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Autore: Rowena    04/01/2012    4 recensioni
Kurt è in ritardo per le prove del Glee Club... Ma una sconvolgente sorpresa lo attende nell'aula di musica.
Genere: Horror, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimers e Crediti: Trama, personaggi, luoghi e tutti gli elementi che questa storia contiene, appartengono a Ryan Murphy e alla 20th Century Fox Television. Non scrivo a scopo di lucro e pertanto nessuna violazione del copyright è intesa.




Kurt era in ritardo per le prove. Era un avvenimento che non capitava mai, poiché era sempre tra i primi a comparire nell’aula di musica per paura che, approfittando della sua assenza, Rachel si assicurasse tutti gli assolo per l’ennesima settimana.
Tuttavia, aveva dovuto sistemarsi i capelli dopo l’ora di ginnastica: ogni settimana era la solita tortura, e non ne capiva il motivo. Per lui era incomprensibile che la coach Beiste fosse così esigente. Pretendeva che si arrampicasse sulla corda fino ad arrivare alla campanella sul soffitto! Non aveva forse visto che braccia gracili aveva? Come poteva davvero pensare che ci riuscisse?
Del resto, Kurt si chiedeva a che mai gli sarebbe servito nella vita sapersi tirare su per una fune in quel modo. Il musical di Tarzan era stato un mezzo flop a Broadway, e in ogni caso lui non avrebbe mai avuto il fisico necessario per cantare due ore con soltanto un perizoma addosso, per cui… Invece, ogni settimana gli toccava quella tortura, con la Beiste che sbraitava sotto di lui – o meglio, a fianco, perché non arrivava a salire a neanche due metri di altezza – perché ci mettesse più impegno e forza, per poi rinunciare e tornare a seguire i suoi pompati atleti. E ogni settimana prese in giro e risolini, quando rosso come un pomodoro e sudato da morire tornava a sedersi cercando di conservare un po’ di dignità.
Era ormai tardo pomeriggio, ma i ragazzi del Glee avevano deciso di organizzare una prova straordinaria in vista delle imminenti Regionali. Ancora non avevano deciso i pezzi, né se replicare con nuovi brani inediti come l’anno precedente, per cui era di vitale importanza partecipare. Kurt cercò di accelerare il passo quanto più possibile senza curarsi del bidello, l’unica persona che aveva incontrato fin da quando era uscito dal bagno della palestra, che gli sbraitò dietro ricordandogli il divieto di correre nei corridoi e, una volta svoltato l’angolo, arrivò finalmente a destinazione. Quasi scivolò davanti alla porta, ma continuò senza prestare attenzione sulla chiazza scura di liquido che aveva sotto i piedi, limitandosi a imprecare dietro a quel vecchio pazzo che avrebbe potuto pulire meglio il pavimento, piuttosto che sgridare lui.
«Allora, qual è il tema della settimana?», domandò entrando nell’aula di musica con il naso all’insù. «Spero che ci sia posto per un duetto per me e Blaine, almeno stavolta, anche se abbiamo cantato poco tempo fa per Santana, e…»
Il ragazzo si bloccò, inorridendo allo spettacolo che stava di fronte a lui.
La prima cosa che notò fu Rachel, il suo corpo steso in mezzo alla classe e gli angoli della sua bocca sfregiati con una lama tagliente, in un ampio e sanguigno sorriso che ricordava il Joker. Solo avvicinandosi un poco, si rese conto che anche la gola era stata squarciata, come se qualcuno avesse voluto portarle via per sempre quella voce che tutti nel Glee avevano ammirato almeno una volta e avevano invidiato alla ragazza per un motivo o per l’altro. E solo quando levò lo sguardo dal cadavere inerte dalla sua amica e rivale, allora vide gli altri.
Tutti i suoi compagni erano lì, c’era il Club al completo. Notò un secondo dopo Finn, che sembrava essersi protratto per difendere la sua ragazza, e che aveva fatto la stessa fine. Suo fratello…
 
Ma cos’era successo?
 
