarsi per nemmeno un attimo, impedite dal suono assordante della campanella delle 17.00. Sobbalzarono entrambi e nessuna spiegazione fu accompagnata da una lucidità generale. Balbettavano solamente indecifrabili monosillabi, quando poi si ricordarono di una cosa: il copione.
Scattanti arrivarono correndo ai loro camerini, una volta presi tutti i fogli cominciarono insieme a dare un'occhiata a quelle righe. Erano brevi periodi, eppure non arrivavano al sodo. Non c'erano cambiamenti riguardo la prima parte, quella che impararono bene, ma riguardo la seconda: quella dove si sarebbero scontrati. Nessuno dei due però aprì bocca, Sakura si limitò solamente a seguire Sasuke, che si avviava verso tutti gli altri. Un passo dopo l'altro si accorsero di quanti media erano arrivati lì, consapevoli del cambio del copione, interessati più a parlare con l'autore, questa volta. Lui riusciva a gestirli meglio di chiunque, forse per l'esperienza, per cui li invitò ad indietreggiare, per lasciare spazio agli attori. Sasuke e Sakura, attorniati dai loro compagni, si fiondarono rapidamente verso il capo, che di sua iniziativa strappò via dalle mani dei due i copioni, spiegando più esplicitamente ciò che avrebbero dovuto fare.
"Iniziamo dal fatto che.. Dovete andare a vestirvi e truccarvi, ma questo avreste dovuto farlo già da prima. La variazione di scena: voglio che giriate entrambe le versioni, sempre ambientate nel boschetto qui fuori. La prima sarà quella stabilita dal vecchio copione, quella del combattimento, in quanto la concentrazione e la forza che vi servirà non penso l'avrete dopo. La seconda, vorrei quella che vi ho proposto stamattina."

Si accasciò a terra, con le spalle al muro, le mani ancora sanguinanti e colme di forza, che liberava ancora con duri pugni a poco a poco meno frequenti nel muro. La porta era aperta a metà, l'unica luce fra i corridoi bui penetrava da quella frazione, e da quelle parti si trovò a passare la sua truccatrice, che udendo i singhiozzi d'un pianto disperato, si voltò verso quella camera e entrò di corsa spalancando tutta la porta. Scrutò spaventata tutta la camera, fino ad arrivare a quella parte del muro; s'incupì alla visione di quello scenario rosso e buio e, calato lo sguardo verso Sasuke, che aveva un'espressione di dolore ed enormi gocce salate cadenti sulle sue guance, trattenne un urlo con le mani sbarrate sulla bocca. Quando invece si accorse delle sue mani, l'urlo glielo trattenne stesso Sasuke, avvolgendole un asciugamano attorno alla bocca.
"Non urlare. Non preoccuparti non voglio ucciderti, ma non potevo di certo toccarti con queste mani."
Si giustificò con ironia e rassicurò l'altra. Dopo un po', le tolse l'asciugamano dalla bocca e la usò per pulire le sue mani. L'altra 'sta volta non urlò, ma lo guardò tremando ancora.
"Non dire nulla a nessuno, mi danno fastidio quelle cerimonie che fanno ai malati, dato che non lo sono."
E lei annuì.
"Potresti portarmi delle bende?"

"Dovremmo baciarci?" 
Rispose Sasuke immediatamente, ricevendo una conferma da tutti, che annuivano. Sakura scrutava nel frattempo da capo a piede la sua miglior amica, Ino, che, a prima vista, sembrava essere preoccupata per qualcosa. Calò il silenzio, il brusio degli spettatori si affievoliva sempre di più, alcuni di questi percepirono la situazione.
"..Allora?"
Disse una voce timida e leggiadra, appartenente di sicuro ad un'unica persona lì presente:
Hinata.
Lei era l'unica persona con cui qualche volta si vedeva Sasuke arrivare al set. Di cosa discutessero nel mentre, non si seppe mai, spesso questo comportamento generava gelosie da parte di alcuni, quali Naruto, Kiba, Karin... Timida ma perspicace, apprese l'amore segreto del moro, ma non lo spinse mai a parlarne, come invece avrebbe fatto se fosse stata qualche sua cara amica. Tenevano pur sempre un rapporto distante, di poca confidenza, ma oltre loro, nessuno credeva fosse un rapporto tale. Inoltre, giravano diverse voci fra internet, che poi convinsero anche i loro stessi amici, che i due si frequentassero da sempre, poiché cresciuti assieme. Voci infondate, quando le gelosie emersero e si decise di parlarne. Da quel periodo in poi, non si videro mai e mai più entrare assieme. Non che Hinata ne soffrì, ma questa volta voleva far sentire a Sasuke di esser a conoscenza dei sentimenti che vanno ben oltre una semplice camminata verso il set. E il fatto che non le riguardassero, la rendevano anche più coraggiosa nell'esporsi.
Al suono di quell'unica parola, tutti si voltarono verso di lei, per poi guardare i due, come se fossero degli indagati sotto la pressione dei detective. Loro due, invece, non fecero più di tanto che guardarsi fra loro, sorridere e avviarsi nei camerini; segnava una vittoria per loro due o per loro tutti.

