Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: butterfliesinnets    04/01/2012    4 recensioni
Occhi blu cercano il verde degli occhi di Dean come un cielo dipinto cerca un prato su cui adagiarsi per farsi ammirare, mentre labbra rosse stuzzicano quelle pallide e screpolate di Cas come a volerle riempire di salute, condividendo la loro linfa vitale – dettagli che più ci pensa, più riescono a dare a Dean il coraggio necessario per compiere quei piccoli gesti che assumono sempre più i decisi connotati di un peccato mortale.
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Sesta stagione
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

NOTA: La fanfiction è ambientata in uno dei soliti motel che la serie ci ha abituato a conoscere, poco prima che Castiel arrivi folle atto di “mangiare” le anime del purgatorio. L’angelo ha spiato per lungo tempo Sam e Dean, mentre in cuor suo meditava il piano, e ha scoperto i loro dubbi sul suo comportamento. Castiel è ancora determinato, ma sente il suo piano minacciato dai due fratelli. Decide per questo di chiedere a Dean di fidarsi, perché il giovane cacciatore è l’unico che vuole vederci chiaro prima di condannarlo e perché lui stesso ha bisogno di sostegno morale da parte dell’amico per arrivare a fare what he must. E non può, se la sua “famiglia” vuole ostacolarlo. La reazione di Dean è protettiva nei confronti di Cas, che viene considerato una vittima. L'ultima menzogna ho deciso di metterla per conservare la tendenza di Castiel alla bugia che di recente abbiamo conosciuto.
Ma Castiel farà di testa sua ignorando gli sforzi e gli aiuti di chi lo circonda portando a compimento il piano originario o troveranno una soluzione alternativa a tutto ciò? Non so ancora se continuarla o lasciare che questo capitolo rimanga una one-shot. Ditemi voi se conviene portare avanti questa fanfiction o meno.

I titoli sono citazioni prese dalla canzone "Sweet Curse" dei Revamp - canzone che mi ha sempre fatto pensare a Dean e Cas nella loro versione originale, cioè detached but bound. Ho deciso di usare queste frasi nei titoli come una triste puntualizzazione del fatto nella serie TV le cose continuano molto peggio e questa fiction è soltanto una what if.

Potete tranquillamente insultare perché so di non avere un briciolo di buona predisposizione alla scrittura e che avrei potuto evitare di pubblicarla, ma purtroppo per voi volevo condividerla a tutti i costi. Quindi non abbiate timore a scrivere commenti negativi sulla storia o sul mio stile di scrittura o su qualsiasi cosa vogliate; sono molto apprezzare critiche costruttive ma allo stesso modo anche quelle sterili, solo perché sono curiosa.

SWEET IS THE CURSE OF HEARTS DETACHED BUT BOUND

Da dietro le spalle di Cas, in un momento di lucidità Dean si accorse quanto veramente soli fossero in quell'istante, in uno squallido motel su una statale altrettanto squallida. Nessun fratello impiccione di Cas: quelli interessati in qualche modo a Dean erano tutti morti durante la faida che il Vangelo dei Winchester non avrebbe mai trattato; Bobby e Sam erano a cacciare due stati più in là un lupo mannaro lasciato in circolazione troppo a lungo, mentre lui aveva deciso di rimanere a casa a fare ricerche su strani spostamenti di Lisa avvenuti in tempi recenti. Non aveva smesso di stare col fiato sul collo alla sua vecchia famiglia, ma da lontano, senza che il suo fiato venisse percepito.
Nel bel mezzo della ricerca era apparso Cas, a notte fonda, sapendo di trovarlo sveglio.

