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Autore: _Elizabeth_    05/01/2012    6 recensioni
Ho finalmente deciso di pubblicare questo flashback che ho scritto tempo fa.
La storia parla di una giovane dottoressa,Elizabeth,e della sua giornata. Non una giornata qualsiasi. Una giornata in cui lei prenderà parte ad una procedura che cambierà la sua vita per sempre. Recensioni e eventuali critiche sono ben accette.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FLASHBACK
 

Era una mattina di  fine Novembre. Avevo appena finito di visitare una donna che poteva avere al massimo un paio d’anni più di me. La paziente  era seduta sul lettino,di fronte a me. Mi guardava leggere le sue analisi,preoccupata.
-Stia tranquilla,signorina Davies- cercai di tranquillizzarla mentre prendevo il suo ultimo emocromo- Adesso darò un’occhiata al suo emocromo e poi ne discuteremo insieme,ok?
La donna annuì debolmente.  Presi il suo emocromo e lo esaminai con molta attenzione.
La sideremia era piuttosto bassa,così come la ferritina. La transferrina,invece era piuttosto alta.  Inoltre,ematocrito ed emoglobina erano piuttosto bassi e lo stesso accadeva per l’ MCH. Tali valori sommati ai dati che avevo raccolto durante l’anamnesi della paziente mi portarono ad una diagnosi abbastanza certa: anemia sideropenica, anche nota come anemia da carenza da ferro. Ne ero quasi sicura,ma avevo bisogno di fare uno striscio e un’aspirato midollare per confermare la diagnosi.
Alzai gli occhi dal foglio e guardai la paziente,ancora spaventatissima. Cercai di sorriderle,di confortarla. Misi l’emocromo nella sua cartella e mi sedetti accanto a lei.
-Allora?- mi chiese- E’ una cosa grave?
-Vede,signorina Davies...-cominciai,guardandola negli occhi- Dal suo emocromo risulta che alcuni particolari valori sono alterati. Questo,aggiunto all’astenia,alle frequenti cefalee,alla fragilità di capelli e unghie e alle vertigini che mi ha detto di presentare,mi porta a ipotizzare una diagnosi di anemia sideropenica.- spiegai- E’ un particolare tipo di anemia che si presenta con una carenza di ferro più o meno grave nel sangue.
-Sì...ma quant’è grave? E come si cura?
-Non è particolarmente grave.-provai a sorridere- Si cura somministrando ferro per via orale o,meno frequentemente, tramite flebo o per via intramuscolare. Oltre a questo,si consiglia ai pazienti di assumere più ferro e acido ascorbico possibile con l’alimentazione.
-Capisco.-sospirò- Ma ne è sicura?
-No. A dire la verità,non ne sono sicura al 100%. Per essere sicura della diagnosi,devo sottoporla ad alcuni esami più specifici. Avrei bisogno di prelevarle dell’altro sangue per eseguire uno striscio e poi dovrei sottoporla ad un agoaspirato midollare per controllare se nel midollo osseo sono presenti più globuli rossi del normale.
-Ok.- mi guardò- E cosa succederà dopo questi esami?
-Se nello striscio si noteranno anulociti e se l’aspirato evidenzierà un’iperplasia eritroide...
La paziente mi guardava,confusa.  Mi fissava quasi come se fossi un’aliena appena atterrata sulla Terra. Probabilmente non  riusciva a capire cosa le stavo dicendo.
Arrossii lievemente per pochi secondi e continuai
-...cioè se gli esami confermano l’anemia sideropenica- mi corressi-...dovrò sottoporla ad ulteriori controlli per scoprire la causa della carenza di ferro,come ad esempio un’eventuale emorragia o disfunzioni ormonali o di alcuni organi.
-Aspetti un attimo...-rifletté- Ha  detto che la carenza di ferro potrebbe essere causata da un’emorragia?
-Sì.-assentii- Perché? C’è qualcosa che vorrebbe dirmi?
-Beh...sì.-esitò- Sicuramente non c’entrerà niente ma...
-Non si preoccupi.- la incoraggiai- Dica pure. Mi potrebbe essere utile per perfezionare la diagnosi.
-Negli ultimi mesi mi sembra di aver notato che...
-Cosa?- le sorrisi nuovamente,nella speranza di incoraggiarla a parlare- Su,mi dica pure.
-Beh...
La donna arrossì e mi bisbigliò qualcosa in un orecchio.
-Ho capito.- le dissi- Ha fatto bene a dirmelo,signorina Davies.
Presi la sua cartella  e una matita e scrissi  che la paziente presentava un nuovo sintomo: menorragia.
-Potrebbe essere proprio quella la causa dell’anemia che credo lei abbia.
-Ma...ma da cosa  sono causate le perdite così abbondanti?