La ragazza annuì alla sua richiesta e in un batter d'occhio portò delle bende, ricavate dalla dispensa del piano. Come per ordine, gli bendò le mani con fretta, dopo Sasuke la ringraziò. Lei non si mosse dal suo posto, ancora impaurita, poi cercò di lavar via le macchie sul muro. Sasuke si appoggiò all'armadietto di fianco alla finestra e la guardava attentamente, iniziando a sentire un altro dolore, 'sta volta alle mani, che avevano tutta l'aria di aver qualche frattura. Non le mosse, dopo averci provato già tre volte e aver sofferto un dolore atroce, ma con il resto delle bende attorcigliate sull'avambraccio si tolse via quelle lacrime che ancora scendevano, che gli rigavano il viso. Improvvisamente entrambi si accinsero a parlarsi, nello stesso momento, ma Sasuke non si interruppe, si scostò dall'armadietto e continuò la sua frase, noncurante:
"Va' via, me la vedo io qui. Grazie ancora."
Il suo tono è sempre stato gelido con gli altri, non mancò nemmeno questa volta.
Ciò che lei invece voleva dire lo disse subito dopo, dacché era altamente improbabile che con le sue mani avrebbe potuto continuare a pulire il muro.
"Vieni con me in infermeria, vedremo cosa ti sei combinato.."
Sasuke sembrava che non stesse ascoltandola, non fiatò, nemmeno provò a muoversi da dov'era, perciò l'altra lo prese per un braccio e lo costrinse a seguirla in infermeria. Lui ci andò solamente, senza opporre resistenza, sapeva di aver bisogno di controlli se avrebbe voluto.. Beh, tante cose.
La meta era a due incroci più avanti. Arrivati, il medico scoprì le bende, mentre per sollevare gli animi faceva al ragazzo la solita predica da uomo sapiente. In verità quando finì di toglierle tutte, furono tentativi stentati quelli di tenere la stessa allegria, con le chiacchiere. Aveva praticamente distruttosi quasi tutte le ossa delle dita, bisognava che andasse in un ospedale, in modo tale che potesse tornare a casa con le mani meno doloranti di prima. Impulsivamente, il medico gli chiese, quasi in tono brusco, come avesse fatto e le motivazioni, avendo già appreso che era stato un gesto volontario, ma lui, come al solito non rispose. Dopo avergli ribendato le mani, raccomandò alla truccatrice di portarlo urgentemente in ospedale, e lei acconsentì. Questa volta non c'era bisogno di trascinarlo come prima, anzi, era lui a fare strada.

Tornarono in un baleno pronti e sistemati, e senza ulteriori chiacchiere, sotto l'acclamazione degli spettatori, si avviarono all'esterno per iniziare le riprese, come stabilite. Ci misero un semplice quarto d'ora per prepararsi, di sicuro non psicologicamente. Girarono allora la prima parte, quella dialogata, poi passarono allo scontro. Le loro capacità attoriali e sportive non gli permettevano di fallire una sola ripresa. Tutti gli attori erano perfetti, stranamente, non ne sbagliavano una. La preparazione era equa per ogni scena. Quella che avrebbero dovuto girare dopo un attimo di pausa, per riprendere l'energie e per riassestare il trucco e il parrucco, specialmente Sakura, che aveva scompigliato tutti i capelli e sbavato il trucco, durante il combattimento, era ancora incerta. Mentre attorno a lei c'erano tutte quelle ragazze indaffarate con il suo viso, lui si sedette avanti a lei, almeno nello spazio in cui sarebbe riuscito a vederla fra quelle. E sorrideva. Lei era semplicemente sovrappensiero, forse per via di tutte quelle ragazze attorno che le scombussolavano il viso, ma quando si accorse dello sguardo puntatogli addosso dell'altro, i pensieri si volatilizzarono, sorrise anche lei, oltre che arrossire. Ed erano felici.
Appena fu pronta, i cameramen tornarono alle loro posizioni, il regista sulla sua sedia col suo megafono e tutti gli altri attorno a guardare, come prima. Ma lui l'abbracciò fra la confusione, prima di uscire un'altra volta. Si sentivano i soliti coretti complici, seguiti poi dalle urla disperate dei fans. Parlo oggettivamente; loro invece non sentivano perfettamente nulla, se non il calore dei loro corpi e i battiti dei loro cuori. Si schiusero poco dopo e, per mano, si avviarono all'uscita. 