"Dean, ho bisogno che smettiate di sospettare di me”
Dean esitò sul tono di risposta. "In base a cosa scegli i giorni in cui farmi visita, o forse dovrei dire inquietarmi invadendo il mio spazio personale gratuitamente? Non ti ho sentito per una settimana, Cas"
"Vuol dire che ti accorgevi delle mie visite silenziose?"
"Silenziose? Cas, sono un cacciatore, il mio sonno non tende ad essere più pesante dall'età di dieci anni. Se non vuoi farti notare almeno non far scricchiolare il tuo lato del letto ogni tre secondi"
"Non... Io... Non vengo per guardarti dormire"
"Naturalmente no, quella è roba per vampiri moderni. Tu invece sei un angelo del Signore, è quello che fai è vegliare su di noi, nell’ombra, come se non avessi nient'altro a cui dedicarti”
"Sottovaluti ancora una volta la mia posizione, Dean"
"Al momento l'unica posizione che hai davanti ai miei occhi è quella di un codardo"
Dean lo aveva spinto contro al muro e tirato per quella cravatta perennemente messa male. Castiel non era rimasto sorpreso dalla mossa di Dean, anzi si era aspettato di peggio dopo averlo trovato così nervoso. “Mi accusi di non vegliare su di voi, ma non è vero. Sono sempre nei paraggi, aspettando che tu mi chiami, aspettando di palesarmi su tua richiesta, anche se ciò non avviene più tanto spesso. Sono un angelo, Dean, prendere ordini da piani più alti e vegliare sulle persone è l’unica cosa che mi riesce.”
“Be’, anche salvarmi dalla perdizione ti è riuscito abbastanza bene, Cas. Tu hai salvato me, non credi sia ora di ricambiare il favore?”
“Cosa vuoi dir-“
Castiel non ebbe fatto in tempo a finire la frase che già Dean lo aveva stretto in una morsa, ridicola; per un angelo uscire da quella posizione sarebbe stato più facile che battere le ali. Eppure Castiel guardava in quegli occhi verdi senza battere ciglio, lasciando a Dean più terreno possibile.
Lui era deciso a non permettere che il silenzio lo portasse ad una sconfitta ancora più bassa di lasciarsi regalare una vittoria e aveva deciso di tentare il tutto per tutto iniziando un argomento la cui discussione avrebbe potuto portare a due alternative: bruciare per sempre il loro rapporto, o salvare la loro amicizia. Castiel avrebbe potuto offendersi ed uscire dalla sua vita per sempre, o avrebbe capito dove e perché sbagliava ritornando sul giusto cammino. Quale delle due alternative sarebbe stata quella definitiva non dipendeva da Dean, il suo dovere era un altro.
“Non sono sicuro che “origliarci” conti come “vegliare su di noi”. Qual è il tuo piano, Superman? Ingannarci tutti facendo finta di aver ucciso Crowley? Non so in quali sporchi affari devi esserti immischiato per essere sceso così in basso, ma devono essere veramente brutti” perché ti hanno cambiato così tanto, avrebbe voluto aggiungere. Per averti fatto ignorare la promessa di rimanere il solito, di “non cambiare mai”.
L’angelo aveva continuato a non battere ciglio e a fissare il cacciatore vacuamente mentre Dean ricordava la vecchia promessa, ora infranta. Ogni buco che il silenzio creava tra i gruppi di parole che Dean faticava a mettere insieme era una conferma ai suoi sospetti.
“Io credo tu abbia fatto questo per una valida ragione, ne sono convinto. Dimmi qual è il tuo piano, perché non sei da solo. Ti aiuteremo, se necessario, ma devi dirmi!”
Mentre la sua voce tremava, la sua fronte era andata ad appoggiarsi contro quella di Castiel. L’angelo continuava a non battere ciglio.
“Smettila di essere un bambino in un impermeabile sporco, sii uomo, Cas”
“Ricordi quanto ti dissi tempo fa con rabbia, di ritorno dal paradiso? Non hai bisogno di maggiori dettagli, o lo ricordi o no”
“Quella volta dopo il lavaggio del cervello, giusto?”
“Se così lo vuoi chiamare…”
Dean si era ricomposto. “Dicesti che in quanto angelo sei tenuto a servire il paradiso, non gli uomini. E che sicuramente non avresti servito me. Infatti ti sto pregando io di servire te, di mettermi a conoscenza dei tuoi piani per aiutarti, ed eventualmente trovare un…”
“E’ chiaro che mi sbagliavo” lo interruppe l’angelo. “Conosciamo diversi episodi in cui si può dire che io abbia tradito il mio compito di… angelo” Dean aveva alzato lo sguardo, pensoso. “Ti dirò i miei piani, ma ho bisogno che tu non mi giudichi e, cosa più importante, non cerchi di fermarmi”
“Non posso garantirtelo. Prima ho bisogno di sapere di cosa si tratta”
Castiel aveva sospirato, e a quel punto Dean aveva allentato la presa e liberatolo dalla morsa.

