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Autore: Minnow19    05/01/2012    7 recensioni
Zayn, tu sei un ragazzo che mi ha fatto capire tante cose, che mi ha insegnato ad andare oltre alle apparenze, al colore della pelle, alla religione e alle culture diverse. Un ragazzo che mi ha aperto un mondo diverso dal mio, e me lo ha fatto apprezzare. L'unico motivo per cui posso considerarti un terrorista Zayn, è che con il tuo sorriso, il tuo sguardo, la tua voce, sei entrato dentro la mia vita e l'hai sconvolta facendo esplodere come una bomba i fuochi d'artificio nel mio cuore. Ecco, l’ho detto. C’è una bomba nel mio cuore, e tu la fai esplodere ogni volta che mi guardi, che mi sfiori.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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zayn/ettie

Mi svegliai colpita dai raggi del sole che filtravano dalla finestra. Era la mattina di Natale, lo sapevo bene. Quella mattina di festa che si attendeva con ansia dall’inizio dell’anno. L’unica differenza era che all’inizio dell’anno non avevo idea di come avrei trascorso il Natale. Scostai le lenzuola lentamente, cercando di non fare rumore, per non svegliarlo. Mi infilai un paio di mutande e la sua camicia a scacchi addosso, la mia preferita, e mi sedetti sul bordo della finestra, intenta a guardare fuori. Il sereno paesaggio di West Lane Baildon, Bradford, si apriva davanti ai miei occhi. Aveva nevicato tutta la notte, così la strada era coperta da un sottile strato di neve, che rendeva l’atmosfera ancora più natalizia. Bambini dalle guance paffute si rincorrevano colpendosi a vicenda con piccole palle di neve ancora fresca. Mi voltai a guardare il ragazzo che aveva dormito al mio fianco. Era bello mentre dormiva, appariva sereno e rilassato. Sorrideva, chissà cosa sognava. Stringeva tra le dita le lenzuola bianche, che lo coprivano a malapena. Conoscevo alla perfezione i suoi lineamenti. Erano incisi nella mia mente. Anche quando chiudevo gli occhi, la sua immagine spuntava fuori dal nulla. Subito ricordavo quegli occhi color nocciola carichi di energia e positività, dal taglio orientale. La pelle ambrata, olivastra, priva di imperfezioni, così fuori dal comune. Il sorriso sghembo e sincero, che mostrava i suoi denti bianchissimi ed estremamente dritti e che metteva in evidenza le mascelle leggermente squadrate. Sentivo riecheggiare la sua risata, come il suono di mille campane. Se mi concentravo, riuscivo anche a sentire la sua voce, mentre mi sussurrava parole dolci nell’orecchio. La sua voce profonda, delicata, suadente, un po’ roca. Non riuscivo a resistere a quella voce. Era impossibile. Ogni volta che lo udivo parlare, sentivo le ginocchia che tremavano, il cuore che batteva a mille.
Strano come la mia vita fosse totalmente cambiata da quando lui ne faceva parte. Mi brillavano gli occhi ogni volta che parlavo di lui, arrossivo ogni volta che me lo trovavo davanti, diventavo goffa e insicura davanti ai suoi complimenti. Odette Felicity Payton si era innamorata. Totalmente, incondizionatamente, irresponsabilmente innamorata.
Tornai a letto e mi strinsi a lui sotto le coperte, per svegliarlo.
“Zayn..” sussurrai mentre lui mugugnava qualche parola senza senso.
“Mmh, non ora mamma..” rispose facendomi ridere.
“Zayn, ti svegli?” ripetei alzando un po’ la voce.
“Mmh, ma la sveglia è rotta?” Ok, probabile che stesse sognando, parlava spesso nel sonno.
“Se il mio ragazzo non si sveglia vado via perché mi annoio..” lo canzonai.
“H-ho sonno..” mormorò cominciando scuotere la testa, finché non mi vide mentre lo osservavo curiosamente con gli occhi spalancati.