Erano già le 23.50, c'era un silenzio tombale in strada, come fra loro. Ma Sasuke sembrava desideroso di parlare, e la truccatrice, che adesso identifichiamo col nome di Terry, desiderosa di sapere. Per questo provò a chiedergli:
"Perché hai fatto questo?"
E lui, però, si trattenne. Non parlò, ma strinse ancora i pugni, facendo apparire sul suo viso una smorfia di dolore.
"C'entra Sakura non è vero?"
Sakura. Appena sentì il suo nome si agitò come non mai, riprese a piangere, da dove aveva lasciato prima, allora la ragazza cerco di trattenerlo, consolarlo e farlo sfogare.
"E' successo tutto questo per via di quel maledetto bacio!"
Ripeteva il moro fra i singhiozzi, dopo aver raccontato in linea generale alla confidente il motivo di tale sfogo. Sfogo che, avendogli causato troppi danni, non doveva proseguire oltre. Chi doveva proseguire oltre era proprio lui e Terry, verso l'ospedale. Era la priorità più importante, ma per Sasuke non lo era affatto. 

Specificare che tutti fossero dei grandi attori e combattenti, è per me importante in questo momento. La scena si ripeté almeno per 5 volte, prima di arrivare al bacio. Era il loro modo di porsi che non garbava al capo, stessi loro si accorsero di non essere a loro agio, come di solito sul set erano, ma alla fine decise che alla sesta erano abbastanza sciolti e loro stessi per completare l'opera. Certo, avrebbe potuto non interromperli fin dall'inizio, non sarebbe stato elemento influente nella serie, ma la pellicola veniva scritta, l'avrebbe tenuta in ogni caso. Non era affatto la stessa scena di pochi attimi prima, era più rude, più affrettata. La rese in questo modo per non far insospettire troppo i due. Come per copione, lui le si avvicinò con passi veloci e, appena completamente vicini, l'afferrò per la nuca con una mano, per poi baciarla, appassionatamente, accarezzandole la guancia con l'altra. L'altra lo strinse a se abbracciandolo, e ricambiando il bacio con la stessa foga. L'autore non sentiva di concludere la scena, perciò lasciò decidere a loro. Poco dopo si allontanarono, tenendo sempre una stretta vicinanza fisica, guardandosi negli occhi, più soddisfatti di prima.
"Sapevo sarebbe successo questo, prima o poi."
Disse improvvisamente lei, lasciandosi scendere le braccia dalla schiena dell'altro, fino a riportarle sui suoi fianchi. Lui continuando a tenerle il viso le rispose:
"Mh. Già."
Fece scivolare via anche lui le sue mani e dopo un ghigno, si allontanarono di passi, vicendevolmente dandosi sguardi, fino a sentire quel tanto atteso stop, e l'ovazione dei restanti.

Il giorno successivo sembravano essersi calmati gli animi. I due discorrevano raramente, per questioni di lavoro, ma senza litigare fra loro. Inoltre nessuno dei due osò connettersi ad internet, per dare una sbirciatina alle immagini, ricordarne i momenti, e poi leggere i commenti inerenti, che a volte, li uccidevano moralmente.
Eppure tutti l'avevano fatto, fremevano dalla voglia di parlarne, ma l'umore s'incupiva al vederli così distanti. Ino si avvicinò alla sua amica, che aveva dei fogli in mano. Li leggeva e gironzolava per il set, nel tentativo di impararli. La sera prima non fece altro che piangere.
"Sakura? Come va?"
Le chiese lei avvicinandosi.
"Tutto bene, tu?"
Replicò l'altra col suo solito sorriso rassicurante... E falso. Poteva sembrare tutt'ok, ma non lo era affatto. Ino conosceva benissimo la sua miglior amica, ma non insistette, si allontanò allo stesso modo, col capo basso, senza rispondere all'amica. Sakura aprì la bocca, come per dire qualcosa, ma poi s'interruppe, ritornò a ripetere il copione. Lo ripeteva con fretta poiché sapeva che non avrebbe avuto tanto tempo. Sasuke sarebbe arrivato in quella sala a breve e avrebbe così perso la concentrazione. Alla fine, lei era lo stesso innamorata, tanto che sapeva ormai ogni passo, ogni piano che lui faceva.