“Risparmia la tua fatica, Dean; farò quello che devo”
Si erano ritrovati in quella strana posizione dopo che Dean aveva cercato di colpire Cas, che naturalmente era riuscito a bloccarlo senza problemi afferrandogli il pugno con una mano e storcendogli il braccio con l'altra, costringendolo così a ripiegare dietro le spalle dell'amico. Cas si fidava di Dean, sapeva che qualunque motivo avesse per colpirlo, non importa quanto grande, Dean non lo avrebbe mai fatto alle sue spalle e accettò di tenerlo là.
“Figlio di puttana”
“Scusami”
“Non era per te. Era per Crowley. Quel figlio di puttana!”
Castiel continuava a non capire. “Ho accettato io il patto”
“Sì, ma tu hai il giudizio di un putto dipinto. Quel demone pedofilo del cazzo! Si è approfittato della tua disperazione, della tua ossessiva ricerca di Dio per… Ci hai quasi traditi! Ci hai mentito! Per le idee perverse di quel figlio di puttana!”
“Dean, è tutto a posto”
Niente è a posto se il re dell’inferno e il re del paradiso sono stati costretti a pensare di collaborare! Ma ora lavoreremo insieme, e giungeremo a una nuova conclusione, per forza provvisoria fino a quando quel cazzone dei piani alti non si decide su cosa vuol farsene del mondo creato.”
Castiel si chiuse in un silenzio che durò minuti interminabili, e che Dean rispettò, tranne che per il dispetto che il suo respiro faceva al collo dell’angelo.
Da dietro le sue spalle, Dean sentiva un odore ai limiti del piacevole, e anche per questo non pensava minimamente a spostarsi: sapeva un po' di talco, ma più dolce.
"Che sapone usi, Cas?" chiese all’improvviso a voce alta, sorridendo per come suonò la domanda completamente fuori tema.
"Nessun sapone. Credo tu ti stia riferendo all'odore di bruciato che causa lo sbattere delle ali di un angelo sulla terra"
"Bruciato? Veramente sa di culo di neonato, Cas"
L'angelo non rispose, e Dean pensò che quel silenzio lo stava sconfiggendo, mentre l'altro era ancora troneggiante e solenne, in mezzo alla camera, perfetto ed impassibile come quando aveva frenato e assorbito il colpo di prima. Sarebbe stato tutto quasi regolare se il fiato di Dean non andasse a posarsi sul collo di Castiel, per poi strisciare altrove e tornare un istante dopo, senza mancare e farsi desiderare per lungo tempo; questo lo rendeva visibilmente teso, più del solito. Soprattutto, prima di allora era sempre stato lui ad invadere con goffaggine lo spazio personale di Dean, così questo scambio di ruoli un po' lo lusingava, un po' lo spaventava.