“Ehi pigrone, io ho fame..” esclamai appena mi accertai che mi stesse ascoltando.
“Buon giorno Ettie.” Mi salutò con un sorriso, per poi sporgersi in avanti e darmi un bacio a fior di labbra.
“Buon Natale, amore.” Aggiunse poi. Avete presente quella frase, il buon giorno si vede dal mattino? Quello era sicuramente un buon giorno. Sorrisi.
“Grazie, buon Natale anche a te.” Risposi un po’ titubante, sicura che quegli auguri per lui non significassero molto, in fondo lui non ci credeva nel Natale.
I brontolii del suo stomaco interruppero i miei pensieri.
“Vedo che non sono l’unica affamata! Vado a lavarmi i denti e scendiamo a fare colazione, cosa dici?” mi alzai dal letto piena di vita, e corsi al bagno dove misi il dentifricio sullo spazzolino e cominciai a passarlo sui denti. Mentre spazzolavo per bene canticchiavo una canzone a me sconosciuta, e lui si rivestiva.
“Non capirò mai che senso abbia lavarsi i denti prima di fare colazione..” sospirò guardandomi dalla porta del bagno. Sorrisi al suo riflesso nello specchio.
“Ehi, io sono strana, mi hai scelto tu.. Rinuncia a capirmi, d’accordo?” scherzai, mentre sciacquavo la bocca. Mi asciugai sull’asciugamano pulito e poi raccolsi i miei lunghi capelli biondi in una crocchia disordinata.
“Mmh, dici che posso scendere così?” gli chiesi osservandomi. Indossavo solo la sua camicia. Lui arrossì.
“Mettiti questi” mi lanciò un paio di pantaloni lunghi, grigi, che gli avevo visto addosso parecchie volte. Li indossai senza battere ciglio, e uscii dalla camera mentre lui mi seguiva canticchiando qualche sciocca canzoncina natalizia.
In cucina sua madre, Trisha, preparava la colazione muovendosi velocemente tra i fornelli. Un dolce profumo di pancake invase le mie narici.
“Buon Natale Odette..” disse sorridendomi.
“Grazie mille, lo sapete che non dovete fare tutte queste cose vero? Insomma, so che voi non.. ehm.. non festeggiate il Natale.” Ecco, l’avevo detto. Io mi sentivo in imbarazzo, in fondo per loro il Natale era solo una festività straniera.
“Non dirlo neanche per scherzo! Ci fa piacere.. Guarda quanto è felice Zayn da quando fai parte della sua vita, sarei una sciocca a non notarlo..” mi rispose cordiale mentre Zayn le faceva degli strani gesti, come per invitarla a chiudere la bocca, mentre le sue guance si tingevano di rosso. Dolce.
“Beh, vado a svegliare tua sorella.. Buona colazione..” mi sorrise in modo educato e ci lasciò soli. Prima di sedermi a tavola presi la mia borsa, che si trovava in divano, e ci frugai dentro finché non trovai ciò che cercavo. Strinsi tra le dita il pacchettino avvolto in una carta rossa con dei piccoli orsetti disegnati e sorrisi. Tornai in cucina tenendolo dietro la schiena.
“Zayn?” lo chiamai.
“Mmh?” rispose lui mugugnando mentre mangiava, o meglio, divorava, i pancake come un maiale. Un maiale molto carino però. 
“Ecco.. Io.. Mmh, so che tu non festeggi il Natale, ma ecco.. io ti ho fatto un regalo lo stesso..” arrossii violentemente. Chissà perché mi faceva ancora quell’effetto, nonostante stessimo assieme da quasi sei mesi.
Gli porsi il pacchetto con la mano che tremava. Lui lo prese sorridendo e mi rivolse uno dei più bei sorrisi.
“Posso aprirlo?” mi domandò.
“C-certo..” risposi titubante. “È per te, no?”