Kurt non riusciva a smettere di guardare: era orrendo e attrattivo allo stesso tempo, e ancora sentiva un vago senso di nausea farsi strada lungo la sua gola, tuttavia non riusciva a urlare né a muoversi. Là c’era Tina, e Mike, le cui gambe erano state ferite come per portargli via quel talento di ballerino che perfino suo padre aveva dovuto riconoscere.
Mercedes abbandonata senza grazia sulle sedie rovesciate dell’aula, con gli occhi riversi, perfino Artie non si era salvato quella follia… Sembrava anzi che gli avessero sbattuto le ruote della sua carrozzina sulla testa. Il pensiero corse immediatamente al trucco dell’esibizione di Thriller, ma Kurt realizzò con angoscia che questa volta non si trattava di cerone e gelatina alimentare. Questa volta la sua testa era davvero spaccata in due. Questa volta era davvero la sua materia cerebrale, il suo cervello, a colare sul pavimento.
Schiacciato dall’orrore, il giovane chinò la testa… E scoprì con raccapriccio che quel liquido su cui era scivolato altro non era che sangue, sangue dei suoi amici. Ne aveva le scarpe e l’orlo dei suoi pantaloni firmati completamente intrisi, e quella macchia rossa lo fece stare ancora peggio.
La voglia di piangere si fece sempre più forte, mentre notava le scarpe da ginnastica dei Cheerios spuntare da sotto la cattedra – una scarpa, almeno, quella che conteneva ancora un piede attaccato saldamente a una gamba che doveva essere di Brittany. L’altra era un paio di metri più in là e si poteva vedere la carne tagliata in maniera irregolare, i tessuti lacerati e ancora rossi di sangue. Arretrò lentamente verso la porta, cercando una via di fuga da quello spettacolo, a occhi chiusi, ma mancò il varco di quasi mezzo metro. Alle sue spalle, qualcosa di morbido e ancora tiepido al contatto: Kurt si voltò lentamente e si trovò davanti ciò che restava di Santana, appeso a uno dei ganci che di solito usavano per le giacche o per i costumi. Se i segni di rasoio sul volto di Rachel lo avevano disgustato, Kurt in quel momento dovette far ricorso a tutto se stesso per non dare di stomaco: tutta la pelle e il viso della ragazza ispanica erano stati tagliuzzati, il suo ventre squarciato in due. E mentre gli intestini si allungavano verso il pavimento, spinti semplicemente dalla gravità, il giovane non riuscì a notare che ormai non si riconoscevano i dettagli bianchi della divisa da cheerleader che Santana indossava sempre. Si allontanò dal cadavere, sempre più shockato e nauseato.
I suoi amici erano tutti morti e il Glee non esisteva più. Poi un pensiero lo fulminò e la paura divenne insostenibile: Blaine, dov’era Blaine?
Kurt pensò di finire il giro dell’aula, per vedere se anche il suo ragazzo era caduto in quella carneficina, ma non ne ebbe il coraggio: se avesse visto un altro dei suoi compagni morto e torturato in quel modo non avrebbe più retto. Incapace di comandare i propri piedi, invece, tornò in corridoio a fissare la macchia di sangue su cui aveva rischiato di cadere.
Solo qualche minuto prima era passato così di corsa che non si era reso conto che non era un’unica pozza, bensì una netta scia di tracce che proseguiva fino al bagno dei maschi poco più avanti. Se voleva sapere cos’era successo a Blaine, non doveva fare altro che seguire quelle impronte di morte e scoprire chi era stato.
Non aveva visto molti film dell’orrore – lo terrorizzavano troppo e facevano venire inutili rughe – eppure Kurt sapeva che quella era una pessima idea. In genere, i protagonisti che avevano trovate di quel genere finivano uccisi a loro volta in modo disgustosamente violento, tuttavia non riuscì a fermarsi. Doveva sapere cos’era successo al suo fidanzato.
Avanzò così lentamente che si convinse che il tempo si fosse paralizzato in quel momento di orrore. Sulla porta del bagno c’era un’impronta, una mano rossa, segno che qualcuno si era rifugiato lì dentro. Poteva essere un suo amico scampato per miracolo alla strage o lo stesso assassino… Non aveva importanza, Kurt non riuscì a trattenersi dall’impulso di entrare.
Si fece avanti con gli occhi chiusi, così che, se lì ci fosse stato davvero il killer e l’avesse aggredito, non ne sarebbe neanche accorto. Quando però dopo qualche istante non si sentì aprire la pancia, il ragazzo li riaprì e si guardò intorno: le macchie di sangue procedevano fin dietro l’ultimo gabinetto, nell’angolo sotto la finestra, da cui proveniva un rantolo incomprensibile.
Con le poche briciole di coraggio che gli erano ormai rimaste, Kurt fece gli ultimi passi per scoprire chi si fosse nascosto nel bagno. Un sospiro di sollievo gli giunse alle labbra.