Il silenzio continuava, indisturbato da quanto le auto che non passavano più, e continuò a spingere le intenzioni di Dean dove non si era mai spinto prima, pur desiderandolo. Così la sua mano, fino a quel momento innocente, divenne finalmente colpevole di sfiorare il collo profumato di Castiel e i capelli, prima di addentrarvisi e lasciare che la bocca prendesse il suo posto. Prima un leggero tocco di labbra, ma quando si accorse che Cas inarcava sempre di più il suo collo lasciandolo scoperto e alla sua mercé, gli posò le mani sui fianchi, sotto l'impermeabile, imprigionandolo teneramente mentre la sua lingua passava lungo il collo di Castiel e diventava più insistente ad ogni suo sospiro.
D'improvviso l’angelo girò la testa e guardò Dean dritto negli occhi prima che quest'ultimo si impossessasse delle sue labbra. Castiel non fu per nulla sorpreso, era tutto come aveva mille volte immaginato e sperato che un giorno accadesse, certo in una situazione ben diversa… ma adesso era quello era il giorno, o meglio: la notte.

Occhi blu cercavano il verde degli occhi di Dean come un cielo dipinto cerca un prato su cui adagiarsi per farsi ammirare, mentre labbra rosse stuzzicavano quelle pallide e screpolate di Cas come a volerle riempire di salute, condividendo la loro linfa vitale – dettagli che più ci pensava, più riuscivano a dare a Dean il coraggio necessario per compiere quei piccoli gesti che assumevano sempre più i decisi connotati di un peccato mortale. Ma come fossero arrivati a questo atteso punto non era più chiaro a nessuno dei due, se si considerava come tutto era cominciato, né era chiaro come fossero riusciti ad aspettare tutto quel tempo prima.

"Per cosa, Cas?"
"Siamo stati impegnati"
"In una guerra che non sarebbe esistita se non l'avessimo creata noi. Avremmo potuto spendere meglio il nostro tempo"
"Se avessi conosciuto prima il tuo sapore, Dean, avrei tralasciato ogni mio obbligo e la mia posizione non prevede una simile negligenza"
"E' questo il punto: non abbiamo obblighi. Sarebbe bastato uccidere Crowley alla prima occasione e... Whoa, Cas" gli aveva preso il volto fra le mani e lo aveva ruotato con forza verso destra, e ora guardava con decisione il suo profilo.
"Non parlare più, Dean, non di questo”
“E allora cosa proponi di fare?” chiese quando Castiel gli tolse la mano dal volto e poté guardarlo di nuovo negli occhi. “Cas? Ricordi ancora la lezione del fattorino delle pizze?”
“Qualcosa”
“Mostrami”

Rispose afferrando Dean e portandolo al muro e baciandolo, mentre le sue mani cercavano pezzi della pelle di Cas sotto quella marea di vestiti. Il primo ad andarsene fu l'impermeabile, per ultima la cravatta. Ogni capo d'abbigliamento caratteristico di Castiel cadde a terra senza che le due lingue avessero bisogno di sciogliersi e senza che lui facesse nulla. Mentre invece fu Castiel a sfilare la t-shit di Dean e ad imprigionarlo in un lungo amplesso.

*

Sdraiati sul letto del motel stanno stretti l’uno all’altro, nel cuore della notte - le labbra di Castiel sull'impronta sul braccio di Dean, le mani di Dean che si godono a piccoli passi, lentamente, la schiena di Castiel. Si ferma solo quando sempre una specie di graffio all'altezza della scapola, che la sua mano insistente svela essere una piccola fessura e che, a causa dell’insolita posizione e della totale mancanza di avversari sufficientemente competenti a ferirlo, è impossibile Castiel si sia procurato in battaglia.
Occhi verdi e blu si incontrano con un'intensità soddisfatta, ma con un ultimo dubbio. Dean chiede così, a bassa voce, se quelle ferite siano quel che sembrano, ma Castiel risponde cercando di tenere roca la voce che no, sono soltanto ferite di guerra, in una posizione bizzarra. E finché Dean non può vedere il colore delle "ferite", nero carbone, può liberarsi del fardello di essere un soldato di Dio e fingere di essere al servizio della forte e determinata volontà umana.

Del resto ha appena scoperto di non avere bisogno di vere ali, a letto con Dean.

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: butterfliesinnets