Tastò il pacco per verificarne la morbidezza, sapevo per esperienza quanto amasse cercare di indovinare cosa c’era dentro. Lo divertiva, come un bambino. Infondo lui era così, un bambino un po’ cresciuto. Lo amavo per questo. Davanti ai miei occhi strappò la carta quasi con impazienza e si ritrovò tra le mani una pesante sciarpa marrone, che avevo scelto perché il tessuto ricordava in maniera impressionante i suoi occhi. I suoi bellissimi occhi, aggiungerei.
Si portò la sciarpa sotto il naso e le sue labbra si stesero in un altro sorriso.
“Sa di te..” spiegò guardandomi. Già, sdolcinata com’ero ci avevo spruzzato il mio profumo. Patetico, non è vero?
Si alzò in piedi e si avvicinò a me osservandomi, finché non mi ritrovai tra le sue braccia. Mi guardò insistentemente, con amore. Mi schioccò un bacio sulle labbra e ridacchiò. Rimasi sorpresa.
“Secondo te io mi sono dimenticato di farti un regalo?” mormorò in un sussurro, mettendosi una mano nei pantaloni della tuta e tirandone fuori un pacchettino quadrato blu, con un fiocco rosso sopra.
Sorrisi e mi sentii avvampare. Ecco, quella era una cosa che mai mi sarei aspettata. Lui non ci credeva neanche nel Natale, e veniva a fare un regalo a me? Era in quei momenti che mi sentivo la ragazza più fortunata del mondo. Lo amavo, Dio solo sapeva quanto l’amavo.
“Io non so cosa dire..” esclamai quasi commossa.
“Aprilo e dimmi se ti piace, no? Scema” rispose lui ridendo, baciandomi la punta del naso.
Presi la scatoletta tra le mani e la aprii. Conteneva un ciondolo argentato a forma di cuore, con una pietra azzurra di un colore piuttosto singolare e un’incisione sul retro.
Per sempre tuo, Zayn, diceva la scritta. Sentii le lacrime che pungevano per uscire dai miei occhi, ma non volevo rovinare quel momento scoppiando a piangere.
“È.. b-bellissima..” sussurrai sfiorandola con un dito.
“Il colore della pietra mi ha fatto pensare a te, ai tuoi occhi..” mi spiegò.
“È un regalo stupendo, ti amo.” Dissi alzando lo sguardo e avvicinando le mie labbra alle sue. Un bacio semplice, ma capace di togliermi il respiro.
“Me la metti?” gli chiesi. Senza esitare prese la catenina tra le mani e io mi voltai per permettergli di mettermela. Sentii la chiusura scattare con un suono leggerissimo, e non feci a tempo a girarmi che le sue labbra si posarono sul mio collo, provocando mille brividi che si diffusero sulla mia pelle.
“Ti amo Zayn” ripetei baciandolo sulle labbra con più passione rispetto a prima, permettendo alla sua lingua di toccare la mia e perdendomi in quel momento così perfetto.
Fummo interrotti da uno strano chiasso che si faceva sentire in maniera piuttosto insistente, proveniente dalla strada.
Zayn, piuttosto infastidito si spostò e scostò una tenda per vedere cosa succedeva fuori. Dalla finestra vidi un gruppo di ragazzi e ragazze tra i 15 e i 20 anni, con dei cartelli tra le mani. Pensai subito che fossero dei fan. Erano ovunque, potevano benissimo sapere dove viveva. Quanto mi sbagliavo.
Sentii urlare la gente, il tono non era quello dei più gentili. Ci misi un attimo a capire cosa dicevano. Insulti. Tanti insulti. Era davvero un fai schifo quello che avevo sentito? E c’era sul serio qualcuno che urlava vattene dalla band? Ero sconvolta.
“Ma che cavolo..?” non feci a tempo a finire la frase che un uovo colpì la finestra, coprendomi la vista. Mi scostai un po’ per leggere i cartelli che quei ragazzi sventolavano.