Era il delirio totale. Chi si strappava i capelli, chi si pestava, chi urlava fino a sputare le corde vocali, chi esultava semplicemente. I loro compagni erano così estasiati da sentire le stesse emozioni travolgenti dei due. Sakura si avviò repentina verso il suo camerino, portando con se le truccatrici, l'altro la guardava andar via, tenendo i pugni sui fianchi. Appena la sua immagine sparì dietro la porta d'entrata, sospirò, per poi esser travolto dai suoi amici in inaspettati abbracci, pacche e domande, su cui lui non era affatto preparato.
Dopo un'oretta, verso le 19.30, Sakura tornò fra le mani dei media e dovette così rispondere prima a milioni di domande, per poi poter tornare dai suoi amici, divorati dalla curiosità. Sasuke non era un tipo loquace con gli altri, per questo riuscirono ad ottenere solo frasi come "Io e Sakura non abbiamo problemi, come sempre" o come "E' il copione". A loro tutti interessava per il destino della rosa, giacché sapevan tutti che era davvero innamorata di lui, per lei non era solo il copione. Oh, eccetto Hinata. Mentre tutti si rivolsero alla rosa, lei, seguita però da suo cugino, Neji, si avvicinò a Sasuke.
"Hinata, dimmi."
Anticipò lui, prima che lei potesse chieder della situazione.
"Ma davvero non hai sentito niente?"
Sorprese tutti Neji, che chiese con un'aria piuttosto ingenua all'altro. Neji aveva un carattere simile al suo, per questo lo riteneva una persona da stimare, una persona simile a lui. Sasuke, allo stesso modo, non lo ripudiava affatto, anzi gli sembrava il più scaltro e intelligente del gruppo; gli altri erano tutti pigri, con la testa fra le nuvole e troppo ironici per i suoi gusti. Per qualche strano motivo, sicuramente legato a questo rapporto fra i due, Sasuke sorrise e rispose con sincerità.
"Certo che ho sentito qualcosa, fin troppo per i miei standard. Ma lei lo sa."

Appena arrivò, c'erano Ten Ten e Ino ad avvisare Sakura, con una piccola gomitata al braccio e con una frase sussurrata. Fra sé e sé pensò che non aveva bisogno che loro l'avvisassero, ma non s'arrabbiò, per evitare scenate. Era una strana situazione, la guardavano come se fosse successa una tragedia. Per Sasuke era la stessa cosa: tutti chiedevano come mai avesse delle bende piuttosto spesse attorno alle mani, gli elementi dello staff, soprattutto l'autore, richiamò la truccatrice, rivelata complice, e li rimproverò per non averlo avvisato. Lui si limitò ad auto incolparsi dell'accaduto, senza spiegare altro. 
Sai tornò dalla sua fidanzata, a bocca aperta e disse alle ragazze ciò che aveva quindi appena saputo.
"Hei, Sasuke si è fatto male. Pare che stia sentendo molto male alle mani."
Sakura al sentire la parola male, riferita al dolore che Sasuke stava provando, rabbrividì e, contro tutto ciò che aveva detto e fatto il giorno precedente, si arrese alla sua distanza e corse verso di lui. Rimase spiazzato quando lei gli prese le mani e le guardò con le lacrime agli occhi. Le sue erano calde. Sasuke s'irrigidì, e si sentì.. In colpa, come all'ora. Sentiva il battito cardiaco accelerare non leggermente, un calore invadergli il corpo e il dolore svanire nel nulla. Accantonato, per la precisione, da quel tocco attento e leggiadro di Sakura, che gli faceva scaturire emozioni ancor più maggiori, rispetto a quel dolore fisico.
"Chi ti ha fatto questo? Sei andato in ospedale?"
Ed altre cose simili diceva Sakura, fissando le sue mani. 