«Blaine… Sei tu, sei proprio tu! Stai bene? Ti hanno fatto del male?»
Il suo ragazzo era accucciato sul pavimento di mattonelle bianche, stranamente sporche. Aveva le ginocchia raccolte contro il petto e le cingeva con le braccia, dondolandosi avanti e indietro mentre pronunciava parole così soffocate da essere a malapena udibili. Per qualche motivo, Kurt si disse che era troppo intriso di sangue.
«Blaine, dimmi qualcosa: sei ferito? Fammi vedere…»
Si avvicinò ancora un poco, sedendosi di fronte al giovane per capire meglio cosa gli fosse capitato. Blaine sembrava non essersi nemmeno reso conto della sua presenza, il che inquietò il suo fidanzato ancora di più. In quell’esatto momento, Kurt vide il coltello abbandonato nell’angolo.
«Cos’è successo? Cosa… Cosa hai fatto?», sentì chiedere dalla sua voce prima ancora di rendersi conto dell’orribile pensiero che aveva attraversato la sua mente. «Perché…»
Tremando, allungò una mano per sfiorare il braccio sinistro di Blaine, e finalmente quello reagì.
«Kurt… Sei tu», scandì lentamente, mentre l’altro annuiva, gli occhi azzurri sgranati dal terrore e pieni di lacrime.
«Sono stato in aula di musica», disse con un tono perfino più acuto del solito. «Cos’è successo? Dov’è il signor Schuester?»
Il nome del professore fece luccicare qualcosa negli occhi del ragazzo sporco di sangue. «Seduto nella sua macchina, morto» rispose con naturalezza, come se Kurt gli avesse chiesto che ore fossero. «Non è stato difficile coglierlo di sorpresa, stava ascoltando i Journey a tutto volume, cantava addirittura: non mi ha neanche sentito quando ho aperto la portiera posteriore e mi sono seduto alle sue spalle, ma il coltello… Quello sì che l’ha sentito».
L’unico adulto che forse avrebbe potuto aiutarlo era andato, perfetto. Improvvisamente Kurt si sentì perduto, il sollievo che aveva provato nel riconoscere la figura rannicchiata per terra era ormai un lontano ricordo. Avrebbe dovuto scappare, lo sapeva, eppure non riusciva a muoversi.
Una domanda lo tormentava, anche se probabilmente quando avrebbe scoperto la risposta, sarebbe stato troppo tardi per salvarsi. Cosa poteva mai essere capitato da scatenare nel suo amato Blaine quella furia omicida?
«Io ho dovuto farlo, capisci?», gli chiese con voce disperata l’altro, come se gli avesse letto nel pensiero. «Ho cercato di controllarmi, di non pensarci, ma ho dovuto…»
«Non riesco a seguirti, qualcuno ti ha preso di mira, un altro bullo per caso?»
Blaine scosse lentamente il capo: «Non facevo che pensarci da quando hanno cantato la mia canzone, io non potevo rimanere a guardare. Già mi hanno detto che Rachel, quella sgualdrina frigida, l’anno scorso si è esibita con Firework, ora anche questa! Dovevano pagare tutti».
Kurt non capì che cosa c’entrasse quella canzone di Katy Perry in quel momento, eppure… In quell’attimo la verità gli comparve davanti agli occhi, netta e folle allo stesso tempo. «L’altro giorno Santana e le altre ragazze hanno cantato I kissed a girl», sussurrò mettendo insieme faticosamente i pezzi.
«Esatto! Come hanno osato, quando tutti sanno che io ho l’esclusiva delle sue canzoni?», domandò Blaine lamentoso, come se la vera vittima fosse lui, defraudato di uno dei suoi cavalli di battaglia. «Con che pezzo mi sarei messo in mostra oggi per le Regionali? Non avevo nient’altro di pronto».
«Forse è sembrato loro il pezzo più adatto per festeggiare l’accettazione di Santana della sua sessualità», mormorò Kurt mente tentava di arretrare lentamente. In un attimo sentì la fredda porcellana del lavandino contro la sua schiena. «Sono sicuro che nessuno voleva offenderti né danneggiarti…»
A quelle parole, tuttavia, l’espressione di Blaine cambiò: fissò il suo ragazzo come se avesse improvvisamente un corno in mezzo alla fronte e cominciò a dondolare più velocemente. «Stai dicendo che hanno ragione loro?»
Avevano, non riuscì a impedirsi quella piccola correzione. Perché Santana e Rachel erano ormai cadaveri, e così tutti gli altri. Ecco perché loro due erano state martoriate più degli altri, erano le responsabili di quel raptus. Kurt pensò alla risposta migliore che poteva dargli, mentre con lo sguardo cercava una via di fuga. Doveva andarsene di lì, e alla svelta.
«Ma no, dico solo che…»
«Anche tu sei con loro», urlò Blaine senza dargli tempo di finire la frase. «Traditore!»
Con una furia che l’altro non gli aveva mai visto addosso, il giovane cercò il coltello alle sue spalle e lo impugnò con foga, prima di scagliarsi contro il fidanzato. Kurt fece a malapena in tempo di alzare le braccia in una debolissima difesa, chiuse gli occhi e…
 