-Questo ancora non lo so.- chiusi la cartella- Ma stia tranquilla. Lo scopriremo presto. Intanto devo ricoverarla in reparto e sottoporla agli esami di cui le ho parlato per confermare o meno l’anemia. Poi...
-Quando verrò sottoposta agli esami?- la sua voce era preoccupata- Me li farà lei,giusto?
-Vedrò di sottoporla all’aspirato il prima possibile.- sorrisi- E,una volta che l’avrò ricoverata,manderò un’infermiera a prelevarle del sangue per ripetere l’emocromo e per fare uno striscio.
-Dottoressa Johnson...
-Sì?
  -Può pensarci lei a prelevarmi del sangue,per favore?
-Certo.- sorrisi nuovamente-  Da quant’è che non mangia? Stamattina ha fatto colazione?
-A dire la verità,stamattina ho saltato la colazione.
  -Non è una buona abitudine. La colazione è uno dei pasti più importanti della giornata e non si dovrebbe mai saltare. Coloro che la saltano,come spesso purtroppo faccio anch’io,commettono un grave errore.
  -E’ successo solo questa mattina per la fretta. Non lo faccio spesso.-spiegò la signorina Davies- Perché me lo ha chiesto,dottoressa?
-Se lei avesse appena mangiato o bevuto qualcosa,io ora non potrei prelevarle del sangue. Il cibo appena ingerito altererebbe i risultati delle analisi.-chiarii- Dato che lei è a digiuno da alcune ore,posso farle il prelievo adesso.
Mi alzai e presi una siringa,un laccio emostatico e qualche fiala vuota. Poi mi sedetti di fronte alla paziente e mi infilai un paio di guanti.
-Stenda il braccio  destro con il palmo della mano rivolto all’insù per favore.
Le legai il laccio emostatico intorno al braccio.Presi un batuffolo di cotone imbevuto di alcool e lo passai sull’area sulla quale avrei dovuto intervenire,ovvero intorno alla piega del gomito. Per abitudine e pulizia,le passai l’alcool anche nelle aree immediatamente vicine a quella che mi interessava. In pochi minuti, grazie all’azione del laccio emostatico, la vena  antecubitale avrebbe dovuto trasportare una maggiore quantità di sangue rispetto al normale e,di conseguenza,avrebbe dovuto gonfiarsi ed essere visibile,permettendomi così di infilare l’ago della siringa per prelevare da essa un campione di sangue.Avevo l’abitudine di avvisare i miei pazienti prima di iniziare con il prelievo vero e proprio,in modo da permettere loro di chiudere gli occhi o di cercare di rilassarsi,prima e nel momento in cui iniziavo ad infilare l’ago nelle loro braccia.
-Signorina Davies...-cominciai-...se lei è pronta,io ora dovrei iniziare con il prelievo...dovrei infilare l’ago della siringa...
La paziente diventò pallidissima.
-Sì...sì.-balbettò- Faccia pure.
-Signorina Davies...-chiesi,guardando la sua espressione preoccupata-...c’è qualche problema?
-No,no...-mi guardò e cercò di sorridermi- E’ solo che...beh...non sono una fan degli aghi.
-Stia tranquilla. Non sentirà niente- la rassicurai- Sarà questione di poco. Fra pochi minuti avrò finito.
-Lo so.-mi disse- Ho già fatto dei prelievi,ci sono già passata. E’ solo che all’inizio sono sempre un po’ spaventata...ma poi passa.
La donna era ancora spaventata,riuscivo a vederlo benissimo. Ero abituata a reazioni simili alla sua,e quando mi trovavo di fronte ad una di queste,cercavo sempre di mettere i pazienti più a loro agio possibile,sopratutto se si trattava di bambini piccoli.
-Se vuole prendersi un minuto per rilassarsi,posso aspettare.-chiarii- O se magari io la metto a disagio in qualche modo,può dirlo tranquillamente e chiamerò un’infermiera o un altro mio collega.
-Oh,no. Se lei chiamasse un’infermiera,sarebbe peggio.-la donna mi guardò- Preferirei che lo facesse lei,dottoressa. Può farlo?
-Certo.-sorrisi- E’ pronta? Posso iniziare?
La paziente sospirò.
-Cominci pure.
-Ok.-esitai- Se vuole può parlarmi di qualcosa..magari la aiuterà a rilassarsi.
-No,non si preoccupi. Non voglio annoiarla.- la paziente tentò di sorridermi- Mi basterà fare un respiro profondo e guardare da un’altra parte mentre lei mi preleverà del sangue. Non c’è bisogno di parlare,non serve che lei si prenda tanto disturbo. Cominci pure con il prelievo.
Sorrisi. Massaggiai leggermente il braccio della paziente per favorire il riempimento della vena. In pochi minuti la vena antecubitale diventò visibile.  Incastrai una provetta vuota nell’apposito dispositivo presente nella siringa e infilai  l’ago nel braccio della donna.