Dopo poco, tutti, verso i corrispettivi camerini, raccolsero le loro cose, per poi andar via. Ad esclusione dei paparazzi, che già fiutavano nell'aria nuovo scoop. I ragazzi si volatilizzarono sicuramente per uscire, il sabato se lo concedevano, sempre nei posti più lussuosi della città. Fu allora che Sasuke si avvicinò a Sakura, con le mani nelle tasche e un passo morbido e lento; lei, voltato il viso verso di lui, incrociò le dita e sorridendo, attese il suo arrivo. Lo guardava, avvicinarsi sempre di più, ed era bellissimo, pensava. Non era affatto il bacio di prima il flashback che le ritornava in mente, ma tutto quello che hanno trascorso assieme, diversi ricordi, che le facevano anche scappare una risata. Adorava stare con lui, si preferiva: anche lei era ben diversa con gli altri, con lui era tutt'altra storia.
"Sakura?"
Chiese Sasuke alla sua ragazza, che era evidentemente sovrappensiero. Pensò, mentre lei cercava qualche scusa - era assolutamente carina quando si agitava in quel modo! -, che avrebbe voluto chiuderle la bocca con un altro bacio, ma non era forse opportuno, prima di una sana discussione. Eppure c'era qualcosa in lui che proprio non andava, e nessuno saprebbe spiegarsi cosa fosse, nemmeno lui.
"Io volevo.. Chiederti di prima, della campanella.."
Poi disse rilassandosi, allora lui le accarezzò il viso con la mano destra, fino a toccarle i capelli, di un tinta di rosa davvero bella, e adatta a lei. Sembrava essere un sogno, un dolcissimo sogno. Mai come in quel momento entrambi si accorsero di aver desiderato quel momento da una vita intera. Il pensiero di quello che precedentemente era successo, però, generò un attimo di disagio e imbarazzo, per entrambi, ma soprattutto per lei.
E Sasuke aveva qualcosa da dire, su quella campanella, o meglio, quella dannata campanella.

Sasuke si guardò attorno, e pian piano tutti sfollavano, erano rimasti da soli ed era il momento adatto per scusarsi. Mentre lei continuava a tenergli le mani, sentì una presa, questa volta erano le mani di lui che tenevano le sue, con più forza. Alzò il capo e incontrò gli occhi più neri che avesse mai visto in vita sua, aveva sempre pensato che erano bellissimi; pensò poi che su questo ne discussero in un giorno d'inverno, e le spuntò un sorriso.
"Come fai a sopportarmi?"
Chiese.
"Sasuke, mi sei mancato. Tu questo lo sai?"
Rispose lei, o chiese, dipende dai punti di vista.
"A una domanda non si risponde con un'altra domanda."
Perché entrambi sapevano che adesso tutto era a posto, e non c'era bisogno di chiarir nulla.
"Ah si? E dove sta scritto?"
Sakura, inoltre, aveva afferrato da subito che quello era il suo modo, o meglio, il modo del suo orgoglio, di dire che l'amava. Ah, e che l'avrebbe perdonato per ogni cosa.
"Chi ti dice che stia scritto da qualche parte?"
Sasuke ancora non credeva a come stavano lentamente riabbracciandosi, che stavan discorrendo come in ogni giornata comune, che l'avesse perdonato, così, di punto in bianco.
"..A una domanda non si risponde con un'altra domanda!"
Sillabò sussurrando la ragazza, avvicinandosi all'orecchio di Sasuke. A sua volta, lui le sussurrò qualcos'altro. Qualcosa facile da afferrare, semplice da scandire, stupendo da provare. E forse sarà stato proprio questo momento quello che avrebbe dovuto susseguire quella campanella, per merito di un incantevole bacio, che adesso non interruppero ne per quella, ne per un programmato:
"Stop!"



Per uno stupido, maledetto, incantevole bacio.


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Ilmiospaziettoautrice:
Istruzioni per l'uso: Sarebbe da leggere, in ordine cronologico, prima la parte scritta in formattazione normale, per poi proseguire con quella in corsivo, ma penso si sia capito. u-ù
One-shot, tanto faticata e da alcuni tanto attesa, SasuSaku. 
La vita degli "attori" in un periodo di grandi emozioni e decisioni. Spero vi piaccia e se trovate errori, come sempre, segnalatemeli!
Alla prossima e.. Fatemi sapere!

   
 
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