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Autore: Mademoiselle Moody    04/01/2012    3 recensioni
Dedicata al personaggio di Verity, appartenente alla storia fantasy "La Guerra dei Titani", di Khyhan.
-Missing Moments ;
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Beh, ecco, che dire.
Salve.
Questo Missing Moments è dedicato interamente a Verity: un personaggio decisamente affascinante della storia "La Guerra degli Arcani", della mia amica Khyhan. 
Leggetela perché è veramente meravigliosa.
Non la mia, la sua. :)
Anche perché, sono stata costretta a inserirla.
Peace & Love.

»M.Moody


La solitudine della Regina di Spade.
 

 

Scansò con un gesto delicato la fastidiosa chioma che ricadeva sul suo viso di porcellana.

Aprì a malapena gli occhi, senza rivelare il colore delle pupille a causa della stanchezza provata.

Cercò di muoversi all'interno di quel letto, scomodo e decisamente stretto.

Rabbrividì.

Erano mesi che ormai non tremava più.

Sfiorò la superficie di un'altra pelle che, ovviamente, non le apparteneva.

Lo spavento provato, venne sostituito subito da una tutt'altra tipologia di sentimento.

Tenerezza, forse?

 

- Nyvie, ti sei ancora infilata nel mio letto? –

 

La ragazza, fissò la piccola bambina che, come era solita fare ultimamente, si infilava nel suo letto in cerca della sua benevole compagnia.

Abbozzò un sorriso.

Pensò che se in quell'istante, qualcun altro avesse visto questo momento di pura semplicità e tenerezza, si sarebbe sconvolto.

 

Non è possibile, aveva di nuovo pensato a quell'individuo disumano?

 

Cercando di rimuovere il ghigno beffardo di quel maledetto francese che ormai era stampato vivido nella sua memoria, si alzò noncurante della piccola indiana che le si era avvinghiata.

Ricordandosi della sua presenza, cercò di essere il più delicata possibile per scrollarsela di dosso.

 

Era in India da parecchio ormai, ed ogni notte era costretta a subire la stessa manfrina.

Lei non era una tipa calorosa, anzi: come le mancavano il freddo e il gelo nordeuropeo del suo paese nativo!

Le mancavano addirittura le corse sulla sua adorata moto che, adesso, chissà dove risiedeva.

L'ultima volta che l'aveva cavalcata era stata per uno sfrecciato percorso verso Stazione Termini, a Roma.

 

Anche da lì doveva scappare.

 

E adesso?

Si ritrovava in una camera sudicia ed umida, dall'altra parte dell'emisfero, in compagnia di un medico lunatico inglese e il suo uomo mastodontico.

Ah, per non dimenticare la presenza della piccolina.

Non che le dispiacesse, sia chiaro, solo che non ne poteva più di stare lì e cercare, cercare e cercare.

Tutta colpa di quel dannato francese.

Era per questo motivo che non si arrestava mai, davanti a niente, pur di incastrarlo.

E davvero, quello sarebbe stato il suo ultimo desiderio, se avesse avuto la possibilità di morire.

Voleva strappargli con foga quel ghigno saccente, quell'aria superiore e quell'atteggiamento da dongiovanni che, secondo lui, era invincibile.

O almeno, lo era stato fino a quando l'aveva conosciuta.

Inspirò avidamente l'aria notturna, poggiando i palmi delle mani sulla mensola di fronte alla finestra.

Da fuori non proveniva nessun rumore, nonostante ci fosse un po' di gente ancora in mezzo alla via.

Era sola.

Era sempre stata sola, inutile cercare di dire altro.

Inutile fare la dura.

Verity, non era una persona calorosa, né dal punto di vista della temperatura né da quello emotivo.

Cercava sempre di tenersi a debita distanza dalle persone che la circondavano.

Anche se per poco.

Si arrampicò sopra la finestra.

Come era strano vedere gente, accanto a lei, che supponevano fosse una ragazza come le altre.

Chissà come sarebbe stato avere una vita normale, come le altre.

Avere una casa, una famiglia, degli amici veri.

Senza essere costretta a correre o a scappare.

 

Iniziava ad avvampare dal calore.

Con un movimento fluido del polso, evocò una brezza che la ravvivò.

Allora, essere la Regina di Spade aveva qualche fortuna.

Eppure, gli altri Arcani incontrati, dicevano che non era ad un alto livello.

Serrò le nocche.

Odiava sentirsi derisa.

Soprattutto da qualcuno.

 

Impossibile, ci era cascata nuovamente.

Ci aveva pensato un'altra volta ancora.

Ormai era diventata un'abitudine pensare all'insopportabile mediterraneo.

Ancora?

 

Si mosse i capelli biondi con un gesto di mano.

Chissà se anche lui si sentiva come lei.

Chissà se anche l'ispanico si sentiva come lei.

Chissà se anche Chris, il medico inglese, si sentiva come lei.

 

Un potere disarmante ed immortale: la solitudine.

Forse, possedere un'abilità del genere non era così potente.

Forse, lei, non voleva essere destinata ad una vita da nomade.

 

Sentì il respiro regolare della piccola bambina che dormiva, incurante del futuro.

Anche Nyvie stava attraversando un'infanzia difficile.

Si avvicinò e fece un gesto inatteso: l'accarezzò amorevolmente.

Forse, era gelosa di quella bambina.

L'indiana avrebbe avuto una vita migliore della sua.

Serrò gli occhi e le balenò di fronte il viso perfetto di Micheal.

Sorrise.

L'avrebbe catturato.

La sua freddezza, allora, non si era sciolta del tutto.La sua freddezza, allora, non si era sciolta del tutto.

  
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