Lei chiuse gli occhi e fece un respiro profondo.
-Le sto facendo male?- chiesi-  Se le faccio male,me lo dica senza problemi. Cercherò di fare più piano.
-No,non si preoccupi.-la paziente aprì gli occhi e mi guardò- Non sento dolore. Continui pure.
Riuscii  subito  a trovare la vena e in pochi secondi la fiala si riempì di sangue.
La paziente aveva ancora gli occhi chiusi. Molto probabilmente era sensibile e non riusciva a vedere quello che le stavo facendo o magari il sangue in generale. Etichettai la  fiala contenente quel primo campione di sangue,attaccandoci sopra un’etichetta adesiva bianca.  Non avendo a disposizione le etichette perfette e stampate al computer che di solito in ospedale venivano usate per quel tipo di lavoro,scrissi  il nome della paziente a penna nello spazio libero.  Infatti sarei andata in laboratorio personalmente e avrei ordinato ai tecnici gli esami di cui avevo bisogno, quindi  in quel caso non serviva perdere tempo a  richiedere l’adesivo standard. Sostituii la provetta piena con un’altra vuota e prelevai alla paziente dell’altro sangue. Feci la stessa operazione una terza volta e etichettai entrambe le provette con lo stesso metodo che avevo usato prima. Con moltissima cautela  estrassi l’ago dal braccio della donna e poi misi un batuffolo di cotone idrofilo sulla ferita in modo da tamponare la piccola emorragia  formatasi in seguito all’inserimento dell’ago stesso.
-Ho quasi finito,signorina Davies - fermai  l’ovatta con un po’ di nastro adesivo di carta- Fatto. Ora può aprire gli occhi,se vuole.
La paziente aprii gli occhi e mi guardò,preoccupata.
-E...e adesso cosa succede?-mi chiese
  -Adesso la ricovero in reparto e cerco di fissare l’aspirato midollare il prima possibile.- Domani mattina o forse questo pomeriggio. Intanto,in attesa dell’aspirato,le fisso una visita ginecologica con la dottoressa Montgomery...
Aggiornai la cartella della paziente,scrivendo di aver richiesto un consulto ginecologico per  scoprire cosa causava la menorragia.
-...il primario del reparto. In questo modo,mentre io  esaminerò l’emocromo e lo striscio,la dottoressa scoprirà da cosa dipendono le perdite.- spiegai-  Mando subito i  campioni in laboratorio.
-La ringrazio,dottoressa Johnson.
Le sorrisi.
-Non deve ringraziarmi- presi le fiale e mi avvicinai alla porta - Aspetti qui,per favore. Fra qualche minuto verrà un’infermiera che l’accompagnerà nella sua stanza.
Uscii dalla sala visita e mi diressi al banco delle infermiere.
-Jenny...- cominciai
Una giovane infermiera dai capelli rossi mi si avvicinò.
-Dica pure,dottoressa.
  -In sala visita 1 c’è una paziente che dev’essere ricoverata qui in reparto il prima possibile. Puoi cercarle una stanza e poi accompagnarcela,per favore?
-Certo,dottoressa.
-Grazie.
Appena Jenny si fu allontanata,mi diressi in laboratorio per consegnare i campioni che avevo prelevato alla signorina Davies.  
Quali esami ti servono,Elizabeth?-mi domandò Lily,un tecnico di laboratorio che conoscevo da molto tempo.
  -Avrei bisogno di uno striscio..
-...che immagino vorrai controllare di persona,giusto?
-Sì.-sorrisi- Come facevi a saperlo?
  -Ti conosco molto bene- sorrise,a sua volta- Di cos’altro hai bisogno?
  -Mi servirebbe anche un emocromo completo con particolare attenzione a sideremia,ferritina  e transferrina.Oltre,ovviamente,a emoglobina ed ematocrito.
-Ho capito. Te li farò avere appena potrò.
Ringraziai Lily e mi diressi in Ginecologia. Infatti dovevo parlare con Laura dei sintomi della signorina Davies e chiederle di visitarla. Appena entrai in reparto,fermai un’infermiera.
-Mi scusi...- chiesi- Sa dirmi dove posso trovare la dottoressa Montgomery?
-E’ in sala operatoria per un cesareo d’urgenza.
  -Oh...ok- dissi- Quando la dottoressa uscirà dalla sala operatoria,per favore può dirle che la dottoressa Johnson avrebbe bisogno di un consulto per una paziente?
-Glielo farò sapere.
-La ringrazio- dissi- Dica alla dottoressa di scendere in Ematologia appena può. Mi troverà lì.
 


Spazio autrice: Ed ecco qui la prima parte di questo flashback.
                        Non sono un medico,quindi mi scuso per gli errori( anzi,per meglio dire "orrori") che di sicuro sono( e saranno) presenti in questa storia. Detto questo: buona lettura!
 

  
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