Zayn Malik è un terrorista. Zayn deve lasciare la band. Zayn è un negro. Odiamo Zayn Malik. Ogni singola parola fu un pugno al cuore, uno schiaffo in pieno viso, una pallottola nel petto. Cercai velocemente la sua mano e gliela strinsi forte. Le urla erano sempre più forti, le parole sempre più violente. Trisha scese le scale di corsa tenendo la piccola Safaa tra le braccia, che aveva gli occhioni blu pieni di lacrime. Era spaventata, molto spaventata.
“Zayn, che cosa succede?” domandò sua madre preoccupata.
“Sono..” cominciò lui ma le parole gli morirono in gola. Era frustrato, lo vedevo, lo conoscevo troppo bene.
“..haters” conclusi io.
Senza dire altro Zayn mollò la mia mano e corse in camera sua, sbuffando. Mi avvicinai a Trisha e cercai di calmare Safaa prendendola in braccio e cullandola, mentre la madre di Zayn si avvicinava alla porta per uscire. Venne fermata dalla voce squillante di Waliyha.
“Cosa cavolo vogliono questi?” arrivò urlando in salotto scivolando sui suoi calzini rossi. Quella ragazzina era un vero e proprio tornado. Fissò sua madre dimostrando una grande determinazione negli occhi, che mi sorprese molto vista la sua giovane età.
“Vado io mamma, li sistemo io! Non devono permettersi di parlare così del mio fratellone, chiaro?” si mise ad esclamare stringendo i pugni che aveva avvicinato al viso, nel vano tentativo di assomigliare ad un lottatore di boxe.
“Waly tranquilla, adesso ci pensa la tua mamma..” le dissi dolcemente passandole una mano tra i capelli scuri come quelli del fratello, cercando di calmare lei e anche me stessa.
Davvero quella gente non aveva nient’altro da fare il giorno di Natale?
Trisha stava titubante sulla soglia, non sapendo se uscire ad affrontare tutta quella gente o restarsene in casa e chiamare la polizia. Erano circa venti persone. Senza riuscire a fermarla Waliyha corse fuori aprendo la porta e si avvicinò al gruppetto con fare deciso.
“Andatevene, lasciate stare mio fratello e la mia famiglia.” Urlò loro, ricevendo in risposta un uovo in faccia. Avevano esagerato. Era solo una bambina. Corsi fuori anche io, dopo aver messo Safaa in divano, e la presi tra le braccia per proteggerla.
“Non avete nessun diritto di stare qui e giudicare chi non conoscete..” parlai con disgusto e voltai le spalle a quegli individui che mi risposero con un sonoro: “Zayn Malik fa schifo.”
Tornai dentro casa stringendo quella furia della sorellina di Zayn, che evidentemente voleva farla pagare a quei tizi.
“Lasciami, li voglio prendere a pugni!!” esclamò lei.
Trisha ci osservava triste, sospirando. Senza indugio prese il telefono in mano per chiamare la polizia. Vedevo le lacrime nei suoi occhi e sentivo la sua voce strozzata mentre parlava con l’agente della polizia che le aveva risposto al telefono. Mollai la presa sulla piccola Waly e mi diressi in camera, da Zayn. Lo sapevo quanto gli pesava essere diverso dagli altri. Mi aveva raccontato dei dispetti che gli facevano gli altri bambini quando era piccolo, solo per la sua diversità. Di quando aveva sofferto per la sua pelle diversa, la sua religione diversa, le sue tradizioni diverse. Era stato vittima delle cattiverie dei suoi coetanei a causa delle sue origine pakistane. Era stato chiamato musulmano come fosse un insulto. Era stato vittima di bullismo ma non l’aveva detto a nessuno, si era tenuto dentro tutto per anni, prima di dirmelo. Avevo custodito gelosamente quel segreto, che ora più che mai stava pesando sulle spalle di un ragazzo meraviglioso che di certo non se lo meritava.
Lo trovai disteso a letto, mentre guardava il soffitto con sguardo vacuo. Pensava intensamente, tanto che non si rese conto della mia presenza fino a quando non mi sedetti accanto a lui e gli sfiorai la mano, sentendolo sobbalzare. Intrecciai le dita della mia mano nelle sue, per fargli capire che io ero lì per lui. Lo amavo troppo, mi faceva male vederlo così.. apatico.
