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Autore: letbiebershine    06/01/2012    8 recensioni
Lei? una sedicenne buttata giù dal dolore. Lui? un sedicenne pronto ad affrontare tutto.
L'odio può trasformarsi in amore? scopritelo insieme a loro.
QUESTA STORIA NON LA CONTINUO PIU', E' SOLO UN RICORDO.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Chapter one.

Tremava, ma perchè? Non lo sapeva nemmeno lui. Si stava torturando le mani. Era teso, lo sapeva. Anche sua madre l'aveva capito.
« Tranquillo figliolo. Piacerai alla famiglia di Luke. E credo che piacerai anche ad Amber, ha la tua stessa età. »
Sua madre stava con Luke da quasi due anni, e lui lo aveva conosciuto quando li aveva venuti a trovare a Stratford due anni prima.
Avevano deciso di passare le vacanze estive insieme nella loro casa a Las Vegas, e -come disse sua madre- se tutto fosse andato bene, si poteva pensare a vivere insieme, a creare un unica famiglia. Il problema è che non conosceva sua figlia, Amber. Dai racconti della madre che l'aveva conosciuta era una bella ragazza, ma dal carattere strano, lunatico. Era anche finita da alcuni psicologhi, e lui non conosceva il perchè. Ma lui sapeva che si poteva creare un'amicizia, o almeno, a provarci. Sua madre, Patricia, era contenta con Luke, e lui anche. Avrebbe fatto di tutto per la madre, anche trasferirsi lontano dalla sua città, dagli amici, dalla scuola, per seguirla, per farla stare bene.. infondo, se lo meritava.
« Siamo arrivati. » annunciò sua madre.
Prese un profondo sospiro e scese dalla macchina. Vide Luke avvicinarsi a loro, baciare dolcemente Patricia, e abbracciare lui. Prese la valigia di sua madre e li accompagnò dentro. Un profumo dolce e delicato entrò nel suo naso. La casa era grande, e dava un aria accogliente. Tutti i mobili erano moderni, alla moda, basati tutti sul bianco. Spiccava nel salotto i due divani rossi di pelle in cui si sedette e il mega televisore al plasma, 'wow'  pensò lui guardando la grande casa intorno, di certo a Luke i soldi non mancavano.
Luke era accanto a sua madre e parlavano, quando a un certo punto sentì la porta d'ingresso sbattere con molta forza.
« Sono a casa Luke. »

« Vieni in salotto tesoro. »
Una ragazza bassina con dei capelli color marroni entrò dalla vetrata del salotto. Si avvicinò a suo padre facendo nessuna espressione, guardando il vuoto e masticando una chewingum. Si avvicinò lentamente a Patricia abbracciandola freddamente, si salutarono e posò lo sguardo sul ragazzo che la guardava.. impaurito.
« Ciao. » disse.
Ricambiò il saluto e le tese la mano tremante.
« Justin, piacere. » disse guardandola negli occhi marroni, tendenti al verde.
Annuì senza proferire parola, ritornando a guardare il vuoto davanti a se.
Luke si fermò mente parlava con Patricia, e si rivolse alla figlia.
« Mostra a Justin la vostra camera. » annuì sbuffando e si alzò. 'VOSTRA?'
La seguì a ruota, passando per tutto il salotto, e trovandosi davanti una lunga scala bianca.
Justin prese la sua valigia, portandola a fatica su per le scale..pesava.
« Muoviti biondo, non ho tempo da perdere. »
Lui mandò giù rumorosamente la saliva e annuì in silenzio, non aveva neanche una minima idea di infastidirla.
Camminarono sul tappeto celeste per il grande corridoio. Amber camminava davanti a lui leggera. I capelli lunghi e leggermente mossi fino a sotto le costole dondolavano leggermente.
Spalancò la terza porta a sinistra. Era carina, grande con molti mobili bianchi, ovviamente. Ma c'era un problema, vedeva due letti. Avrei dormito con lei, quindi.
« Allontanati da lì, è il mio letto. »
« Scusa Amber. »
Amber si stese sul suo letto guardando di nuovo, il vuoto.
Justin posò la valigia a terra e si sedette sul letto osservando la camera, per poi passare ad Amber. Era davvero carina, cavolo.
« Hai finito di farmi la radiografia biondo? »
A Justin scappò una leggera risata, ma lei era seria.
Si alzò velocemente, sedendosi mettendosi difronte a lui.
« Mettiamo delle cose in chiaro. Questa è la MIA camera, questa è la MIA casa e tu non sai quanto ho litigato con Luke perchè qui non vi volevo assolutamente. Ma mi ha costretto ad ospitarvi, ad essere gentile con voi, a darmi un pezzo del mio fottuto mondo e... » lo guardava negli occhi e Justin si accorse di quanto erano belli i suoi.
« Tranquilla Amber, non ti darò nessun fastidio, te lo prometto. Non voglio crearti problemi. »
« Ne hai già creati, credimi biondo. »
« Di certo non l'ho fatta apposta, ok? Hanno costretto in un certo senso anche me, ma se mia madre è felice con tuo padre e vuole provare, sono disposto a lasciare tutto. »
« Stronzate biondo, stronzate! » quasi urlò facendo un movimento vago con la mano.
Justin si spaventò, veramente.
« Se ho fatto qualcosa di sbagliato, io o mia madre ti chiedo scusa, da adesso. Ma sappi che quei due si amano, e io amo vedere mia madre felice, d'accordo? Se lo merita, e non voglio che tu rovini la loro coppia. »
« Vedo che sei sveglio, hai già capito ciò che voglio fare. »
« Perchè non vuoi che tuo padre sia felice, Amber? »
« Non se lo merita. »

« Per quale motivo? »
« Fatti i cazzi tuoi Bieber! Non ti riguardano minimante certe cose! »
Come fa a sapere il mio cognome? Amber ulra.
« Ti prego Amber, non urlare. Non ti arrabbiare, per favore... » era quasi una supplica da parte sua.
Amber fece silenzio, e guardò quel biondino dagli occhi miele. Non riusciva a guardarlo, no. E lei sapeva perchè. Quei capelli, quello sguardo pieno, il modo di parlare, quegli occhi miele.. Era troppo simile a..a.. 'BASTA AMBER BASTA!' si ordinò.
« Non voglio vederti Justin. » il biondo rimase pietrificato da quelle parole.
« Cosa ti ho fatto?Non fare così, per favore. » balbettò.
« SPARISCI DA QUESTA STANZA. » urlò puntanto il braccio contro la porta. Justin non sapeva che fare.
« VATTENE! » urlò Amber quasi in lacrime. Justin si alzò, guardo Amber per un ultima volta, chiuse la porta alle sue spalle e si lasciò scrivolare accanto al muro prendendosi la testa tra le gambe. Non riusciva a capire. Quella ragazza era un serio problema. Bel modo per cominciare, eh?

  
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