N/A: flashfic scritta quest'estate per il Multifandom Drabble Fest di it100, con prompt Scrivere una drabble da 333 parole esatte, originale, in cui il protagonista è un vampiro e in cui si cita la parola "sangue" una e una sola volta: compare uno dei protagonisti della mia altra storia in questa categoria, Aima, cioè il vampiro Lysander Von Rilken. All'inizio non volevo postarla, ma poi, in occasione di questo meme, mi è capitato di rileggerla, mi è piaciuta e ho deciso di metterla.

Ricordi confusi, spezzati.
Chinare la testa davanti ai sorrisi sprezzanti di ragazze in divisa – belle, come vorrebbe essere lei. Passare in silenzio il quaderno dei compiti, a testa bassa, e ricevere in cambio solo una risata di scherno.
Stringersi nel maglione per il freddo, mentre tutte le compagne sfoggiano gonne sempre più corte, ignorando smaliziate il regolamento dell'istituto. Guardarsi allo specchio e rabbrividire, nel trovare ancora una volta lo stesso pallore quasi grigiastro, malaticcio: l'aspetto di una ragazzina anemica e asmatica, magra come un chiodo, bianca come un lenzuolo, il corpo spigoloso e il viso slavato, privo di espressioni diverse dalla triste rassegnazione.
Un cane bastonato.
Prese in giro che si sovrappongono l'una all'altra come in un castello di carte; tentativi inutili di farsi accettare, rispettare.
L'emarginazione e la rabbia, che sboccia lenta e forte nel suo petto, radicata ogni giorno – ogni ora– di più. Il desiderio di rivalsa, che culla silenziosa in un angolo della mente, mentre abbassa gli occhi dinanzi all'ennesima battutina.
E poi, lui.
Un angelo, un demone. Capelli d'oro e occhi di vetro, e un sorriso privo di prese in giro. Solo promesse, di vendetta e immortalità. La scelta è sua.
Un bacio, lungo e doloroso, sul suo collo immacolato. Il suo sangue difettoso che scivola via da lei, sorso dopo sorso. 
Il suo corpo si spezza, si spegne, prosciugato, si tende, si frammenta. Brucia e gela allo stesso tempo. La gola le arde, la testa le esplode, gli arti tremano, squassati da una sofferenza inumana.
Immagini che si susseguono nella sua testa.
Ricordi confusi e spezzati. Pulsioni nascoste che emergono con potenza. Il peggio – il meglio? – di lei che esce allo scoperto.
Il suo angolo di solitudine nella classe vuota. La sua panchina preferita – rifugio pomeridiano – dove lui le si è seduto accanto e le ha fatto la sua offerta.
Rabbia, speranza, consapevolezza.
La vecchia Annika è morta.
Apre gli occhi alla vita – alla morte – una nuova creatura. Forte, veloce e assetata. 
Accanto a lei, il suo creatore ghigna soddisfatto.