Genere: Introspettivo.
Raiting: Verde
Avvertimenti: song-fic
Personaggi: Ran, (Conan)
WHO KNEW?
Il Tropical
Land. E’ rimasto tutto uguale, mi fa una certa impressione.
Le stesse giostre,
gli stessi fuochi, la stessa gente e addirittura un caso di omicidio,
proprio
come l’altra volta.
Strano,
no? A volte certi luoghi, certi
momenti, provocano delle sensazioni così forti che ti
aspetti che
improvvisamente possano diventare diversi, quando la verità
è che solo dentro
di te è cambiato qualcosa.
E’ proprio
così
che mi sento. Per quel che mi riguarda questo posto dovrebbe essere
abbandonato, alla rovina; ma invece non è così,
anzi, è ancora più vivo di
quanto ricordassi.
Una leggera
brezza inizia a soffiare. Chiudo gli occhi e la sensazione del vento
tra i
capelli mi ricorda del giro sulle montagne russe che avevamo fatto
assieme. Ci penso
spesso.
E più ci
penso,
più i rimpianti tornano vividi a tormentarmi. Se all’ultimo
momento non mi fossi rimangiata
quello che ti avevo detto, se non te l’avessi spacciato come
uno scherzo*,
chissà, forse non saresti riuscito ad andartene
così facilmente.
Ma chi poteva
saperlo…
Ho solo una
soddisfazione: ti ho dato la mano. Sembrerò
patetica ma alle volte mi sembra di averla ancora stretta nella mia.
-Ran neechan!**
–
la vocina preoccupata di Conan mi fa aprire gli occhi di scatto e
sobbalzo per
il tocco caldo e leggero della sua manina sulla mia, come se avesse
capito ciò
che pensavo.
-Tutto bene?- mi
chiede e mi sorprende vedere nei suoi occhi una malinconia che sembra
simile
alla mia.
Forse
mi sto suggestionando, a volte dimentico
che è solo un bambino.
-Tranquillo,
Conan-chan***. Ero solo in sovrappensiero.- cerco di sorridergli ma dall’espressione
del piccolo penso di essere
riuscita solo a fare un ghigno per nulla credibile. –
Papà ha scoperto il
colpevole?-
In realtà
non
m’interessa saperlo, ma se Conan è davvero un
fanatico del giallo come te,
sicuramente cadrà nel mio trabocchetto e la
smetterà di scrutarmi l’anima in
cerca di una risposta con quegli occhi fin troppo simili ai tuoi.
-Non ancora!- mi
risponde con un sorriso- ma non preoccuparti: ha detto che ci
è quasi
arrivato!-
Mi lancia un
ultimo sguardo preoccupato prima di tornare a ficcanasare sulla scena
del
delitto. So che dovrei fermarlo, ma oggi non ce la faccio.
Se ci fossi
stato tu, Shinichi, l’assassino sarebbe stato subito
rivelato, senza tanti giri
di parole. Con papà, invece, l’indagine prosegue a
lungo finché finalmente non
assume la posa del “dormiente”.
Ma perché
continuo
a pensarti? Sento la rabbia crescere, simile ad una morsa.
Dove sei,
Shinichi?
Eppure mi avevi
detto, mi avevi promesso,
che
saresti stato nelle vicinanze, che mi avresti raggiunto subito! Ed io
ti ho
creduto e non me lo perdono.
Ormai è
passato
più di un anno e tu non sei più tornato da me.
Se qualcuno mi
avesse detto che non ti avrei più rivisto, non ci avrei
creduto. Sarebbe stata
troppo strana, è
troppo
strana, una vita senza di te per me che ti ho avuto intorno sin da
quando
eravamo in fasce.
Sai, Shinichi,
io penso di amarti.
Eppure non
pretendo che tu ricambi i miei sentimenti. Vorrei solo poterti toccare
di
nuovo, vorrei poterti ancora chiamare “amico”.
Darei qualsiasi cosa per poterlo
fare.
Il tempo passa e non rimargina nessuna ferita.
Ti
tengo così stretto nei ricordi, che spesso cammini
nei miei sogni e non ti nascondo che in quei momenti siamo
di nuovo lì, su
quelle montagne russe che adesso mi
sfrecciano sotto gli occhi, mano nella mano.
Mi manchi,
Shinichi.
Troppo.
NOTE
*nel primo
manga di Detective Conan, al File 1 "Lo Sherlock Holmes del terzo
millennio", Ran, per zittire Shinichi dice "Basta! Io non vedevo l'ora
di venire qui con te ... Come fai a non accorgerti dei miei sentimenti?"
Shinichi balbetta un "Beh, ecco, veramente anch'io.." Ma Ran
lo interrompe sostenendo che lo stava prendendo in giro.
** Chan: suffisso utilizzatto per indicare affetto
*** Neechan: traducibile come "sorellina", è un suffisso femminile usato per esprimere affetto nei confronti di una persona più grande
Spero vi piaccia!