“Zayn..”
“Sì?”
“Io.. ecco.. sono degli idioti, lo sai vero?”
Sbuffò, senza dire niente. Avvicinai la sua mano alle mie labbra e schioccai un bacio sul suo dorso. Dovevo fare qualcosa. Non poteva sentirsi così. Lui non se lo meritava.
“Zayn, tu sei un ragazzo che mi ha fatto capire tante cose, che mi ha insegnato ad andare oltre alle apparenze, al colore della pelle, alla religione e alle culture diverse. Un ragazzo che mi ha aperto un mondo diverso dal mio, e me lo ha fatto apprezzare. L'unico motivo per cui posso considerarti un terrorista Zayn, è che con il tuo sorriso, il tuo sguardo, la tua voce, sei entrato dentro la mia vita e l'hai sconvolta facendo esplodere come una bomba i fuochi d'artificio nel mio cuore. Ecco, l’ho detto. C’è una bomba nel mio cuore, e tu la fai esplodere ogni volta che mi guardi, che mi sfiori. In questo senso, sei un terrorista, hai devastato la mia vita senza chiedere il permesso. Sei entrato nella mia vita senza chiedere il permesso e ti sei portato via il mio cuore. Ma io ti amo perché giorno dopo giorno, mi fai sentire amata, e mi fai capire che il mio cuore si trova nelle mani giuste. Lascia perdere quelle persone stupide che ti indicano, ti accusano di cose per cui non hai nessuna colpa. Pensa ai milioni di fan che hai nel mondo, fan che ti amano per ciò che sei, che adorano la tua voce, le tue origini, il tuo essere diverso dagli altri. Sei migliore di quella gente Zayn. Sei buono, lo so, non faresti male ad una mosca. Dimentica chi ti insulta. Pensa ai fan. Pensa a me che ti amo con tutto il mio cuore. Pensa a te stesso e a dove sei arrivato. Sono fiera di te, amore.”
Mi guardò con quei suoi occhioni castani pieni d’amore, e non potei fare a meno di sentirmi fortunata per il modo in cui mi guardava.
“Ora smetti di guardarmi e di farmi parlare a macchinetta e baciami, scemo.”
“Ti amo da morire Ettie..” disse lui per poi prendere il mio viso tra le mani e darmi un bacio travolgente, pieno d’amore e di gratitudine.
“Grazie per esserci.” Sussurrò al mio orecchio mentre mi distendevo vicino a lui e lo abbracciavo teneramente. Chiusi gli occhi per godermi quel momento.
“Ti amo”
“Ti amo anche io. Tanto. Troppo.”
“Non è mai troppo.”
Un altro bacio. Tanti altri baci. Gliene stampai uno sulla guancia e mi accoccolai a lui. Ero abbracciata al ragazzo di cui ero follemente innamorata, al mio terrorista.

 

Tomlinson's Carrot

Ciao miei piccoli panda coccolosiii (?)
Lo so, è il o5.o1.2o12, Natale è stato secoli fa, ma avevo questa FF in testa da quando ho letto quello che è successo a Zayn il giorno di Natale, e come al solito ci ho romanzato sopra (che novità, eh?).
Questa è una di quelle shot super dolciose che non mi convincono per niente, ma spero vi piaccia perché ci ho messo il cuore per scriverla.
Ovviamente grazie a quella bellezza della Sarah, che ha fatto il banner :) Sei una figa, ciao <3
Se vi va fate un salto (?) e andate a leggere la mia long It Isn't Over.
E prima o poi sappiate che pubblicherò una 'Cazza'. Già, ho scritto una shot su Harry e la Flack AHAHAHAH, ma quella non è romantica, non temete.
Beh, direi che è tutto.. Se volete recensire (il che sarebbe bene accetto xD) sapete cosa fare!
Vi amo, grazie per continuare a recensire tutte le cavolate che scrivo!
Alla prossima,
Juls

   
 
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