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Autore: Kodamy    21/08/2006    7 recensioni
Da che mondo è mondo, i lupi ululano alla luna.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dall'alto, lo vedevo ogni notte.

Lo ricordo bene tutt'ora. Ogni notte, s'affacciava alla finestra di quel monastero dall'aria austera, e rimaneva lì in silenzio.

Il respiro veniva in piccole nuvolette nel freddo della notte russa.

Poggiava i gomiti sul davanzale di pietra grezza, il pigiama scuro e un po' troppo largo, spesso un'altra maglietta poggiata sulle spalle.

I capelli rossi, perennemente disordinati, che gli ricadevano davanti a quegli occhi chiari.

Attorno al collo, una sciarpa messa fin troppo frettolosamente, più per abitudine che per coprirsi realmente.

Di solito rimaneva lì per un bel po', anche un paio d'ore. Nel bel mezzo della notte. E io, io rimanevo ad osservarlo. Lui ricambiava il mio sguardo con il suo, duro, arrabbiato col mondo.

Mi guardava come se fossi la fonte di tutti i suoi mali. Quei mali per cui non riusciva a dormire.

Io, ovviamente, rimanevo pacata al mio posto, e lo guardavo dall'alto: sapeva benissimo che non era affatto colpa mia.

In quei momenti, aveva unicamente bisogno di qualcuno a cui dar la colpa, di qualcuno su cui scaricare la sua rabbia. Io ero lì.

Eppure, come mi doleva guardarlo, mentre faceva di tutto per tener su quella maschera fredda ed impassibile. E ci riusciva bene, suo malgrado.

E malgrado le occhiaie, che notte dopo notte si facevano sempre più calcate ed evidenti.

Ogni tanto, un altro ragazzino l'osservava di nascosto, con i suoi occhi scuri.

La preoccupazione era evidente, in quello sguardo: ma lui, il mio piccolo uomo, non l'aveva mai notata. O meglio, non dava segno di averla notata.

Probabilmente non gli interessava.

Quelle poche volte che i due s'incrociavano, lì sulla porta, non dicevano nulla. L'altro ragazzino, poco più d'un bambino, lo lasciava passare; e il mio piccolo uomo tornava dopo un po', apparentemente non avena nulla di diverso.

Spesso se la prendeva con il compagno. Qualche colpo, qualche imprecazione.

Forse lui faceva domande a cui non aveva voglia di rispondere, forse io ero troppo lontana e aveva bisogno di sfogarsi con qualcun altro.

O forse, ero nascosta, e non sapeva che lo stavo osservando come ogni notte.

Quindi, tornava fuori stringendo un lembo della sciarpa tra le mani, e s'appoggiava al davanzale. Faceva scorrere lo sguardo sull'arido giardino, ucciso dal freddo, sul quale s'affacciava il monastero. Poi sulla strada poco più in là, deserta. A quell'ora pochi avevano l'ardore di avventurarsi fuori.

Anche se io questo freddo non lo sentivo; d'altronde, non l'ho mai sentito.

Non prendevo a male quell'attenzione che mi dedicava, non pochi si lasciano ammaliare dalle mie sembianze.

Non presi a male quelle parole frustrate, piene di rabbia, che si ripetevano identiche ogni sera.

Da che mondo è mondo, i lupi ululano alla luna.

E io... io non posso far altro che rimanere quassù, ed ascoltare le loro preghiere.



Questa è vecchiotta, l'ho ritrovata oggi. Mh, non mi dispiacque come uscì, la scrssi per una mia cara amica, anche se non ci sentiamo più di tanto, ora. Silly, ti voglio bene uguale ^^
  
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