 
Blaine si svegliò nel suo letto, madido di sudore e col fiatone. Stava stringendo le lenzuola in maniera spasmodica, ancora sconvolto dall’incubo. Con una paura tremenda addosso, cercò il cellulare sul comodino e compose in un attimo il numero di Kurt e premette il tasto che inoltrava la chiamata, per poi interromperla prima ancora del secondo squillo. Il suo ragazzo dormiva di certo beato e non aveva senso spaventarlo con quella storia assurda.
Come poteva aver sognato tutte quelle cose orrende? Come poteva averle compiute, anche solo con la sua immaginazione? Non voleva saperlo.
Una cosa era certa: doveva smettere di prendersela così tanto ogni volta che qualcuno dei suoi compagni gli rubava un pezzo di Katy Perry.
 



Angoletto dell'autrice: Prima che si accendano le torce e si prendano i forconi... Non me ne vogliano le fan della Klaine ma soprattutto le fan di Blaine. Questa storia vuole essere una parodia un po' macabra, ma senza offendere nessuno. Ho sempre trovato strana la monomania di Blaine nei confronti di Katy Perry (seriamente, ci sono ALTRE CANZONI DI ALTRI CANTANTI) e questa fic mi è venuta in mente quando ho visto le ragazze interpretare I kissed a girl, volevo un po' prendere in giro l'uomo senza calzini noto come Blaine.
Questa storia partecipa al Giro dell'Oca su Writers Arena Rewind e alla The one hundred prompt challenge che si trova sul forum di EFP con il prompt #85: Vendetta
The One Hundred Prompt Project

   
 
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